La scuola a pezzi
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Anteprima del libro
La scuola a pezzi - Valerio Di Stefano
Agli Avvocati Laura Avolio
e Giuseppe Pappa, con personale gratitudine.
A Pasquale Bruno Avolio
con amicizia fraterna.
IL CARROZZONE VA AVANTI DA SÉ
La scuola è:
- leggi
- regolamenti
- disposizioni
- circolari
- patti di corresponsabilità
- organi collegiali
- attività didattiche
- verifiche scritte e orali
- assemblee di classe e di istituto
- rappresentanti di classe, dei genitori e dei docenti
- RSU
- procedure amministrative
- contratti collettivi nazionali di lavoro
- diritti e doveri del personale
- diritti e doveri degli studenti
- diritti e doveri delle famiglie
ma, soprattutto, Pubblica Amministrazione. E, in virtù di questo, molto, molto altro.
La scuola è fatta di carte (le proverbiali "scartoffie"), documenti, dichiarazioni, certificazioni, autocertificazioni, comunicazioni ufficiali, decisioni auspicabilmente condivise almeno dalla maggioranza di chi deve prenderle, relazioni, scelte individuali e collettive.
La scuola è tutto questo. E da tutto questo non si prescinde.
Si può farlo, certamente, ma solo dopo che ci si sarà fatti promotori di una proposta di legge popolare che modifichi le regole vigenti, se costituiscono disposizione di legge. Oppure di una iniziativa referendaria che, si veda il caso, le abolisca e le cancelli. Non prima.
Tutto questo viene fatto quotidianamente a pezzi. Massacrato. Distrutto. Reso inutile o inefficace.
Eppure questa è la scuola, né più, né meno. Negare tutto ciò corrisponde a negare e delegittimare il concetto stesso di istituzione pubblica. Per questo la scuola è rigida e mette continuamente dei paletti. Perché li deve osservare lei stessa.
A scuola si studia, ci si confronta, si dialoga, ci si forma. Ciascuno nel proprio ruolo. Sarebbe assurdo se la crescita personale fosse vista come efficace solo per la componente studentesca. Nella sua apparente immobilità, nella farraginosità dei suoi meccanismi, la scuola si interfaccia e deve interfacciarsi continuamente con le realtà della società civile e le sue regole devono perfettamente combaciare con quelle di ciò che c'è fuori. Se fosse viceversa, sarebbe solo un organismo con delle regole proprie, una sorta di zona franca dove impunità, disorientamento e soprusi la farebbero da padroni.
Ed è esattamente quello che si vuole farla diventare.
In sé e per sé potrebbe sembrare che non ci sia niente di male nel voler trasformare una realtà in un'altra. Per qualcuno, anzi, questo apparirebbe addirittura come un miglioramento e il segnale del coinvolgimento attivo e positivo delle componenti della scuola nella sua naturale evoluzione. In fondo, chi è che non pensa che la scuola deve adeguarsi ai tempi, e che il modello scolastico fuoriuscito dalla Riforma Gentile non sia più adeguato ai tempi della digitalizzazione? Tutto ciò è vero. Ma, allora si dovrebbe avere l'onestà morale, giuridica e intellettuale di cambiare il nome della cosa e dire che ciò che si sta creando è tutt'altro. Ovvero non certo la scuola
così come siamo abituati a conoscerla.
L'anno scolastico 2022/2023, quello in cui queste note vengono redatte, è cominciato con l'episodio di una docente presa a pistolettate ad aria compressa in una scuola media del Rodigino e si è concluso con l'accoltellamento di una docente da parte di un alunno sedicenne, che aveva portato con sé un'arma da taglio a seghetto e una pistola giocattolo, in un Istituto secondario di secondo grado di Abbiategrasso.
Il secondo di questi episodi, il più recente, ci servirà da paradigma per una serie di considerazioni.
Indubbiamente la vittima è stata l'insegnante e il carnefice l'alunno che le ha inferto colpi provocandole ferite anche gravi. L'insegnante era disarmata. Il suo aggressore no. Fatti. E sui fatti non c'è mai discussione. Si discute sulle opinioni, sempre legittime, non sugli eventi. O sui dati. La tendenza modaiola e un po' snob di interpretare i fatti (ad esempio un grafico o una tendenza) è caratteristica delle tecniche divinatorie dell'economia. Ad esempio la volontà di stabilire se un dato indice o il cambio di una moneta straniera andranno al ribasso o al rialzo. L'uomo ha sempre avuto la pretesa di predire il futuro e, naturalmente, non ci è mai riuscito.
Questa evidenza, nel caso della scuola del