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Volevo la gonna
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E-book184 pagine2 ore

Volevo la gonna

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Info su questo ebook

Un libro che insegna e svela tante cose, attraverso una vita intensa ai limiti dell’incredibile, ovvero quella della protagonista Miriam Morden, narrata durante una corsa verso l’ospedale, accompagnata dalla sua amica del cuore che si trova ad essere proprio la scrittrice Vivian Darkangel. I fatti narrati sono tanti e tutti realmente accaduti, mai casuali, ogni racconto è esattamente dove deve essere affinché tutto assuma un significato specifico per chi legge.
A ritroso le due amiche ripercorrono la vita della protagonista che in qualche passaggio si intreccia con quella della scrittrice.
L’assurdità di una società basata sulla finzione, sul perbenismo, le apparenze e il bigottismo, che celano realtà di vita davvero incredibili e a volte squallide. Il disagio di trovarsi in un corpo che non si riconosce come proprio, la lotta per far emergere la vera essenza di sé e il fuggire come profuga da un paese che voleva sterminare la sua famiglia. Le due amiche affrontano il tema dell’amicizia, gli enormi dolori legati alla morte, suicidi, abusi, soprusi, e amori grandi... tutto attraverso anche un viaggio interiore che farà emergere quella bambina rimasta imprigionata per tanto tempo in un corpo da bambino, poi nei panni di un rispettato carabiniere ed abile batterista, padre di famiglia, per poi sbocciare in tarda età in una vera Donna.
Una vita passata a vivere una doppia identità, essendo costretta a travestirsi segretamente. L’ossessione di non lasciare mai traccia del suo sentirsi e travestirsi da donna proprio nei confronti della sua famiglia, suo figlio e addirittura con le sue compagne di vita. Tanti i problemi, ma sempre superati nella piena consapevolezza che finché non si indossano finalmente quei panni che ci identificano non possiamo fermarci. E ora finalmente Miriam indossa, con fierezza, la sua amata gonna...
LinguaItaliano
Data di uscita31 ott 2021
ISBN9788830651944
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    Anteprima del libro

    Volevo la gonna - Vivian Darkangel

    LQpiattoPalladino.jpg

    VIVIAN DARKANGEL

    VOLEVO LA GONNA

    La storia di MIRIAM MORDEN

    © 2021 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l., Roma

    www.gruppoalbatros.com - [email protected]

    ISBN 978-88-306-4040-5

    I edizione settembre 2021

    Finito di stampare nel mese di settembre 2021

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distribuzione per le librerie Messaggerie Libri Spa

    VOLEVO LA GONNA

    La storia di MIRIAM MORDEN

    A Miriam

    Alle madri

    Ai padri

    Ai figli

    Agli amici di oggi

    Agli amici di ieri

    Agli amori scomparsi

    Ai poveri

    A chi è senza speranza

    Alle donne maltrattate dalla vita

    Alle Trans, che non hanno avuto Fortuna, poiché la parola Trans è breve ma il percorso di trasformazione è lungo e sofferente.

    Prefazione di Barbara Alberti

    Il prof. Robin Ian Dunbar, antropologo inglese, si è scomodato a fare una ricerca su quanti amici possa davvero contare un essere umano. Il numero è risultato molto molto limitato. Ma il professore ha dimenticato i libri, limitati solo dalla durata della vita umana.

    È lui l’unico amante, il libro. L’unico confidente che non tradisce, né abbandona. Mi disse un amico, lettore instancabile: Avrò tutte le vite che riuscirò a leggere. Sarò tutti i personaggi che vorrò essere.

    Il libro offre due beni contrastanti, che in esso si fondono: ci trovi te stesso e insieme una tregua dall’identità. Meglio di tutti l’ha detto Emily Dickinson nei suoi versi più famosi

    Non esiste un vascello come un libro

    per portarci in terre lontane

    né corsieri come una pagina

    di poesia che s’impenna.

    Questa traversata la può fare anche un povero,

    tanto è frugale il carro dell’anima

    (Trad. Ginevra Bompiani).

    A volte, in preda a sentimenti non condivisi ti chiedi se sei pazzo, trovi futili e colpevoli le tue visioni che non assurgono alla dignità di fatto, e non osi confessarle a nessuno, tanto ti sembrano assurde.

    Ma un giorno puoi ritrovarle in un romanzo. Qualcun altro si è confessato per te, magari in un tempo lontano. Solo, a tu per tu con la pagina, hai il diritto di essere totale. Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.

    Ai miei tempi, da adolescenti eravamo costretti a leggere di nascosto, per la maggior parte i libri di casa erano severamente vietati ai ragazzi. Shakespeare per primo, perfino Fogazzaro era sospetto, Ovidio poi da punizione corporale. Erano permessi solo Collodi, lo Struwwelpeter, il London canino e le vite dei santi.

    Una vigilia di Natale mio cugino fu beccato in soffitta, rintanato a leggere in segreto il più proibito fra i proibiti, L’amante di lady Chatterly. Con ignominia fu escluso dai regali e dal cenone. Lo incontrai in corridoio per nulla mortificato, anzi tutto spavaldo, e un po’ più grosso del solito. Aprì la giacca, dentro aveva nascosto i 4 volumi di Guerra e pace, e mi disse: Che me ne frega, a me del cenone. Io, quest’anno, faccio il Natale dai Rostov.

    Sono amici pazienti, i libri, ci aspettano in piedi, di schiena negli scaffali tutta la vita, sono capaci di aspettare all’infinito che tu li prenda in mano. Ognuno di noi ama i suoi scrittori come parenti, ma anche alcuni traduttori, o autori di prefazioni che ci iniziano al mistero di un’altra lingua, di un altro mondo.

    Certe voci ci definiscono quanto quelle con cui parliamo ogni giorno, se non di più. E non ci bastano mai. Quando se ne aggiungono altre è un dono inatteso da non lasciarsi sfuggire.

    Questo è l’animo col quale Albatros ci offre la sua collana Nuove voci, una selezione di nuovi autori italiani, punto di riferimento per il lettore navigante, un braccio legato all’albero maestro per via delle sirene, l’altro sopra gli occhi a godersi la vastità dell’orizzonte. L’editore, che è l’artefice del viaggio, vi propone la collana di scrittori emergenti più premiata dell’editoria italiana. E se non credete ai premi potete credere ai lettori, grazie ai quali la collana è fra le più vendute. Nel mare delle parole scritte per esser lette, ci incontreremo di nuovo con altri ricordi, altre rotte. Altre voci, altre stanze.

    VOLEVO LA GONNA

    La storia di MIRIAM MORDEN

    Ehi c’è qualcuno? È tutto buio qui...

    Sono rimasta completamente sola con i miei pensieri... o sono morta? Che strana è la Morte. Ho sempre saputo che in fondo al tunnel c’è una Luce e bisogna cercare di andarle incontro, così finalmente la mia Anima sarà libera da questa vita di tormento e dolore. Sì, credo di essere davvero morta o ci manca poco, ma invece della Luce sei comparsa tu Signora... per portarmi dove? Paradiso o Purgatorio? L’inferno non lo voglio prendere neanche in considerazione e vedo dubbiosa anche te al riguardo. Tranquilla, ci sono abituata, nessuno sa mai dove collocarmi. Ho avuto problemi per una vita anche con delle semplici Toilette, figuriamoci se ci resto male se lo fai tu.

    Comunque se mi è capitato tutto questo, di certo non è colpa mia o forse sì? Meglio sempre tenerlo in considerazione, quel Forse, non si sa mai in un mondo in cui quelle come me... hanno sempre qualche colpa e dicono rappresentino un pericolo per le mogli, i bambini, la società e persino per Dio. Forse sono davvero considerata uno Scarto, dato che me ne sto qui per terra, immobile.

    Ricordo di avere avuto una discussione, poiché in questo locale non accettavano carte di credito ed io non avevo contanti, allora ho provato a mettere tutto a posto con il bancomat, ma non accettavano neanche quello... e sai perché cara Morte? Perché loro amavano il Nero e non parlo del colore, il quale tanto mi dona, e noto piace molto anche a te, ma parlo dell’evasione fiscale. Ora che ti guardo in faccia, cara, non fai così paura. Mi domando perché tu abbia scelto proprio me, e perché stai zitta e immobile con aria quasi dispiaciuta. Ne ho prese tante questa sera... ma adesso cosa sta succedendo? Credo mi stiano trascinando fuori. Sì, sono all’aperto, percepisco le gocce di pioggia e l’aria fresca sul mio viso. Allora non sono ancora morta! Quindi tu che ci fai qui? Stai per caso aspettando che mi diano il colpo di grazia per strapparmi l’anima? Fatto sta che stasera sono stata invitata a questa cena per fare l’ospite Vip, ma deduco che tu Morte mi hai dunque teso una trappola per avermi... Ehi guarda che non ci fai un grande affare eh! Tutto sommato direi che potrebbe essere una fine eclatante, ma non posso morire così... Miriam, riprenditi reagisci, sono sempre stata una tigre non un tappeto!

    Ho troppo male, sono frastornata, non ce la faccio, però non devo neanche dimenticarmi che ho i superpoteri, infatti sono riuscita a trasformarmi in Donna pur essendo nata Uomo. Mi sono trasformata in quello che sono sempre stata... Me Stessa. È una lunga storia... si dice che in punto di morte sia facile ripercorrere tutta la propria esistenza. E se stessi facendo solo un brutto incubo? Boh, lo scoprirò, di certo non è la fine che avevo immaginato. Il tentato Suicidio con la mia Diana, quella sì che sarebbe stata un fine degna delle migliori Star! In quel periodo ero giovane e tutto intorno a me moriva, in quegli anni dichiarare la mia ‘Diversità Sessuale’ sarebbe stata una vergogna per tutti e allora decisi di farla finita. Mi ricordo come se fosse ieri, salutai tutti i miei cari, montai in macchina e avevo solo voglia di morire, vidi il semaforo rosso, chiusi gli occhi, spinsi il piede sull’acceleratore e via. Risultato: schianto contro un muro, in coma diretto, con la macchina distrutta. Missione Fallita. Quella Diana poteva essere la mia bara, invece l’amavo così tanto che da qualche mese ne ho comprata una identica.

    Me l’ero immaginata diversa, questa serata.

    Ero così felice di venire qui. Mi ricordo ancora la voce entusiasta della ragazza che mi telefonò, dicendomi che voleva proprio me, Miriam Morden. Qualcosa mi scattò dentro. Mi sentii di nuovo viva, persino giovane un’altra volta. Non mi aspettavo certo di ritrovarmi, a fine serata, in questo stato, neanche avessi tentato di rapinare il ristorante come nella scena di Pulp Fiction.

    Quando sei a terra, e senti il sapore del sangue sulle labbra, con le ossa che ti fanno male ed in particolare la mia gamba, probabilmente fratturata, ci pensi, ci pensi davvero se hai fatto qualcosa di sbagliato. Io mi sono attenuta alle regole e volevo soltanto offrire la cena a mio figlio e alla sua compagna, i quali sono andati via subito dopo aver cenato, insomma avrei voluto pagare per loro dato che io ero spesata, in quanto ospite d’onore. Che cosa assurda, mi volevano come attrazione per la serata, volevano me, la Transessuale Attivista, Musicista, che appare su tante riviste e smuove l’opinione pubblica anche sul web.

    Meno male che volevano me per farmi fare la star... Bella fine che ho fatto!

    Questa è la ricompensa dopo essermene stata buona, come in un circo di cui sono stata l’attrazione principale.

    Mi ricordo quando, a Bologna, non ero soltanto un’ospite, ma una protagonista. All’epoca non avevo neanche trent’anni e potevo permettermi tutto, persino di sbagliare. Oggi no: ho sessant’anni, e per quanto il mio corpo si sia trasformato in ciò che desideravo, con tutti i miei pregi e difetti, in ciò che sono sempre stata dentro di me, ovvero una donna, mi trovo continuamente a combattere con il mondo che mi circonda. Combatto contro questo mondo che alle volte sa diventare di un nero tremendo per poi tornare come se niente fosse a regalarmi il sorriso, per pochi istanti, creandomi l’illusione che finalmente tutto l’oblio sia finito.

    Invece ogni volta capisco che da questo mondo non posso scappare, neanche indossando maschere, neanche suicidandomi. La dura realtà è che sono nata maschio e cresciuta come uomo, come un anatroccolo, come mostro e infine maturata, sbocciata in donna, ebbene questa dura realtà fa sempre più schifo.

    La realtà è che sono una transessuale, il terzo sesso come viene definito in gergo, ma hanno ragione se ci penso bene.

    Nella mia mente, stanotte, si accavallano solo pensieri su pensieri e direi del tutto inutili per migliorare la mia attuale situazione.

    Però non posso fare a meno di pensare che è fin dalla notte dei tempi che siamo visti in questo modo. Eppure quando si tratta di gay o lesbiche tutto cambia: loro sono visti bene dalla società, beati loro. Noi trans che ci possiamo fare se ci sentiamo donne e vogliamo anche assumerne le sembianze? Molte di noi si operano addirittura per cambiare sesso e lo avrei fatto anch’io... uffa mannaggia ai miei problemi di salute, altrimenti adesso sarei considerata donna al 100% dal mondo intero e felicemente sposata.

    Gli omosessuali sono fortunati perché i loro antenati erano pittori, scultori, attori, musicisti, insomma artisti di vario genere e chi più ne ha più ne metta. Allora a chi importa di una transessuale se nella storia non ce ne sono state altre che hanno cambiato il mondo?

    A nessuno, ma per forza è stato così, poiché ai tempi non si potevano fare interventi chirurgici per trasformarsi.

    È buffo perché oggigiorno anche le donne si riempiono di chirurgia estetica, tanto che davvero la gente va in confusione confondendole per una di Noi, oppure confondono Noi per donne Rifatte.

    E dire che sono nate così fortunate.

    Non so perché spesso si modifichino a livelli estremi, ma sicuramente anche loro avranno dei problemi ad accettare se stesse. Resta il fatto che quelle come me vengono considerate come Errore Genetico seppur non sia colpa nostra, ma allora perché così tanta ostilità? Miriam non piangere, che qua tra acqua e lacrime avrò un viso orribile con tutto il trucco che mi cola.

    Credo mi stia tornando la vista, ora vedo le cose più nitide, ma tu Morte sei sempre lì avida della mia anima.

    Dico io, è possibile che non mi abbia visto nessuno? Forse saranno usciti tutti dalla porta principale. Avessi solo la forza di alzarmi... o almeno di gridare Aiuto!

    Ma invece, come al solito, la fortuna non mi assiste.

    Sento delle voci, credo stiano tornando a massacrarmi, Dio aiutami tu, si avvicinano sempre di più, qualcuno mi aiuti... mi prendono a parolacce, mi calciano... li riconosco, sono il proprietario e il cameriere che mi trascinano in un posto ancora più buio. Forse hanno deciso di spararmi o strangolarmi, insomma vogliono darmi il colpo finale. Mi viaggiano tutti i ricordi velocissimi nel cervello; mi rivedo giovane, quando mi chiamavo Pietro, ma per tutti ero Pierre.

    Vedo passare Laura, ovvero me Travestita nell’identità segreta... Nessuno poteva mai immaginare che io fossi lei, poiché i miei alibi erano di ferro. Per il Mondo ero un Batterista sfegatato e anche un affidabile Carabiniere. Quanti misteri e quanti segreti inghiottiti per anni

    Ora i farabutti sono tutti e due su di me, gridano ancora e mi perquisiscono cercando denaro, ma non trovandone mi guardano e urlano: «Adesso ci dici il codice del bancomat, altrimenti ti buchiamo la Testa»... e chi se lo ricorda, in queste condizioni...

    Anna mi manchi... credo che finalmente ci rivedremo.

    Non sono mai stata fortunata in vita mia, ma stasera mi è andata di Culo, come si suol dire... Riconosco il rumore della Jeep di Vivian, con i suoi abbaglianti e le sue canzoni ad alto

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