Attraverso un approfondito scandaglio dell’archivio dell’Arciconfraternita di S. Caterina della R... more Attraverso un approfondito scandaglio dell’archivio dell’Arciconfraternita di S. Caterina della Rosa, l’autrice restituisce il complicato percorso della commissione a Scipione Pulzone dell’Assunta nella capp ella Solano in S. Caterina dei Funari. E possibile cosi restituire su basi documentarie al Pomarancio il completamento del registro inferiore della tavola che viene realizzato successivamente al 1598, anno della morte del Pulzone.
Castello Cabiaglio 1715-1788) nel territorio comasco è nota nell'ambito della magnificente impres... more Castello Cabiaglio 1715-1788) nel territorio comasco è nota nell'ambito della magnificente impresa decorativa del palazzo cittadino di Giovanni Battista Giovio (Como 1748-1814); le meticolose descrizioni dell'illustre letterato comasco 1 e i successivi ritrovamenti documentari di Vittorio Caprara 2 hanno fornito un'esegesi completa e puntuale del lavoro del maestro varesino che ha riguardato la decorazione di ben due vani: la Galleria (perduta) e la Sala delle Nozze. Dalle tre voci di spesa (due acconti e un saldo) registrate nei libri contabili della nobile famiglia, si deduce che il Ronchelli fu attivo nel palazzo tra novembre del 1778 e ottobre del 1779 3 . Non è questa la sede per entrare nel dettaglio della commessa gioviana, già peraltro ampiamente indagata dalla critica storico-artistica 4 : ai fini di questo contributo, che intende valorizzare il ritrovamento di alcune opere sacre nelle chiese della diocesi lariana, risulta dunque meno fondamentale soffermarsi sull'incarico dell'artista per il Giovio, anche se per uno dei dipinti inediti appare plausibile ipotizzare una stretta relazione con le vicende storico-artistiche del palazzo dell'insigne casata comasca. Si tratta della pala d'altare, raffigurante la Madonna con il bambino Gesù e i Santi Cosma e Damiano (Tav. 88), dell'eponima chiesa parrocchiale della frazione di Civello, nel paese di Villa Guardia (comune a sud-ovest del capoluogo lariano), che può essere assegnata -senza indugio -alla mano del Ronchelli per le stringenti affinità stilistiche con le sue opere certe. Se si eccettuano le due segnalazioni, delle quali una erronea 5 e l'altra estremamente laconica 6 , l'opera è priva di una moderna vicenda critica, condizione aggravata dall'assenza di indicazioni da fonti antiche in grado di fornire un valido appiglio per la ricostruzione della sua storia.
Catalogo pubblicazioni e Archivio fotografico: www.ediart.it TuTTI I DIRITTI RIsERvATI -vIETATO O... more Catalogo pubblicazioni e Archivio fotografico: www.ediart.it TuTTI I DIRITTI RIsERvATI -vIETATO OgNI TIpO DI RIpRODuzIONE ANChE pARzIALE sENzA L'AuTORIzzAzIONE DELL'EDITORE CREDITI FOTOGRAFICI/ PHOTOGRAPHIC CREDITS Il materiale fotografico utilizzato nel presente volume è fornito dagli autori che si assumono la responsabilità e i crediti che possono derivare dalla relativa pubblicazione; le foto eseguite dagli autori, o comunque di loro proprietà, non hanno riferimenti. Federica Volpera: figg. 9-10 AFSPI nn. 35591, 35605, su concessione del MiBAC, Soprintendenza Pisa; fig. 12 su concesisone del MIBACT. Vittoria Camelliti: figg.
Del pittore francese Charles Grandon (1691? -Lyon 1762) si hanno poche informazioni biografiche e... more Del pittore francese Charles Grandon (1691? -Lyon 1762) si hanno poche informazioni biografiche e anche la ricostruzione del catalogo delle sue opere è ben lontana dall'essere completata. L'unico studio critico sull'artista è stato redatto da Sylvie De Vesvrotte (2) , cui va il merito di aver recuperato dall'oblio questa interessante figura nel panorama della pittura francese della prima metà del XVIII secolo. Stando alla ricostruzione della studiosa, Charles Grandon nacque nel 1691, purtroppo non è stato ancora identificato il luogo di nascita; solo a partire dal 1712 è documentata la presenza del pittore a Lione, che stabilmente vi risiederà fino all'anno della morte, avvenuta nel 1762; nel 1749 ottenne il titolo di "peintre ordinaire" della cittadina francese. La prima traccia relativa alla sua attività pittorica risale al 1705, anno in cui con il padre Jean, anch'egli pittore, lavora alla decorazione della volta della cappella della Confraternita dei Penitenti Neri, nel piccolo borgo di Saint Geniez d'Olt (comune situato nel dipartimento dell'Aveyron, nel sud della Francia), informazione inequivocabile che consente di stabilire che la formazione del giovane Charles -all'epoca quattordicenne-avvenne tra le mura domestiche. Nel 1707 lo ritroviamo a Le Puy-en-Velay (comune del dipartimento dell'Alta Loira), dove firma e data un ex voto; mentre a partire dal 1712 la famiglia è documentata a Lione e il giovane Charles è attestato nella corporazione dei pittori della città. Ed è qui, agli esordi della sua attività, che Charles dipinse un'opera che dal 1777 si trova nel Santuario della Madonna dei Miracoli di Cantù (3) . Si tratta del Cristo Risorto che appare a Santa Teresa, firmata "peint par Grandon" e datata 1714, pala dell'altare della cappella in capo alla navata destra; la tela è in realtà una copia del celebre dipinto dell'artista emiliano Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento 1591-Bologna 1666), realizzato nel 28 UN DIPINTO DI CHARLES GRANDON NEL SANTUARIO DI CANTÙ
Attraverso un approfondito scandaglio dell’archivio dell’Arciconfraternita di S. Caterina della R... more Attraverso un approfondito scandaglio dell’archivio dell’Arciconfraternita di S. Caterina della Rosa, l’autrice restituisce il complicato percorso della commissione a Scipione Pulzone dell’Assunta nella capp ella Solano in S. Caterina dei Funari. E possibile cosi restituire su basi documentarie al Pomarancio il completamento del registro inferiore della tavola che viene realizzato successivamente al 1598, anno della morte del Pulzone.
Castello Cabiaglio 1715-1788) nel territorio comasco è nota nell'ambito della magnificente impres... more Castello Cabiaglio 1715-1788) nel territorio comasco è nota nell'ambito della magnificente impresa decorativa del palazzo cittadino di Giovanni Battista Giovio (Como 1748-1814); le meticolose descrizioni dell'illustre letterato comasco 1 e i successivi ritrovamenti documentari di Vittorio Caprara 2 hanno fornito un'esegesi completa e puntuale del lavoro del maestro varesino che ha riguardato la decorazione di ben due vani: la Galleria (perduta) e la Sala delle Nozze. Dalle tre voci di spesa (due acconti e un saldo) registrate nei libri contabili della nobile famiglia, si deduce che il Ronchelli fu attivo nel palazzo tra novembre del 1778 e ottobre del 1779 3 . Non è questa la sede per entrare nel dettaglio della commessa gioviana, già peraltro ampiamente indagata dalla critica storico-artistica 4 : ai fini di questo contributo, che intende valorizzare il ritrovamento di alcune opere sacre nelle chiese della diocesi lariana, risulta dunque meno fondamentale soffermarsi sull'incarico dell'artista per il Giovio, anche se per uno dei dipinti inediti appare plausibile ipotizzare una stretta relazione con le vicende storico-artistiche del palazzo dell'insigne casata comasca. Si tratta della pala d'altare, raffigurante la Madonna con il bambino Gesù e i Santi Cosma e Damiano (Tav. 88), dell'eponima chiesa parrocchiale della frazione di Civello, nel paese di Villa Guardia (comune a sud-ovest del capoluogo lariano), che può essere assegnata -senza indugio -alla mano del Ronchelli per le stringenti affinità stilistiche con le sue opere certe. Se si eccettuano le due segnalazioni, delle quali una erronea 5 e l'altra estremamente laconica 6 , l'opera è priva di una moderna vicenda critica, condizione aggravata dall'assenza di indicazioni da fonti antiche in grado di fornire un valido appiglio per la ricostruzione della sua storia.
Catalogo pubblicazioni e Archivio fotografico: www.ediart.it TuTTI I DIRITTI RIsERvATI -vIETATO O... more Catalogo pubblicazioni e Archivio fotografico: www.ediart.it TuTTI I DIRITTI RIsERvATI -vIETATO OgNI TIpO DI RIpRODuzIONE ANChE pARzIALE sENzA L'AuTORIzzAzIONE DELL'EDITORE CREDITI FOTOGRAFICI/ PHOTOGRAPHIC CREDITS Il materiale fotografico utilizzato nel presente volume è fornito dagli autori che si assumono la responsabilità e i crediti che possono derivare dalla relativa pubblicazione; le foto eseguite dagli autori, o comunque di loro proprietà, non hanno riferimenti. Federica Volpera: figg. 9-10 AFSPI nn. 35591, 35605, su concessione del MiBAC, Soprintendenza Pisa; fig. 12 su concesisone del MIBACT. Vittoria Camelliti: figg.
Del pittore francese Charles Grandon (1691? -Lyon 1762) si hanno poche informazioni biografiche e... more Del pittore francese Charles Grandon (1691? -Lyon 1762) si hanno poche informazioni biografiche e anche la ricostruzione del catalogo delle sue opere è ben lontana dall'essere completata. L'unico studio critico sull'artista è stato redatto da Sylvie De Vesvrotte (2) , cui va il merito di aver recuperato dall'oblio questa interessante figura nel panorama della pittura francese della prima metà del XVIII secolo. Stando alla ricostruzione della studiosa, Charles Grandon nacque nel 1691, purtroppo non è stato ancora identificato il luogo di nascita; solo a partire dal 1712 è documentata la presenza del pittore a Lione, che stabilmente vi risiederà fino all'anno della morte, avvenuta nel 1762; nel 1749 ottenne il titolo di "peintre ordinaire" della cittadina francese. La prima traccia relativa alla sua attività pittorica risale al 1705, anno in cui con il padre Jean, anch'egli pittore, lavora alla decorazione della volta della cappella della Confraternita dei Penitenti Neri, nel piccolo borgo di Saint Geniez d'Olt (comune situato nel dipartimento dell'Aveyron, nel sud della Francia), informazione inequivocabile che consente di stabilire che la formazione del giovane Charles -all'epoca quattordicenne-avvenne tra le mura domestiche. Nel 1707 lo ritroviamo a Le Puy-en-Velay (comune del dipartimento dell'Alta Loira), dove firma e data un ex voto; mentre a partire dal 1712 la famiglia è documentata a Lione e il giovane Charles è attestato nella corporazione dei pittori della città. Ed è qui, agli esordi della sua attività, che Charles dipinse un'opera che dal 1777 si trova nel Santuario della Madonna dei Miracoli di Cantù (3) . Si tratta del Cristo Risorto che appare a Santa Teresa, firmata "peint par Grandon" e datata 1714, pala dell'altare della cappella in capo alla navata destra; la tela è in realtà una copia del celebre dipinto dell'artista emiliano Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino (Cento 1591-Bologna 1666), realizzato nel 28 UN DIPINTO DI CHARLES GRANDON NEL SANTUARIO DI CANTÙ
Uploads
Papers by Simona Capelli