Bello, sexy e dice sempre no: eLit
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Anteprima del libro
Bello, sexy e dice sempre no - Stephanie Bond
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Manhunting In Mississippi
Harlequin Temptation
© 1998 Stephanie Hauck
Traduzione di Maria Teresa Delladio
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
© 2000 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5892-787-8
www.harlequinmondadori.it
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1
Sempre damigella d’onore e sempre squattrinata. Torcendo nervosamente il cavo del telefono, Piper Shepherd lanciò un’occhiata all’abito di satin giallo che si stava provando. Con i capelli castani in disordine e il velo stropicciato che le fasciava le spalle, sembrava un uccellino accoccolato nel suo nido. «Io sono del parere che il giallo limone sia favoloso per un matrimonio in agosto, Justine.»
Dall’altro capo del telefono l’amica emise un sonoro sospiro. «Mia madre dice che il giallo non rende bene in fotografia. E poi, non ti eri già vestita di giallo per fare la damigella d’onore di Barb?»
Piper trasalì. «Sei sicura?» Quindi gettò sul letto l’abito per recuperare dall’armadio una gonna lunga color lavanda. «Che ne dici di un lilla?»
«Mmh... no, non va. Non legherebbe con il rosso dei capelli di Steward. E se non sbaglio, Sarah aveva scelto il lilla per il tuo abito da damigella.»
«Ecco ci sono. Un bel verde smeraldo. Il verde andrebbe benissimo con i capelli di Steward.»
«No, non sono dello stesso parere. Il verde è difficile da portare. E poi lo aveva già scelto Joann.»
«Allora un color zaffiro.»
«Non lo ha usato tua madre per il suo matrimonio?»
«Quale?»
«Quello con Roger, credo.»
«Che ne pensi di un color rubino? O un turchese? Oppure di un giallo oro?»
«Jan, Tina e Jennifer.»
«Insomma, Justine! Si può sapere come diavolo fai a ricordarti il colore degli abiti indossati a ogni matrimonio?»
«Non lo so. Me lo ricordo e basta. Il fatto è che io, a differenza di te, amo i matrimoni. E se tu perdessi meno tempo a lamentarti dei tacchi alti, e ti guardassi intorno un po’ di più, forse anche tu troveresti un marito. Sei l’ultima rimasta.»
«Non è vero» protestò Piper accigliata. «Anche Tillie è single.»
«Si è fidanzata tre settimane fa, non lo hai saputo?»
«E con chi?» domandò sorpresa.
«È stata ricoverata parecchio tempo in ospedale ed è riuscita ad accalappiare un dottore. Le ha regalato un brillante grosso come una nocciola!»
Piper ebbe un attacco di panico. Anche l’ipocondriaca, lamentevole, allergica Tillie era riuscita a conquistare un uomo. Persino uno ricco! Sospirando, lanciò un’occhiata all’orologio. Aveva promesso a sua nonna di passare ad aiutarla a imballare le sue cose in previsione del trasloco.
«Piper? Sei lì oppure stai osservando la vita scorrere davanti ai tuoi occhi?»
«Sono qui e non penso che trentun anni bastino per mettermi in svendita.»
Justine emise un lungo respiro. «La gente incomincia a mormorare. Tu me lo confideresti se fossi...»
«Che cosa vorresti insinuare?»
«Be’, ecco me lo diresti se fossi lesbica.»
«Cosa? Ma che ti salta in mente?» sbraitò Piper incredula. «Perché dovresti pensare una cosa del genere?»
«Piper, non ricordo una sola relazione durevole che tu abbia avuto. D’accordo, un paio di flirt, ma hai mai avuto storie di una certa importanza?»
«Evidentemente sono esigente, non credi?»
«Ciò che voglio dirti è che faresti meglio a trovarti un uomo, prima che i migliori vengano tutti presi al laccio.»
«Justine, tu vivi a duecento miglia da qui, a Tupelo, dove ci sono tanti uomini, molti dei quali passabili. Io, al contrario, vivo a Mudville dove purtroppo gli uomini, non dico belli, ma almeno decenti sembrano essere una razza estinta.»
«Su questo non posso darti torto. Però potresti sempre trasferirti in città. Una qualsiasi.»
«C’è il piccolo particolare che la Blythe Industries non ha alcuna intenzione di trasferirsi da qui.»
«Vuoi forse dirmi che non esistono altre società in tutto il Mississippi che possano avvalersi della collaborazione di una brillante nutrizionista?»
«Non dico questo, ma in tal caso dovrei allontanarmi dalla nonna e poi, non puoi negare che il mio lavoro sia fantastico.»
«Vero. Gran parte delle donne non viene pagata per preparare dei dolci.»
«Non è così semplice come credi. Questo lavoro è più duro di quanto tu possa immaginare.»
«Sarà come dici tu, però non riesco a credere che non esista un uomo passabile in tutto il circondario. Secondo me, devi metterci un po’ di buona volontà. Devi guardare con attenzione e farti notare. Possibile che non ci sia un collega, un capo di bell’aspetto?»
Il suo assistente Rich era carino ma omosessuale e il suo capo Edmund, oltre a essere sposato, poteva essere suo padre. «No, non c’è nessuno.»
«Un vicino? Un fattorino?» insistette l’amica.
«No. Niente di niente.»
«Be’, hai tre mesi di tempo per trovarti un accompagnatore. Tutti gli uomini che verranno al mio matrimonio sono già occupati.»
«Ho recepito perfettamente il messaggio» sbuffò Piper. «Adesso non potremmo cambiare discorso?»
«Ho trovato!» esclamò l’amica. «Salmone! È il colore perfetto per l’abito della mia damigella d’onore!»
Piper si affrettò verso il guardaroba stipato di vestiti. Arancio, verde muschio, argento, celeste, rosa, corallo, pesca...
Niente da fare. Di color salmone non c’era nemmeno una T-shirt.
Ian Bentley guardò sorpreso la sottile fascetta d’oro guarnita da due file di brillantini e poi alzò lo sguardo su Meredith. «Sp... sposarti?»
«Esatto.» La donna scrollò le spalle con un sorriso sulle labbra. «Ho vinto un viaggio in Europa per essere stata la migliore venditrice, ma posso recarmici soltanto in compagnia di mio marito.»
Ian osservò il bel volto della donna circondato da una folta chioma bionda che senza dubbio l’aveva aiutata a raggiungere l’ambito traguardo. Meredith vendeva cosmetici nei grandi magazzini ed era di gran lunga più affascinante di molte delle modelle che pubblicizzavano i prodotti. Ma era quello il viso che lui avrebbe voluto vedere al risveglio per il resto dei suoi giorni?
«Meredith, perdonami, ma credo che un viaggio non sia una buona ragione per sposarsi.»
«Sciocchino! Certo che lo so. Il viaggio però mi ha fatto meditare. Perché non sposarci? In fondo trascorriamo insieme gran parte delle notti quando siamo entrambi in città. Sposarsi mi sembra il passo successivo più logico.» Quindi lei si protese verso di lui stringendogli una mano. «Suvvia, Ian, non mentiamo a noi stessi. Non siamo più dei ragazzini.»
Il disagio che Ian provava si tramutò ben presto in timore e poi in terrore. Nel giro di pochi secondi, quell’innocuo, rapido pranzo si era tramutato in un’esperienza in grado di trasformare tutta la sua vita. Meredith era una donna elegante, un’abile venditrice e un’amante esperta. E lui apprezzava molto la sua compagnia. Ma l’amava?
Ian rimuginò su quel pensiero. Sarebbe mai stato in grado di riconoscere quell’emozione? Aveva sempre pensato di sposarsi e di avere anche un paio di figli prima dei quarant’anni, ma la fatidica età si stava avvicinando più in fretta di quanto credesse e lui stava ancora aspettando di trovare qualcuno che gli rubasse il cuore allo stesso modo in cui sua madre aveva rubato quello di suo padre circa mezzo secolo prima.
Il volto perfetto di Meredith perse parte del suo scintillio. «Santo cielo, Ian, sembra che tu abbia ingoiato una manciata di chiodi!»
L’uomo si agitò sulla scomoda sedia e, fissando il prezioso anello nella scatolina, cercò di trovare le parole giuste. «Be’, devo ammettere che mi hai preso un po’ alla sprovvista, Meredith.»
«Vuoi dire che non te lo aspettavi? In effetti, intendevo sorprenderti. Su, coraggio, provalo!» lo incoraggiò lei bevendo un sorso di vino. «Nella mano sinistra» puntualizzò infine.
Ian tornò a fissare l’anello e infine lo estrasse dalla custodia meravigliandosi di come un costoso ninnolo potesse recare con sé un carico emotivo così grande. «È molto bello» mormorò osservando i brillanti incastonati che insieme raggiungevano di sicuro il carato. Con il cuore che gli martellava nel petto, infilò l’anello nell’anulare e sorrise nervoso. «Calza a perfezione.» Purtroppo.
«Non devi rispondermi adesso. Indossalo pure per qualche giorno e vedi come reagisci all’idea di essere un uomo sposato. Se mi risponderai affermativamente, non dovremo far altro che acquistare per me un anello che si accordi con il tuo.»
«Domani devo partire per affari» esordì lui cambiando discorso e annunciandole il viaggio che soltanto alcuni istanti prima gli sembrava angoscioso.
«Una meta eccitante?»
Sebbene qualche volta lei lo avesse accompagnato a Los Angeles o a New York, questa volta era sicuro che Meredith non sarebbe stata felice di seguirlo. «Temo di no. Mudville, Mississippi. Una popolazione di appena mille e duecento abitanti.»
«E cosa c’è di tanto importante in quel posto dimenticato da Dio?»
«La fabbrica che confeziona dolci per i miei ristoranti italiani.»
«Oh, le famose torte alla ricotta?»
«Tra le altre prelibatezze» rispose lui con un sorriso.
«Con la stagione estiva alle porte, proprio non posso venire» commentò Meredith, massaggiandosi il ventre perfettamente piatto. «Golosa come sono rischierei di diventare una balena. E tu non vuoi sposare un cetaceo, vero, tesoro?»
«Ho capito, sarà per un’altra volta» rispose lui tentando di apparire deluso.
«Perché devi recarti lì?»
«Ho intenzione di affidare in concessione la catena dei bar e credo che dei buoni dolci in esclusiva ne incrementerebbero il valore commerciale.»
«Perché devi andarci proprio tu?» gli chiese lei. «Non hai delle persone che si occupano di queste cose?»
«Be’, sì» ammise lui con una buona dose di colpevolezza. Proprio la settimana scorsa il vicepresidente della sezione marketing lo aveva sostituito in una situazione del genere quando lui era appena rientrato dall’Illinois. E il dottore, appena il giorno precedente, gli aveva raccomandato di lavorare meno. «L’importanza di questo progetto mi impone la consultazione diretta con i nutrizionisti della società.»
«Quando si parla di cibo, tu conosci bene i gusti della gente» convenne Meredith. «Piuttosto, come vanno i locali per i ragazzi?»
«Per il momento benone. Sembra che la pizza e i trampolini siano un connubio perfetto.»
«Me lo immaginavo» commentò