La Bibbia cristiana: Antico e Nuovo testamento
Di AA. VV.
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La Bibbia cristiana - AA. VV.
SOMMARIO
LA SACRA BIBBIA
L’ANTICO TESTAMENTO
GENESI
ESODO
LEVITICO
NUMERI
DEUTERONOMIO
GIOSUÈ
GIUDICI
RUTH
I SAMUELE
II SAMUELE
I RE
II RE
I CRONACHE
II CRONACHE
ESDRA
NEHEMIA
ESTER
GIOBBE
LIBRO PRIMO
SALMO 1
SALMO 2
SALMO 3
SALMO 4
SALMO 5
SALMO 6
SALMO 7
SALMO 8
SALMO 9
SALMO 10
SALMO 11
SALMO 12
SALMO 13
SALMO 14
SALMO 15
SALMO 16
SALMO 17
SALMO 18
SALMO 19
SALMO 20
SALMO 21
SALMO 22
SALMO 23
SALMO 24
SALMO 25
SALMO 26
SALMO 27
SALMO 28
SALMO 29
SALMO 30
SALMO 31
SALMO 32
SALMO 33
SALMO 34
SALMO 35
SALMO 36
SALMO 37
SALMO 38
SALMO 39
SALMO 40
SALMO 41
LIBRO SECONDO
SALMO 42
SALMO 43
SALMO 44
SALMO 45
SALMO 46
SALMO 47
SALMO 48
SALMO 49
SALMO 50
SALMO 51
SALMO 52
SALMO 53
SALMO 54
SALMO 55
SALMO 56
SALMO 57
SALMO 58
SALMO 59
SALMO 60
SALMO 61
SALMO 62
SALMO 63
SALMO 64
SALMO 65
SALMO 66
SALMO 67
SALMO 68
SALMO 69
SALMO 70
SALMO 71
SALMO 72
LIBRO TERZO
SALMO 73
SALMO 74
SALMO 75
SALMO 76
SALMO 77
SALMO 78
SALMO 79
SALMO 80
SALMO 81
SALMO 82
SALMO 83
SALMO 84
SALMO 85
SALMO 86
SALMO 87
SALMO 88
SALMO 89
LIBRO QUARTO
SALMO 90
SALMO 91
SALMO 92
SALMO 93
SALMO 94
SALMO 95
SALMO 96
SALMO 97
SALMO 98
SALMO 99
SALMO 100
SALMO 101
SALMO 102
SALMO 103
SALMO 104
SALMO 105
SALMO 106
LIBRO QUINTO
SALMO 107
SALMO 108
SALMO 109
SALMO 110
SALMO 111
SALMO 112
SALMO 113
SALMO 114
SALMO 115
SALMO 116
SALMO 117
SALMO 118
SALMO 119
SALMO 120
SALMO 121
SALMO 122
SALMO 123
SALMO 124
SALMO 125
SALMO 126
SALMO 127
SALMO 128
SALMO 129
SALMO 130
SALMO 131
SALMO 132
SALMO 133
SALMO 134
SALMO 135
SALMO 136
SALMO 137
SALMO 138
SALMO 139
SALMO 140
SALMO 141
SALMO 142
SALMO 143
SALMO 144
SALMO 145
SALMO 146
SALMO 147
SALMO 148
SALMO 149
SALMO 150
PROVERBI
ECCLESIASTE
CANTICO DE’ CANTICI
ISAIA
GEREMIA
LAMENTAZIONI
EZECHIELE
DANIELE
OSEA
GIOELE
AMOS
ABDIA
GIONA
MICHEA
NAHUM
HABACUC
SOFONIA
AGGEO
ZACCARIA
MALACHIA
IL NUOVO TESTAMENTO
MATTEO
MARCO
LUCA
GIOVANNI
ATTI
ROMANI
I CORINZI
GALATI
EFESINI
FILIPPESI
COLOSSESI
I TESSALONICESI
I TIMOTEO
TITO
FILEMONE
EBREI
GIACOMO
I PIETRO
II PIETRO
I GIOVANNI
II GIOVANNI
III GIOVANNI
GIUDA
APOCALISSE
LA SACRA BIBBIA
L’ANTICO E IL NUOVO TESTAMENTO
VERSIONE RIVEDUTA
Versione riveduta in testo originale dal Dott. GIOVANNI LUZZI
TAVOLA DE’ LIBRI DELLA SACRA BIBBIA
I LIBRI DELL’ANTICO TESTAMENTO
PENTATEUCO
Genesi.............................................................
Esodo............................................................
Levitico ........................................................
Numeri..........................................................
Deuteronomio.............................................
LIBRI STORICI
Giosuè ........................................................
Giudici........................................................
Ruth............................................................
I Samuele....................................................
II Samuele ..................................................
I Re .............................................................
II Re............................................................
I Cronache ..................................................
II Cronache.................................................
Esdra...........................................................
Nehemia .....................................................
Ester ...........................................................
LIBRI POETICI
Giobbe........................................................
Salmi ..........................................................
Proverbi .....................................................
Ecclesiaste .................................................
Cantico de’ Cantici ....................................
Isaia............................................................
Geremia......................................................
Lamentazioni .............................................
Ezechiele....................................................
Daniele.......................................................
Osea ...........................................................
Gioele.........................................................
Amos..........................................................
Abdia .........................................................
Giona .........................................................
Michea .......................................................
Nahum........................................................
Habacuc .....................................................
Sofonia.......................................................
Aggeo.........................................................
Zaccaria .....................................................
Malachia ....................................................
I LIBRI DEL NUOVO TESTAMENTO
EVANGELO
Evangelo di Matteo ....................................
Evangelo di Marco .....................................
Evangelo di Luca........................................
Evangelo di Giovanni.................................
Atti degli Apostoli......................................
LETTERE DI PAOLO
Lettera di Paolo ai Romani.......................
I lettera di Paolo ai Corinzi ........................
II lettera di Paolo ai Corinzi .......................
Lettera di Paolo ai Galati ...........................
Lettera di Paolo agli Efesini.......................
Lettera di Paolo ai Filippesi .......................
Lettera di Paolo ai Colossesi......................
I lettera di Paolo ai Tessalonicesi...............
II lettera di Paolo ai Tessalonicesi.............
I lettera di Paolo a Timoteo .......................
II lettera di Paolo a Timoteo ......................
Lettera di Paolo a Tito ...............................
Lettera di Paolo a Filemone.......................
Lettera agli Ebrei .......................................
Lettera di Giacomo ....................................
I lettera di Pietro ........................................
II lettera di Pietro .......................................
I lettera di Giovanni ...................................
II lettera di Giovanni..................................
III lettera di Giovanni ................................
Lettera di Giuda .........................................
Apocalisse..................................................
L’ANTICO TESTAMENTO
VERSIONE RIVEDUTA SUL TESTO EBRAICO
GENESI
7
el principio Iddio creò i cieli e la terra.
E la terra era informe e vuota, e le
tenebre coprivano la faccia dell’abisso,
e lo spirito di Dio aleggiava sulla
superficie delle acque. E Dio disse: Sia la luce!
E la luce fu. E Dio vide che la luce era buona; e
Dio separò la luce dalle tenebre. E Dio chiamò la
luce giorno
, e le tenebre notte
. Così fu sera,
poi fu mattina: e fu il primo giorno. Poi Dio
disse: "Ci sia una distesa tra le acque, che separi
le acque dalle acque". E Dio fece la distesa e
separò le acque ch’erano sotto la distesa, dalle
acque ch’erano sopra la distesa. E così fu. E Dio
chiamò la distesa cielo
. Così fu sera, poi fu
mattina: e fu il secondo giorno. Poi Dio disse:
"Le acque che son sotto il cielo siano raccolte in
un unico luogo, e apparisca l’asciutto". E così fu.
E Dio chiamò l’asciutto terra
, e chiamò la
raccolta delle acque mari
. E Dio vide che
questo era buono. Poi Dio disse: "Produca la
terra della verdura, dell’erbe che faccian seme e
degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie,
portino del frutto avente in sé la propria semenza,
sulla terra". E così fu. E la terra produsse della
verdura, dell’erbe che facevan seme secondo la
loro specie, e degli alberi che portavano del frutto
avente in sé la propria semenza, secondo la loro
specie. E Dio vide che questo era buono. Così fu
sera, poi fu mattina: e fu il terzo giorno. Poi Dio
disse: "Sianvi de’ luminari nella distesa dei cieli
per separare il giorno dalla notte; e siano dei
segni e per le stagioni e per i giorni e per gli anni;
e servano da luminari nella distesa dei cieli per
dar luce alla terra". E così fu. E Dio fece i due
grandi luminari: il luminare maggiore, per
presiedere al giorno, e il luminare minore per
presiedere alla notte; e fece pure le stelle. E Dio li
mise nella distesa dei cieli per dar luce alla terra,
per presiedere al giorno e alla notte e separare la
luce dalle tenebre. E Dio vide che questo era
buono. Così fu sera, poi fu mattina: e fu il quarto
giorno. Poi Dio disse: "Producano le acque in
abbondanza animali viventi, e volino degli uccelli
sopra la terra per l’ampia distesa del cielo". E
Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli
esseri viventi che si muovono, i quali le acque
produssero in abbondanza secondo la loro specie,
ed ogni volatilo secondo la sua specie. E Dio vide
che questo era buono. E Dio li benedisse,
dicendo: "Crescete, moltiplicate, ed empite le
acque dei mari, e moltiplichino gli uccelli sulla
terra". Così fu sera, poi fu mattina: e fu il quinto
giorno. Poi Dio disse: "Produca la terra animali
viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e
animali selvatici della terra, secondo la loro
specie". E così fu. E Dio fece gli animali
selvatici della terra, secondo le loro specie, il
bestiame secondo le sue specie, e tutti i rettili
della terra, secondo le loro specie. E Dio vide che
questo era buono. Poi Dio disse: "Facciamo
l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza,
ed abbia dominio sui pesci del mare e sugli
uccelli del cielo e sul bestiame e su tutta la terra e
su tutti i rettili che strisciano sulla terra". E Dio
creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine
di Dio; li creò maschio e femmina. E Dio li
benedisse; e Dio disse loro: "Crescete e
moltiplicate e riempite la terra, e rendetevela
soggetta, e dominate sui pesci del mare e sugli
uccelli del cielo e sopra ogni animale che si
muove sulla terra. E Dio disse:
Ecco, io vi do
ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la
terra, ed ogni albero fruttifero che fa seme;
questo vi servirà di nutrimento. E ad ogni animale
della terra e ad ogni uccello dei cieli e a tutto ciò
che si muove sulla terra ed ha in sé un soffio di
vita, io do ogni erba verde per nutrimento". E
così fu. E Dio vide tutto quello che aveva fatto,
ed ecco, era molto buono. Così fu sera, poi fu
mattina: e fu il sesto giorno. Così furono compiti
i cieli e la terra e tutto l’esercito loro. Il settimo
giorno, Iddio compì l’opera che aveva fatta, e si
riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva
fatta. E Dio benedisse il settimo giorno e lo
santificò, perché in esso si riposò da tutta l’opera
che aveva creata e fatta. Queste sono le origini
dei cieli e della terra quando furono creati, nel
giorno che l’Eterno Iddio fece la terra e i cieli.
Non c’era ancora sulla terra alcun arbusto della
campagna, e nessuna erba della campagna era
ancora spuntata, perché l’Eterno Iddio non avea
fatto piovere sulla terra, e non c’era alcun uomo
per coltivare il suolo; ma un vapore saliva dalla
terra e adacquava tutta la superficie del suolo. E
l’Eterno Iddio formò l’uomo dalla polvere della
terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e
l’uomo divenne un’anima vivente. E l’Eterno
Iddio piantò un giardino in Eden, in oriente, e
quivi pose l’uomo che aveva formato. E l’Eterno
Iddio fece spuntare dal suolo ogni sorta d’alberi
piacevoli a vedersi e il cui frutto era buono da
mangiare, e l’albero della vita in mezzo al
giardino, e l’albero della conoscenza del bene e
del male. E un fiume usciva d’Eden per
adacquare il giardino, e di la si spartiva in quattro
bracci. Il nome del primo è Pishon, ed è quello
che circonda tutto il paese di Havila, dov’è l’oro;
e l’oro di quel paese è buono; quivi si trovan pure
il bdellio e l’onice. Il nome del secondo fiume è
Ghihon, ed è quello che circonda tutto il paese di
Cush. Il nome del terzo fiume è Hiddekel, ed è
quello che scorre a oriente dell’Assiria. E il
quarto fiume è l’Eufrate. L’Eterno Iddio prese
dunque l’uomo e lo pose nel giardino d’Eden
perché lo lavorasse e lo custodisse. E l’Eterno
Iddio diede all’uomo questo comandamento:
"Mangia pure liberamente del frutto d’ogni
albero del giardino; ma del frutto dell’albero
N
GENESI
8
della conoscenza del bene e del male non ne
mangiare; perché, nel giorno che tu ne mangerai,
per certo morrai. Poi l’Eterno Iddio disse:
Non
è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto
che gli sia convenevole". E l’Eterno Iddio avendo
formato dalla terra tutti gli animali dei campi e
tutti gli uccelli dei cieli, li menò all’uomo per
vedere come li chiamerebbe, e perché ogni essere
vivente portasse il nome che l’uomo gli darebbe.
E l’uomo dette de’ nomi a tutto il bestiame, agli
uccelli dei cieli e ad ogni animale dei campi; ma
per l’uomo non si trovò aiuto che gli fosse
convenevole. Allora l’Eterno Iddio fece cadere
un profondo sonno sull’uomo, che s’addormentò;
e prese una delle costole di lui, e richiuse la carne
al posto d’essa. E l’Eterno Iddio, con la costola
che avea tolta all’uomo, formò una donna e la
menò all’uomo. E l’uomo disse: "Questa,
finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della
mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata
tratta dall’uomo". Perciò l’uomo lascerà suo
padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e
saranno una stessa carne. E l’uomo e la sua
moglie erano ambedue ignudi e non ne aveano
vergogna. Or il serpente era il più astuto di tutti
gli animali dei campi che l’Eterno Iddio aveva
fatti; ed esso disse alla donna: "Come! Iddio v’ha
detto: Non mangiate del frutto di tutti gli alberi
del giardino?" E la donna rispose al serpente:
"Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo
mangiare; ma del frutto dell’albero ch’è in mezzo
al giardino Iddio ha detto: Non ne mangiate e non
lo toccate, che non abbiate a morire". E il
serpente disse alla donna: "No, non morrete
affatto; ma Iddio sa che nel giorno che ne
mangerete, gli occhi vostri s’apriranno, e sarete
come Dio, avendo la conoscenza del bene e del
male". E la donna vide che il frutto dell’albero
era buono a mangiarsi, ch’era bello a vedere, e
che l’albero era desiderabile per diventare
intelligente; prese del frutto, ne mangiò, e ne
dette anche al suo marito ch’era con lei, ed egli
ne mangiò. Allora si apersero gli occhi ad
ambedue, e s’accorsero ch’erano ignudi; e
cucirono delle foglie di fico, e se ne fecero delle
cinture. E udirono la voce dell’Eterno Iddio il
quale camminava nel giardino sul far della sera; e
l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza
dell’Eterno Iddio, fra gli alberi del giardino. E
l’Eterno Iddio chiamò l’uomo e gli disse: "Dove
sei? E quegli rispose:
Ho udito la tua voce nel
giardino, e ho avuto paura, perch’ero ignudo, e
mi sono nascosto. E Dio disse:
Chi t’ha
mostrato ch’eri ignudo? Hai tu mangiato del
frutto dell’albero del quale io t’avevo comandato
di non mangiare? L’uomo rispose:
La donna
che tu m’hai messa accanto, è lei che m’ha dato
del frutto dell’albero, e io n’ho mangiato". E
l’Eterno Iddio disse alla donna: "Perché hai fatto
questo? E la donna rispose:
Il serpente mi ha
sedotta, ed io ne ho mangiato ". Allora l’Eterno
Iddio disse al serpente: "Perché hai fatto questo,
sii maledetto fra tutto il bestiame e fra tutti gli
animali dei campi! Tu camminerai sul tuo ventre,
e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita. E
io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua
progenie e la progenie di lei; questa progenie ti
schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno". Alla
donna disse: "Io moltiplicherò grandemente le tue
pene e i dolori della tua gravidanza; con dolore
partorirai figliuoli; i tuoi desideri si volgeranno
verso il tuo marito, ed egli dominerà su te". E ad
Adamo disse: "Perché hai dato ascolto alla voce
della tua moglie e hai mangiato del frutto
dell’albero circa il quale io t’avevo dato
quest’ordine: Non ne mangiare, il suolo sarà
maledetto per causa tua; ne mangerai il frutto con
affanno, tutti i giorni della tua vita. Esso ti
produrrà spine e triboli, e tu mangerai l’erba dei
campi. mangerai il pane col sudore del tuo volto,
finché tu ritorni nella terra donde fosti tratto;
perché sei polvere, e in polvere ritornerai". E
l’uomo pose nome Eva alla sua moglie, perch’è
stata la madre di tutti i viventi. E l’Eterno Iddio
fece ad Adamo e alla sua moglie delle tuniche di
pelle, e li vestì. Poi l’Eterno Iddio disse: "Ecco,
l’uomo è diventato come uno di noi quanto a
conoscenza del bene e dei male. Guardiamo
ch’egli non stenda la mano e prenda anche del
frutto dell’albero della vita, e ne mangi, e viva in
perpetuo". Perciò l’Eterno Iddio mandò via
l’uomo dal giardino d’Eden, perché lavorasse la
terra donde era stato tratto. Così egli scacciò
l’uomo; e pose ad oriente del giardino d’Eden i
cherubini, che vibravano da ogni parte una spada
fiammeggiante, per custodire la via dell’albero
della vita. Or Adamo conobbe Eva sua moglie, la
quale concepì e partorì Caino, e disse: "Ho
acquistato un uomo, con l’aiuto dell’Eterno". Poi
partorì ancora Abele, fratello di lui. E Abele fu
pastore di pecore; e Caino, lavoratore della terra.
E avvenne, di li a qualche tempo, che Caino fece
un offerta di frutti della terra all’Eterno; e Abele
offerse anch’egli dei primogeniti del suo gregge e
del loro grasso. E l’Eterno guardò con favore
Abele e la sua offerta, ma non guardò con favore
Caino e l’offerta sua. E Caino ne fu molto irritato,
e il suo viso ne fu abbattuto. E l’Eterno disse a
Caino: "Perché sei tu irritato? e perché hai il
volto abbattuto? Se fai bene non rialzerai tu il
volto? ma, se fai male, il peccato sta spiandoti
alla porta, e i suoi desideri son vòlti a te; ma tu lo
devi dominare!" E Caino disse ad Abele suo
fratello: Usciamo fuori ai campi!
E avvenne
che, quando furono nei campi, Caino si levò
contro Abele suo fratello, e l’uccise. E l’Eterno
disse a Caino: Dov’è Abele tuo fratello?
Ed
egli rispose: "Non lo so; sono io forse il
GENESI
9
guardiano di mio fratello?" E l’Eterno disse:
"Che hai tu fatto? la voce del sangue di tuo
fratello grida a me dalla terra. E ora tu sarai
maledetto, condannato ad errar lungi dalla terra
che ha aperto la sua bocca per ricevere il sangue
del tuo fratello dalla tua mano. Quando coltiverai
il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti, e tu
sarai vagabondo e fuggiasco sulla terra". E Caino
disse all’Eterno: "Il mio castigo è troppo grande
perch’io lo possa sopportare. Ecco, tu mi scacci
oggi dalla faccia di questo suolo, ed io sarò
nascosto dal tuo cospetto, e sarò vagabondo e
fuggiasco per la terra; e avverrà che chiunque mi
troverà mi ucciderà. E l’Eterno gli disse:
Perciò,
chiunque ucciderà Caino, sarà punito sette volte
più di lui". E l’Eterno mise un segno su Caino,
affinché nessuno, trovandolo, l’uccidesse. E
Caino si partì dal cospetto dell’Eterno e dimorò
nel paese di Nod, ad oriente di Eden. E Caino
conobbe la sua moglie, la quale concepì e partorì
Enoc. Poi si mise a edificare una città, a cui diede
il nome di Enoc, dal nome del suo figliuolo. E ad
Enoc nacque Irad; Irad generò Mehujael;
Mehujael generò Methushael, e Methushael
generò Lamec. E Lamec prese due mogli: il nome
dell’una era Ada, e il nome dell’altra, Zilla. E
Ada partorì Jabal, che fu il padre di quelli che
abitano sotto le tende presso i greggi. E il nome
del suo fratello era Jubal, che fu il padre di tutti
quelli che suonano la cetra ed il flauto. E Zilla
partorì anch’essa Tubal-cain, l’artefice d’ogni
sorta di strumenti di rame e di ferro, e la sorella
di Tubal-cain fu Naama. E Lamec disse alle sue
mogli: "Ada e Zilla, ascoltate la mia voce; mogli
di Lamec, porgete orecchio ai mio dire! Sì, io ho
ucciso un uomo perché m’ha ferito, e un giovine
perché m’ha contuso. Se Caino sarà vendicato
sette volte, Lamec lo sarà settantasette volte". E
Adamo conobbe ancora la sua moglie, ed essa
partorì un figliuolo, a cui pose nome Seth,
perché
ella disse, "Iddio m’ha dato un altro
figliuolo al posto d’Abele, che Caino ha ucciso".
E anche a Seth nacque un figliuolo, a cui pose
nome Enosh. Allora si cominciò a invocare il
nome dell’Eterno. Questo è il libro della posterità
d’Adamo. Nel giorno che Dio creò l’uomo, lo
fece a somiglianza di Dio; li creò maschio e
femmina, li benedisse e dette loro il nome di
uomo
, nel giorno che furon creati. Adamo visse
centotrent’anni, generò un figliuolo, a sua
somiglianza, conforme alla sua immagine, e gli
pose nome Seth; e il tempo che Adamo visse,
dopo ch’ebbe generato Seth, fu ottocent’anni, e
generò figliuoli e figliuole; e tutto il tempo che
Adamo visse fu novecentotrent’anni; poi morì. E
Seth visse centocinque anni, e generò Enosh. E
Seth, dopo ch’ebbe generato Enosh, visse
ottocentosette anni, e generò figliuoli e figliuole;
e tutto il tempo che Seth visse fu novecentododici
anni; poi morì. Ed Enosh visse novant’anni, e
generò Kenan. Ed Enosh, dopo ch’ebbe generato
Kenan, visse ottocentoquindici anni, e generò
figliuoli e figliuole; e tutto il tempo che Enosh
visse fu novecentocinque anni; poi morì. E
Kenan visse settant’anni, e generò Mahalaleel. E
Kenan, dopo ch’ebbe generato Mahalaleel, visse
ottocentoquarant’anni, e generò figliuoli e
figliuole; e tutto il tempo che Kenan visse fu
novecentodieci anni; poi morì. E Mahalaleel
visse sessantacinque anni, e generò Jared. E
Mahalaleel, dopo ch’ebbe generato Jared, visse
ottocentotrent’anni, e generò figliuoli e figliuole;
e tutto il tempo che Mahalaleel visse fu
ottocentonovantacinque anni; poi morì. E Jared
visse centosessantadue anni, e generò Enoc. E
Jared, dopo ch’ebbe generato Enoc, visse
ottocent’anni, e generò figliuoli e figliuole; e
tutto il tempo che Jared visse fu
novecentosessantadue anni; poi morì. Ed Enoc
visse sessantacinque anni, e generò Methushelah.
Ed Enoc, dopo ch’ebbe generato Methushelah,
camminò con Dio trecent’anni, e generò figliuoli
e figliuole; e tutto il tempo che Enoc visse fu
trecentosessantacinque anni. Ed Enoc camminò
con Dio; poi disparve, perché Iddio lo prese. E
Methushelah visse centottantasette anni e generò
Lamec. E Methushelah, dopo ch’ebbe generato
Lamec, visse settecentottantadue anni, e generò
figliuoli e figliuole; e tutto il tempo che
Methushelah visse fu novecentosessantanove
anni; poi morì. E Lamec visse centottantadue
anni, e generò un figliuolo; e gli pose nome Noè,
dicendo: "Questo ci consolerà della nostra opera e
della fatica delle nostre mani cagionata dal suolo
che l’Eterno ha maledetto". E Lamec, dopo
ch’ebbe generato Noè, visse
cinquecentonovantacinque anni, e generò figliuoli
e figliuole; e tutto il tempo che Lamec visse fu
settecentosettantasette anni; poi morì. E Noè,
all’età di cinquecent’anni, generò Sem, Cam e
Jafet. Or quando gli uomini cominciarono a
moltiplicare sulla faccia della terra e furon loro
nate delle figliuole, avvenne che i figliuoli di Dio
videro che le figliuole degli uomini erano belle, e
presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte.
E l’Eterno disse: "Lo spirito mio non contenderà
per sempre con l’uomo; poiché, nel suo
traviamento, egli non è che carne; i suoni giorni
saranno quindi centovent’anni". In quel tempo
c’erano sulla terra i giganti, e ci furono anche di
poi, quando i figliuoli di Dio si accostarono alle
figliuole degli uomini, e queste fecero loro de’
figliuoli. Essi sono gli uomini potenti che, fin dai
tempi antichi, sono stati famosi. E l’Eterno vide
che la malvagità degli uomini era grande sulla
terra, e che tutti i disegni dei pensieri del loro
cuore non erano altro che male in ogni tempo. E
l’Eterno si pentì d’aver fatto l’uomo sulla terra, e
GENESI
10
se ne addolorò in cuor suo. E l’Eterno disse: "Io
sterminerò di sulla faccia della terra l’uomo che
ho creato: dall’uomo al bestiame, ai rettili, agli
uccelli dei cieli; perché mi pento d’averli fatti".
Ma Noè trovò grazia agli occhi dell’Eterno.
Questa è la posterità di Noè. Noè fu uomo giusto,
integro, ai suoi tempi; Noè camminò con Dio. E
Noè generò tre figliuoli: Sem, Cam e Jafet. Or la
terra era corrotta davanti a Dio; la terra era
ripiena di violenza. E Dio guardò la terra; ed
ecco, era corrotta, poiché ogni carne avea
corrotto la sua via sulla terra. E Dio disse a Noè:
"Nei miei decreti, la fine d’ogni carne è giunta;
poiché la terra, per opera degli uomini, è piena di
violenza; ecco, io li distruggerò, insieme con la
terra. Fatti un’arca di legno di gofer; falla a
stanze, e spalmala di pece, di dentro e di fuori. Ed
ecco come la dovrai fare: la lunghezza dell’arca
sarà di trecento cubiti; la larghezza, di cinquanta
cubiti, e l’altezza, di trenta cubiti. Farai all’arca
una finestra, in alto, e le darai la dimensione d’un
cubito; metterai la porta da un lato, e farai l’arca
a tre piani: uno da basso, un secondo e un terzo
piano. Ed ecco, io sto per far venire il diluvio
delle acque sulla terra, per distruggere di sotto i
cieli ogni carne in cui è alito di vita; tutto quello
ch’è sopra la terra, morrà. Ma io stabilirò il mio
patto con te; e tu entrerai nell’arca: tu e i tuoi
figliuoli, la tua moglie e le mogli de’ tuoi figliuoli
con te. E di tutto ciò che vive, d’ogni carne, fanne
entrare nell’arca due d’ogni specie, per
conservarli in vita con te; e siano maschio e
femmina. Degli uccelli secondo le loro specie del
bestiame secondo le sue specie, e di tutti i rettili
della terra secondo le loro specie, due d’ogni
specie verranno a te, perché tu li conservi in vita.
E tu prenditi d’ogni cibo che si mangia, e fattene
provvista, perché serva di nutrimento a te e a
loro". E Noè fece così; fece tutto quello che Dio
gli avea comandato. E l’Eterno disse a Noè:
"Entra nell’arca tu con tutta la tua famiglia,
poiché t’ho veduto giusto nel mio cospetto, in
questa generazione. D’ogni specie di animali puri
prendine sette paia, maschio e femmina; e degli
animali impuri un paio, maschio e femmina; e
parimente degli uccelli dei cieli prendine sette
paia, maschio e femmina, per conservarne in vita
la razza sulla faccia di tutta la terra; poiché di qui
a sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta
giorni e quaranta notti, e sterminerò di sulla
faccia della terra tutti gli esseri viventi che ho
fatto". E Noè fece tutto quello che l’Eterno gli
avea comandato. Noè era in età di seicent’anni,
quando il diluvio delle acque inondò la terra. E
Noè, coi suoi figliuoli, con la sua moglie e con le
mogli de’ suoi figliuoli, entrò nell’arca per
scampare dalle acque del diluvio. Degli animali
puri e degli animali impuri, degli uccelli e di tutto
quello che striscia sulla terra, vennero delle
coppie, maschio e femmina, a Noè nell’arca,
come Dio avea comandato a Noè. E, al termine
dei sette giorni, avvenne che le acque del diluvio
furono sulla terra. L’anno seicentesimo della vita
di Noè, il secondo mese, il diciassettesimo giorno
del mese, in quel giorno, tutte le fonti del grande
abisso scoppiarono e le cateratte del cielo
s’aprirono. E piovve sulla terra per quaranta
giorni e quaranta notti. In quello stesso giorno,
Noè, Sem, Cam e Jafet, figliuoli di Noè, la
moglie di Noè e le tre mogli dei suoi figliuoli con
loro, entrarono nell’arca: essi, e tutti gli animali
secondo le loro specie, e tutto il bestiame
secondo le sue specie, e tutti i rettili che
strisciano sulla terra, secondo le loro specie, e
tutti gli uccelli secondo le loro specie, tutti gli
uccelletti, tutto quel che porta ali. D’ogni carne in
cui è alito di vita venne una coppia a Noè
nell’arca: venivano maschio e femmina d’ogni
carne, come Dio avea comandato a Noè; poi
l’Eterno lo chiuse dentro l’arca. E il diluvio
venne sopra la terra per quaranta giorni; e le
acque crebbero e sollevarono l’arca, che fu levata
in alto d’in su la terra. E le acque ingrossarono e
crebbero grandemente sopra la terra, e l’arca
galleggiava sulla superficie delle acque. E le
acque ingrossarono oltremodo sopra la terra; e
tutte le alte montagne che erano sotto tutti i cieli,
furon coperte. Le acque salirono quindici cubiti al
disopra delle vette dei monti; e le montagne furon
coperte. E perì ogni carne che si moveva sulla
terra: uccelli, bestiame, animali salvatici, rettili
d’ogni sorta striscianti sulla terra, e tutti gli
uomini. Tutto quello ch’era sulla terra asciutta ed
aveva alito di vita nelle sue narici, morì. E tutti
gli esseri che erano sulla faccia della terra furono
sterminati: dall’uomo fino al bestiame, ai rettili e
agli uccelli del cielo; furono sterminati di sulla
terra; non scampò che Noè con quelli ch’eran con
lui nell’arca. E le acque rimasero alte sopra la
terra per centocinquanta giorni. Or Iddio si
ricordò di Noè, di tutti gli animali e di tutto il
bestiame ch’era con lui nell’arca; e Dio fece
passare un vento sulla terra, e le acque si
calmarono; le fonti dell’abisso e le cateratte del
cielo furono chiuse, e cessò la pioggia dal cielo;
le acque andarono del continuo ritirandosi di
sulla terra, e alla fine di centocinquanta giorni
cominciarono a scemare. E nel settimo mese, il
decimosettimo giorno del mese, l’arca si fermò
sulle montagne di Ararat. E le acque andarono
scemando fino al decimo mese. Nel decimo mese,
il primo giorno del mese, apparvero le vette dei
monti. E in capo a quaranta giorni, Noè apri la
finestra che avea fatta nell’arca, e mandò fuori il
corvo, il quale uscì, andando e tornando, finché
le acque furono asciugate sulla terra. Poi mandò
fuori la colomba, per vedere se le acque fossero
diminuite sulla superficie della terra. Ma la
GENESI
11
colomba non trovò dove posar la pianta del suo
piede, e tornò a lui nell’arca, perché c’eran delle
acque sulla superficie di tutta la terra; ed egli
stese la mano, la prese, e la portò con sé dentro
l’arca. E aspettò altri sette giorni, poi mandò di
nuovo la colomba fuori dell’arca. E la colomba
tornò a lui, verso sera; ed ecco, essa aveva nel
becco una foglia fresca d’ulivo; onde Noè capì
che le acque erano scemate sopra la terra. E
aspettò altri sette giorni, poi mandò fuori la
colomba; ma essa non tornò più a lui. L’anno
secentesimoprimo di Noè, il primo mese, il primo
giorno del mese, le acque erano asciugate sulla
terra; e Noè scoperchiò l’arca, guardò, ed ecco
che la superficie del suolo era asciutta. E il
secondo mese, il ventisettesimo giorno del mese,
la terra era asciutta. E Dio parlò a Noè, dicendo:
"Esci dall’arca tu e la tua moglie, i tuoi figliuoli e
le mogli dei tuoi figliuoli con te. Fa’ uscire con te
tutti gli animali che sono teco, d’ogni carne:
uccelli, bestiame, e tutti i rettili che strisciano
sulla terra, perché abbondino sulla terra, e figlino
e moltiplichino sulla terra". E Noè uscì con i suoi
figliuoli, con la sua moglie, e con le mogli dei
suoi figliuoli. Tutti gli animali, tutti i rettili, tutti
gli uccelli, tutto quel che si muove sulla terra,
secondo le loro famiglie, uscirono dall’arca. E
Noè edificò un altare all’Eterno; prese d’ogni
specie d’animali puri e d’ogni specie d’uccelli
puri, e offrì olocausti sull’altare. E l’Eterno sentì
un odor soave; e l’Eterno disse in cuor suo: "Io
non maledirò più la terra a cagione dell’uomo,
poiché i disegni del cuor dell’uomo sono malvagi
fin dalla sua fanciullezza; e non colpirò più ogni
cosa vivente, come ho fatto. Finché la terra
durerà, sementa e raccolta, freddo e caldo, estate
e inverno, giorno e notte, non cesseranno mai". E
Dio benedisse Noè e i suoi figliuoli, e disse loro:
"Crescete, moltiplicate, e riempite la terra. E
avranno timore e spavento di voi tutti gli animali
della terra e tutti gli uccelli del cielo. Essi son
dati in poter vostro con tutto ciò che striscia sulla
terra e con tutti i pesci del mare. Tutto ciò che si
muove ed ha vita vi servirà di cibo; io vi do tutto
questo, come l’erba verde; ma non mangerete
carne con la vita sua, cioè col suo sangue. E,
certo, io chiederò conto del vostro sangue, del
sangue delle vostre vite; ne chiederò conto ad
ogni animale; e chiederò conto della vita
dell’uomo alla mano dell’uomo, alla mano d’ogni
suo fratello. Il sangue di chiunque spargerà il
sangue dell’uomo sarà sparso dall’uomo, perché
Dio ha fatto l’uomo a immagine sua. Voi dunque
crescete e moltiplicate; spandetevi sulla terra, e
moltiplicate in essa". Poi Dio parlò a Noè e ai
suoi figliuoli con lui, dicendo: "Quanto a me,
ecco, stabilisco il mio patto con voi e con la
vostra progenie dopo voi, e con tutti gli esseri
viventi che sono con voi: uccelli, bestiame, e tutti
gli animali della terra con voi; da tutti quelli che
sono usciti dall’arca, a tutti quanti gli animali
della terra. Io stabilisco il mio patto con voi, e
nessuna carne sarà più sterminata dalle acque del
diluvio, e non ci sarà più diluvio per distruggere
la terra. E Dio disse:
Ecco il segno del patto
che io fo tra me e voi e tutti gli esseri viventi che
sono con voi, per tutte le generazioni a venire. Io
pongo il mio arco nella nuvola, e servirà di segno
del patto fra me e la terra. E avverrà che quando
avrò raccolto delle nuvole al disopra della terra,
l’arco apparirà nelle nuvole, e io mi ricorderò del
mio patto fra me e voi e ogni essere vivente
d’ogni carne, e le acque non diventeranno più un
diluvio per distruggere ogni carne. L’arco dunque
sarà nelle nuvole, e io lo guarderò per ricordarmi
del patto perpetuo fra Dio e ogni essere vivente,
di qualunque carne che è sulla terra". E Dio disse
a Noè: "Questo è il segno del patto che io ho
stabilito fra me e ogni carne che è sulla terra". E i
figliuoli di Noè che uscirono dall’arca furono
Sem, Cam e Jafet; e Cam è il padre di Canaan.
Questi sono i tre figliuoli di Noè; e da loro fu
popolata tutta la terra. Or Noè, ch’era agricoltore,
cominciò a piantar la vigna; e bevve del vino e
s’inebriò e si scoperse in mezzo alla sua tenda. E
Cam, padre di Canaan, vide la nudità del padre
suo, e andò a dirlo fuori, ai suoi fratelli. Ma Sem
e Jafet presero il suo mantello, se lo misero
assieme sulle spalle, e camminando all’indietro,
coprirono la nudità del loro padre; e siccome
aveano la faccia vòlta alla parte opposta, non
videro la nudità del loro padre. E quando Noè si
svegliò dalla sua ebbrezza, seppe quello che gli
avea fatto il suo figliuolo minore; e disse:
"Maledetto sia Canaan! Sia servo dei servi de’
suoi fratelli! E disse ancora:
Benedetto sia
l’Eterno, l’Iddio di Sem, e sia Canaan suo servo!
Iddio estenda Jafet, ed abiti egli nelle tende di
Sem, e sia Canaan suo servo!" E Noè visse, dopo
il diluvio, trecentocinquant’anni. E tutto il tempo
che Noè visse fu novecentocinquant’anni; poi
morì. Questa è la posterità dei figliuoli di Noè:
Sem, Cam e Jafet; e a loro nacquero de’ figliuoli,
dopo il diluvio. I figliuoli di Jafet furono Gomer,
Magog, Madai, Javan, Tubal, Mescec e Tiras. I
figliuoli di Gomer: Ashkenaz, Rifat e Togarma. I
figliuoli di Javan: Elisha, Tarsis, Kittim e
Dodanim. Da essi vennero i popoli sparsi nelle
isole delle nazioni, nei loro diversi paesi,
ciascuno secondo la propria lingua, secondo le
loro famiglie, nelle loro nazioni. I figliuoli di
Cam furono Cush, Mitsraim, Put e Canaan. I
figliuoli di Cush: Seba, Havila, Sabta, Raama e
Sabteca; e i figliuoli di Raama: Sceba e Dedan. E
Cush generò Nimrod, che cominciò a esser
potente sulla terra. Egli fu un potente cacciatore
nei cospetto dell’Eterno; perciò si dice: "Come
Nimrod, potente cacciatore nel cospetto
GENESI
12
dell’Eterno". E il principio del suo regno fu
Babel, Erec, Accad e Calne nel paese di Scinear.
Da quel paese andò in Assiria ed edificò Ninive,
Rehoboth-Ir e Calah; e, fra Ninive e Calah,
Resen, la gran città. Mitsraim generò i Ludim, gli
Anamim, i Lehabim, i Naftuhim, i Pathrusim, i
Casluhim (donde uscirono i Filistei) e i Caftorim.
Canaan generò Sidon, suo primogenito, e Heth, e
i Gebusei, gli Amorei, i Ghirgasei, gli Hivvei, gli
Archei, i Sinei, gli Arvadei, i Tsemarei e gli
Hamattei. Poi le famiglie dei Cananei si sparsero.
E i confini dei Cananei andarono da Sidon, in
direzione di Gherar, fino a Gaza; e in direzione di
Sodoma, Gomorra, Adma e Tseboim, fino a
Lesha. Questi sono i figliuoli di Cam, secondo le
loro famiglie, secondo le loro lingue, nei loro
paesi, nelle loro nazioni. Anche a Sem, padre di
tutti i figliuoli di Eber e fratello maggiore di
Jafet, nacquero de’ figliuoli. I figliuoli di Sem
furono Elam, Assur, Arpacshad, Lud e Aram. I
figliuoli di Aram: Uz, Hul, Gheter e Mash. E
Arpacshad generò Scelah, e Scelah generò Eber.
E ad Eber nacquero due figliuoli; il nome
dell’uno fu Peleg, perché ai suoi giorni la terra fu
spartita; e il nome del suo fratello fu Jokthan. E
Jokthan generò Almodad, Scelef, Hatsarmaveth,
Jerah, Hadoram, Uzal, Diklah, Obal, Abimael,
Sceba, Ofir, Havila e Jobab. Tutti questi furono
figliuoli di Jokthan. E la loro dimora fu la
montagna orientale, da Mesha, fin verso Sefar.
Questi sono i figliuoli di Sem, secondo le loro
famiglie, secondo le loro lingue, nei loro paesi,
secondo le loro nazioni. Queste sono le famiglie
dei figliuoli di Noè secondo le loro generazioni,
nelle loro nazioni; e da essi uscirono le nazioni
che si sparsero per la terra dopo il diluvio. Or
tutta la terra parlava la stessa lingua e usava le
stesse parole. E avvenne che, essendo partiti
verso l’Oriente, gli uomini trovarono una pianura
nel paese di Scinear, e quivi si stanziarono. E
dissero l’uno all’altro: "Orsù, facciamo dei
mattoni e cociamoli col fuoco!" E si valsero di
mattoni invece di pietre, e di bitume invece di
calcina. E dissero: "Orsù, edifichiamoci una città
ed una torre di cui la cima giunga fino al cielo, e
acquistiamoci fama, onde non siamo dispersi
sulla faccia di tutta la terra". E l’Eterno discese
per vedere la città e la torre che i figliuoli degli
uomini edificavano. E l’Eterno disse: "Ecco, essi
sono un solo popolo e hanno tutti il medesimo
linguaggio; e questo è il principio del loro lavoro;
ora nulla li impedirà di condurre a termine ciò che
disegnano di fare. Orsù, scendiamo e
confondiamo quivi il loro linguaggio, sicché
l’uno non capisca il parlare dell’altro!" Così
l’Eterno li disperse di la sulla faccia di tutta la
terra, ed essi cessarono di edificare la città. Perciò
a questa fu dato il nome di Babel perché l’Eterno
confuse quivi il linguaggio di tutta la terra, e di la
l’Eterno li disperse sulla faccia di tutta la terra.
Questa è la posterità di Sem. Sem, all’età di
cent’anni, generò Arpacshad, due anni dopo il
diluvio. E Sem, dopo ch’ebbe generato
Arpacshad, visse cinquecent’anni e generò
figliuoli e figliuole. Arpacshad visse trentacinque
anni e generò Scelah; e Arpacshad, dopo aver
generato Scelah, visse quattrocento anni e generò
figliuoli e figliuole. Scelah visse trent’anni e
generò Eber; e Scelah, dopo aver generato Eber,
visse quattrocentotre anni e generò figliuoli e
figliuole. Eber visse trentaquattro anni e generò
Peleg; ed Eber, dopo aver generato Peleg, visse
quattrocentotrent’anni e generò figliuoli e
figliuole. Peleg visse trent’anni e generò Reu; e
Peleg, dopo aver generato Reu, visse
duecentonove anni e generò figliuoli e figliuole.
Reu visse trentadue anni e generò Serug; e Reu,
dopo aver generato Serug, visse duecentosette
anni e generò figliuoli e figliuole. Serug visse
trent’anni e generò Nahor; e Serug, dopo aver
generato Nahor, visse duecento anni e generò
figliuoli e figliuole. Nahor visse ventinove anni e
generò Terah; e Nahor, dopo aver generato
Terah, visse centodiciannove anni e generò
figliuoli e figliuole. Terah visse settant’anni e
generò Abramo, Nahor e Haran. E questa è la
posterità di Terah. Terah generò Abramo, Nahor
e Haran; e Haran generò Lot. Haran morì in
presenza di Terah suo padre, nel suo paese
nativo, in Ur de’ Caldei. E Abramo e Nahor si
presero delle mogli; il nome della moglie
d’Abramo era Sarai; e il nome della moglie di
Nahor, Milca, ch’era figliuola di Haran, padre di
Milca e padre di Isca. E Sarai era sterile; non
aveva figliuoli. E Terah prese Abramo, suo
figliuolo, e Lot, figliuolo di Haran, cioè figliuolo
del suo figliuolo, e Sarai sua nuora, moglie
d’Abramo suo figliuolo, e uscirono insieme da Ur
de’ Caldei per andare nel paese di Canaan; e,
giunti a Charan, dimorarono quivi. E il tempo che
Terah visse fu duecentocinque anni; poi Terah
morì in Charan. Or l’Eterno disse ad Abramo:
"Vattene dal tuo paese e dal tuo parentado e dalla
casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò; e
io farò di te una grande nazione e ti benedirò e
renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di
benedizione; e benedirò quelli che ti benediranno
e maledirò chi ti maledirà e in te saranno
benedette tutte le famiglie della terra". E Abramo
se ne andò, come l’Eterno gli avea detto, e Lot
andò con lui. Abramo aveva settantacinque anni
quando partì da Charan. E Abramo prese Sarai
sua moglie e Lot, figliuolo del suo fratello, e tutti
i beni che possedevano e le persone che aveano
acquistate in Charan, e partirono per andarsene
nel paese di Canaan; e giunsero nel paese di
Canaan. E Abramo traversò il paese fino al luogo
di Sichem, fino alla quercia di Moreh. Or in quel
GENESI
13
tempo i Cananei erano nel paese. E l’Eterno
apparve ad Abramo e disse: "Io darò questo
paese alla tua progenie". Ed egli edificò quivi un
altare all’Eterno che gli era apparso. E di là si
trasportò verso la montagna a oriente di Bethel, e
piantò le sue tende, avendo Bethel a occidente e
Ai ad oriente; e quivi edificò un altare all’Eterno
e invocò il nome dell’Eterno. Poi Abramo si
partì, proseguendo da un accampamento all’altro,
verso mezzogiorno. Or venne nel paese una
carestia; e Abramo scese in Egitto per
soggiornarvi, perché la fame era grave nel paese.
E come stava per entrare in Egitto, disse a Sarai
sua moglie: "Ecco, io so che tu sei una donna di
bell’aspetto; e avverrà che quando gli Egiziani
t’avranno veduta, diranno: Ella è sua moglie; e
uccideranno me, ma a te lasceranno la vita. Deh,
di’ che sei mia sorella, perché io sia trattato bene
a motivo di te, e la vita mi sia conservata per
amor tuo". E avvenne che quando Abramo fu
giunto in Egitto, gli Egiziani osservarono che la
donna era molto bella. E i principi di Faraone la
videro e la lodarono dinanzi a Faraone; e la
donna fu menata in casa di Faraone. Ed egli fece
del bene ad Abramo per amor di lei; ed Abramo
ebbe pecore e buoi e asini e servi e serve e asine
e cammelli. Ma l’Eterno colpì Faraone e la sua
casa con grandi piaghe, a motivo di Sarai, moglie
d’Abramo. Allora Faraone chiamò Abramo e
disse: "Che m’hai tu fatto? perché non m’hai
detto ch’era tua moglie? perché hai detto: E’ mia
sorella? ond’io me la son presa per moglie. Or
dunque eccoti la tua moglie; prenditela e
vattene!" E Faraone diede alla sua gente ordini
relativi ad Abramo, ed essi fecero partire lui, sua
moglie, e tutto quello ch’ei possedeva. Abramo
dunque risalì dall’Egitto con sua moglie, con
tutto quel che possedeva e con Lot, andando
verso il mezzogiorno di Canaan. Abramo era
molto ricco di bestiame, d’argento e d’oro. E
continuò il suo viaggio dal mezzogiorno fino a
Bethel, al luogo ove da principio era stata la sua
tenda, fra Bethel ed Ai, al luogo dov’era l’altare
ch’egli avea fatto da prima; e quivi Abramo
invocò il nome dell’Eterno. Or Lot, che viaggiava
con Abramo, aveva anch’egli pecore, buoi e
tende. E il paese non era sufficiente perch’essi
potessero abitarvi assieme; poiché le loro facoltà
erano grandi ed essi non potevano stare assieme.
E nacque una contesa fra i pastori del bestiame
d’Abramo e i pastori del bestiame di Lot. I
Cananei e i Ferezei abitavano a quel tempo nel
paese. E Abramo disse a Lot: "Deh, non ci sia
contesa fra me e te, né fra i miei pastori e i tuoi
pastori, poiché siam fratelli! Tutto il paese non
sta esso davanti a te? Deh, separati da me! Se tu
vai a sinistra, io andrò a destra; e se tu vai a
destra, io andrò a sinistra". E Lot alzò gli occhi e
vide l’intera pianura del Giordano. Prima che
l’Eterno avesse distrutto Sodoma e Gomorra, essa
era tutta quanta irrigata fino a Tsoar, come il
giardino dell’Eterno, come il paese d’Egitto. E
Lot si scelse tutta la pianura del Giordano, e partì
andando verso oriente. Così si separarono l’uno
dall’altro. Abramo dimorò nel paese di Canaan, e
Lot abitò nelle città della pianura e andò
piantando le sue tende fino a Sodoma. Ora la
gente di Sodoma era scellerata e oltremodo
peccatrice contro l’Eterno. E l’Eterno disse ad
Abramo, dopo che Lot si fu separato da lui: "Alza
ora gli occhi tuoi e mira, dal luogo dove sei, a
settentrione, a mezzogiorno, a oriente, a
occidente. Tutto il paese che vedi, lo darò a te e
alla tua progenie, in perpetuo. E farò si che la tua
progenie sarà come la polvere della terra; in guisa
che, se alcuno può contare la polvere della terra,
anche la tua progenie si potrà contare. Lèvati,
percorri il paese quant’è lungo e quant’è largo,
poiché io te lo darò". Allora Abramo levò le sue
tende, e venne ad abitare alle querce di Mamre,
che sono a Hebron; e quivi edificò un altare
all’Eterno. Or avvenne, al tempo di Amrafel re di
Scinear, d’Arioc re di Ellasar, di Kedorlaomer re
di Elam, e di Tideal re dei Goim, ch’essi mossero
guerra a Bera re di Sodoma, a Birsha re di
Gomorra, a Scinear re di Adma, a Scemeber re di
Tseboim e al re di Bela, che è Tsoar. Tutti questi
ultimi si radunarono nella valle di Siddim, ch’è il
Mar salato. Per dodici anni erano stati soggetti a
Kedorlaomer, e al tredicesimo anno si erano
ribellati. E nell’anno quattordicesimo,
Kedorlaomer e i re ch’erano con lui vennero e
sbaragliarono i Refei ad Ashteroth-Karnaim, gli
Zuzei a Ham, gli Emei nella pianura di
Kiriathaim e gli Horei nella loro montagna di Seir
fino a El-Paran, che è presso al deserto. Poi
tornarono indietro e vennero a En-Mishpat, che è
Kades, e sbaragliarono gli Amalekiti su tutto il
loro territorio, e così pure gli Amorei che
abitavano ad Hatsatson-Tamar. Allora il re di
Sodoma, il re di Gomorra, il re di Adma, il re di
Tseboim e il re di Bela, che è Tsoar, uscirono e si
schierarono in battaglia contro quelli, nella valle
di Siddim: contro Kedorlaomer re di Elam,
Tideal re dei Goim, Amrafel re di Scinear e Arioc
re di Ellasar: quattro re contro cinque. Or la valle
di Siddim era piena di pozzi di bitume; e i re di
Sodoma e di Gomorra si dettero alla fuga e vi
caddero dentro; quelli che scamparono fuggirono
al monte. E i vincitori presero tutte le ricchezze di
Sodoma e di Gomorra, e tutti i loro viveri, e se ne
andarono. Presero anche Lot, figliuolo del
fratello di Abramo, con la sua roba; e se ne
andarono. Lot abitava in Sodoma. E uno degli
scampati venne a dirlo ad Abramo, l’Ebreo, che
abitava alle querce di Mamre l’Amoreo, fratello
di Eshcol e fratello di Aner, i quali aveano fatto
alleanza con Abramo. E Abramo, com’ebbe udito
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che il suo fratello era stato fatto prigioniero, armò
trecentodiciotto de’ suoi più fidati servitori, nati
in casa sua, ed inseguì i re fino a Dan. E, divisa
la sua schiera per assalirli di notte, egli coi suoi
servi li sconfisse e l’inseguì fino a Hobah, che è a
sinistra di Damasco. E ricuperò tutta la roba, e
rimenò pure Lot suo fratello, la sua roba, e anche
le donne e il popolo. E com’egli se ne tornava
dalla sconfitta di Kedorlaomer e dei re ch’eran
con lui, il re di Sodoma gli andò incontro nella
valle di Shaveh, che è la Valle del re. E
Melchisedec, re di Salem, fece portar del pane e
del vino. Egli era sacerdote dell’Iddio altissimo.
Ed egli benedisse Abramo, dicendo: "Benedetto
sia Abramo dall’Iddio altissimo, padrone de’ cieli
e della terra! E benedetto sia l’Iddio altissimo,
che t’ha dato in mano i tuoi nemici!" E Abramo
gli diede la decima d’ogni cosa. E il re di Sodoma
disse ad Abramo: "Dammi le persone, e prendi
per te la roba". Ma Abramo rispose al re di
Sodoma: "Ho alzato la mia mano all’Eterno,
l’Iddio altissimo, padrone dei cieli e della terra,
giurando che non prenderei neppure un filo, né un
laccio di sandalo, di tutto ciò che t’appartiene;
perché tu non abbia a dire: Io ho arricchito
Abramo. Nulla per me! tranne quello che hanno
mangiato i giovani, e la parte che spetta agli
uomini che son venuti meco: Aner, Eshcol e
Mamre; essi prendano la loro parte". Dopo queste
cose, la parola dell’Eterno fu rivolta in visione ad
Abramo, dicendo: "Non temere, o Abramo, io
sono il tuo scudo, e la tua ricompensa sarà
grandissima. E Abramo disse:
Signore, Eterno,
che mi darai tu? poiché io me ne vo senza
figliuoli, e chi possederà la mia casa è Eliezer di
Damasco. E Abramo soggiunse:
Tu non m’hai
dato progenie; ed ecco, uno schiavo nato in casa
mia sarà mio erede". Allora la parola dell’Eterno
gli fu rivolta, dicendo: "Questi non sarà tuo erede;
ma colui che uscirà dalle tue viscere sarà erede
tuo. E lo menò fuori, e gli disse:
Mira il cielo, e
conta le stelle, se le puoi contare". E gli disse:
Così sarà la tua progenie
. Ed egli credette
all’Eterno, che gli contò questo come giustizia. E
l’Eterno gli disse: "Io sono l’Eterno che t’ho fatto
uscire da Ur de’ Caldei per darti questo paese,
perché tu lo possegga". E Abramo chiese:
"Signore, Eterno, da che posso io conoscere che
lo possederò? E l’Eterno gli rispose:
Pigliami
una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un
montone di tre anni, una tortora e un piccione".
Ed egli prese tutti questi animali, li divise per
mezzo, e pose ciascuna metà dirimpetto all’altra;
ma non divise gli uccelli. Or degli uccelli rapaci
calarono sulle bestie morte, ma Abramo li
scacciò. E, sul tramontare del sole, un profondo
sonno cadde sopra Abramo; ed ecco, uno
spavento, una oscurità profonda, cadde su lui. E
l’Eterno disse ad Abramo: "Sappi per certo che i
tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in un
paese che non sarà loro, e vi saranno schiavi, e
saranno oppressi per quattrocento anni; ma io
giudicherò la gente di cui saranno stati servi; e,
dopo questo, se ne partiranno con grandi
ricchezze. E tu te n’andrai in pace ai tuoi padri, e
sarai sepolto dopo una prospera vecchiezza. E
alla quarta generazione essi torneranno qua;
perché l’iniquità degli Amorei non e giunta finora
al colmo". Or come il sole si fu coricato e venne
la notte scura, ecco una fornace fumante ed una
fiamma di fuoco passare in mezzo agli animali
divisi. In quel giorno l’Eterno fece patto con
Abramo, dicendo: "Io do alla tua progenie questo
paese, dal fiume d’Egitto al gran fiume, il fiume
Eufrate; i Kenei, i Kenizei, i Kadmonei, gli
Hittei, i Ferezei, i Refei, gli Amorei, i Cananei, i
Ghirgasei e i Gebusei". Or Sarai, moglie
d’Abramo, non gli avea dato figliuoli. Essa aveva
una serva egiziana per nome Agar. E Sarai disse
ad Abramo: "Ecco, l’Eterno m’ha fatta sterile;
deh, va’ dalla mia serva; forse avrò progenie da
lei". E Abramo dette ascolto alla voce di Sarai.
Sarai dunque, moglie d’Abramo, dopo che
Abramo ebbe dimorato dieci anni nel paese di
Canaan, prese la sua serva Agar, l’Egiziana, e la
diede per moglie ad Abramo suo marito. Ed egli
andò da Agar, che rimase incinta; e quando
s’accorse ch’era incinta, guardò la sua padrona
con disprezzo. E Sarai disse ad Abramo:
"L’ingiuria fatta a me, ricade su te. Io t’ho dato la
mia serva in seno; e da che ella s’è accorta ch’era
incinta, mi guarda con disprezzo. L’Eterno sia
giudice fra me e te". E Abramo rispose a Sarai:
"Ecco, la tua serva è in tuo potere; fa’ con lei
come ti piacerà". Sarai la trattò duramente, ed ella
se ne fuggì da lei. E l’angelo dell’Eterno la trovò
presso una sorgente d’acqua, nel deserto, presso
la sorgente ch’è sulla via di Shur, e le disse:
Agar, serva di Sarai, donde vieni? e dove vai?
Ed ella rispose: "Me ne fuggo dal cospetto di
Sarai mia padrona". E l’angelo dell’Eterno le
disse: "Torna alla tua padrona, e umiliati sotto la
sua mano. L’angelo dell’Eterno soggiunse:
Io
moltiplicherò grandemente la tua progenie, e non
la si potrà contare, tanto sarà numerosa". E
l’angelo dell’Eterno le disse ancora: "Ecco, tu sei
incinta, e partorirai un figliuolo, al quale porrai
nome Ismaele, perché l’Eterno t’ha ascoltata nella
tua afflizione; esso sarà tra gli uomini come un
asino selvatico; la sua mano sarà contro tutti, e la
mano di tutti contro di lui; e abiterà in faccia a
tutti i suoi fratelli". Allora Agar chiamò il nome
dell’Eterno che le avea parlato, Atta-El-Roi,
perché disse: "Ho io, proprio qui, veduto
andarsene colui che m’ha vista?" Perciò quel
pozzo fu chiamato il pozzo di Lachai-Roi
.
Ecco, esso è fra Kades e Bered. E Agar partorì
un figliuolo ad Abramo; e Abramo, al figliuolo
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che Agar gli avea partorito, pose nome Ismaele.
Abramo aveva ottantasei anni quando Agar gli
partorì Ismaele. Quando Abramo fu d’età di
novantanove anni, l’Eterno gli apparve e gli
disse: "Io sono l’Iddio onnipotente; cammina alla
mia presenza, e sii integro; e io fermerò il mio
patto fra me e te, e ti moltiplicherò
grandissimamente". Allora Abramo si prostrò con
la faccia in terra, e Dio gli parlò, dicendo:
"Quanto a me, ecco il patto che fo con te; tu
diverrai padre di una moltitudine di nazioni; e
non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome
sarà Abrahamo, poiché io ti costituisco padre di
una moltitudine di nazioni. E ti farò moltiplicare
grandissimamente, e ti farò divenir nazioni, e da
te usciranno dei re. E fermerò il mio patto fra me
e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione
in generazione; sarà un patto perpetuo, per il
quale io sarò l’Iddio tuo e della tua progenie
dopo di te. E a te e alla tua progenie dopo di te
darò il paese dove abiti come straniero: tutto il
paese di Canaan, in possesso perpetuo; e sarò
loro Dio. Poi Dio disse ad Abrahamo:
Quanto a
te, tu osserverai il mio patto: tu e la tua progenie
dopo di te, di generazione in generazione. Questo
è il mio patto che voi osserverete, patto fra me e
voi e la tua progenie dopo di te: ogni maschio fra
voi sia circonciso. E sarete circoncisi; e questo
sarà un segno del patto fra me e voi. All’età d’otto
giorni, ogni maschio sarà circonciso fra voi, di
generazione in generazione: tanto quello nato in
casa, quanto quello comprato con danaro da
qualsivoglia straniero e che non sia della tua
progenie. Quello nato in casa tua e quello
comprato con danaro dovrà esser circonciso; e il
mio patto nella vostra carne sarà un patto
perpetuo. E il maschio incirconciso, che non sarà
stato circonciso nella sua carne, sarà reciso di fra
il su popolo: egli avrà violato il mio patto". E Dio
disse ad Abrahamo: "Quanto a Sarai tua moglie,
non la chiamar più Sarai; il suo nome sarà, invece
Sara. E io la benedirò, ed anche ti darò di lei un
figliuolo; io la benedirò, ed essa diverrà nazioni;
re di popoli usciranno da lei". Allora Abrahamo
si prostrò con la faccia in terra e rise; e disse in
cuor suo: "Nascerà egli un figliuolo a un uomo di
cent’anni? e Sara, che ha novant’anni, partorirà
ella? E Abrahamo disse a Dio:
Di grazia, viva
Ismaele nel tuo cospetto! E Dio rispose:
No,
ma Sara tua moglie ti partorirà un figliuolo, e tu
gli porrai nome Isacco; e io fermerò il mio patto
con lui, un patto perpetuo per la sua progenie
dopo di lui. Quanto a Ismaele, io t’ho esaudito.
Ecco, io l’ho benedetto, e farò che moltiplichi e
s’accresca grandissimamente. Egli genererà
dodici principi, e io farò di lui una grande
nazione. Ma fermerò il mio patto con Isacco che
Sara ti partorirà in questo tempo, l’anno venturo".
E quand’ebbe finito di parlare con lui, Iddio
lasciò Abrahamo, levandosi in alto. E Abrahamo
prese Ismaele suo figliuolo e tutti quelli che gli
erano nati in casa e tutti quelli che avea comprato
col suo danaro, tutti i maschi fra la gente della
casa d’Abrahamo, e li circoncise, in quello stesso
giorno come Dio gli avea detto di fare. Or
Abrahamo aveva novantanove anni quando fu
circonciso. E Ismaele suo figliuolo aveva tredici
anni quando fu circonciso. In quel medesimo
giorno fu circonciso Abrahamo, e Ismaele suo
figliuolo. E tutti gli uomini della sua casa, tanto
quelli nati in casa quanto quelli comprati con
danaro dagli stranieri, furono circoncisi con lui.
L’Eterno apparve ad Abrahamo alle querce di
Mamre, mentre questi sedeva all’ingresso della
sua tenda durante il caldo del giorno. Abrahamo
alzò gli occhi, ed ecco che scòrse tre uomini, i
quali stavano dinanzi a lui; e come li ebbe veduti,
corse loro incontro dall’ingresso della tenda, si
prostrò fino a terra e disse: "Deh, Signor mio, se
ho trovato grazia davanti a te, non passare senza
fermarti dal tuo servo! Deh, lasciate che si porti
un po’ d’acqua; e lavatevi i piedi; e riposatevi
sotto quest’albero. lo andrò a prendere un pezzo
di pane, e vi fortificherete il cuore; poi,
continuerete il vostro cammino; poiché per
questo siete passati presso al vostro servo". E
quelli dissero: Fa’ come hai detto
. Allora
Abrahamo andò in fretta nella tenda da Sara, e le
disse: "Prendi subito tre misure di fior di farina,
impastala, e fa’ delle schiacciate". Poi Abrahamo
corse all’armento, ne tolse un vitello tenero e
buono, e lo diede a un servo, il quale s’affrettò a
prepararlo. E prese del burro, del latte e il vitello
ch’era stato preparato, e li pose davanti a loro; ed
egli se ne stette in piè presso di loro sotto
l’albero. E quelli mangiarono. Poi essi gli
dissero: Dov’è Sara tua moglie?
Ed egli
rispose: E’ là nella tenda
. E l’altro: "Tornerò
certamente da te fra un anno; ed ecco, Sara tua
moglie avrà un figliuolo". E Sara ascoltava
all’ingresso della tenda, ch’era dietro a lui. Or
Abrahamo e Sara eran vecchi, bene avanti negli
anni, e Sara non aveva più i corsi ordinari delle
donne. E Sara rise dentro di sé, dicendo:
"Vecchia come sono, avrei io tali piaceri? e
anche il mio signore è vecchio!" E l’Eterno disse
ad Abrahamo: "Perché mai ha riso Sara, dicendo:
Partorirei io per davvero, vecchia come sono?
V’ha egli cosa che sia troppo difficile per
l’Eterno? Al tempo fissato, fra un anno, tornerò, e
Sara avrà un figliuolo". Allora Sara negò,
dicendo: Non ho riso
; perch’ebbe paura. Ma
egli disse: Invece, hai riso!
Poi quegli uomini
s’alzarono e volsero gli sguardi verso Sodoma; e
Abrahamo andava con loro per accomiatarli. E
l’Eterno disse: "Celerò io ad Abrahamo quello
che sto per fare, giacché Abrahamo deve
diventare una nazione grande e potente e in lui
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saran benedette tutte le nazioni della terra?
Poiché io l’ho prescelto affinché ordini ai suoi
figliuoli, e dopo di sé alla sua casa, che
s’attengano alla via dell’Eterno per praticare la
giustizia e l’equità, onde l’Eterno ponga ad effetto
a pro d’Abrahamo quello che gli ha promesso". E
l’Eterno disse: "Siccome il grido che sale da
Sodoma e Gomorra è grande e siccome il loro
peccato è molto grave, io scenderò e vedrò se
hanno interamente agito secondo il grido che n’è
pervenuto a me; e, se così non è, lo saprò". E
quegli uomini, partitisi di là, s’avviarono verso
Sodoma; ma Abrahamo rimase ancora davanti
all’Eterno. E Abrahamo s’accostò e disse: "Farai
tu perire il giusto insieme con l’empio? Forse ci
son cinquanta giusti nella città; farai tu perire
anche quelli? o non perdonerai tu a quel luogo
per amore de’ cinquanta giusti che vi sono?
Lungi da te il fare tal cosa! il far morire il giusto
con l’empio, in guisa che il giusto sia trattato
come l’empio! lungi da te! Il giudice di tutta la
terra non farà egli giustizia?" E l’Eterno disse:
"Se trovo nella città di Sodoma cinquanta giusti,
perdonerò a tutto il luogo per amor d’essi". E
Abrahamo riprese e disse: "Ecco, prendo l’ardire
di parlare al Signore, benché io non sia che
polvere e cenere; forse, a que’ cinquanta giusti ne
mancheranno cinque; distruggerai tu tutta la città
per cinque di meno? E l’Eterno:
Se ve ne trovo
quarantacinque, non la distruggerò". Abrahamo
continuò a parlargli e disse: "Forse, vi se ne
troveranno quaranta. E l’Eterno:
Non io farò,
per amor dei quaranta. E Abrahamo disse:
Deh,
non si