Anastasianesimo dei Cedri Sonori

Cedri Sonori (russo: Звенящие Кедры) o anastasianesimo (Анастасианство, Анастасиизм) definiscono un nuovo movimento spirituale e religioso iniziato nella Russia centrale nel 1997,[1] sulla base della serie di dieci libri intitolata I cedri sonori della Russia scritti da Vladimir Megre.[1] La conoscenza contenuta in tali libri è attribuita a una archetipa donna saggia della Siberia chiamata Anastasia. Gli anastasiani sono rodnovari,[2] vale a dire propositori di un ritorno alla Fede nativa slava (Rodnoveria) o altra religione indigena. I libri su cui si basa il movimento offrono una visione del mondo olistica e trattano la relazione dell'umanità con la natura, con Dio e l'universo, la creazione del mondo, il potere del pensiero di plasmare il futuro, una escatologia ciclica, la corretta relazione tra uomo e donna, e l'educazione dei figli.[1]

Amatciems, un villaggio anastasiano nella zona di Drabeši, Lettonia.

Il nome "Cedri Sonori" deriva dalla credenza anastasiana riguardo qualità spirituali del cedro siberiano. L'anastasianesimo è stato classificato come parte del vasto spettro di religioni autodefinentesi "vediche" sorte nella Russia post-sovietica. Gli anastasiani propongono un modello rinnovato di organizzazione sociale, quello dei "villaggi genealogici" (родовое поместье, rodovoye pomest'ye).[3] I Cedri Sonori sono divenuti molto popolari in Russia, e il movimento si è anche diffuso in altri paesi slavi, in Europa orientale, e alcune comunità si sono costituite anche in Occidente.[4] In Russia, gli anastasiani sono oggetto di ostilità da parte della Chiesa ortodossa russa.[5]

Etimologia

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I nomi del movimento sono spiegabili come segue: ① "Cedri Sonori" si riferisce alla credenza degli anastasiani relativa alle qualità spirituali che avrebbe il cedro siberiano, un genere di pino;[2] ② "Anastasia" (Ἀναστασία, Anastasía), da anástasis (ἀνάστασις), è un termine fenomenologico derivato dal greco che significa "risurrezione".[6]

Il tema degli "alberi che cantano" appare nelle tradizioni di diverse culture di matrice indoeuropea; gli anastasiani considerano sé stessi la reintegrazione (altrimenti detto, risurrezione) dell'autentica cultura spirituale vedica, dell'autentica religione russa consistente nella coltivazione del Rod (Род, ossia Dio come generazione/natura), che sarebbe stata preservata nei secoli da coloni russi e volkhv (Волхв, sciamani) che fuggirono la cristianizzazione della Rus' di Kiev rifugiandosi in Siberia—una cristianizzazione che fu decisa dalle élite del regno allo scopo di disgregare i legami sociali e i legami della società umana con il mondo naturale (antenati della società umana e dèi del mondo circostante come legame diretto con il Rod), giustificando così la confisca di tutte le terre e l'asservimento della popolazione.[7]

  1. ^ a b c Pranskevičiūtė, p. 442.
  2. ^ a b Aitamurto, p. 52.
  3. ^ Aitamurto, pp. 52-53.
  4. ^ Pranskevičiūtė, p. 444.
  5. ^ Pranskevičiūtė, p. 445.
  6. ^ Anastasia, su Online Etymological Dictionary, Douglas Harper.
  7. ^ Sharashkin, 2009.

Bibliografia

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  • Julia Andreeva e Rasa Pranskevičiūtė, The Meanings of Family Homestead in the Anastasia Movement: the Cases of Russia and Lithuania, in Humanitāro zinātņu vēstnesis, n. 18, Daugavpils Universitāte, 2010, pp. 94-107.
  • Kaarina Aitamurto, Paganism, Traditionalism, Nationalism: Narratives of Russian Rodnoverie, London / New York, Routledge, 2016, ISBN 978-1-4724-6027-1.
  • Rasa Pranskevičiūtė, The "Back to Nature" Worldview in Nature-based Spirituality Movements: The Case of the Anastasians, in James R. Lewis and Inga Bårdsen Tøllefsen (eds.) (a cura di), Handbook of Nordic New Religions, Leiden, Brill, 2015, pp. 441-456, ISBN 978-90-04-29246-8.
  • Leonid Sharashkin, The Return of Anastasia: Ringing Cedars' Silent Revolution, Alternative View, Bristol, Novembre 2009.

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