Cammino di perfezione - Un Classico della Letteratura Mistica
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La mistica spagnola, Teresa di Gesù, fu la fondatrice della Congregazione delle monache e dei frati Carmelitani scalzi. Nei suoi sessantasette anni di vita aprì moltissimi monasteri del suo Ordine sparsi in tutta la Spagna, ma la sua Fondazione si estese ben presto anche in altri paesi fino a ramificarsi in tutto il mondo.
La sua attività di scrittrice è ampia se pensiamo che la santa si dedicava a quest’attività solo nei brevi momenti in cui era libera dagli impegni di lavoro della Congregazione. Scriveva soprattutto per obbedienza e per lasciare un’ampia testimonianza della sua spiritualità alle consorelle del suo Ordine.
Anche questo scritto è destinato alle monache carmelitane ma i contenuti sono adatti a chiunque voglia intraprendere un cammino di crescita spirituale e soprattutto imparare a pregare.
Sono infatti famose le istruzioni relative all’orazione mentale che la santa dissemina nelle sue opere.
Ne parla diffusamente nel suo magnifico “Castello interiore” ma anche e soprattutto in “Vita” dove presenta in cosa consiste il suo metodo d’orazione che risente anche degli incontri con due grandi mistici come San Giovanni della Croce e San Pietro d’Alcantara, quest’ultimo molto celebre per i suoi esercizi spirituali e per il suo metodo d’orazione dal quale certamente, anche Santa Teresa di Gesù, ha tratto ispirazione.
Nel libro che qui presentiamo abbiamo aggiunto qua e là brevi note e riflessioni che possono aiutare i lettori a chiarire i punti più complessi della dottrina di Santa Teresa d’Avila.
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Anteprima del libro
Cammino di perfezione - Un Classico della Letteratura Mistica - Santa Teresa d'Avila
Santa Teresa d'Avila - Beppe Amico
Cammino di perfezione - Un Classico della Letteratura Mistica - Note e commenti di Beppe Amico
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Indice
Titolo
Note editoriali e Copyright
Cammino di Perfezione
Premessa
Cenni biografici
PROLOGO
CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18
CAPITOLO 19
CAPITOLO 20
CAPITOLO 21
CAPITOLO 22
CAPITOLO 23
CAPITOLO 24
CAPITOLO 25
CAPITOLO 26
CAPITOLO 27
CAPITOLO 28
CAPITOLO 29
CAPITOLO 30
CAPITOLO 31
CAPITOLO 32
CAPITOLO 33
CAPITOLO 34
CAPITOLO 35
CAPITOLO 36
CAPITOLO 37
CAPITOLO 38
CAPITOLO 39
CAPITOLO 40
CAPITOLO 41
CAPITOLO 42
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Copyright
Titolo
Santa Teresa d’Avila
Cammino di perfezione
Un Classico della Letteratura Mistica
Note e commenti di Beppe Amico
Collana Libera nos a malo
Note editoriali e Copyright
Per il gran desiderio che ho di aver parte nell'aiutarvi a servire questo mio Dio e Signore, vi chiedo che ogni qualvolta leggerete questo scritto, lodiate grandemente in nome mio Sua Maestà, pregando per l'esaltazione della sua Chiesa e per la conversione dei luterani. Supplicate insieme il Signore che mi perdoni i miei peccati e mi liberi dal purgatorio dove forse la sua misericordia mi terrà quando questo libro vi verrà dato a leggere, se, esaminato da uomini dotti, sarà giudicato degno di esser visto. Se contiene qualche errore, è perché io non me n'intendo. Mi sottometto in tutto a ciò che insegna la santa Chiesa Cattolica Romana. Questi i sentimenti in cui ora vivo, e nei quali protesto e prometto di voler vivere e morire. Il Signore Dio nostro sia sempre lodato e benedetto! Amen, amen. Questo scritto è stato terminato nel monastero di S. Giuseppe di Avila l'anno 1577, vigilia di S. Andrea, a gloria di Dio che vive e regna per tutti i secoli! Amen. Tratta da Il castello interiore
.
Autore: Santa Teresa d’Avila
Stampa: Streetlib – Lulu Enterprise America
E-book: Streetlib self publishing
Immagini: www.pixabay.com (immagini gratis in HD)
Copertina: Santa Teresa d’Avila di Francois Gerard
Blog: www.mistericattolici.blogspot.com
© Copyright 2017: Proprietà letteraria riservata (impaginazione, note e commenti)
Cammino di Perfezione
JHS
Libro dal titolo Cammino di perfezione, composto da Teresa di Gesù, religiosa dell’Ordine di nostra Signora del Carmelo. È indirizzato alle monache scalze di nostra Signora del Carmelo della Regola primitiva.
Questo libro contiene gli avvisi e i consigli che Teresa di Gesù dà alle consorelle religiose, sue figlie spirituali, dei monasteri da lei fondati secondo la Regola primitiva di nostra Signora del Carmelo, con l’aiuto di nostro Signore e della gloriosa Vergine Madre di Dio, nostra Signora. Lo indirizza particolarmente alle consorelle del monastero di San Giuseppe di Avila, che fu il primo delle nuove fondazioni, e di cui era priora quando lo scrisse.
***
In tutto quello che in esso dirò mi sottometto a quanto insegna la santa madre Chiesa romana, e se vi fosse qualcosa contraria al suo insegnamento, è perché non me ne rendo conto. Pertanto, per amore di nostro Signore, prego i teologi che devono leggerlo, di esaminarlo molto attentamente e di correggere gli eventuali errori a questo riguardo e i molti altri che conterrà di altra natura. Se vi fosse qualcosa di buono, sia a gloria e onore di Dio e a servizio della sua santissima Madre, nostra Patrona e Signora, di cui porto l’abito, sebbene assai indegnamente.
Premessa
Quest’opera di Santa Teresa d’Avila è annoverata tra quelle che hanno ottenuto maggiore diffusione insieme al suo magnifico Castello interiore
e ancor più alla sua Vita
, che sono i libri più adatti, tra quelli scritti dalla santa, per imparare a pregare seguendo il metodo teresiano.
La mistica spagnola, Teresa di Gesù, fu la fondatrice della Congregazione delle monache e dei frati Carmelitani scalzi. Nei suoi sessantasette anni di vita aprì moltissimi monasteri del suo Ordine sparsi in tutta la Spagna, ma la sua Fondazione si estese ben presto anche in altri paesi fino a ramificarsi in tutto il mondo.
La sua attività di scrittrice è ampia se pensiamo che la santa si dedicava a quest’attività solo nei brevi momenti in cui era libera dagli impegni di lavoro della Congregazione. Scriveva soprattutto per obbedienza e per lasciare un’ampia testimonianza della sua spiritualità alle consorelle del suo Ordine.
Anche questo scritto è destinato alle monache carmelitane ma i contenuti sono adatti a chiunque voglia intraprendere un cammino di crescita spirituale e soprattutto imparare a pregare.
Sono infatti famose le istruzioni relativa all’orazione mentale che la santa dissemina nelle sue opere.
Ne parla diffusamente nel suo magnifico Castello interiore
ma anche e soprattutto in Vita
dove presenta in cosa consiste il suo metodo d’orazione che risente anche degli incontri con due grandi mistici come San Giovanni della Croce e San Pietro d’Alcantara, quest’ultimo molto celebre per i suoi esercizi spirituali e per il suo metodo d’orazione dal quale certamente, anche Santa Teresa di Gesù, ha tratto ispirazione.
Ecco in sintesi i concetti fondamentali che caratterizzano la spiritualità di Santa Teresa d’Avila che possiamo considerare, insieme a pochi altri santi, vera maestra d’orazione.
"La mistica spagnola fonda la sua dottrina e spiritualità sulla meditazione dalla quale ne conseguono le contemplazioni e le visioni intellettuali e sensitive di natura mistica.
Il modus operandi è semplice e alla portata di tutti. Ma per quanto tale metodologia non sia costruita su conoscenze particolari e per questo motivo accessibile e fruibile da coloro che desiderano praticarla, essa conduce a risultati apprezzabili solo se le fondamenta della nostra personalità poggiano su una risoluzione certa di riuscire nell’intento e alla volontà di abbandonare vizi e abitudini sbagliate per praticare le virtù.
Santa Teresa paragona l’anima ad un giardino o ad un castello con varie mansioni che corrispondono ai progressi spirituali compiuti nel corso del cammino verso Dio.
Ella suggerisce di immaginare che in questo giardino noi siamo stati incaricati di piantare e coltivare ogni tipo di fiori e piante. Le stesse con le quali Nostro Signore si delizierà quando verrà a farci visita.
Questo giardino dapprima ha l’aspetto di un terreno incolto e pieno di erbacce ma poi, dopo che noi avremmo profuso tutto il nostro impegno per abbellirlo, sarà qualcosa di veramente unico.
Le similitudini sono molto efficaci se pensiamo che il terreno incolto del quale la santa parla è in definitiva la nostra anima prima di decidersi a percorrere un cammino spirituale e le erbacce da estirpare sono i vizi radicati in noi stessi e che dobbiamo, anche a costo di grandi sacrifici, cercare di estirpare dal nostro cuore. I fiori bellissimi e profumati corrispondono invece alle virtù che si devono raggiungere per avere la possibilità di entrare in contatto con il Re (Dio) e rendere il giardino degno di una visita così importante.
Santa Teresa elenca 5 tipi di orazione mentale:
1) L’orazione mentale esercitata con l’intelletto, il quale si concentra su un argomento sacro, un passo del Vangelo, uno spaccato della vita di Gesù, ecc. e cerca di comunicare in un dialogo silenzioso con Dio.
2) Il secondo passo costituito dall’orazione di quiete consiste già in una mozione
soprannaturale dove l’anima pur lavorando e discorrendo con l’intelletto, compie minor fatica nello stabilire una comunione spirituale con Dio che avviene essenzialmente per mezzo di locuzioni interiori.
3) Il terzo passo introduce nella contemplazione dei divini misteri ed è, a detta della santa, un’operazione compiuta da Dio il quale sospende i sensi ed eleva le potenze superiori dell’anima, instaurando con la creatura un vero e proprio dialogo fatto di contemplazione, visioni intellettuali, immaginarie e locuzioni interiori.
4) Il quarto passo eleva ancora di più l’anima alla contemplazione delle bellezze ineffabili del Cielo e all’amore soprannaturale della Trinità, preludio all’orazione di unione che costituisce l’ultimo passo della metodologia teresiana.
5) Infatti in questa ultima tappa spirituale, l’anima si unisce a Dio intimamente con le potenze superiori, celebrando le nozze spirituali che sono state la meta di molte personalità carismatiche e mistiche della Chiesa cattolica.
La spiritualità teresiana è fondata sulla disciplina e la ri-soluzione a percorrere la strada talvolta impervia della fede, per raggiungere un Bene così grande quale è il possesso di Dio già sulla terra".
La lettura dei libri di Santa Teresa d’Avila è una fra le migliori per chi desidera percorrere un cammino di fede. Nelle sue opere si possono realmente incontrare utili consigli e suggerimenti per meglio impostare ed organizzare il nostro itinerario spirituale.
Impressiona constatare quanto la santa sia umile e si senta inadeguata e inadatta ai compiti che Dio le affida.
In molti passi dei suoi libri si accusa di essere una grande peccatrice, di aver commesso, prima della sua conversione, molti peccati mortali e di aver meritato molte volte l’inferno.
I suoi direttori spirituali però sono di parere contrario perchè affermano concordi che la santa non ha commesso, almeno deliberatamente, nemmeno un peccato veniale e quindi la sua anima non era certamente macchiata di peccati mortali.
Siamo sicuri che se comincerete a leggere alcuni passi dei suoi libri non ve ne staccherete più e i suoi scritti diventeranno una compagnia costante nel vostro cammino spirituale.
Nel libro che qui presentiamo abbiamo aggiunto qua e la brevi note e riflessioni che possono aiutare i lettori a chiarire i punti più complessi della dottrina di Santa Teresa d’Avila.
Buona lettura e soprattutto, buon cammino.
Il curatore.
Cenni biografici
Santa Teresa d'Ávila - Vergine e dottore della Chiesa
Nascita: Ávila, 28 marzo 1515 - Morte: Alba de Tormes, 15 ottobre 1582
Venerata da Chiesa cattolica e Chiesa anglicana
Beatificazione: 24 aprile 1614 da Papa Paolo V
Canonizzazione: 12 marzo 1622 da Papa Gregorio XV
Santuario principale: Basilica di Santa Teresa, Alba de Tormes
Ricorrenza: 15 ottobre
Attributi abito delle Carmelitane Scalze, cuore trafitto
Patrona di scrittori, persone malate nel corpo, cordai, orfani, persone in cerca di grazia, persone degli ordini religiosi, persone ridicolizzate per la loro pietà [senza fonte], Croazia, Spagna
Teresa di Gesù, o d'Ávila, al secolo Teresa Sánchez de Cepeda Dávila y Ahumada (Ávila, 28 marzo 1515 – Alba de Tormes, 15 ottobre 1582), è stata una religiosa e mistica spagnola.
Entrata nel Carmelo di Ávila a vent'anni, fuggita di casa, dopo un travagliato percorso interiore che la condusse a quella che definì in seguito la sua conversione
(a trentanove anni), divenne una delle figure più importanti della Riforma cattolica grazie alla sua attività di scrittrice e fondatrice delle monache e dei frati Carmelitani Scalzi, e grazie alla fondazione di monasteri in diversi luoghi di Spagna, e anche oltre (prima della sua morte venne fondato un monastero di Scalzi a Lisbona). Morì ad Alba de Tormes nel 1582 durante uno dei suoi viaggi.
Fu autrice di diversi testi nei quali presenta la sua dottrina mistico-spirituale e i fondamenti e le origini del suo ideale di Riforma dell'Ordine carmelitano. La sua opera maggiormente celebre è Il castello interiore
(intitolato anche Mansioni
), itinerario dell'anima alla ricerca di Dio attraverso sette particolari passaggi di elevazione, affiancata dal Cammino di perfezione
, e dalle Fondazioni
nonché da molte massime, poesie e preghiere, alcune delle quali particolarmente celebri.
Proclamata beata nel 1610 e poi santa da papa Gregorio XV nel 1622, fu annoverata tra i dottori della Chiesa nel 1970 da Paolo VI, insieme a Caterina da Siena.
Fonte: Wikipedia
PROLOGO
JHS
1. Le sorelle di questo monastero di San Giuseppe, sapendo che avevo il permesso dal padre Presentato fra Domenico Báñez, dell’Ordine del glorioso san Domenico, attualmente mio confessore, di scrivere alcune cose sull’orazione, che forse mi verranno bene, per averne trattato con molte persone spirituali e sante, hanno tanto insistito affinché ne dica loro qualcosa, che mi sono decisa a cedere, considerando che il grande amore che hanno per me può rendere loro gradito ciò che è imperfetto e scritto male, più di alcuni libri scritti molto bene da chi sapeva il fatto suo. E confido nelle loro preghiere perché può darsi che, a causa di esse, il Signore si compiaccia di far sì che io riesca a dire qualcosa di ciò che conviene al modo e al genere di vita propri di questa casa. Se il mio lavoro risultasse mal riuscito, il padre Presentato, che lo deve vedere per primo, lo correggerà o lo brucerà e io non avrò perduto nulla nell’obbedire a queste serve di Dio, le quali vedranno che cosa so fare da me quando Sua Maestà non mi aiuta.
2. Penso d’indicare alcuni rimedi per certe piccole tentazioni, opera del demonio, alle quali, per essere tanto piccole, forse non si bada, e dire altre cose, come il Signore mi ispirerà e come mi verranno alla memoria, poiché, non sapendo ancora che cosa devo dire, non posso precisarlo con ordine; e credo sia meglio non seguire uno schema prestabilito, essendo fuori ordine che redigo questo lavoro. Il Signore mi aiuti in tutto quello che farò, affinché sia conforme alla sua santa volontà, perché questa è la mia costante aspirazione, anche se le opere sono difettose come lo sono io.
3. So che in me non mancano l’amore e il desiderio di aiutare, per quanto mi è possibile, le mie sorelle a progredire molto nel servizio del Signore, e questo mio amore, unitamente agli anni e all’esperienza che ho di alcuni monasteri, può forse aiutarmi a riuscire in piccole cose meglio dei teologi. Costoro, per il fatto di avere altre occupazioni più importanti e di essere uomini forti, non prestano troppa attenzione a cose che in se stesse non sembrano di alcun valore, mentre tutto può recar danno a chi è così debole come noi donne, essendo molti i cavilli del demonio per le monache di stretta clausura, contro le quali vede che gli sono necessarie armi nuove. Io, nella mia miseria, mi sono difesa assai male, pertanto vorrei che le mie sorelle imparassero dal mio esempio. Non dirò nulla che non sia frutto d’esperienza, o per averla provata in me o per averla osservata in altre anime.
4. pochi giorni fa mi ordinarono di scrivere una relazione della mia vita, ove ho anche trattato di certe cose riguardanti l’orazione. Può darsi che il mio confessore non voglia che lo vediate, e per questo includerò qui qualcosa di ciò che è detto là e anche altro che mi sembrerà ugualmente necessario. Il Signore – l’ho supplicato per questo – vi metta la sua mano, e lo volga alla sua maggior gloria! Amen.
CAPITOLO 1
Motivo che m’indusse a fondare questo monastero con una Regola tanto severa.
Nota del curatore: in questo capitolo emerge la fede incrollabile di Santa Teresa e quanto ella sia stata capace di confidare in Dio nei momenti difficili. Il suo abbandono, unito a fervide orazioni e richieste di aiuto erano il leit motiv della sua vocazione.
La mistica spagnola però, benché si sentisse inadeguata ad ogni mansione che intraprendeva, era risoluta di far la sua parte e di lavorare per la salvezza delle anime e l’avvento del Regno di Dio. La determinazione non le mancò mai e nel suo programma di lavoro unì disciplina e amore, le sole che possono metterci al riparo dai nemici e allo stesso tempo ci conducono alla meta della vita eterna.
1. All’inizio della fondazione di questo monastero (per le ragioni esposte nel libro che ho detto d’aver scritto, dove ho anche parlato di alcune straordinarie grazie con le quali il Signore mi fece conoscere che in questa casa doveva essere servito con molta generosità) non era mia intenzione che ci fosse tanto rigore nella forma esterna della Regola, né che il monastero mancasse di rendita, anzi, avrei voluto che ci fosse stata la possibilità di non farvi mancare nulla; insomma, ero debole e dappoco, quantunque fossi animata da buone intenzioni e non pensassi certo alla mia comodità.
2. in questo tempo mi giunse notizia dei danni e delle stragi che avevano fatto in Francia i luterani e di quanto andasse aumentando questa malaugurata setta. Ne provai gran dolore e, come se io potessi o fossi qualcosa, piangevo con il Signore e lo supplicavo di porre rimedio a tanto male. Mi sembrava che avrei dato mille volte la vita per salvare una fra le molte anime che là si perdevano. Ma, vedendomi donna e dappoco, nonché incapace a essere utile in ciò che avrei voluto a servizio del Signore, poiché tutta la mia ansia era, come lo è tuttora, che avendo egli tanti nemici e così pochi amici, decisi di fare quel poco che dipendeva da me. Decisi cioè di seguire i precetti evangelici con tutta la perfezione possibile e di adoperarmi perché queste religiose che son qui facessero lo stesso. Fiduciosa nella grande bontà di Dio, che aiuta sempre chi decide di lasciar tutto per amor suo, pensai che, essendo tali le mie consorelle come io le avevo immaginate nei miei desideri, le loro virtù avrebbero compensato i miei difetti e così io avrei potuto contentare in qualche cosa il Signore; infine pensavo che, tutte dedite alla preghiera per i difensori della Chiesa, per i predicatori e per i teologi che la sostengono, avremmo aiutato come meglio si poteva questo mio Signore, così perseguitato da coloro che ha tanto beneficato, da sembrare che questi traditori lo vogliano crocifiggere di nuovo e che egli non abbia dove posare il capo.
3. Oh, mio Redentore, il mio cuore non può giungere a tanto, senza sentirsi spezzare dalla pena! Che cos’è oggi questo atteggiamento dei cristiani? Possibile che a perseguitarvi siano sempre coloro che più vi devono? Coloro ai quali concedete le vostre migliori grazie, che scegliete per vostri amici, fra i quali vivete e ai quali vi comunicate con i sacramenti? Non sono essi sazi dei tormenti che avete patito per loro?
4. Certamente, Signor mio, non fa proprio nulla chi oggi abbandona il mondo; poiché esso è così poco fedele a voi, cosa possiamo sperare noi? Forse che meritiamo maggior fedeltà di quanta ne ha mostrato a voi? Forse che lo abbiamo gratificato con maggiori benefici, perché ci debba serbare amicizia? Dunque? Che cosa ci possiamo aspettare noi che per bontà del Signore siamo esenti da quel contagio pestilenziale, mentre coloro che vi si trovano son già preda del demonio? Un bel castigo si son guadagnati con le loro mani e un buon profitto di fuoco eterno hanno tratto dai loro piaceri! Se la vedano loro, anche se continua a spezzarmi il cuore vedere che tante anime si perdono. Del male ch’è stato non mi affliggo tanto, ma vorrei che non si perdesse ogni giorno un maggior numero di anime.
5. Oh, mie sorelle in Cristo, aiutatemi a supplicare il Signore affinché ci conceda questa grazia, poiché è proprio questo il motivo per cui egli vi ha qui radunate; questa è la vostra vocazione; questo dev’essere il vostro compito, queste le vostre aspirazioni, questo l’oggetto delle vostre lacrime, questo lo scopo delle vostre preghiere; non quello, sorelle mie, di interessi mondani. Quando ci vengono a chiedere di pregare Sua Maestà perché conceda rendite e denaro, io me ne rido, ma ne sono anche addolorata. Tale richiesta viene proprio da alcune persone che io vorrei supplicassero Dio di poter calpestare tutto. Esse hanno buone intenzioni e, in fondo, si finisce col tener conto della loro devozione, anche se io sono sicura di non essere mai ascoltata in questo genere di preghiere. Il mondo è in fiamme; vogliono nuovamente condannare Cristo, come si dice, raccogliendo contro di lui mille testimonianze; vogliono denigrare la sua Chiesa, e dobbiamo sprecare il tempo nel chiedere cose che, se per caso Dio ce le concedesse, ci farebbero avere un’anima di meno in cielo? No, sorelle mie, non è il momento di trattare con Dio d’interessi di poca importanza.
6. È certo che, se non considerassi la debolezza umana, che si consola di qualsiasi aiuto (ed è bene che noi diamo sempre ogni aiuto possibile), sarei lieta di far capire a tutti che non sono queste le cose per cui supplicare Dio con tanto zelo.
CAPITOLO 2
Mostra come non ci si debba preoccupare delle necessità corporali e quale sia il vantaggio della povertà.
Nota del curatore: per Santa Teresa, come per tutti i santi della storia cristiana, le cose materiali e le necessità della carne non erano affatto importanti. Anzi, loro le disprezzavano e le consideravano un veicolo di contaminazione che poteva mettere in pericolo la conquista del