La ragazza di una volta
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Alcune ragazze del passato è meglio non incontrarle più.
"La mia Brenda era a casa, incinta di otto mesi, mentre sullo sgabello al mio fianco c’era Lieve, lentiggini e capelli rossi. Dal primo momento in cui il mio sguardo incrociò i suoi occhi verdi, sapevo che avrei commesso l’errore della mia vita.
Era incantevole. Non utilizzo questo termine molto spesso, ma lei lo era nel vero senso della parola.
'Tienimi il posto', disse a un certo punto, come Hazes nella sua canzoncina da idiota. Non tornerà più, pensai.
Ma questa storia non andò come nei testi dei cantanti di strada. Era per davvero andata solamente in bagno, e dopo un paio di minuti Lieve - così si chiamava - era di nuovo seduta accanto a me.
Mi chiese se volevo riaccompagnarla a casa. A malapena riuscivo a credere a ciò che stava accadendo. Lei era troppo giovane, io troppo vecchio e soprattutto troppo sposato. E per di più, sarei diventato padre nel giro di un paio di settimane.
Ovviamente avrei dovuto ringraziarla per la compagnia e offrirmi di chiamarle un taxi. Tre baci sulla guancia e that’s it.
Così sarebbe dovuta andare.
Ma non andò così.
Vent'anni fa, Paul Meertens tradì la donna che aveva appena sposato. Ora, con un buon lavoro in un'azienda IT, si trova faccia a faccia con la sua avventura di una notte di allora, Lieve Breevoort, candidata per il posto di assistente di direzione. Paul è sconvolto, ma prova a non farsi sorprendere. Decide così di inviare una lettera di rifiuto e dimenticare l’incidente il prima possibile. Ma questa volta Lieve non si lascerà mettere da parte. Presto la rivedrà come insegnante di ballo della figlia, come nuova compagna di squash di sua moglie e come supplente a scuola. All’improvviso, inizia a vederla ovunque. Sta impazzendo? No, peggio. Lei è in cerca di vendetta. Una vendetta studiata da anni e preparata in ogni minimo dettaglio...
"Che libro! Tensione fino all'ultima pagina. A volte così macabro da far venire il mal di stomaco.
La storia non molto lunga e la suspense costantemente presente ti spingono a divorare il racconto in un batter d’occhio. Questo è stato il mio primo incontro con Edward Hendriks, ma di certo non sarà l'ultimo. Ottimo libro!" - recensione su Hebban.nl
"Grazie al ritmo veloce, il lettore viene facilmente coinvolto. I numerosi sviluppi che si susseguono in rapida successione assicurano il mantenimento della suspense e dell'attenzione". - Passie voor Boeken
"Finito in poche ore. Non solo perché si tratta di una novella, ma anche perché è semplicemente impossibile da chiudere e mettere da parte. Ideale per perdersi in un thriller emozionante dove la vendetta prende una piega bizzarra". - Woorden van Meij
"Un thriller eccitante fatto di costante suspense. Un libro di quelli che non chiudi fino all'emozionante conclusione". - recensione su bol.com
"Il libro ha un’ottima struttura: da un inizio tranquillo in cui conosciamo Paul fino al finale piuttosto eccitante. Si consiglia uno stomaco forte durante la lettura di questo romanzo". - ThrillZone
"Che storia meravigliosa! Nient’altro da aggiungere. Emozionante dall'inizio alla fine, in crescendo fino alla fatidica svolta finale. È sempre fantastico quando uno scrittore riesce a raccontare una storia così breve con un finale clamoroso". - Connies Boekkies
Un avvincente thriller di vendetta dell'autore di bestseller Edward Hendriks. Scopri anche gli altri miei e-book gratuiti.
Edward Hendriks
In het dagelijks leven ben ik copywriter van beroep. Eerst in dienst van verschillende reclamebureaus, sinds een jaar of tien als freelancer. Ik was dus altijd al veel met teksten en ideeën bezig. Toch bleef de gedachte aan een 'echt boek' maar lokken. Geen boek in opdracht, maar iets wat ik helemaal zelf zou kunnen verzinnen. Toen ik in het voorjaar van 2009 een maand in Napels doorbracht om er de Italiaanse taal te leren, kwamen de ideeën voor een boek bovendrijven. Het zou nog tot juni 2012 duren voor de maffiathriller 'Bloedgeld' in de boekwinkels lag. Daarna wilde ik wel verder met schrijven. Wat volgde, was een nieuw verhaal dat zich wat dichter bij huis afspeelt. 'Gezworen vrienden' lag vanaf april 2014 in de boekhandel. Eind mei 2017 was het tijd voor thriller nummer drie: 'Geen weg terug'. Begin 2019 verscheen de thrillernovelle 'Het meisje van toen'. En eind 2019 breng ik mijn eerste jeugdthriller uit: 'De heks van de Bergweg'. Ik sta open voor interessante samenwerkingen, interviews en andere projecten. Natuurlijk kun je me ook altijd inhuren als copywriter of ghostblogger. Ik heb drie dochters, een vrouw en een grote voorliefde voor Italië.
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Anteprima del libro
La ragazza di una volta - Edward Hendriks
La ragazza di una volta
La vendetta in un thriller di Edward Hendriks
La ragazza di una volta
––––––––
Di Edward Hendriks
Copyright © 2019 Edward Hendriks
Tutti i diritti riservati
Smashwords Edition
www.edwardhendriks.nl
Questo libro è un thriller. Tutti i personaggi, i luoghi e gli eventi descritti sono frutto della fantasia dell’autore. Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
––––––––
Prologo
La mia Brenda era a casa, incinta di otto mesi, mentre sullo sgabello al mio fianco c’era Lieve, lentiggini e capelli rossi. Dal primo momento in cui il mio sguardo incrociò i suoi occhi verdi, sapevo che avrei commesso l’errore della mia vita.
Era incantevole. Non utilizzo questo termine molto spesso, ma lei lo era nel vero senso della parola.
'Tienimi il posto', disse a un certo punto, come Hazes nella sua canzoncina da idiota. Non tornerà più, pensai.
Ma questa storia non andò come nei testi dei cantanti di strada. Era per davvero andata solamente in bagno, e dopo un paio di minuti Lieve - così si chiamava - era di nuovo seduta accanto a me.
Mi chiese se volevo riaccompagnarla a casa. A malapena riuscivo a credere a ciò che stava accadendo. Lei era troppo giovane, io troppo vecchio e soprattutto troppo sposato. E per di più, sarei diventato padre nel giro di un paio di settimane.
Ovviamente avrei dovuto ringraziarla per la compagnia e offrirmi di chiamarle un taxi. Tre baci sulla guancia e that’s it.
Così sarebbe dovuta andare.
Ma non andò così.
Cosa mi era successo? Desiderio? Paura della mia nuova vita da padre? La lite con Brenda di qualche ora prima? Avevo forse bevuto troppo quella sera? O fu semplicemente l’incantesimo dei suoi occhi verdi?
Me lo sono chiesto spesso, ma non ho mai trovato una risposta.
Invece di salutarci, prendemmo i cappotti e la accompagnai al suo squallido dormitorio di periferia.
Capitolo 1
Lunedì mattina
Ho sempre avuto un debole per le gambe. Anche con l’ottava candidata di quel giorno. Lasciai scivolare il mio sguardo dalle scarpe (blu scuro e tacco alto) fin su per le gambe rivestite da leggings dorati, per arrivare alla gonnellina beige che usciva dal suo tailleur. Poi il viso. Quando vidi quegli occhi verdi, rimasi di ghiaccio. La mia infallibile memoria mi aveva portato a conquistare la reputazione che ora possedevo. E quella stessa memoria si esauriva adesso in un millisecondo lasciando riemergere una reminiscenza vecchia quasi vent’anni.
Era lei, senza dubbio. La candidata, capelli rossi e lentiggini, era allora solamente una ragazza sullo sgabello di un bar. E adesso era qui davanti a me - aveva almeno la mia stessa altezza - che mi porgeva, sorridendo, la sua mano destra. La afferrai. Calda e ferma.
'Breevoort. Linda Breevoort,' disse.
'Paul Meertens,' risposi senza pensarci. Feci finta di niente mentre le indicavo la sedia di fronte alla mia scrivania.
'Siediti pure.' Ogni singola fibra del mio corpo tremava, ma dovevo fare in modo che non se ne accorgesse. Non si ricorda di me, continuavo a ripetermi. Non si ricorda di me, cavolo!
Sprofondai nella mia sedia girevole e presi il curriculum dalla scrivania in legno di quercia. In cima al primo foglio c’era il nome a cui un attimo prima, mentre rivedevo le qualità della candidata successiva, non avevo fatto tanto caso.
Linda Breevoort.
41 anni.
Di Amersfoort.
Linda? Ricordavo un nome che iniziava per L, ma questo non mi diceva proprio nulla. Comprensibile, dopotutto fu solo una notte. Probabilmente non mi aveva detto il suo vero nome. O forse non gliel’avevo neanche chiesto. Se ricordo bene, anch’io evitai di dirle il mio, preoccupato dal fatto di essere un uomo appena sposato e di ricevere una telefonata il giorno dopo da qualcuno che avrei preferito vedere scomparire dalla mia vita nel caso vi fosse entrato.
'Tutto bene?' sembrava preoccupata.
Con difficoltà riuscii a disfarmi di tutte quelle carte e rivolsi lo sguardo di nuovo verso Linda. Sembrava veramente impensierita mentre mi osservava.
Possibile che non si ricordasse di nulla? Aveva solo ventun anni. Ancora una bambina, praticamente. E adesso, quasi vent’anni dopo, era incantevole proprio come allora.
'Sì,' dissi precipitosamente, 'certo. Io, eh... è stata una lunga giornata.' Mi passai entrambe le mani sul volto come per cercare di apparire in modo un po’ più dignitoso. 'Sei l’ottava candidata per questa posizione.'
'Uh. Spero di avere ancora qualche possibilità.' Sogghignò.
Presi un altro po’ di tempo per studiare il suo viso. I capelli rossi erano tenuti insieme da una folta coda di cavallo. Non aveva molto trucco, il che faceva apparire i suoi occhi ancor più verdi e le sue labbra rosa chiaro ancor più morbide. Sembrava più giovane di quanto il suo curriculum diceva.
Ma era lei. Ne ero praticamente certo.
Risposi con un sorriso e congiunsi le mani. 'Ovviamente, altrimenti non ti avrei fatto venire fin qui. Dimmi un po’, Linda, posso chiamarti Linda?'
'Certamente.'
'Dimmi un po’, perché vorresti lavorare proprio qui?'
Capitolo 2
Lunedì sera
In macchina, tornando a casa, mi sembrò di poter respirare di nuovo per la prima volta da quando Linda aveva varcato la soglia del mio ufficio.
Il colloquio era andato benissimo. Lei era ben preparata - meglio di tutte le altre candidate e sicuramente meglio di me - e possedeva tutti i requisiti e i titoli di studio richiesti. Sebbene non fosse apparentemente la tipa perfetta per indossare un tailleur, si era comportata in modo decisamente professionale e non potevo di certo astenermi dal definirla elegante
.
La cosa più imbarazzante fu in ogni caso l’erezione durata per quasi tutto il colloquio. Finita la conversazione, non ebbi neppure il coraggio di alzarmi per stringerle la mano e accompagnarla fuori dal mio ufficio.
Mi portai sulla corsia di sinistra e mi fermai allo stop. Il traffico dell’ora di punta delirava all’incrocio. Azionai i tergicristalli. Aveva iniziato leggermente a piovere e il luccichio rosso del semaforo scintillava nelle gocce d’acqua sul parabrezza.
Era bella ed era brava. E aveva assolutamente fatto colpo. Di solito non mi ci fermo su a riflettere. Se un candidato mi convince, lo prendo. Ma ovviamente non avrei mai potuto assumere Linda Breevoort come mia nuova assistente. Anche se non aveva più idea di chi io fossi (così sembrava), prima o poi sarebbe venuto fuori ciò che era accaduto in un passato molto lontano.
Sì, mi resi conto sin da subito che con lei avrei sbagliato ancora una volta. Ancora incantevole come lo era a ventun anni.
Mi morsi l’interno delle guance mentre sentivo il sangue scorrere di nuovo giù verso l’inguine. Usa la testa, mi dissi. L’anno prossimo, massimo due, sarai il capo dell’azienda, se il vecchio Pier andrà in pensione. Mantieni il controllo e usa quella fottuta testa.
Alla guida mi stringevo le nocche fino a lasciarmi il segno bianco dai pizzichi. Hai due splendide figlie e una moglie fantastica. Che tra l’altro è anche la migliore madre del mondo. Hai tutto, e non ti farai fregare da niente e nessuno. Di certo non da un fantasma del passato.
Perso nei miei pensieri, l’irruente clacson della macchina dietro mi riportò alla realtà. Diedi un’occhiata allo specchietto e vidi un tizio con un berretto che gesticolava contrariato su un furgoncino. Il luccichio rosso nelle gocce di pioggia sul vetro era nel frattempo diventato verde. Accelerai fino a lasciarmi l’incrocio alle spalle, un po’ troppo veloce, tanto da finire quasi sul marciapiede mentre curvavo a sinistra.
Rifiutala e toglitela dalla testa.
Rifiutala e toglitela dalla testa.
Rifiutala e toglitela dalla testa.
Continuai a ripetermelo come una sorta di mantra per il resto del tragitto verso casa, verso la mia famiglia. Ma Linda Breevoort non sarebbe uscita così facilmente dalla mia testa. Anzi. Sarebbe andata molto peggio.
La gattina mi diede il benvenuto sulla soglia della porta. Mi chinai per accarezzarla e si arrotolò all’istante attorno alla mia gamba. Una volta in cucina, l’odore di stufato mi fece dimenticare Linda. Baciai mia moglie. Poi Anna e Nina, che erano già sedute a tavola impazienti.
Mi tolsi la giacca e la appesi alla sedia. Mi sfilai la cravatta e andai a sedermi al mio solito posto al tavolo della cucina.
'Com’è andata oggi?' chiese Brenda, dandomi le spalle mentre finiva di preparare le patate da impiattare assieme alla carne.
'È stata dura,' sospirai. 'Otto candidate come assistente.' Accesi il computer e aspettai che si illuminasse lo schermo.
'Allora ce ne sarà stata sicuramente qualcuna adatta tra loro.'
Annuii e pensai di nuovo a Linda. 'Certo.'
Brenda si voltò con la padella in mano e la posò sul tavolo, per poi cominciare a versare lo stufato nei piatti.
Sentii il suono di una notifica. Nuova e-mail. Gettai subito l’occhio sullo schermo in cerca dell’oggetto del messaggio. La mia attenzione fu immediatamente catturata da quell’unico nome, in mezzo a tutti gli altri.
Linda Breevoort.
Oggetto: Grazie!
Esitai per un attimo, ma non riuscii a frenare la mia curiosità. Cliccai sull’e-mail. Sentii il cuore in gola.
Ciao Paul,
Grazie mille per il bel colloquio di oggi pomeriggio. Ti ringrazio per avermi ascoltata, nonostante venissi da una lunga giornata. Se posso fare altro per facilitarti la scelta, fammi sapere.
Con affetto,
Linda
In un baleno chiusi il computer e lo misi da parte.
'Puoi tenere il piatto accanto alla padella?' chiese Brenda. Sentivo il suo sguardo puntato su di me.
Presi il