Il pentitismo è diventato, nel tempo, un vero e proprio fenomeno sociale. In Italia, in particola... more Il pentitismo è diventato, nel tempo, un vero e proprio fenomeno sociale. In Italia, in particolare, la figura del collaboratore di giustizia ha generato polemiche e controversie. Se da un lato, infatti, i pentiti hanno permesso di smantellare organizzazioni criminali e famiglie mafiose, dall'altro sono stati, spesso, protagonisti di veri e propri depistaggi. Accusati di essere infami, traditori e opportunisti dai loro ex sodali. Esposti alle critiche feroci dell'opinione pubblica per via del trattamento di favore ricevuto e per l'utilizzo indiscriminato delle loro confessioni. Sono proprio loro, i pentiti, i protagonisti di questo libro: da quelli che hanno contribuito alla dolorosa stagione del terrorismo nero e rosso ai mafiosi "redenti". Paolo Sidoni e Paolo Zanetov ci regalano un saggio accuratissimo che, con la potenza narrativa di un grande romanzo contemporaneo, ci mostra una realtà poco nota, e i meccanismi giudiziari e psicologici che hanno portato a parlare alcuni dei criminali più feroci del nostro tempo.
La visione, la gestione e le trasformazioni della città durante il Ventennio nel saggio dello sto... more La visione, la gestione e le trasformazioni della città durante il Ventennio nel saggio dello storico Paolo Sidoni Mussolini si occupava di tutto. Dal modello architettonico avveniristico al decoro: «Cacciate i gatti dal Foro» «Capitale del futuro» L'idea perduta di Roma LA RICOSTRUZIONE I l mito di Roma e i gatti di Ro-ma. La costruzione urbanisti-ca e architettonica dell'Urbe come grande metropoli mo-derna, ma capace di essere ordinata e potente come era stata ai tempi di Augusto, e l'at-tenzione ossessiva al decoro quotidiano di questa città anche nei suoi dettagli più minuti. Mussolini dal suo studio di Pa-lazzo Venezia mandava circola-ri, note, raccomandazioni su Ro-ma a getto continuo, dava ordi-ni e suggerimenti tecnici ("Va tolto di mezzo quell'orrendo carciofo che deturpa l'estetica del centro della città per pubbli-cizzare il ristorante Piperno a Montecenci») e s'interessava quotidianamente al destino e al-la vivibilità della Capitale come vetrina del regime e della nazio-ne. Anche tramite sfuriate al go-vernatore capitolino se gli accat-toni che aveva detto di sloggiare restavano lì e se "la colonia feli-na che infesta e deturpa il Foro di Traiano" non veniva imme-diatamente rimossa. «Nono-stante i miei solleciti, mi dicono che i gatti sono ancora lì, torno a pregarvi di provvedere subito al-la rimozione, anche tagliando l'erba sotto i monumenti per im-pedire che i gatti tornino». Perfi-no su se stesso non era tenero, quando si trattava dell'Urbe: quando vedeva i manifesti "Dux, se avanzo seguitemi" af-fissi su edifici pregiati del cen-tro, ne disponeva la rimozione istantanea. L'APPROCCIO Affinché il volto della città si presentasse al meglio, agli occhi dei cittadini e del mondo, Mus-solini era insomma un pungolo, un martello. Questo approccio all'ordinaria amministrazione, che oggi verrebbe da definire in-vidiabile, s'intrecciava con una visione di grandezza e di mes-saggio universale che-dal Foro Mussolini all'Eur, dalla costru-zione della città universitaria af-fidata al team di Piacentini a tut-to il resto che durante il Venten-nio trasformò straordinaria-mente la città facendola diventa-re la passione di Le Corbusier ha invitato da Massimo Bontem-pelli arrivò nel '34 a omaggiare i nostri architetti, oggetto di visi-ta e di culto degli studiosi sovie-tici e dei migliori specialisti an-glosassoni, coacervo di tradizio-ne e modernità impensabile al-trove-il Duce sintetizzava così: "Roma è una parola chiara. Un segno che esprime un concetto preciso. Una delle forme del ca-rattere: la forza cosciente". Questa epopea, che molto do-vrebbe parlare all'oggi e speria-mo che riesca a farlo, è raccon
Oltre duemila italiani e sei nipoti dell’Eroe dei due mondi
sotto la giubba blu della Legione str... more Oltre duemila italiani e sei nipoti dell’Eroe dei due mondi sotto la giubba blu della Legione straniera indossavano la camicia vermiglia dei garibaldini. Affrontarono il fuoco tedesco nella foresta dell’Argonne, sotto le insegne del tricolore francese. Con uno strascico di accese polemiche. Grazie al contributo degli studiosi, BBC History ne ricostruisce la vicenda.
Grazie a lui, l'ENI diventa protagonista nel mercato mondiale del petrolio. Ma le conseguenze pro... more Grazie a lui, l'ENI diventa protagonista nel mercato mondiale del petrolio. Ma le conseguenze producono profonde ripercussioni politiche. Poi uno strano incidente e l'oblio. Nessuno deve avvicinarsi alla verità. Neanche il giornalista Mauro De Mauro. Che per questo verrà fatto sparire. Due misteri paralleli, consumati all'ombra della Guerra fredda.
Fu tra i padri fondatori della Democrazia cristiana e dell'integrazione europea. Alcide De Gasper... more Fu tra i padri fondatori della Democrazia cristiana e dell'integrazione europea. Alcide De Gasperi fu profondamente e sinceramente cattolico. La sua politica si scostò, tuttavia, dai richiami della Santa sede. Attraverso le testimonianze della figlia e i giudizi dei principali storici che ne hanno studiato il percorso politico e culturale, Paolo Sidoni rievoca la figura del grande politico italiano.
Un ritratto senza veli dello statista e leader storico del Partito Comunista Italiano, che BBC Hi... more Un ritratto senza veli dello statista e leader storico del Partito Comunista Italiano, che BBC History delinea con l’aiuto di storici e studiosi
La carriera del pugile italiano durante il Ventennio, vista attraverso le carte inedite dell’ int... more La carriera del pugile italiano durante il Ventennio, vista attraverso le carte inedite dell’ intelligence di Mussolini.
Tre milioni e seicentomila chilometri quadrati.
Undici volte l’intera penisola. Era questa, nel ... more Tre milioni e seicentomila chilometri quadrati.
Undici volte l’intera penisola. Era questa, nel 1939,
l’estensione dei territori sotto il dominio italiano.
Ecco la storia tormentata di una nazione “povera”
che cercò di diventare un impero e di assurgere
al ruolo di grande potenza internazionale
Già nel 187/ la Società Ginnastica Fiorentina si proponeva nel suo programma di "togliere i figli... more Già nel 187/ la Società Ginnastica Fiorentina si proponeva nel suo programma di "togliere i figli del povero dalle piazze e dalle strade" addestrandoli
Robin Hood e feroce assassino, anzi stragista. E poi, ad un tempo, amico dei democristiani, della... more Robin Hood e feroce assassino, anzi stragista. E poi, ad un tempo, amico dei democristiani, della Mafia, dei comunisti, degli americani e dei fascisti. Circondato di sosia e di una fama costruita su troppi delitti per una sola persona. A sessant'anni dalla brutale -e ancora misteriosa -fine la storia del bandito Giuliano è ancora ricca di misteri e punti interrogativi. Una vicenda fosca, sanguinosa e indistinta dove ogni episodio, anche il più irrilevante, conta una pluralità di versioni contraddittorie. Una storia che col passare del tempo diviene sempre più fantastoria. Tanto che neanche sulla sua morte sembrano esistere più certezze di paolo sidoni e paolo Zanetov L a versione ufficiale dei Carabinieri sulla morte di Salvatore Giuliano, il bandito-guerrigliero che dal '43 al '50 tenne in scacco a forze dell'ordine ed esercito, era così spudoratamente falsa che l'inviato de «l'Europeo» Tommaso Besozzi titolò così il suo pezzo sulla fine di Salvatore Giuliano: «Di sicuro c'è solo che è morto». Sembra tuttavia che neanche su questo, a sessant'anni dalla misteriosa uccisione di Giuliano (avvenuta il 5 luglio 1950), ci sia assoluta certezza. Anche recentemente, sui giornali di versioni che ne mettono in dubbio la fine ne sono tornate alla ribalta addirittura due. Una vuole che, secondo il giornalista RAI Franco Cuozzo, il cadavere fotografato sotto la casa dell'avvocato De Maria a Castelvetrano, dove Giuliano si rifugiò, sarebbe in realtà quello di un sosia; successivamente all'obitorio sarebbe invece stato esposto il corpo senza vita del vero Giuliano, morto a 28 anni chissà per mano di chi. L'altra versione, portata avanti dallo storico siciliano Giuseppe Casarrubea, sostiene invece che ad essere ucciso, esposto e tumulato fu sempre e solo il sosia di Giuliano. Il vero bandito, invece, si sarebbe rifugiato negli USA, per morire ultraottantenne quattro anni fa, nel 2006; Solo due volte, si vocifera, Giuliano avrebbe fatto ritorno nella sua Montelepre: per partecipare ai funerali della madre e, poi, per quelli della sorella Marianna. Storie tutt'altro che nuove. Quella della controfigura uccisa in sua vece è infatti una voce che gira da parecchi anni. le FantastiCHe stoRie su salVatoRe g iUliano STORIA IN RETE | 66 Settembre 2010 67 | STORIA IN RETE Settembre 2010
Il pentitismo è diventato, nel tempo, un vero e proprio fenomeno sociale. In Italia, in particola... more Il pentitismo è diventato, nel tempo, un vero e proprio fenomeno sociale. In Italia, in particolare, la figura del collaboratore di giustizia ha generato polemiche e controversie. Se da un lato, infatti, i pentiti hanno permesso di smantellare organizzazioni criminali e famiglie mafiose, dall'altro sono stati, spesso, protagonisti di veri e propri depistaggi. Accusati di essere infami, traditori e opportunisti dai loro ex sodali. Esposti alle critiche feroci dell'opinione pubblica per via del trattamento di favore ricevuto e per l'utilizzo indiscriminato delle loro confessioni. Sono proprio loro, i pentiti, i protagonisti di questo libro: da quelli che hanno contribuito alla dolorosa stagione del terrorismo nero e rosso ai mafiosi "redenti". Paolo Sidoni e Paolo Zanetov ci regalano un saggio accuratissimo che, con la potenza narrativa di un grande romanzo contemporaneo, ci mostra una realtà poco nota, e i meccanismi giudiziari e psicologici che hanno portato a parlare alcuni dei criminali più feroci del nostro tempo.
La visione, la gestione e le trasformazioni della città durante il Ventennio nel saggio dello sto... more La visione, la gestione e le trasformazioni della città durante il Ventennio nel saggio dello storico Paolo Sidoni Mussolini si occupava di tutto. Dal modello architettonico avveniristico al decoro: «Cacciate i gatti dal Foro» «Capitale del futuro» L'idea perduta di Roma LA RICOSTRUZIONE I l mito di Roma e i gatti di Ro-ma. La costruzione urbanisti-ca e architettonica dell'Urbe come grande metropoli mo-derna, ma capace di essere ordinata e potente come era stata ai tempi di Augusto, e l'at-tenzione ossessiva al decoro quotidiano di questa città anche nei suoi dettagli più minuti. Mussolini dal suo studio di Pa-lazzo Venezia mandava circola-ri, note, raccomandazioni su Ro-ma a getto continuo, dava ordi-ni e suggerimenti tecnici ("Va tolto di mezzo quell'orrendo carciofo che deturpa l'estetica del centro della città per pubbli-cizzare il ristorante Piperno a Montecenci») e s'interessava quotidianamente al destino e al-la vivibilità della Capitale come vetrina del regime e della nazio-ne. Anche tramite sfuriate al go-vernatore capitolino se gli accat-toni che aveva detto di sloggiare restavano lì e se "la colonia feli-na che infesta e deturpa il Foro di Traiano" non veniva imme-diatamente rimossa. «Nono-stante i miei solleciti, mi dicono che i gatti sono ancora lì, torno a pregarvi di provvedere subito al-la rimozione, anche tagliando l'erba sotto i monumenti per im-pedire che i gatti tornino». Perfi-no su se stesso non era tenero, quando si trattava dell'Urbe: quando vedeva i manifesti "Dux, se avanzo seguitemi" af-fissi su edifici pregiati del cen-tro, ne disponeva la rimozione istantanea. L'APPROCCIO Affinché il volto della città si presentasse al meglio, agli occhi dei cittadini e del mondo, Mus-solini era insomma un pungolo, un martello. Questo approccio all'ordinaria amministrazione, che oggi verrebbe da definire in-vidiabile, s'intrecciava con una visione di grandezza e di mes-saggio universale che-dal Foro Mussolini all'Eur, dalla costru-zione della città universitaria af-fidata al team di Piacentini a tut-to il resto che durante il Venten-nio trasformò straordinaria-mente la città facendola diventa-re la passione di Le Corbusier ha invitato da Massimo Bontem-pelli arrivò nel '34 a omaggiare i nostri architetti, oggetto di visi-ta e di culto degli studiosi sovie-tici e dei migliori specialisti an-glosassoni, coacervo di tradizio-ne e modernità impensabile al-trove-il Duce sintetizzava così: "Roma è una parola chiara. Un segno che esprime un concetto preciso. Una delle forme del ca-rattere: la forza cosciente". Questa epopea, che molto do-vrebbe parlare all'oggi e speria-mo che riesca a farlo, è raccon
Oltre duemila italiani e sei nipoti dell’Eroe dei due mondi
sotto la giubba blu della Legione str... more Oltre duemila italiani e sei nipoti dell’Eroe dei due mondi sotto la giubba blu della Legione straniera indossavano la camicia vermiglia dei garibaldini. Affrontarono il fuoco tedesco nella foresta dell’Argonne, sotto le insegne del tricolore francese. Con uno strascico di accese polemiche. Grazie al contributo degli studiosi, BBC History ne ricostruisce la vicenda.
Grazie a lui, l'ENI diventa protagonista nel mercato mondiale del petrolio. Ma le conseguenze pro... more Grazie a lui, l'ENI diventa protagonista nel mercato mondiale del petrolio. Ma le conseguenze producono profonde ripercussioni politiche. Poi uno strano incidente e l'oblio. Nessuno deve avvicinarsi alla verità. Neanche il giornalista Mauro De Mauro. Che per questo verrà fatto sparire. Due misteri paralleli, consumati all'ombra della Guerra fredda.
Fu tra i padri fondatori della Democrazia cristiana e dell'integrazione europea. Alcide De Gasper... more Fu tra i padri fondatori della Democrazia cristiana e dell'integrazione europea. Alcide De Gasperi fu profondamente e sinceramente cattolico. La sua politica si scostò, tuttavia, dai richiami della Santa sede. Attraverso le testimonianze della figlia e i giudizi dei principali storici che ne hanno studiato il percorso politico e culturale, Paolo Sidoni rievoca la figura del grande politico italiano.
Un ritratto senza veli dello statista e leader storico del Partito Comunista Italiano, che BBC Hi... more Un ritratto senza veli dello statista e leader storico del Partito Comunista Italiano, che BBC History delinea con l’aiuto di storici e studiosi
La carriera del pugile italiano durante il Ventennio, vista attraverso le carte inedite dell’ int... more La carriera del pugile italiano durante il Ventennio, vista attraverso le carte inedite dell’ intelligence di Mussolini.
Tre milioni e seicentomila chilometri quadrati.
Undici volte l’intera penisola. Era questa, nel ... more Tre milioni e seicentomila chilometri quadrati.
Undici volte l’intera penisola. Era questa, nel 1939,
l’estensione dei territori sotto il dominio italiano.
Ecco la storia tormentata di una nazione “povera”
che cercò di diventare un impero e di assurgere
al ruolo di grande potenza internazionale
Già nel 187/ la Società Ginnastica Fiorentina si proponeva nel suo programma di "togliere i figli... more Già nel 187/ la Società Ginnastica Fiorentina si proponeva nel suo programma di "togliere i figli del povero dalle piazze e dalle strade" addestrandoli
Robin Hood e feroce assassino, anzi stragista. E poi, ad un tempo, amico dei democristiani, della... more Robin Hood e feroce assassino, anzi stragista. E poi, ad un tempo, amico dei democristiani, della Mafia, dei comunisti, degli americani e dei fascisti. Circondato di sosia e di una fama costruita su troppi delitti per una sola persona. A sessant'anni dalla brutale -e ancora misteriosa -fine la storia del bandito Giuliano è ancora ricca di misteri e punti interrogativi. Una vicenda fosca, sanguinosa e indistinta dove ogni episodio, anche il più irrilevante, conta una pluralità di versioni contraddittorie. Una storia che col passare del tempo diviene sempre più fantastoria. Tanto che neanche sulla sua morte sembrano esistere più certezze di paolo sidoni e paolo Zanetov L a versione ufficiale dei Carabinieri sulla morte di Salvatore Giuliano, il bandito-guerrigliero che dal '43 al '50 tenne in scacco a forze dell'ordine ed esercito, era così spudoratamente falsa che l'inviato de «l'Europeo» Tommaso Besozzi titolò così il suo pezzo sulla fine di Salvatore Giuliano: «Di sicuro c'è solo che è morto». Sembra tuttavia che neanche su questo, a sessant'anni dalla misteriosa uccisione di Giuliano (avvenuta il 5 luglio 1950), ci sia assoluta certezza. Anche recentemente, sui giornali di versioni che ne mettono in dubbio la fine ne sono tornate alla ribalta addirittura due. Una vuole che, secondo il giornalista RAI Franco Cuozzo, il cadavere fotografato sotto la casa dell'avvocato De Maria a Castelvetrano, dove Giuliano si rifugiò, sarebbe in realtà quello di un sosia; successivamente all'obitorio sarebbe invece stato esposto il corpo senza vita del vero Giuliano, morto a 28 anni chissà per mano di chi. L'altra versione, portata avanti dallo storico siciliano Giuseppe Casarrubea, sostiene invece che ad essere ucciso, esposto e tumulato fu sempre e solo il sosia di Giuliano. Il vero bandito, invece, si sarebbe rifugiato negli USA, per morire ultraottantenne quattro anni fa, nel 2006; Solo due volte, si vocifera, Giuliano avrebbe fatto ritorno nella sua Montelepre: per partecipare ai funerali della madre e, poi, per quelli della sorella Marianna. Storie tutt'altro che nuove. Quella della controfigura uccisa in sua vece è infatti una voce che gira da parecchi anni. le FantastiCHe stoRie su salVatoRe g iUliano STORIA IN RETE | 66 Settembre 2010 67 | STORIA IN RETE Settembre 2010
A mori senza fuoco, ai quali veniva dedicato lo stesso tempo solitamente destinato agli incontri ... more A mori senza fuoco, ai quali veniva dedicato lo stesso tempo solitamente destinato agli incontri con le maestranze siderurgiche o rurali. Rapporti rozzi e frettolosi, quelli di Mussolini. "La mia natura è questa, sono una bestia, resisto e poi cado. Ho fatto una marchetta, è come se avessi preso una puttana", confiderà alla Petacci.
Nel nuovo saggio di Paolo Sidoni le profonde trasformazioni della Capitale durante il Ventennio a... more Nel nuovo saggio di Paolo Sidoni le profonde trasformazioni della Capitale durante il Ventennio anche con i soldi americani: dallo sventramento di Borgo Pio per realizzare via della Conciliazione ai Fori Imperiali RENATO BESANA • Sono trascorsi centocin-quant'anni dalla breccia di Porta Pia: l'anniversario costituisce un'occasione propizia per rilegge-re le profonde trasformazioni subi-te dalla città eterna, sia in età libera-le, sia durante il ventennio, al qua-le si deve gran parte dell'impianto urbano quale ancor oggi appare. Su quest'aspetto interviene, senza dimenticare antefatti e successivi sviluppi, il corposo saggio di Paolo Sidoni La Roma di Mussolini (Newton Compton Editori, pagg. 454, euro 12). Quando, nel giugno del 1871, Vittorio Emanuele II s'installa al Quirinale, Roma appare inadegua-ta a esercitare il ruolo di centro poli-tico del nuovo regno. Come anno-ta nel 1880 il veterano garibaldino Giuseppe Nuvolari, «Se avessi co-nosciuto Roma come la conosco oggi, v'assicuro che non mi sarei mai cimentato nel Roma o mor-te!». La magnificen-za ormai appannata del passato millena-rio si mescola alle inadeguatezze del presente: sporcizia, case fatiscenti, viabi-lità anche per l'epo-ca del tutto insuffi-ciente. Il pittoresco, caro ai viaggiatori del Grand tour, è d'ostacolo alle esi-genze di una capita-le moderna. L'Italia nuova si mette al lavoro. Nel 1871 si allestiscono Montecitorio e palaz-zo Madama per ospitare camera e senato, nel 1878 comincia la costru-zione del Vittoriano, tempio laico dell'unità nazionale, sorgono gli edifici dei ministeri e il nuovo quar-tiere di Prati, si realizzano i mura-glioni per contenere il Tevere. Na-sce anche la speculazione edilizia, si susseguono i piani regolatori che, com'è destino degli strumenti urbanistici, invecchiano prima d'esser attuati, le casse del Campi-doglio sono esangui, le finanze pubbliche hanno il fiato corto. VECCHI E NUOVO PROBLEMI All'arrivo del fascismo, Roma è capitale d'Italia da mezzo secolo e ancora appare irrisolta. Il mondo è cambiato, ai vecchi problemi se ne aggiungono di nuovi, servono strade adatte alla circolazione del-le automobili che cominciano a dif-fondersi, la popolazione capitolina aumenta velocemente, c'è urgen-za di case, anche per chi non se le può permettere. «Bisogna liberale dalle deturpazioni mediocri tutta la Roma antica, ma accanto alla an-tica e alla medievale, bisogna crea-re la monumentale Roma del ven-tesimo secolo», promette Mussoli-ni nel 1924. Si tratta dunque di co-struire una città nuova, da giustap-porre e integrare a quella storica: un'impresa da far tremare i polsi. La prima opera pubblica rea-lizzata è la ferrovia per Ostia, data-ta 1925. Due anni più tardi comin-cia la costruzione del Foro Mussoli-ni, oggi Foro italico, che sarà ulti-mato una decina d'anni più tardi. Si mette mano agli sventramenti: il "piccone risanatore" si abbatte pri-ma sul fitto tessuto edilizio nell'area dove negli Trenta saia ri-cavata via dell'Impero, oggi dei Fo-ri imperiali, poi nel 1936 tocca alla spina di borgo, attorno al Vaticano, così da lasciare spazio a via della Conciliazione, che vedrà la luce sol-tanto nel secondo dopoguerra. Ne-gli stessi anni sorge Cinecittà, nel 1939 è la volta della Farnesina, con-cepita come Casa madre del fa-scio, ma subito destinata al ministe-ro degli Esteri. Lo stesso anno vie-ne approvato il progetto definitivo per l'E42: non si tratta di edilizia effimera per l'Esposizione univer-sale di Roma, ma d'un ambizioso quartiere direzionale. Uno dei meriti di Sidoni è d'aver ricostruito, grazie a pazienti ricerche d'archivio, l'iter ammini-strativo delle singole realizzazioni, nel quale la contorsione burocrati-ca si mescola all'avidità dei costrut-tori e alle direttive della politica, sul-lo sfondo delle croniche ristrettez-ze economiche. Ecco il duce che s'inquieta, chiedendosi quanto tempo occorca perché alla prima pietra segua la seconda, ecco i pre-stiti degli Stati Uniti che negli anni Venti finanziano le opere del regime. Il testo segue anche le vicissitu-dini dell'edilizia residenziale, che ha disegnato il volto della capitale forse ancor più dei grandi palazzi pubblici. GLI STILI La Roma di Mus-solini dimostra come non si possa parlare di architettura fasci-sta, ma di architettu-ra nel fascismo, che di volta in volta attin-ge ai novecentisti-collocati da Rossana Bossaglia nel grande alveo del Déco euro-peo-o ai razionalisti, lasciando spazio an-che a un eclettico ete-rodosso qual era Ar-mando Brasini. Per limitarci a qual-che esempio, il monumentalismo di Marcello Piacentini si accosta al-la purezza espressiva di Adalberto Libera e al rigore compositivo di Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri, che firmano il progetto del Dan-teum, rimasto purtroppo sulla car-ta. Nel ventennio lavorarono i più rappresentativi esponenti di lin-guaggi diversi, se non contrastanti, che disegnano un efficace ritratto di un'Italia che ambisce alla mo-dernità seguendo ciascuno il pro-prio percorso. Troppi, per lo spazio d'una recensione, i nomi che meri-terebbero d'esser ricordati. Una storia che continua: nel 1965, du-NEWTON COMPTON EDITORI 1
Uploads
Books by paolo sidoni
ARTICLES by paolo sidoni
sotto la giubba blu della Legione straniera indossavano
la camicia vermiglia dei garibaldini. Affrontarono il fuoco tedesco nella foresta dell’Argonne, sotto le insegne del tricolore francese. Con uno strascico di accese polemiche. Grazie al contributo degli studiosi, BBC History ne ricostruisce la vicenda.
Undici volte l’intera penisola. Era questa, nel 1939,
l’estensione dei territori sotto il dominio italiano.
Ecco la storia tormentata di una nazione “povera”
che cercò di diventare un impero e di assurgere
al ruolo di grande potenza internazionale
sotto la giubba blu della Legione straniera indossavano
la camicia vermiglia dei garibaldini. Affrontarono il fuoco tedesco nella foresta dell’Argonne, sotto le insegne del tricolore francese. Con uno strascico di accese polemiche. Grazie al contributo degli studiosi, BBC History ne ricostruisce la vicenda.
Undici volte l’intera penisola. Era questa, nel 1939,
l’estensione dei territori sotto il dominio italiano.
Ecco la storia tormentata di una nazione “povera”
che cercò di diventare un impero e di assurgere
al ruolo di grande potenza internazionale