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Furiosamente donne - Amore ferito
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Furiosamente donne - Amore ferito
E-book135 pagine1 ora

Furiosamente donne - Amore ferito

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Info su questo ebook

Le cicatrici invisibili si svelano attraverso i colori.

Tre donne, vittime di violenza e abuso, cercano un nuovo inizio all'interno di una comunità di vita.

Qui, un percorso di arteterapia diventa la chiave per esplorare il loro mondo interiore, fatto di dolore, rabbia ma anche di una forza inaspettata.

Attraverso i disegni, le tempere e la creta, Sonia, Lucia e Cristina affrontano le loro ferite, danno forma alle emozioni inespresse e, guidate dalla sensibilità di un'arteterapeuta, riscoprono la propria resilienza.

Un viaggio toccante che mostra come l'arte possa diventare strumento di guarigione e di rinascita, trasformando le esperienze traumatiche in un'opportunità per ricostruire se stesse e il proprio futuro.

Un libro per chi crede nel potere terapeutico dell'arte, per chi lavora nel campo del sostegno alle donne in difficoltà e per chi vuole scoprire come la creatività possa aiutarci a superare anche le sfide più difficili.
LinguaItaliano
Data di uscita18 mar 2019
ISBN9788831610971
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    Anteprima del libro

    Furiosamente donne - Amore ferito - Rachele Ronzoni

    sociale.

    INTRODUZIONE

    Io sono quella donna che fece la scalata della montagna della vita, rimuovendo le pietre e piantando fiori.

    [Cora Coralina]

    L’Associazione Professionale Italiana Arteterapeuti (APIART) definisce l’arteterapia come:

    un insieme di pratiche professionali finalizzate a promuovere le risorse creative degli individui, dei gruppi e delle comunità per sviluppare benessere personale e sociale, che utilizza come linguaggio di vertice quello delle arti plastico-pittoriche, audiovisive e fotografiche [APIART, n.d].

    Questo insieme di pratiche professionali ha come obiettivo il benessere, ma non è strettamente riferito all’ambito sanitario né prevede attività riservate alle professioni mediche. La parola terapia¹, quindi, non è intesa nella sua accezione strettamente medica, ma in riferimento al concetto estensivo di salute così formulato dall’OMS: stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia [OMS, 1948]. L’arteterapia opera sia nel benessere individuale che in quello collettivo.

    Essa è una pratica legata al rapporto da sempre esistente tra l’uomo e l’arte dove quest’ultima è intesa come un insieme di pratiche e tecniche che l’uomo sin dalla notte dei tempi utilizza per stare meglio dal punto di vista fisico e psichico².

    Nella cultura tribale l’arte viene considerata un elemento di cura ed é lo sciamano che, in questo particolare contesto, realizza delle immagini che, all’interno di uno specifico rituale, si ritiene possano assumere dei poteri magici e guarire il malato [Lyceum, n.d.(a)].

    In ogni epoca storica il connubio arte-benessere è stato (ri)conosciuto dall’uomo³ e nel ‘900 all’interno delle nuove strutture psichiatriche vengono aperti numerosi atelier. Tuttavia il concetto di arteterapia e il suo utilizzo è strettamente legato alla figura dell’artista austriaca Edith Kramer la quale, proprio perché proveniente dal mondo dell’arte, dà particolare importanza più al processo creativo che coinvolge l’utente che all’opera finale realizzata. Dalla metà dagli anni ’50 del Novecento, quando Kramer parla di arteterapia, ad oggi il percorso di questa pratica è stato sicuramente in ascesa. Già negli anni ’70 vi è la stessa Kramer tra coloro che fondano un programma per l’insegnamento dell’arteterapia presso la New York University. Kramer sarà docente di arteterapia fino all’età di 90 anni.

    In Italia, invece, il metodo arte come terapia, comincia ad essere proposto dalla storica Scuola di Formazione Quadriennale in arteterapia Il Porto Adeg di Torino che ha svolto attività pionieristica in Italia per circa venti anni, a partire dagli anni ’80, in collaborazione con la New York University, grazie all’intervento di Raffaella Bortino, psicoterapeuta e direttrice didattica della Formazione. È a partire da questo momento che in Italia si formano i primi arteterapeuti [...]. La Formazione de Il Porto ADEG di Torino, nel corso degli anni, ha ospitato – tra gli altri - docenti quali Edith Kramer ritenuta la fondatrice del metodo Arte come terapia. [Lyceum(b), n.d.].

    All’interno della Formazione in Arteterapia Il Porto-Adeg - che negli anni 2000 si è trasferita da Torino a Milano - si sono diplomate diverse generazioni di arteterapeuti. Oggi tale Formazione è accolta e ospitata dall’Associazione Lyceum di Milano che dal 1999 si occupa di elaborare progetti di formazione e aggiornamento professionale per il personale della scuola con particolare attenzione all'espressione artistica. La proposta del metodo del Lyceum è profondamente legata a Edith Kramer, poiché è ancorata alla sua metodologia dell’ Arte come Terapia.

    Tuttavia alla metodologia di Kramer si sono aggiunti preziosi aggiornamenti provenienti dagli attuali contributi della ricerca nel campo della psicologia [ibidem].

    L’arteterapia, come approfondito in § 2.3., è utilizzata sostanzialmente in ambito terapeutico, riabilitativo ed educativo.

    Il tirocinio che ho svolto presso una comunità di vita mi ha dato la possibilità di utilizzare l’arteterapia come strumento di aiuto per Sonia, Lucia e Cristina, tre delle tredici donne vittime di abusi e violenze, ospiti della comunità.

    Il percorso di arteterapia insieme a loro non sempre è stato facile perché spesso ci sono stati silenzi o è mancata la volontà di partecipare attivamente all’incontro di arteterapia. Tuttavia, nonostante ciò, il potere terapeutico dell’arte è stato di grande aiuto per ognuna di loro, poiché attraverso i disegni e le diverse tecniche artistiche sono riuscite, seppur inconsapevolmente, a esplorare se stesse e le loro cicatrici che sono venute allo scoperto. Cicatrici di donne che grazie all’arteterapia sono state svelate. Donne che hanno compreso come fosse possibile ricominciare proprio iniziando da quelle cicatrici.

    Così Sonia nel suo nervosismo, Lucia nel suo vagabondare e Cristina nella sua fragilità hanno provato che attraverso l’arte si può sviluppare la capacità di resilienza insita in ognuno di noi. Tutte e tre hanno dimostrato quanto la massima del filosofo Friedrich Nietzsche sia profondamente vera e viva perché ciò che non ci uccide ci fortifica.

    1. ARTETERAPIA: DEFINIZIONE E  CONTESTI APPLICATIVI

    Cos’è l’arteterapia

    Sempre più spesso l'approccio farmaceutico convenzionale con cui vengono trattate alcune tipologie di pazienti risulta essere sterile, poiché scinde l’unità corpo-mente dell’individuo senza considerarlo dal punto di vista psicologico.

    È importante, invece, che il paziente affetto da disagio psichico venga affiancato non solo dal medico, ma anche da una figura capace di creare un collegamento tra l’ambiente esterno e il soggetto, le sue sensazioni e i suoi stati d’animo: l’arteterapeuta. Recentemente l’arteterapia è un argomento che trova spesso spazio sul web o sugli articoli di giornale e, per questo, sembra essere una metodologia nata negli ultimi anni. In realtà essa affonda le sue radici in tempi lontanissimi.

    L'essere umano, fin dagli albori della sua storia, come testimoniano statuine e pitture rupestri preistoriche, ha reso manifesto il suo mondo interiore e rappresentato quello esteriore attraverso l'espressione artistica. Popoli e culture di ogni tempo hanno sempre attribuito diverse caratteristiche e funzioni all'arte: estetica, spirituale, sociale, pedagogica, espressiva e comunicativa. Oltre a queste, all'interno di una visione dell'essere umano più olistica di quella odierna, vi è anche quella terapeutica. Alcuni esempi di ciò sono l'uso di maschere, musica e danze nei rituali di guarigione sciamanica [Bosco, 2015, p.2].

    Gli antichi Greci, invece, utilizzavano forme d’arte come il teatro per favorire la catarsi⁴ e liberarsi dalle emozioni represse per ritornare a uno stato di equilibrio. Nel corso del Medioevo l’arte, intesa come cura dei disturbi emotivi, fu sostituita dalla magia e dalla superstizione e bisognerà attendere il Rinascimento per rivalutare l’arte e gli artisti⁵ che erano considerati figure sensibili. L’opera d’arte è intesa, invece, come una sorta di strumento terapeutico che permette l’espressione di una realtà fantastica. Durante la Rivoluzione Industriale, in Inghilterra, l’arte diventa uno strumento utilizzato per la cosiddetta terapia morale grazie alla quale i pazienti affetti da disturbi mentali venivano accolti in rifugi in campagna dove ricevevano cure, assistenza e svolgevano attività artistiche come la pittura, la scultura e la musica. Ma è soltanto nel XX secolo che l’arteterapia

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