Giacomo Puccini. Ricordi e aneddoti
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Ora le cose sono cambiate e lo stesso viene indicato come un compositore importante nel panorama musicale della fine del secolo XIX e gli inizi di quello successivo; anzi, possiamo dire che egli abbia contribuito alla rivoluzione musicale di quel periodo.
Un riconoscimento notevole, quindi, acquisito sia sul piano internazionale, dove Puccini è rimasto sempre sulla cresta dell’onda, sia in ambito nazionale, dove spesso è stato sottovalutato per la mancanza di una seria indagine critica riguardante la sua produzione artistica.
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Giacomo Puccini. Ricordi e aneddoti - Amedeo Guidugli
Amedeo Guidugli
Giacomo Puccini
Ricordi e aneddoti
Argot edizioni
Alla memoria di Simonetta Puccini
© Argot edizioni
© Andrea Giannasi editore
Giugno 2018
ISBN 9788899735555
Ci sono degli uomini in cui la malinconia si incide con evidenza tormentosa, ci sono uomini segnati, uccelli pigri, albatri e gabbiani, abitatori dello spazio grigio della vita, languidi nel volo, silenziose lame di piuma. Sono uomini predestinati che solo il caso fa musicisti invece che pittori o poeti.
Giacomo Puccini fu di questi.
Enzo Siciliano
Indice
PREMESSA
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Cenni biografici
PUCCINI NEI RICORDI DELLA NIPOTE ALBINA
FORNOVOLASCO E IL PRETINO DI PUCCINI
Il VIAGGIO DELLA SPERANZA
OPERE TEATRALI
BIBLIOGRAFIA
PREMESSA
Su Giacomo Puccini ormai è stato scritto di tutto ed è difficile, quindi, poter aggiungere qualcosa di nuovo e di originale su questo grande artista conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. La bibliografia sul compositore lucchese è estremamente vasta e i nodi da sciogliere sull’uomo e sull’artista sono rimasti veramente pochi. Rimane valido, però, l’invito di quegli studiosi (italiani e stranieri) a proseguire nella ricerca documentaria sulla sua vita privata e gli approfondimenti scientifici sulla sua produzione artistica.
Per molto tempo Puccini è stato considerato come un artista di secondo livello nello scenario musicale del secolo scorso; ora le cose sono cambiate e lo stesso viene indicato come un compositore importante nel panorama musicale della fine del secolo XIX e gli inizi di quello successivo; anzi, possiamo dire che egli abbia contribuito alla rivoluzione musicale di quel periodo. Un riconoscimento notevole, quindi, acquisito sia sul piano internazionale, dove Puccini è rimasto sempre sulla cresta dell’onda, sia in ambito nazionale, dove spesso è stato sottovalutato per la mancanza di una seria indagine critica riguardante la sua produzione artistica.
Come scriveva Mosco Carner nel lontano 1958: Puccini è un artista che reca i segni autentici del genio, e tuttavia per qualche motivo non riesce a varcare le frontiere che delimitano il regno della grandezza assoluta
.
Oggi, grazie al contributo di autorevoli studiosi stranieri cui, in seguito, si sono aggiunti anche quelli italiani, hanno preso impulso nuove indagini critiche; il recupero di una documentazione molto più vasta rispetto a quella del passato ha permesso, inoltre, di correggere precedenti errori biografici e di rivedere giudizi e affermazioni affrettate riguardo alla sua produzione operistica. La ricerca scientifica su Puccini sta andando avanti con impegno, come dimostra la revisione critica di alcune sue opere e l’uscita di nuove pubblicazioni a carattere altamente scientifico. Dalla prima biografia critica del Carner, edita a Londra nel 1958, si è passati, fra la fine del secolo scorso e i primi del nuovo millennio, a importanti lavori di autori italiani e stranieri che hanno messo in luce la vera personalità del compositore lucchese e la sua autentica creatività. In calce a questa premessa ne citiamo alcuni ricordando, però, che la bibliografia su Puccini è veramente ampia e permette di conoscere meglio il personaggio e di approfondire l'indagine sulla sua produzione artistica.
Con la presente pubblicazione ci siamo prefissi l'obiettivo di indagare ancora una volta su qualche aspetto meno noto della complessa personalità del compositore lucchese riportando aneddoti poco conosciuti, oppure il ricordo, scritto o verbale, di chi ha potuto stargli vicino. Tutto ciò attraverso il racconto di alcuni testimoni oculari che, per vari motivi, ebbero la possibilità di avvicinare Puccini e di avere confidenza con lui. Ci riferiamo, nella fattispecie, alla nipote del compositore, Albina Franceschini Del Panta, figlia della sorella Ramelde; a don Pietro Panichelli, detto anche il pretino di Puccini, e, infine, a quel gruppo di amici, come Guido Marotti, Ferruccio Pagni, Gustavo Giovannetti ed Eros Chini, figlio di Galileo, che ebbero modo di frequentarlo nelle più svariate circostanze . Dalle loro testimonianze si ricavano delle informazioni, talvolta anche frammentarie, che permettono di delineare una figura diversa da quella consueta, più o meno stereotipata, che siamo abituati a conoscere attraverso la letteratura, il cinema e la televisione. Un Puccini intimo
, come lo avrebbero definito i suoi amici più stretti, come Guido Marotti e Ferruccio Pagni; oppure un Puccini minimo
, come avrebbe detto il giornalista versiliese Aldo Valleroni.
Un uomo dalla personalità eclettica, che nel contesto della vita quotidiana appare, però, come uno di noi, con gioie e turbamenti che si alternano a seconda delle circostanze. Un artista che dal profondo della sua sensibilità riesce a dar vita a una musica dal gusto moderno e raffinato.
Sia i ricordi che gli aneddoti lasciano trasparire quell’universo di tristezza e di malinconia che ha caratterizzato l’esistenza di Puccini ed in misura abbastanza evidente ha influenzato anche la sua produzione operistica. Non sempre si tratta di materiale esclusivo e di prima mano, poiché alcuni degli argomenti trattati sono stati oggetto di precedenti pubblicazioni. Le vicende che riguardano gli ultimi mesi di vita di Puccini e l’elaborazione (non riuscita) del finale di Turandot sono temi che molti biografi hanno già trattato; dal canto nostro abbiamo cercato di ricostruire una cronologia dei fatti lasciando la parola, quasi sempre, a coloro che tali vicende le avevano vissute direttamente, come l'amico Marotti, don Panichelli, Gustavo Giovannetti, Eros Chini.
Ad integrazione di questa breve indagine abbiamo aggiunto dei Cenni biografici per illustrare, in sintesi, la vita del compositore; l’elenco delle sue Opere Teatrali (da Le Willis a Turandot), con l’indicazione delle prime rappresentazioni; le liste di Musica sacra e corale; Musica per voce sola e orchestra; Musica strumentale; Musica (andata) perduta e, infine, un breve resoconto sulla Filmografia pucciniana.
Amedeo Guidugli
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
GIRARDI M., Giacomo Puccini. L’arte internazionale di un musicista italiano, Marsilio, Venezia 1995 (edizione inglese rielaborata: Puccini. His International Art, University of Chicago Press, Chicago and London 2000).
CARNER M., Giacomo Puccini. Biografia critica, trad. di Luisa Pavolini, il Saggiatore, Milano 1981 (Puccini. A critical Biography, Duckworth, London 1992).
HOPKINSON C., A Bibliography of the Works of Giacomo Puccini, Broude, New York 1968.
BUDDEN J., Puccini, Carocci, Roma 2005 (Puccini. His Life and Works, Oxford University Press, 2002).
SCHICKLING D., Giacomo Puccini la vita e l’arte, Felici Editore, Pisa, 2008.
Cenni biografici
1858
Il 22 dicembre nasce a Lucca Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria Puccini (m.1924), figlio di Michele Puccini e Albina Magi. Sarà l’ultimo discendente di una famiglia di musicisti che ebbe inizio con Giacomo (1712-1781), trasferitosi da Celle a Lucca nel 1719. Questi studiò a Bologna con Giuseppe Maria Carretti e fu associato alla locale Accademia Filarmonica nel 1743. Intrattenne rapporti di amicizia con il padre Giovanni Battista Martini. Tornato a Lucca assunse l’incarico di Maestro della Cappella Palatina, che aveva una propria orchestra; poi, dal 1740, divenne anche organista e maestro del coro in S. Martino. Compose alcune messe, oratori e cantate. A lui successe il figlio Antonio Benedetto Maria (1747-1832) che, dopo aver studiato con il padre e l’abate Frediano Matteo Lucchesi, nel 1768 si recò a Bologna per proseguire gli studi. Nel 1771 venne aggregato all’Accademia Filarmonica di quella città, poi, l’anno successivo, rientrò a Lucca. Alla morte del padre (1781) subentrò nelle stesse funzioni del genitore, ovvero, assunse l’incarico di organista della cattedrale di S. Martino e di maestro della Cappella Palatina, poi soppressa da Napoleone (1805). Fu autore di musica sacra e di diverse cantate. Nel 1818 redasse pure un Repertorio di Musica del Puccini. Anche Domenico Vincenzo Puccini (1772-1815), come il padre e il nonno, studiò con i genitori, poi si perfezionò a Bologna con Stanislao Mattei (1793-96) e, successivamente, a Napoli con Giovanni Paisiello (1797-99). Dal 1806 fu direttore della Cappella da Camera istituita da Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, in sostituzione della soppressa Cappella Palatina. Anche quest’ultima, però, fu sciolta nel 1809. Due anni dopo, Domenico assunse l’incarico di maestro della Cappella Municipale. Compose vari generi di musica. Morì a soli 43 anni. Tra gli antenati di Giacomo, Domenico può essere considerato come il miglior compositore della dinastia, in quanto, oltre ad essere stato autore di musica sacra, profana e strumentale compose alcune cantate e si distinse come operista. Suo figlio Michele (1813-1864) dopo aver studiato con il nonno Antonio Benedetto prende il suo posto nella carica di organista in S. Martino (1832). Dal 1834 al 1837 prosegue gli studi a Bologna con il maestro Giuseppe Pilotti; poi, dal 1839 al 1840 si reca al Conservatorio di Napoli dove sembra abbia avuto contatti con Saverio Mercadante. Come quasi tutti i suoi antenati fu accolto nell’Accademia Filarmonica di Bologna come Maestro onorario. Dopo il suo rientro a Lucca, nel 1840, riprese la carica di organista e di maestro del coro nella cattedrale di S. Martino a Lucca. Nel 1843 divenne Ispettore Onorario dell’Istituto Musicale ‘G. Pacini’ di Lucca (oggi Istituto Musicale ‘L. Boccherini’) e dal 1846 intraprese anche l’attività di insegnante di armonia, poi di composizione. Nel 1862 ottenne l’incarico di direttore dello stesso Istituto. Dal 1851 cominciò ad insegnare pianoforte al Reale Istituto Maria Antonia di Lucca. Fu autore di musica sacra, di un’opera seria (Giambattista Cattani) e di qualche pagina di musica strumentale. Verso il 1850 sposa Albina (1830-1884), sorella del suo allievo Fortunato Magi (1839-1882), dalla quale avrà nove figli nati, tutti quanti, a Lucca: Otilia (1851-1923); Tomaìde (1852-1917); Temi o Zemi (1853-1854); Nitteti (1854-1928); Iginia [Suor Giulia Enrichetta] (1856-1922); Giacomo (1858-1924); Ramelde (1860-1912); Macrina (1862-1868); Michele (1864-1891).
1864
Il 23 gennaio muore Michele Puccini sr. e l’onere di mantenere l’intero nucleo familiare passa alla moglie che ha poco più di 33 anni. In tale circostanza, la famiglia era composta da otto figli: sette femmine più un maschio a cui, tre mesi dopo la morte del padre, si aggiungerà anche Michele jr. Quest’ultimo scomparirà prematuramente a Rio de Janeiro dopo essersi ammalato di febbre gialla (12 marzo 1891).
Due giorni dopo la scomparsa del marito, Albina presenta una domanda di pensione al Sindaco di Lucca che gliela concede per un importo pari a £ 67 che poi diventano 75. Altri aiuti le arrivano dal fratello Fortunato che, dopo la scomparsa di Michele Puccini, subentra come insegnante all’Istituto Musicale. Metà del suo stipendio viene versato a favore della vedova Puccini la quale, fino al 1866, riceve anche la metà degli stipendi dei due insegnanti di pianoforte che sono subentrati a Michele Puccini nel Reale Istituto Maria Antonia.
1865
Su incitamento della madre, Giacomo comincia a frequentare il Seminario di S. Michele e a compiere i primi studi regolari.
1871
Intraprende gli studi presso l’Istituto Musicale G. Pacini di Lucca. Come primo insegnante di musica ha lo zio Fortunato Magi il quale, dal 1860, è subentrato nell’insegnamento di armonia a Michele Puccini. Dal 1862 il Magi vi insegna anche composizione e fra il 1872/73 assume la carica di direttore dell’Istituto, proprio come il padre di Giacomo.
1873
Prosegue il corso di studi con il compositore lucchese Carlo Angeloni (1834-1901) che, dopo aver insegnato composizione e canto all’Istituto Musicale Pacini, ne diventa direttore (1864), assumendo l’incarico che era stato svolto da Michele Puccini. In questo periodo, Giacomo inizia anche l’attività di organista nelle chiese della città e in quelle del circondario.
1875
Vince il primo premio per la classe d’organo all’interno dell’Istituto Musicale Pacini.
Compone la romanza A te.
1876
Volendo assistere all’Aida di Verdi, l’11 marzo si reca a piedi a Pisa; l’opera del maestro di Busseto lo entusiasma e lo coinvolge profondamente fino a fargli prendere la decisione di diventare operista.
Il 5 agosto