Papers by vito zani
“Tracce. Bimestrale di storia e cultura del territorio varesino”, 2001
zione di sculture antiche distribuita in vari ambienti della villa di famiglia detta il Castellaz... more zione di sculture antiche distribuita in vari ambienti della villa di famiglia detta il Castellazzo, presso Bollate, dove nel 1673 erano elencati sette rilievi istoriati e tre riquadri decorativi, ma anche una «testa di stucco con il busto con al collo il Tosone di Francia, rappresentante Castone de Foijs», probabilmente un calco del busto ricavato dal ritratto funebre rimasto in S. Marta (9). Agli inizi del secolo altri pezzi ornamentali erano approdati alle raccolte milanesi di Jacopo Valeri e Flaminio Piatti, questi ultimi donati poi entro il 1672 dal nipote cardinale Cesare Piatti alla Biblioteca Ambrosiana, dove a metà Ottocento vennero raggiunti da altri marmi del Bambaia, alcuni appartenuti alla tomba e altri no (10). Per le raccolte sabaude erano giunte nel 1631 in Palazzo Reale a Torino «n. 4 casse, e dentro vi sono bassi rilievi di marmo della sepoltura di gaston di Foes», mentre un incompiuto rilievo narrativo simile ai due inclusi nel gruppo torinese è registrato nelle collezioni reali di Spagna a partire dal 1686 (11). Nel 1674, le monache di S. Marta murarono in verticale nel chiostro il ritratto giacente di gaston de Foix, corredandolo di una lapide commemorativa in suo onore. L'allestimento, con integrazioni scenografiche in stucco, comprendeva anche due Putti dolenti dell'originario corredo marmoreo della tomba, dispersi entro il 1775 e approdati poi alla collezione Borromeo, mentre non includeva una statua di Apostolo con la scritta spuria «isa Pro» (12). È questo il primo episodio noto di un memoriale di gaston de Foix realizzato con reperti dell'originario sepolcro. Altri ne seguirono, messi in opera o soltanto progettati. Al Castellazzo di Bollate, sottoposto alle ristrutturazioni volute da giuseppe Maria Arconati, nel 1712 venne approntato un ambiente denominato «gabinetto di gaston de Foix», nel quale furono murati alle pareti i rilievi istoriati e decorativi del monumento, anche qui con una lapide, in memoria non solo dell'eroe ma anche dell'iniziativa del nobile Arconati. Sulla sommità della stessa cornice mistilinea in pietra nera che conteneva la lapide, era inserito un ritratto in marmo di gaston («copiato dalla statua grande [...], ed è ragionevole opera pel tempo poco felice in cui fu condotta») che l'Arconati aveva fatto realizzare in sostituzione di quello in stucco registrato nel 1673 (13). Entro il 1772, come si apprende da un inventario redatto in tale anno, al Castellazzo erano approdate sei statue di Apostoli, cioè «sei figure di marmo bianco storiate appoggiate a pilastrelli di marmo bianco», senza indicazione di provenienza, che non vennero collocate nel «gabinetto di gaston de Foix» almeno fino ai primi decenni dell'Ottocento (14). Recenti acquisizioni documentarie illuminano su due altri tentativi, entrambi falliti, di allestire in primo Ottocento due memoriali di gaston de Foix, incentrati sul ritratto funebre (15). il primo, del 1801, consisteva nel proposito governativo di trasferire il
Gasparo Cairano, Compianto su Cristo morto, 2022
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