Paolo Mantegazza: differenze tra le versioni

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Nel 1858 tornò in Italia e, come medico igienista, dopo aver lavorato all'[[Policlinico di Milano|ospedale Maggiore di Milano]]<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/paolo-mantegazza_%28Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Scienze%29/|titolo=Mantegazza, Paolo}}</ref>, dal 1860 resse per un certo periodo la cattedra di [[Patologia generale]] all'[[Università degli Studi di Pavia|Università di Pavia]]. In questa città egli fondò il primo laboratorio di patologia sperimentale in Europa (dove, negli anni seguenti, si formarono scienziati illustri quali [[Giulio Bizzozero]], [[Eusebio Oehl]] e [[Camillo Golgi]], vincitore del [[premio Nobel per la medicina]] nel 1906 grazie alla scoperta della [[reazione nera]]). Diventato [[deputato del Regno d'Italia]] poco più che trentenne, cominciò una fase fiorentina, e in questa città anche la sua attività scientifica vide un cambiamento: dalla patologia all'antropologia. Nel 1869 fondò nel [[Museo di storia naturale sezione di antropologia ed etnologia|Palazzo Nonfinito]] di [[Firenze]], sede dell'Istituto di Studi superiori, la prima cattedra di antropologia e il [[Museo nazionale di antropologia ed etnologia]]. Nel 1871 fondò, insieme a Felice Finzi, la rivista [[Archivio per l'antropologia e l'etnologia]], rivista tuttora in corso. Fondatore della [[Società italiana di antropologia ed etnologia]], fu difensore del darwinismo e tra il [[1868]] al [[1875]] corrispondente di [[Charles Darwin]].
 
=== Politica ===
Secondo la sua autobiografia politica,<ref>[https://www.sba.unifi.it/upload/scienze/img150anniuniti/doc150anniuniti/ricordipolitici.pdf unifi]</ref> Mantegazza fu pressato a candidarsi alle [[elezioni politiche italiane del 1865]] dai circoli liberali brianzoli. La situazione nel collegio di [[Monza]] era particolarmente favorevole: il deputato uscente titolare, [[Andrea Lissoni]], aveva rinunciato essendo impegnato ai massimi livelli della politica amministrativa locale, mentre il suo sostituto suppletivo [[Carlo Ferrario]] era una figura debole e inadatta all’ardua competizione di un’elezione generale. Mantegazza sconfisse così facilmente Ferrario da pronostico e ottenne il seggio che poi terrà per quattro legislature.
 
Le sue idee erano quelle classiche del [[liberalismo]] risorgimentale. Definendosi il più innovatore tra i [[moderatismo|moderati]], sui banchi del nuovo parlamento di [[Firenze]] si sedette fra la [[Destra storica]] condividendone gli aspetti la politica estera e il suo progetto di abbattere lo [[Stato Pontificio]], ma pochi anni dopo fu emarginato dai capi di questa fazione per la sua opposizione alla [[tassa sul macinato]]. Nella nuova aula a [[Roma]], significativamente strutturata a forma semicircolare a differenza di quella Toscana in stile [[Westminster]], andò dunque a ingrossare quel gruppo di [[centro (politica)|centro]] poco considerato dalla storiografia, e nella convinzione di ritirarsi nel [[1876]] finì per avallare il ribaltone della [[Sinistra storica]], che lo propose per un seggio da [[senatore]] che poi tenne per oltre tre decenni.
 
=== Spedizioni scientifiche ===