101 cose da fare a Londra almeno una volta nella vita
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Anteprima del libro
101 cose da fare a Londra almeno una volta nella vita - Giacomo Besenghi
ASPETTARE UN AMICO A TRAFALGAR SQUARE CONTEMPLANDO UNA VERGINE
Napoleone è stato per anni il nemico più acerrimo degli inglesi. Non sorprende quindi la decisione di dedicare una statua all’ammiraglio Horatio Nelson, che morì dopo aver inflitto una terribile sconfitta al nemico, durante la battaglia di Trafalgar del 1805. E quindi, quale luogo migliore di Trafalgar Square, considerata il centro geografico di Londra, per erigere una colonna di 51 metri sulla cui cima svetta l'ammiraglio? L’eroe in pietra sovrasta la piazza volgendo lo sguardo verso il parlamento, che si trova all’altro capo di Whitehall, la strada in cui gran parte delle istituzioni politiche nazionali del Regno Unito trovano sede.
Trafalgar Square è il centro della Londra politica e istituzionale ed è il simbolo di quello che un tempo è stato un impero. L’architettura circostante quindi non può che rispecchiare gli antichi fasti; ne dà prova l’Admiralty Arch, un imponente edificio ultimato nel 1912, fatto erigere in memoria della regina Vittoria e oggi destinato a ospitare uffici governativi.
Ma la piazza è anche il punto di ritrovo per londinesi e turisti: qui hanno luogo eventi di ogni sorta, come il capodanno cinese a febbraio, la festa per l’investitura di Londra come città olimpica o la trasmissione di una splendida versione de La Traviata su schermo gigante, mentre viene eseguita a qualche centinaio di metri di distanza, alla Royal Opera House di Covent Garden. Ma è anche il posto in cui, se succede qualcosa di importante, la gente si riunisce per festeggiare e buttarsi nelle fontane (come quando quasi tutti gli italiani residenti a Londra si ritrovarono a gridare al mondo intero la loro gioia per la vittoria della Coppa del Mondo di calcio in una notte di luglio del 2006). E voi, perché siete venuti qui? Diciamo che state aspettando un amico che vi ha dato appuntamento davanti alla National Gallery, non avete nessun valido motivo per tuffarvi nella fontana (cosa proibita, a meno che l’occasione non sia davvero speciale, nel qual caso è tollerata) e avete già provato tutte le soluzioni possibili per far entrare l’intera colonna e l’ammiraglio nell’inquadratura della macchina fotografica. Bene, sappiate che il vostro amico è in ritardo. Guarda caso c’è un problema sulla Northern Line (amichevolmente chiamata Misery line
dai londinesi che, stoici, ne subiscono i frequenti ritardi) e avete un’ora libera. Be’, siete davanti alla National Gallery, uno dei più bei musei del mondo, ed è gratis. Tanto vale entrare. Siete a pochi passi da un luogo meraviglioso, un tempio dell’arte dove sono esposte 2300 opere tra cui capolavori di Michelangelo, Velazquez, Van Dyck, Mantegna, Botticelli, Goya, Constable, Monet, Degas, Van Gogh... e lei... la Vergine delle Rocce di Leonardo. Di quest’opera esistono due versioni (l’altra si trova al Louvre di Parigi), ma per molti critici il dipinto esposto qui è quello in cui la Vergine ha un aspetto più dolce e protettivo nei confronti del Bambino. Entrate, nessuno vi ferma, e a pochi metri da voi, nella Stanza E, potete trascorrere tutta la vostra ora libera perdendovi nella profondità del sorriso di un angelo, o cercando di raggiungere con lo sguardo le montagne lontane sullo sfondo. L’attesa sarà meno fastidiosa e non ve la prenderete col vostro povero amico, che sudava nell’Underground mentre voi stavate ammirando i capolavori senza tempo della pittura mondiale.
2.
ESSERE UN VOLTO TRA TANTI
Qui a Londra, tra gli otto milioni d’abitanti e i molti turisti, è facile confondersi tra la folla, vedere mille facce e sentire altrettanti accenti o lingue. Che faccia ha un londoner? Passeggiando per le strade di questa città, rimarrete sorpresi per la diversità di volti e tratti somatici che incontrerete. Se volete osservare meglio questa varietà di facce, forse vi può interessare una visita alla National Portrait Gallery. Si trova a Trafalgar Square, accanto alla National Gallery, ed espone circa 160.000 ritratti eseguiti tra il XVI secolo e i giorni nostri, tra cui i volti di molti cittadini britannici, illustri e non. Visitare la National Portrait Gallery vi consentirà di farvi un’idea dell’evoluzione delle tecniche del ritratto. Non ci sono solo dipinti, ma anche sculture e fotografie, e le opere sono disposte in base all’importanza di chi viene rappresentato e non alla fama o alla bravura di chi lo ha ritratto. Così, visitando le varie sezioni, potrete finalmente dare un volto al nome. Ad esempio, se vi si chiede di ricordare che faccia avesse Enrico VIII, con grande probabilità vi verrà in mente un’immagine molto famosa che avete visto sui libri di storia: è un dipinto di Hans Holbein del 1540; andate a scovarlo nella sezione dedicata ai Tudor. Nel museo trovano spazio i ritratti dei principali rappresentanti delle case reali inglesi e varie collezioni permanenti e mostre temporanee dedicate a personaggi letterari, attori del cinema classico e personaggi celebri in ogni ambito. Due ore in questa galleria passeranno volando, e se ci andate con i bambini troverete attività di gruppo a cui possono partecipare insieme a tutta la famiglia: per esempio, un laboratorio concepito per avvicinare i bambini alle opere della collezione e invogliarli alla creatività. Un evento che annualmente richiama migliaia di visitatori è il BP Portrait Award, un prestigiosissimo concorso dedicato agli artisti specializzati nel ritratto, che ha ormai superato la ventesima edizione. L’esibizione si tiene tra giugno e settembre e l’ingresso è gratuito: un’occasione perfetta per avvicinarsi a stili e tecniche del ritratto e per ammirare l’intensità di un volto catturato in una foto o dipinto ad acquerello.
Se poi, tra un ritratto e l’altro, doveste avvertire un certo languore, la National Portrait Gallery offre un menu tipicamente britannico nel ristorante all’ultimo piano, da cui godrete anche di una splendida vista su Trafalgar Square.
3.
VISITARE LE RESIDENZE REALI
Una delle più antiche monarchie del mondo ha costruito nel corso dei secoli un numero considerevole di residenze reali un po’ in tutta la Gran Bretagna. E nella capitale inglese ce ne sono di bellissime.
Arrivate a Buckingham Palace a piedi, passando per il Mall, che inizia a Trafalgar Square e vi porta dritti alla meta. Sulla sinistra avete St James’s Park, e sulla destra a un certo punto farete la prima tappa a Clarence House, che per cinquantanni ha ospitato la regina madre ed è la residenza del principe di Galles, visitabile per un mese in agosto. Se volete vederla durante una visita privata (da prenotare al numero +44 (0)20 7766 7303), sappiate che il costo di 35 sterline include la guida ufficiale alla collezione d’arte del palazzo e un calice di champagne che potrete sorseggiare mentre ammirate tesori dal valore inestimabile, tra cui alcune delle famose uova di Fabergé, i gioielli originariamente creati per gli zar di Russia. La monarchia britannica cerca di rinnovare la sua immagine costantemente, ha una pagina ufficiale su Facebook e ha intuito di poter creare un business considerevole intorno a se stessa; per questo, rendere visitabili i palazzi reali è un modo per sostenere i costi dell’establishment.
Se siete arrivati a Buckingham Palace ben prima delle 11:00 (le 10:00, se è domenica), muniti di macchina fotografica o videocamera, potrete aggiungervi alla nutrita schiera di turisti che davanti alla cerimonia del cambio della guardia rimane affascinata dalla precisione dei soldati impegnati in questo rituale.
Oppure potete recarvi direttamente all’ingeresso laterale per partire con il vostro tour. Il palazzo è immenso e solo un terzo è visitabile; negli appartamenti di Stato aperti al pubblico potrete gironzolare a vostro piacimento, ascoltare l’audioguida (utilissima) e viaggiare con la fantasia immaginando come sarebbe la vita se foste l’inquilino principale di questo luogo. Nelle due ore di visita, questo il tempo necessario per immergersi nello stile di vita reale, vedrete la sala del trono, quella della musica, la ballroom e le collezioni d’arte. Non deve essere niente male vivere circondati da quadri di Rembrandt e Canaletto, o da sculture di Canova.
E per completare il vostro giro dei palazzi reali non può mancare Kensington Palace: è la residenza ufficiale di un gran bel po’ di membri della famiglia reale, tra cui i duchi di Cambridge, e fu la casa della principessa Diana, alla cui vita è dedicata una vasta sezione espositiva; da non perdere la stanza da letto in cui l’allora diciottenne Victoria andò a dormire da principessa e si risvegliò regina, alla notizia del decesso di suo zio Guglielmo IV, e la grandiosa scalinata decorata con dipinti trompe-l’oeil che rappresentano i notabili della corte di re Giorgio i nell’atto di affacciarsi a salutare il vostro passaggio. E visto che vi trovate da quelle parti potete finire la vostra visita ai Kensington Gardens, un’estensione di Hyde Park, dove troverete uno splendido giardino all’italiana e potrete andare alla ricerca della statua di Peter Pan, il personaggio dei racconti di J.M. Barrie che sapeva volare e viveva in questo parco; perché se avete passato la giornata sognando di fare il re, potete terminarla sognando di volare.
4.
COMPRARE LIBRI USATI TRA GLI ACROBATI
Con il sole Londra si illumina e lungo il Tamigi è possibile ammirare la grande varietà architettonica degli edifici che vi si affacciano. Per una passeggiata sul lungofiume non c’è posto migliore di South Bank, letteralmente la riva sud
, anche se il nome non si riferisce all’intera riva meridionale del corso d’acqua ma al tratto che va dal Golden Jubilee Bridge al London Bridge. E proprio partendo dal primo di questi due ponti e costeggiando il fiume verso est si notano le architetture che hanno reso questa zona uno dei più importanti poli della vita culturale londinese. Qui ha la sua sede il Southbank Centre, un imponente complesso di sale da concerto, teatri e spazi espositivi (per la programmazione si può consultare il sito www.southbankcentre.co.uk oppure recarsi direttamente lì), tra i quali spicca la Royal Festival Hall, un auditorium inaugurato nel 1951, al cui interno si trovano anche bar e negozi. Se vi capita di entrarci, prendete l’ascensore e fate tutti piani: arriverete al quinto con un sorriso che va da un orecchio all’altro, perché l’ascensore canta! Canta i numeri dei piani, in linea con lo spirito della Hall, che ospita splendidi concerti. Un altro dei luoghi di promozione culturale del complesso è il National Film Theatre, sede del British Film Institute che ogni anno, nella seconda metà di ottobre, presenta il festival del cinema di Londra; altro interessante luogo è la Queen Elizabeth Hall, perfetta per assistere a concerti di musica jazz, da camera, opera e spettacoli di danza. Il momento migliore per visitare South Bank è l’estate. Infatti, se non volete approfittare degli eventi a pagamento in programma, potete sempre fare un salto nel pomeriggio e godervi una delle performance gratuite che hanno luogo nell’ambito del South Bank Festival (che si tiene annualmente a luglio), soprattutto nello spazio antistante il National Theatre. In più, acrobati, mimi, giocolieri e musicisti di strada sono sempre presenti in questo tratto del Tamigi, e accompagneranno la vostra passeggiata con i loro spettacoli. A South Bank c’è davvero posto per tutti. Lo spazio sottostante la Queen Elizabeth Hall, lasciato ai graffitari perché possano esprimersi con la loro arte, è anche il paradiso degli skater, che si divertono con le loro acrobazie. Sempre in questa affollatissima area del lungofiume, sotto il ponte di Waterloo, c’è il Book market, il mercatino dei libri di seconda mano, dove un occhio attento può scovare l’edizione rara, ma anche un libro recente di cui qualcuno voleva disfarsi e che è finito sulle bancarelle. È un piacere passeggiare il sabato pomeriggio tra i tavoli di legno su cui i libri sono disposti ordinatamente e curiosare tra i volumi, anche solo per provare la sensazione di sfogliare le pagine ingiallite di una raccolta di poesie francesi o un’edizione della prima metà del Novecento dei Canterbury Tales.
5.
DIPINGERE (E CON UN PO’ DI FORTUNA ESPORRE) ALLA TATE MODERN
Non tutti ritengono che una tela bianca con al centro un punto nero si possa esattamente definire arte. Anche perché è molto probabile che l’opera, già alquanto enigmatica di per sé, si trinceri nella sua inaccessibilità dietro a un fastidiosissimo Senza titolo. C’è quindi da chiedersi come mai la Tate Modern, uno dei templi londinesi dell’arte contemporanea, veda le sue enormi sale riempirsi ogni anno di quasi cinque milioni di persone, che ne fanno la galleria di arte moderna e contemporanea più visitata del pianeta.
Ok, è gratis, ma questo capita alla maggior parte dei musei della capitale inglese. Certo, il ristorante offre una vasta scelta di piatti e una delle più belle viste sul Tamigi e sulle architetture della riva nord. Magari è l’enorme negozio-libreria che attira la gente con gli oggetti particolari ispirati alle collezioni permanenti o alle mostre temporanee.
O forse sono le mille attività organizzate dal museo, che non si limitano alle visite guidate ma che comprendono tour multimediali, applicazioni per smartphone (Tate Trumps per iPhone, un gioco interattivo divertente e educativo che si può scaricare anche in loco con il wi-fi e che può essere giocato solo all’interno del museo), proiezioni cinematografiche, programmi per studenti, famiglie e bambini, simposi, discussioni... In pratica, a rendere unica e attraente la Tate Modern è il concetto stesso di fruibilità a ogni livello dell’arte in ogni sua forma. Non è necessario essere un esperto per poter godere delle sensazioni immediate ispirate da Dall, De Chirico o Picasso, per lasciarsi travolgere dello straniamento che Jackson Pollock o Francis Bacon possono provocare, o in generale per lasciarsi andare alle riflessioni più o meno profonde che l’arte contemporanea è in grado di suscitare.
La collezione permanente è divisa in quattro aree tematiche: due al terzo piano, dedicate a Espressionismo e Surrealismo, e due al quinto, in cui sono esposti i maggiori rappresentanti di Arte Povera, Cubismo, Futurismo e Pop Art. È davvero impossibile menzionare tutti gli artisti che trovano spazio nelle varie sezioni. Però si può lanciare una sfida. Cercatevi in tasca una moneta da venti centesimi di euro e osservatene il verso: quella roba strana che vedete è una scultura di Umberto Boccioni che si chiama Forme uniche della continuità nello spazio ed è esposta qui. Vediamo se riuscite a trovarla.
Vi sentirete attratti da questo luogo anche solo per il fatto di poter fare una passeggiata al coperto, circondati da una miriade di stimoli visivi, quando il tempo non è dei migliori. Oppure perché nella Turbine Hall (l’enorme sala che ospitava le turbine quando l’edificio era una centrale elettrica) c’è sempre un’installazione nuova che cambia periodicamente: un ragno gigante, un sole caldo, degli scivoli a spirale che vanno dal quinto piano a terra, per menzionarne alcune tra le più memorabili.
Se amate disegnare o dipingere, potete creare la vostra cartolina personalizzata decorando una di quelle che il museo mette a disposizione del pubblico: da un lato sembra una normale cartolina col riquadro per il francobollo e lo