Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $9.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il Pavone Nero
Il Pavone Nero
Il Pavone Nero
E-book195 pagine2 ore

Il Pavone Nero

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Entra nel cuore dell'oscurità e dell'intrigo con "Il Pavone Nero", un romanzo avvincente che mescola abilmente l'horror e il fantasy, ambientato nella misteriosa regione del Friuli Venezia Giulia.

Le vite di Rodrigo sono sospese su un filo: da una parte, il legame indissolubile con la sua famiglia, dall'altra, l'attrazione per un mondo oscuro e pericoloso. Quando il suo passato torna a bussare alla porta, Rodrigo dovrà fare i conti con le sue scelte e affrontare le conseguenze delle sue azioni. Ma nel cuore della notte, creature leggendarie si risvegliano, minacciando di distruggere tutto ciò che ama.

"Il Pavone Nero" è un romanzo intenso e avvincente, una discesa negli abissi dell'anima umana e un viaggio attraverso un folklore millenario.
 
LinguaItaliano
Data di uscita31 lug 2024
ISBN9791223059616
Il Pavone Nero

Correlato a Il Pavone Nero

Ebook correlati

Critica letteraria per voi

Visualizza altri

Recensioni su Il Pavone Nero

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il Pavone Nero - Alessandro Santin

    Alessandro Santin

    IL PAVONE NERO

    Nota dell'Autore: "Il Pavone Nero" è un'opera di fantasia che si ispira liberamente a personaggi e leggende della cultura del Friuli Venezia Giulia. Pur essendo ambientato in un contesto fantastico, molti elementi del romanzo attingono alla ricca tradizione mitologica di questa affascinante regione. Le figure leggendarie, hanno influenzato il tessuto narrativo di questa storia, contribuendo a creare un'ambientazione ricca di mistero e fascino. Tuttavia, è importante sottolineare che Il Pavone Nero è un'opera di pura finzione, e qualsiasi riferimento a persone, luoghi o eventi reali è puramente casuale. Spero che questa nota possa chiarire il contesto in cui è ambientato il romanzo e stimolare la vostra curiosità verso l'affascinante folklore del Friuli Venezia Giulia.

    Buona lettura!

    La gente ama mostrarsi grande,

    soprattutto quella piccola.

    Mirko Badiale

    Capitolo I

    Il mio respiro è affannato, sento il cuore battere all’impazzata. Non vedo nulla, la luce forse è saltata.

    La testa mi fa così tanto male, che mi sembra in procinto di scoppiare; è come avere vetri rotti nel cervello, che sento muoversi nella scatola cranica a ogni spostamento.

    Mi ritrovo in casa, a terra, disteso sul pavimento. Come diavolo ci sono finito a terra? Faccio un attimo mente locale. Devo essere scivolato quando mi sono precipitato in sala da pranzo, dopo aver sentito quella risata. Forse ho affrontato la strega fuori, sul vialetto.

    La testa mi fa male: ho sbattuto a terra o è stata lei a colpirmi? Non ricordo neppure di essere entrato in casa.

    Cerco la pistola che avevo in mano, la trovo poco distante e, mentre mi sollevo, tutto appare più chiaro. Sono corso in casa, cercando di fuggire a quella maledetta donna, ma, dopo aver chiuso la porta, l’ho sentita chiaramente: lei è dentro casa, adesso, e forse mi sta osservando.

    Trovo l’interruttore con la mano sinistra, lo aziono ma non succede nulla. La luce non si accende. Decido di dirigermi in cucina; lì, troverò un angolo sicuro.

    Procedo in silenzio, supero facilmente la sala da pranzo, salgo il gradino e allungo la mano verso l’isola della cucina. La cerco, non deve essere troppo lontana.

    Continuo ad annaspare nel vuoto, mi sento mancare quando dietro di me avverto alcuni passi. Un rivolo di sangue mi attraversa il volto, uscendo dal colpo che ho ricevuto sulla testa.

    Con la mano provo a spostare il sangue e, cercando di non pensarci, avanzo più velocemente possibile: non voglio morire lì.

    Sento i passi ancora più vicini, ormai è dietro di me, mi blocco, attendendo l’inevitabile.

    Passano alcuni secondi e non succede nulla, mi tranquillizzo e continuo ad avanzare: finalmente, tocco l’isola della cucina. Velocemente, faccio il giro e mi piazzo all’angolo opposto. Da qui, dovrei avere una visuale migliore, per quello che possa valere. Inoltre, dovrei avere le spalle coperte, la strega potrà solo affrontarmi frontalmente.

    Rimango in ascolto. Non sento più alcun passo, solo la pioggia fuori e quel vento forte di tempesta che solo raramente si verifica in montagna. Forse un albero caduto ha distrutto una cabina della luce, per questo motivo sono al buio.

    Mi ritrovo a pensare a una tormenta di qualche anno prima, che distrusse una foresta intera non lontano dal nostro cottage.

    In quella circostanza, un paese intero rimase senza corrente per giorni.

    Sarà stata lei, è stata lei a togliere la luce, lei può fare tutto.

    Un fulmine illumina brevemente la stanza, la sagoma con il suo vestito bianco è laggiù, in fondo, oltre la porta della cucina, vicino al caminetto. Mi osserva?

    Il lampo è stato troppo breve, non sono riuscito a distinguere, ma so che lei è lì, pronta ad attaccarmi.

    Il vento, fuori, continua incessante. Decido di alzare la pistola e puntarla in direzione della sagoma, mi sento più sicuro. Solo un dubbio attanaglia la mia mente: forse la pistola è scarica.

    Ecco un altro fulmine, la sala viene illuminata: la sagoma non c’è più.

    Passo alcuni secondi in contemplazione, non so bene di cosa. Rimetto in sesto i pensieri, ma l’unica cosa a cui riesco a pensare è che sono spaventato a morte. Forse la strega vuole uccidermi, facendomi venire un attacco cardiaco. Non l’è bastato portare via mio figlio.

    Passano alcuni secondi che sembrano minuti ed io sono sempre qui, seduto all’angolo con la pistola in mano, terrorizzato. Mi faccio forza e provo ad avanzare di qualche passo.

    La tempesta sembra essere diminuita d’intensità, sento distintamente uno scricchiolio che proviene dal piano di sopra: è come se ci fosse un piccolo animale che sgambetta e sgranocchia. È un rumore difficilmente sopportabile, che sembra aumentare gradualmente. Non capisco, ero certo che la strega fosse poco lontano da me, ora invece sento questi rumori venire in maniera nitida dal piano di sopra: inizio a pensare che tutto questo sia solo l’ennesimo incubo che mi tormenta.

    Mi faccio forza e mi rimetto in piedi. Cammino rasentando il muro della cucina fino alla porta, la pistola sempre salda in una mano, poi esco velocemente dalla cucina. Qualche metro nella sala da pranzo e inizio a salire le scale.

    I rumori iniziano a essere molto intensi, temo che ci possano essere più presenze. Forse quel malefico maggiordomo del male è qui con lei.

    Mi sembra di tornare ragazzo, al Luna Park, quando affrontavo con scarso coraggio la casa degli spiriti e salivo le scale con la sensazione di rimanere fermo sempre nello stesso punto.

    Mi sembra di percorrere una scala mobile al contrario e più salgo, più il mio coraggio scende. Pensare che è solo colpa mia. Avrei potuto rinunciare al sogno di fare l’investitore, avrei potuto fare qualsiasi cosa nella vita: ora, invece, la mia vita è finita.

    Ho perso tutto quello che avevo, la mia famiglia, la mia sicurezza e forse ho perso anche la ragione. Incredibilmente e con mia grande sorpresa, intanto, sono arrivato alla fine delle scale. Mi trovo nel corridoio del primo piano e improvvisamente la luce ritorna, tutto il corridoio è illuminato. La luce mi ha dato una sicurezza incredibile, è come avere vicino una persona che ti guarda le spalle.

    Ora, vedo distintamente tutte le porte chiuse lungo il corridoio coperto da un costoso tappeto rosso. Le pareti sono rivestite di legno e la luce fioca della lampadina le fa sembrare intrise di sangue rappreso.

    Apro la porta della prima camera alla mia destra e infilo la mano in cerca dell’interruttore. Mi aspetto che, da un momento all’altro, qualcuno mi afferri la mano e mi trascini nell’oscurità della stanza, richiudendo la porta alle mie spalle per sempre, ma non succede. Dopo aver acceso la luce, controllo la stanza: non c’è nulla. Anche sotto il letto e negli armadi, niente: solo polvere.

    Poi, esco e passo alla stanza successiva, la camera padronale. Per fortuna, lì la luce è già accesa. Controllo ovunque, mi sento come James Bond mentre affronta uno dei suoi improbabili nemici che vogliono distruggere il mondo. In questo caso, però, il solo mondo in pericolo è il mio.

    Passo al bagno, anche qui nulla da segnalare. Tutte le stanze sembrano a posto, inizio a tranquillizzarmi, quindi scendo in sala da pranzo. Fuori, anche la tempesta sembra essersi calmata, diventando un semplice acquazzone. La casa non ha nulla fuori posto, ma sono certo che quella donna sia ancora qui dentro da qualche parte.

    Mi dirigo verso il mio studio, entro, mi accomodo sulla poltrona dietro l’enorme scrivania di mogano e alzo il telefono.

    La televisione è accesa sul canale finanziario e la conduttrice del programma, una bella tipetta bionda con un vestito rosso fuoco sta dando alcune notizie: L’euro continua a scendere, dopo i dati che hanno segnalato le difficoltà della ripresa economica, il dollaro recupera e potrebbe evitare di concludere la nona settimana in calo.

    Do un’occhiata veloce senza, in realtà, vedere alcun numero degli andamenti.

    Compongo velocemente il numero di Francesco, il mio avvocato. Lui non mi ha mai creduto sul conto di quella donna, ha sempre pensato che le mie fossero fantasie.

    «Pronto, chi è?» Francesco risponde al terzo squillo.

    «Sono Rodrigo» dico con voce cupa ma estremamente calma, vista la situazione.

    «Rodrigo? Ma sai che ore sono?»

    In effetti, è piuttosto tardi, per quanto non abbia idea di che ore siano esattamente.

    «No, Francesco, non so che ore sono, ma pensavo che ti trovassi a casa di qualche tua amica a fare quei giochi sadomaso che ti piacciono tanto» rispondo in modo non troppo amichevole.

    «Mi hai chiamato solo per questo, Rodrigo? Lo sai che siamo amici e che farei tutto per te e la tua famiglia.»

    Già, penso, ultimamente mi hai aiutato pure troppo.

    «Quella stronza, Francesco, è una strega del cazzo! Non è umana, adesso è qui in casa mia, mi ucciderà, sono disperato!»

    «Rodrigo, hai ricominciato a bere? Ma di chi cavolo parli?»

    «Francesco, non ho bevuto, cioè non così tanto.»

    In realtà, quel pomeriggio avevo bevuto parecchio, non è cosa di tutti i giorni prepararsi a uccidere chi ha rapito tuo figlio e distrutto la tua vita.

    «Mi prendi in giro? Quella maledetta strega, è lei che ha portato via mio figlio» inizio ad alzare il tono della voce.

    «Ma cosa dici, Rodrigo? L’alcool ti ucciderà, se non ti dai una calmata. Sei sicuro che c’entri qualcosa con me? Hai detto che qualcuno ha preso tuo figlio, ma quando è successo? Ci siamo visti questa mattina a pranzo, ricordi? Abbiamo pranzato assieme, lui era con noi… dove sei Rodrigo?»

    A quelle parole, non riuscivo a credere. Cosa stava succedendo? Avevo veramente bevuto così tanto? A volte capitava, per via delle difficoltà al lavoro e delle finanze, ma non poteva essere. Forse Francesco era d’accordo con quella strega, forse lo aveva convinto, offrendogli del Viagra o chissà quale altra cosa da pervertiti. Ero certo di non aver pranzato con nessuno quel giorno. Sapevo di vivere ormai da giorni isolato nella mia casa a sud di Udine, senza nessuno, ma era qui in montagna che dovevo affrontare la strega, per questo ero venuto armato.

    La conduttrice del programma alla tv insiste nel dare informazioni finanziare: Mentre gli indici salgono a livelli record, sempre più titoli azionari crollano.

    La trasmissione, però, sembrava non prendere bene. Infatti, l’immagine della presentatrice andava e veniva in continuazione.

    Malgrado le apparenze di un mercato azionario in salute, la mente di Rodrigo ha dei problemi sotto la superficie.

    Adesso credo di aver sentito in maniera distinta che la presentatrice abbia detto il mio nome.

    Mi scuoto leggermente e continuo a parlare con Francesco. «Sono nel cottage, alla casa di montagna, quella che ho appena acquistato.»

    «Hai comprato una casa in montagna? Quando?» mi risponde sorpreso.

    Sto per ricominciare a parlare e noto una formica sulla mia mano sinistra. «E tu cosa ci fai qui?» dico, rivolgendomi all’insetto.

    Si muove in modo circolare, con frenesia. Appoggio la cornetta del telefono sul tavolo e schiaccio la formica con l’altra mano ed è in questo momento che ne noto altre sul braccio e su tutto il corpo. Inizio a muovere freneticamente le mani in modo da togliermele di dosso.

    Tutto questo sbattere mi fa dare un’occhiata in basso: mi trovo sopra un grosso formicaio, ho il corpo immerso per metà nella terra. Inizio a sprofondare dentro il pavimento dello studio.

    Mi volto verso il televisore. La conduttrice sta ridendo e, indicandomi dallo schermo, continua a dare notizie finanziarie: La ripresa economica della zona euro ha vacillato questo mese, ma mai come quel pazzo di Rodrigo che ormai ha perso tutto quello che di normale rimaneva nella sua mente. Ora lo vediamo annaspare come un bamboccio, per metà inghiottito dal pavimento. Prevediamo una pessima fine per lui.

    Mentre lo diceva, assuefatta dalle risa, dagli occhi iniziavano a scenderle lacrime di giubilo, solo erano di sangue, e in breve tempo inondarono tutto lo schermo, frantumandolo in mille pezzi.

    Litri e litri di sangue escono ora dal televisore e iniziano a riempire lo studio. Provo ad allungare le braccia in cerca di qualcosa a cui aggrapparmi, ma non trovo nulla. Annaspo come un uomo che non sa nuotare e che si ritrova d’un tratto con l’acqua fino alla gola.

    Cerco di allungarmi e sfioro la scrivania dello studio, poi tocco la sedia, ma ormai è troppo tardi: le formiche mi spingono sempre più giù, non sento le gambe e non respiro. Ho le formiche in bocca e nelle orecchie, mi stanno portando nella loro tana, diventerò cibo per larve.

    Il sangue ormai mi sovrasta e sento il suo sapore ferroso in gola, poi il caldo mi coglie e sento il mio corpo comprimersi in modo fatale.

    Urlo, ma non esce alcun suono dalla mia bocca. Poi, d’improvviso, un tuono potente ed è come destarsi da un sogno malefico.

    Mi ritrovo di nuovo nell’angolo della cucina, seduto per terra. La tempesta sta aumentando d’intensità; non è mai finita, come io non mi sono mai mosso dal mio angolino: è stato tutto un incubo.

    In effetti, quando avevo visto, prima, la sagoma bianca di quella strega vicino al camino, non avevo sentito, poi, il tuono che segue il fulmine. La creatura, quindi, potrebbe saltarmi addosso da un momento all’altro.

    Un altro fulmine illumina la sala, la vedo distintamente, ma non è più lei ora: i suoi capelli sono verdi, il viso bianco cadaverico, gli occhi come pozzi neri e una bocca enorme, sorridente, che le occupa gran parte del viso.

    Perdo la ragione e sparo, ma dalla pistola non esce nulla. Forse è scarica, forse si è inceppata, è comunque tardi, la strega mi è addosso, sento il mio sangue caldo uscire dal collo: è finita.

    Capitolo II

    Venerdì, 1° giugno

    Toc! Sbatto la testa contro la tastiera del PC portatile emettendo un suono sordo. Mi rialzo subito e mi ritrovo alla mia scrivania, a casa, nella provincia udinese. Caspita, quello sì che era un incubo! Mi capita spesso, ultimamente, di addormentarmi davanti al PC. Controllare in continuazione numeri e andamenti del mercato mi fa uscire di testa.

    È pomeriggio inoltrato e gli indici proseguono in congestione. Credo di aver finito la giornata lavorativa, anche oggi ho fallito un investimento importante. In finanza, avere informazioni prima degli acquisti e delle vendite di titoli è fondamentale, per poter investire rapidamente e guadagnare molto in breve tempo. Certamente, avere un portafoglio titoli di lunga durata porta dei buoni guadagni nell’arco dell’anno ma, per come la vedo io, anticipare il mercato è l’unico modo di guadagnare veramente nel settore azionario senza bloccare il capitale per un lungo periodo di tempo.

    Dei buoni investimenti annui possono fare guadagnare il 5-6% sul capitale investito. Investire nel breve tempo, invece, consente di raggiungere quegli stessi guadagni in una giornata, a volte anche in poche ore. Se poi si decide d’investire a leva, allora si può anche raddoppiare l’investimento iniziale. Investire a leva significa investire soldi che non si possiedono grazie a un tramite (nel mio caso, un broker che copre le mie attività finanziarie per un ammontare superiore al capitale posseduto) e, conseguentemente, di beneficiare di un

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1