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Riconciliazione
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E-book125 pagine1 ora

Riconciliazione

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LinguaItaliano
Data di uscita27 nov 2013
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    Riconciliazione - Tommasina Guidi

    The Project Gutenberg EBook of Riconciliazione, by Tommasina Guidi

    This eBook is for the use of anyone anywhere at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this eBook or online at www.gutenberg.net

    Title: Riconciliazione

    Author: Tommasina Guidi

    Release Date: September 4, 2007 [EBook #22505]

    Language: Italian

    *** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK RICONCILIAZIONE ***

    Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli and the Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net (This file was produced from images generously made available by Biblioteca Nazionale Braidense - Milano)

    [Copertina]

    TOMMASINA GUIDI

    RICONCILIAZIONE

    MILANO PAOLO CARRARA EDITORE

    [Retro]

    DELLA MEDESIMA AUTRICE

    Ho una casa mia! Vol. in-16 L. 2 — La mia casa! I miei figli! Vol. in-16 » 2 — L'Età della moglie. Vol. in-16 » 2 — Seconde nozze. Vol. in-16 » 2 — La contessa Ilario. Vol. in-16 » 2 — Nonna Paola. Vol. in-16 » 2 — Il Curato di Pradalburgo. Vol in-16. » 2 — 28 Luglio! Vol. in-16 » 2 — Memorie di una zia.—Un'amicizia di educandato. Vol. in-16 » 2 — Amore di donna.—Amore di madre. Vol. in-16 » 2 — Vano amore. Vol. in-16 » 1 25 Ginevra Bianchi. Vol. in-16 » 1 25 Una nidiata di rondini. Vol. in-16 » 1 25

    La Casa Editrice PAOLO CARRARA spedisce contro vaglia.

    [Frontespizio]

    TOMMASINA GUIDI

    RICONCILIAZIONE

    NOVELLA

      PREMIATA CASA EDITRICE

      DI LIBRI Dl EDUCAZIONE E D'ISTRUZIONE

      di PAOLO CARRARA

      MILANO

    [Verso]

    Proprietà Letteraria

      MILANO, 1897—TIP. PAGNONI

      Via Solferino, 7.

    RICONCILIAZIONE

    Dalla finestra del primo piano d'una casa pulitissima in Via *** discosta dal centro, nella città di Bologna, aveva fatto capolino la leggiadra testa di una giovinetta le cui treccie bionde, quasi snodate, si arruffavano in mezzo ai dentelli d'un pizzettino da un soldo al braccio cucito alla scollatura dell'abito.

    Quella testina dopo essersi volta a destra verso il crocicchio della strada, ove finito il portico si vedevano transitare i passanti, si ritirava poi riaffacciandosi ancora nell'inquadrato della finestra e con una mossa affrettata, timida, si voltava in su…

    Alla finestra del secondo piano un'altra testa giovane e bruna, pettinata all'ultima moda, compariva e scompariva del pari; e due occhi furbi, neri, un tantino maligni guardavano in giù…—Guardarono tante volte che finalmente s'incrociarono con quelli timidi dell'inquilina di sotto, che gettossi subito indietro arrossendo e mormorando:—la perfida! vuol farsi vedere.—

    Non era la prima volta che in quell'ora medesima aveva luogo la guerriciuola di sguardi, di attesa, di spionaggio; l'inquilina del piano nobile aspettando il suo promesso sposo si era persuasa che la signorina del piano secondo di cui non era stata mai intrinseca amica, tentava d'intromettersi nelle sue faccende d'amore e, o accadesse ciò per indiscreta curiosità, per genio di farla arrabbiare, o per intenzione malvagia di attirare l'attenzione del fidanzato, ad ogni modo sì triste gioco l'urtava andandole a svegliare nell'anima un sordo tumulto di bile, un principio di gelosia tormentosa. È la malattia, che più o meno acuta, travaglia sempre la donna, quando, come Paolina Grim*** visse in un ambiente di privazione assoluta di tuttociò che riguarda il mondo, che, con un naturale vivo, poetizzò nella solitudine, e non ebbe altra educazione che quella datale da un padre eccellente, ma ignaro del cuor femminile, di cui solo una madre sa temprar le impressioni.

    Paolina Grim***, che non aveva sciupato il fiore de' suoi affetti in amorucci sconclusionati, amava il suo fidanzato con quella specie di paura, d'ambascia, di febbre che fa drizzare i capelli all'avaro prostrato dinanzi al suo tesoro.

    L'amante arrivava invariabilmente all'ora consueta, guardava la finestra di Paolina, sorrideva, salutava senza neppure avvedersi che al disopra un'altra testa di donna offriva la beltà de' suoi contorni; entrava, faceva in due salti la scala e si sentiva felice dell'affettuosa stretta di mano della sua dolce innamorata. Paolina Grim*** vicina a lui obliava tosto l'incidente della finestra, ma vi tornava a pensare il domani nell'ora tragica dell'aspettazione.

    Il giorno in cui la vediamo con le sue treccie bionde arruffate nei dentelli del pizzo, disperata all'ultimo eccesso, pareva infatti che l'audace vicina non si limitasse alla provocazione di furtiva comparsa, ma intendesse di farsi assolutamente vedere, portandosi molto avanti sul davanzale, ed agitando un grande ventaglio che doveva richiamare lo sguardo più indifferente del mondo.

    Il ventaglio diventò lo spauracchio di Paolina Grim***.—Certo l'avvocato Zaeli avrebbe guardato lassù, si sarebbe levato civilmente il cappello a Cecilia Rigotti che conosceva per averla incontrata una o due volte in casa Grim***, e il cuore di Paolina presentiva un immenso dolore per quel saluto che, innocentissimo in sè, avrebbe però lusingata la vanità di quella insopportabile Cecilia Rigotti.

    Il ventaglio sventolava all'aperto sopra la testina bionda entro cui ruggiva un vulcano e a tormento maggiore un ridere franco, argentino, chiassoso, andava a riempire l'orecchio di Paolina che si sentiva disposta a piangere forte.

    Quando l'avvocato Zaeli, bel giovane, serio, tranquillo, di ventisei o ventisette anni, sbucò dal portico e guardò in alto, Paolina ebbe la tentazione di serrare la finestra per non vedere il saluto che andrebbe a volare lassù, ma non potè compiere la risoluzione.—Immobile stette a guardare e vide il bel sorriso dell'avvocato Zaeli, vide il cenno famigliare che giungeva a lei, poi vide lo sguardo sollevarsi d'un metro, la mano portarsi al cappello, e… buona notte! il saluto era andato al ventaglio. Paolina Grim*** si lasciò andare su la seggiola.

    —Dirò a Zaeli che Cecilia Rigotti mi toglie la pace, mormorò indignata. Donne simili non ne conobbi mai! e se nella mia vita avrò ad incontrarne, io lo sento… io morrò di gelosia. Zaeli è onesto… dubito forse di lui?… no! mi rivolta l'impertinenza di Cecilia, è lei che odio…

    Aspettava intanto di veder aprir l'uscio e cercava di comporre il volto alla quiete.

    —Zaeli che fa? dovrebbe esser qui!

    Si alzò da sedere.

    —Ma è la serva che non ha udito il campanello… vado io. No, no, è qui… ebbene? che fa Zaeli?…

    In verità nessuno compariva. Aspettò mezzo minuto e poi si precipitò all'uscio, traversò due stanze, aperse la porta di casa.

    Povera Paolina! L'avvocato Zaeli col cappello in mano in atto cortese parlava colla signorina Rigotti, che appoggiata al parapetto della scala, quattro o cinque gradini più alto, salutò con molta disinvoltura l'amica, continuando il discorso:—Il suo micino scappava tutti i giorni dalla finestra del corridoio per andarsene a passeggiare a pian terreno; essa ne soffriva perchè un micino bianco bianco, senza un pelo nero, era raro, nè volerlo smarrire; ringraziava il signor avvocato che col bastone leggiero leggiero, lo aveva ricondotto

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