7ª Armata (Regio Esercito)
La 7ª Armata è stata una grande unità del Regio Esercito Italiano della prima e della seconda guerra mondiale.
7ª Armata delle Giudicarie | |
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Descrizione generale | |
Attiva | 25 febbraio 1918 - 18 novembre 1918 settembre 1939 - 24 novembre 1943 |
Nazione | Italia |
Servizio | Regio Esercito |
Tipo | Armata |
Comando | Brescia (1918) Asti (1940) Potenza (1941-1943) Francavilla Fontana (1943) Monteroni di Lecce (1943) |
Battaglie/guerre | 1ª guerra mondiale 2ª guerra mondiale |
Parte di | |
1918: Comando supremo 1940: Gruppo d'armate Ovest 1942-1943: Gruppo d'armate Sud | |
Reparti dipendenti | |
1918: III Corpo d'armata XXV Corpo d'armata 1940: VII Corpo d'armata VIII Corpo d'armata 7º Rgp. genio d'armata Intendenza d'armata 1943: IX Corpo d'armata XXXI Corpo d'armata XIX Corpo d'armata 95ª Legione milizia 14º Rgp. artiglieria motorizzata 23º Rgp. genio di Corpo d'armata Intendenza d'armata | |
Comandanti | |
Dal 1939 al 1943 | Camillo Grossi Alfredo Guzzoni Mario Caracciolo Mario Vercellino |
Degni di nota | Giulio Cesare Tassoni Mario Arisio |
Nelle note | |
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Storia
modificaPrima guerra mondiale
modificaLa 7ª Armata delle Giudicarie venne costituita a Brescia il 25 febbraio 1918[1] al comando del Tenente generale Giulio Cesare Tassoni e alle dipendenze il III Corpo d'armata del Tenente generale Vittorio Camerana e il XXV Corpo d'armata del Tenente generale Edoardo Ravazza;[2] schierata dallo Stelvio al Garda la 7ª Armata ha condotto, in particolare, azioni offensive nel settore Monticelli–passo del Tonale.[3] Dopo aver retrocesso nella seconda battaglia del Piave, l'Armata delle Giudicarie svolse un ruolo fondamentale nella battaglia di Vittorio Veneto,[3] con il Brigadier generale Federico Baistrocchi comandante dell'artiglieria d'armata e il colonnello Lelio Gaviglio comandante di aeronautica dell'armata.[2]
Il Comando della 7ª Armata venne sciolto il 18 novembre 1918 e pochi giornio dopo la sua Intendenza passò alle dipendenze della 9ª Armata.
Seconda guerra mondiale
modificaNel settembre 1939 venne ricostruito il Comando 7ª Armata e nuovamente sciolto il 14 dicembre dello stesso anno, la 7ª Armata venne ricostituita, al comando di Sua Altezza Reale generale designato d'armata Filiberto di Savoia-Genova, il 12 giugno 1940, due giorni dopo l'entrata in guerra dell'Italia nel secondo conflitto mondiale inquadrando il VII e l'VIII Corpo d'armata e trasferita a Torino a partire dal 17 giugno per essere destinata alla frontiera occidentale dove giunse ad organico completo il 24 giugno, non partecipando a nessuna azione per il sopravvenuto armistizio con la Francia, svolgendo esclusivamente ruolo di riserva generale e venne sciolta il 31 ottobre 1940.[1]
La 7ª Armata venne ricostituita il 30 settembre 1941 con il compito di difendere le coste della Sardegna, della Puglia, della Campania e del Lazio, schierando rispettivamente nell'ordine, in attuazione delle direttive il XIII, il IX, il XXX e il XVII Corpo d'armata.[1] Il comando della grande unità militare venne assegnato a Sua Altezza Reale generale designato d'armata Adalberto di Savoia-Genova, fratello di Filiberto di Savoia-Genova.
Il 10 aprile la 7ª Armata cedette il XIII e il XVII Corpo d'armata alla 5ª Armata e con essi la responsabilità dei territori in giurisdizione agli stessi,[1] ricevendo alle proprie dipendenze il XXXI Corpo d'armata cui venne affidata la difesa della Calabria e il 1º maggio il XIX Corpo d'armata,[4] mentre rimasero alle dipendenze della grande unità militare il IX e il XXX Corpo d'armata; quest'ultimo nel dicembre 1942 venne trasferito, al comando del generale Vittorio Sogno in Tunisia dove assunse la giurisdizione sulle truppe della 50ª Brigata speciale di fanteria e della Divisione "Superga", schierate nel settore costiero Susa-Sfax, e posto alle dipendenze della 5ª Armata corazzata tedesca.[5]
Nel corso del 1943 la 7ª Armata ha continuato la sua attività nell'Italia meridionale. Il 1º agosto 1943 Adalberto di Savoia-Genova venne sostituito al comando della 7ª Armata dal Generale di corpo d'armata Mario Arisio, che il 20 agosto fu nominato generale designato d'armata.
Dal 3 settembre, le unità del XXXI Corpo d'armata, schierate a difesa delle coste calabre, contrastano lo sbarco delle forze anglo americane nelle zone di Reggio Calabria, di Palmi e di Bagnara Calabra rallentandone l'avanzata, impegnandole in duri reiterati combattimenti lungo i contrafforti dell'Aspromonte. In conseguenza degli eventi che seguirono l'armistizio dell'8 settembre 1943, il 9 settembre il Comando della 7ª Armata lasciò il quartier generale di Potenza, trasferendosi a Francavilla Fontana in Provincia di Brindisi con buona parte del suo stato maggiore, per poi trasferirsi a Monteroni di Lecce il 1º ottobre 1943.
L'11 settembre la 7ª Armata perse il XIX Corpo d'armata, che sciolto a Santa Maria Capua Vetere in conseguenza delle vicende che seguirono l'armistizio venne trasformato Comando FF.AA. della Campania,[4] e la 7ª Armata rimase articolata sul IX, XXXI e LI Corpo d'armata, costituito il 14 settembre; la 7ª Armata venne definitivamente sciolta il 24 novembre 1943.[1]
Comandanti
modifica- 1ª guerra mondiale
- 2ª guerra mondiale[1]
- Generale designato d'armata S.A.R. Filiberto di Savoia-Genova Duca di Pistoia (10 settembre 1939 -31 ottobre 1940)
- Generale designato d'armata S.A.R. Adalberto di Savoia-Genova Duca di Bergamo (1 ottobre 1941 – 1 agosto 1943)
- Generale di corpo d'armata Mario Arisio (1 agosto – 8 settembre 1943)
Note
modifica- ^ a b c d e f 4ª Armata
- ^ a b LA BATTAGLIA DI VITTORIO VENETO DEL 1918 (Ordine di Battaglia al 24 Ottobre)
- ^ a b Alfredo CIRINEI, Inventario Fondo F-2 Carteggio sussidiario armate1912-1921 (PDF), su esercito.difesa.it. URL consultato il 15 dicembre 2020.
- ^ a b XIX Corpo d'Armata
- ^ XXX Corpo d'Armata