Mauro Ferrari

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Mauro Ferrari (Novi Ligure 1959) ha pubblicato: Forme (Genesi, Torino 1989); Al fondo delle cose (Novi 1996); Nel crescere del tempo (con l’artista valdostano Marco Jaccond, I quaderni del circolo degli artisti, Faenza 2003); Il bene della vista (Novi 2006); Il libro del male e del bene, antologia ragionata (puntoacapo 2016); Vedere al buio (ivi 2017); La spira. Poemetto (ivi 2019); Seracchi e morene (Passigli 2024, Prefazione di Giancarlo Pontiggia). Ha inoltre pubblicato la raccolta di saggi Civiltà della poesia (puntoacapo 2008, che raccoglie anche il precedente Poesia come gesto. Appunti di poetica) e i racconti di Creature del buio e del silenzio (ivi 2012). A inizio 2025 sarà pubblicata per puntoacapo la sua traduzione del poemetto Briggflatts di Basil Bunting. Sul suo lavoro è stato pubblicato il saggio L’etica dello sguardo, a cura di Gianfranco Lauretano, con antologia di testi e interventi di G. Pontiggia, D. Talarico, G, Fantato, F. Filia, E. Grasso, M. Marangoni, M. Marchisio, A. Paganardi, F. Pusterla, M.P. Quintavalla. (Macabor 2024)
Suoi testi, interventi e recensioni ai suoi lavori sono apparsi sulle maggiori riviste letterarie. È membro della Giuria dei Premi “Guido Gozzano”, “Lago Gerundo” e “Le Occasioni”. È direttore editoriale di puntoacapo Editrice. È stato direttore culturale della Biennale di Poesia di Alessandria e attualmente è Presidente della sua evoluzione, la Biennale italiana di Poesia fra le arti (www.biennalebipa.com).
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Papers by Mauro Ferrari

Crow di Ted Hughes

CROW inaugura un nuovo periodo nella carriera di Ted Hughes; che il libro costituisse una grande ... more CROW inaugura un nuovo periodo nella carriera di Ted Hughes; che il libro costituisse una grande novità dal punto di vista artistico si vide subito anche dalle vendite, fattore così poco importante in campo poetico ma talvolta tanto indicativo della capacità di un'opera di attirare l'attenzione per la propria originalità: uscito nell'ottobre 1970, in tre anni e mezzo aveva venduto 20.000 copie.
L'idea originaria nacque quando lo scultore americano Leonard Baskin propose a Hughes di scrivere una serie di testi per accompagnare sue incisioni1, che avrebbero dovuto comparire per la Gehenna Press; Baskin era già noto a Hughes, in quanto in The Colossus Sylvia Plath gli aveva dedicato la poesia "Sculptor". La prima edizione dei testi di Hughes conteneva 59 poesie; una nuova edizione del 1972 conteneva sette nuove poesie, mentre l'edizione americana, praticamente identica, presenta quale unica variante la poesia "The Lovepet" invece di "Crowcolour", una delle aggiunte successive.

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Ted Hughes e l'esigenza della Bianca Dea

Ogni cosa nello Yorkshire occidentale è leggermente sgradevole. Nulla evade mai nella felicità. L... more Ogni cosa nello Yorkshire occidentale è leggermente sgradevole. Nulla evade mai nella felicità. La gente non è abbastanza distaccata dalla pietra, quasi che fosse nata solo a metà, ancora nella terra; e le tombe sono troppo vicine alla superficie. .. La spaccatura tra anima e corpo per me cominciò lì. 1 Non c'è dubbio che per Hughes valga, forse più di qualsiasi altro poeta, la considerazione che le prime impressioni, quelle legate all'infanzia e al proprio luogo di origine, condizionano ogni sviluppo futuro. Nato nella regione delle sorelle Brontë, che vissero a poche miglia di distanza, nello Yorkshire ventoso e brullo di Wuthering Heights, il giovane Hughes ne infatti assimilò tutta l'asprezza, divenendo ben presto conscio delle peculiarità storiche, etniche e culturali della sua terra: nella Calder Valley sono infatti rintracciabili le vestigia dell'ultimo regno celtico ad arrendersi agli Angli, quello di Elmet, rievocato in Remains of Elmet 2 ; John Wesley iniziò la sua predicazione rurale proprio in quella regione, nel passato considerata inabitabile a causa del clima e dell'improduttività del suolo, e poi divenuta quasi ironicamente culla della Rivoluzione Industriale. Proprio uno degli ultimi libri di Hughes, Remains Of Elmet, ripropone con potenza il legame sotterraneo del poeta inglese con la sua terra. Keith Sagar sottolinea l'elemento celtico nella formazione culturale di Ted Hughes, allacciandolo strettamente al senso quasi religioso, e certamente mistico, della natura e del luogo, in cui si manifesta quello spirito vitale che Garcia Lorca definì "duende": La geografia del mondo della sua infanzia divenne la mappa del paradiso e dell'inferno; il caratteristico rapporto degli elementi di quel luogo gli diedero il senso delle potenze creatrici e distruttrici del mondo. Gli animali del luogo divennero i suo archetipi teriomorfi. 3

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Crow di Ted Hughes

An analysis of Crow by Ted Hughes, 1999

Crow di Ted Hughes CROW VI. 1. La genesi e gli influssi CROW inaugura un nuovo periodo nella carr... more Crow di Ted Hughes CROW VI. 1. La genesi e gli influssi CROW inaugura un nuovo periodo nella carriera di Ted Hughes; che il libro costituisse una grande novità dal punto di vista artistico si vide subito anche dalle vendite, fattore così poco importante in campo poetico ma talvolta tanto indicativo della capacità di un'opera di attirare l'attenzione per la propria originalità: uscito nell'ottobre 1970, in tre anni e mezzo aveva venduto 20.000 copie. L'idea originaria nacque quando lo scultore americano Leonard Baskin propose a Hughes di scrivere una serie di testi per accompagnare sue incisioni 1 , che avrebbero dovuto comparire per la Gehenna Press; Baskin era già noto a Hughes, in quanto in The Colossus Sylvia Plath gli aveva dedicato la poesia "Sculptor". La prima edizione dei testi di Hughes conteneva 59 poesie; una nuova edizione del 1972 conteneva sette nuove poesie, mentre l'edizione americana, praticamente identica, presenta quale unica variante la poesia "The Lovepet" invece di "Crowcolour", una delle aggiunte successive. Hughes si allontanò comunque molto dall'idea originaria: The idea was originally just to write his [the Crow's] songs, the songs that a Crow would sing. In other words, songs with no music whatsoever, in a super-simple and a super-ugly language which would in a way shed everything except just what he wanted to say without any other consideration and that's the basis of the style of the whole thing. I get near it in a few poems. 2 CROW nasce quindi come una discesa verso il grado zero della scrittura o, meglio, verso la descrizione della minima espressività: fin da subito, quindi, Hughes si trovò a fronteggiare un problema di difficile soluzione, cioè quello di far corrispondere al "brutto" linguaggio del suo protagonista e alla sua minima capacità di intendere e di esprimere la bellezza intrinseca dell'arte; come artista, Hughes sa bene che ritrarre il Brutto è una delle sfide più affascinanti, che conduce spesso alle soglie del silenzio. La soluzione che trovò, estremamente coraggiosa, fu di caricare il linguaggio minimale di Crow e la voce commentante di un surplus di significato metaforico, simbolico e mitico; soluzione che permise di far corrispondere un linguaggio volutamente spoglio (ma non sciatto né elementare) con una grande ricchezza di suggestioni. Anche, e va detto, a scapito di una grande difficoltà di interpretazione, che nasce proprio dalla condensazione di concetti ed immagini, resi spesso da una sola parola o frase isolata, evocati più che descritti, e mai interpretati esplicitamente.

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