La modernità occidentale ha spesso guardato se stessa, nel Novecento, come a uno scenario catastr... more La modernità occidentale ha spesso guardato se stessa, nel Novecento, come a uno scenario catastrofico, ben lontano dalla tracotanza rivoluzionaria dell'illuminismo. "La terra interamente illuminata splende all'insegna di trionfale sventura" 1 (Horkheimer e Adorno) è solo un esempio, forse il più famoso, di una consapevolezza che sembrava albeggiare tra gli intellettuali circa l'orizzonte in cui il mondo appariva collocato dopo la tragedia delle guerre mondiali. I più acuti diagnosti della catastroficità dell'epoca sono stati coloro i quali ne hanno individuato la costitutiva essenza di volontà scatenata, di hybris irredimibile, da Nietzsche in poi. Eppure quando il Club di Roma nel 1972 pubblicò il suo report sui limiti dello sviluppo fu subissato di ingiurie e accuse, e anche solo il citarlo attirava reprimende e censure bipartisan, così come in genere, nonostante la presenza di schieramenti politici "verdi," l'ecologia era considerata cosa risibile a fronte delle tematiche sociali, ideologiche ed economiche, tanto che non era opportuno nella maggior parte degli ambienti accademici e intellettuali farne menzione. La tematica "fondante" di ogni altra è stata confinata a pochi intellettuali acuti e isolati (p. es. l'inascoltato Serge Latouche), a circoli culturali ideologicamente trasversali, oppure "verdi" militanti ed ecologisti profondi, di solito sgraditi negli ambienti accademici e nel mondo della comunicazione, oppure usati con circospezione difensiva e con appelli ai buoni sentimenti bucolici. La linea ideologicamente accettabile appariva quella del non sollevare la questione, per non turbare la retorica delle varie "emancipazioni" e "libertà," anche se nel frattempo movimenti d'opinione e di pressione come vari gruppi ecologisti, animalisti, nonviolenti, di alimentazione alternativa cominciavano un'opera di denuncia a tutto campo (insostenibilità ambientale delle forme prevalenti di alimentazione nei paesi più ricchi, crudeltà e abusi sugli animali vittime, insicurezza sanitarie di molte filiere, impoverimento dei suoli e delle risorse idriche ecc.). A livello della progettazione territoriale e della responsabilità verso le identità locali, sarà soltanto con la Società dei Territorialisti che, in Italia e successivamente in Europa, il tema del limite e dello statuto proprio dei luoghi verrà affermato e realizzato come punto focale della progettazione e delle pratiche territoriali, a partire da un costruttivo dialogo interdisciplinare. 2 Del fatto che la Terra si fosse "ristretta," che il vecchio illuminismo non avesse fatto che liberare una volontà di potenza inesauribile e onnipresente, che il plus ultra equivalesse a una corsa verso la catastrofe (con vari possibili scenari), ci si è accorti tardivamente, nell'insostenibilità etica, ambientale e psichica della rotta del mondo: "Ormai il futuro è per noi associato a un'idea di 'sempre peggio', o quanto meno di 'sempre uguale.'" 3 Probabilmente l'evento simbolico del nuovo millennio che, almeno per l'Occidente, e a ricaduta per l'intero globo, ha innescato un allarme permanente è stato il crollo delle Twin Towers nel 2001. Quale che ne fosse stata la causa reale, 4 questo evento ha dischiuso una percezione apocalittica dell'epoca contemporanea, particolarmente presente negli Stati Uniti
Nell'ambito della promozione turistica due narrazioni si scontrano, o meglio si svolgono para... more Nell'ambito della promozione turistica due narrazioni si scontrano, o meglio si svolgono parallelamente, intorno al territorio e al paesaggio e ai beni che dovrebbero promuovere: una è l'aggressiva ed effimera strategia del marketing esperienziale che propone il consumo di un territorio tramite "occasioni" e "offerte", come un prodotto di consumo qualunque, senza rapporto di conoscenza con la realtà complessa (storica, culturale, paesaggistica, antropica) in cui accade; l'altra è il tentativo di realizzare un incontro di sguardi (abitanti e visitatori) consapevoli sul patrimonio che ogni territorio è, quindi di propiziare comportamenti responsabili e lungimiranti dai quali una comune ricchezza umana e culturale esca rinvigorita. Queste narrazioni, che sono anche azioni e strategie, avvengono, consapevolmente o meno, all'interno di due paradigmi, quello del-la spazializzazione omologante e quello del luogo individuato e possibilmente singolare, i c...
La modernità occidentale ha spesso guardato se stessa, nel Novecento, come a uno scenario catastr... more La modernità occidentale ha spesso guardato se stessa, nel Novecento, come a uno scenario catastrofico, ben lontano dalla tracotanza rivoluzionaria dell'illuminismo. "La terra interamente illuminata splende all'insegna di trionfale sventura" 1 (Horkheimer e Adorno) è solo un esempio, forse il più famoso, di una consapevolezza che sembrava albeggiare tra gli intellettuali circa l'orizzonte in cui il mondo appariva collocato dopo la tragedia delle guerre mondiali. I più acuti diagnosti della catastroficità dell'epoca sono stati coloro i quali ne hanno individuato la costitutiva essenza di volontà scatenata, di hybris irredimibile, da Nietzsche in poi. Eppure quando il Club di Roma nel 1972 pubblicò il suo report sui limiti dello sviluppo fu subissato di ingiurie e accuse, e anche solo il citarlo attirava reprimende e censure bipartisan, così come in genere, nonostante la presenza di schieramenti politici "verdi," l'ecologia era considerata cosa risibile a fronte delle tematiche sociali, ideologiche ed economiche, tanto che non era opportuno nella maggior parte degli ambienti accademici e intellettuali farne menzione. La tematica "fondante" di ogni altra è stata confinata a pochi intellettuali acuti e isolati (p. es. l'inascoltato Serge Latouche), a circoli culturali ideologicamente trasversali, oppure "verdi" militanti ed ecologisti profondi, di solito sgraditi negli ambienti accademici e nel mondo della comunicazione, oppure usati con circospezione difensiva e con appelli ai buoni sentimenti bucolici. La linea ideologicamente accettabile appariva quella del non sollevare la questione, per non turbare la retorica delle varie "emancipazioni" e "libertà," anche se nel frattempo movimenti d'opinione e di pressione come vari gruppi ecologisti, animalisti, nonviolenti, di alimentazione alternativa cominciavano un'opera di denuncia a tutto campo (insostenibilità ambientale delle forme prevalenti di alimentazione nei paesi più ricchi, crudeltà e abusi sugli animali vittime, insicurezza sanitarie di molte filiere, impoverimento dei suoli e delle risorse idriche ecc.). A livello della progettazione territoriale e della responsabilità verso le identità locali, sarà soltanto con la Società dei Territorialisti che, in Italia e successivamente in Europa, il tema del limite e dello statuto proprio dei luoghi verrà affermato e realizzato come punto focale della progettazione e delle pratiche territoriali, a partire da un costruttivo dialogo interdisciplinare. 2 Del fatto che la Terra si fosse "ristretta," che il vecchio illuminismo non avesse fatto che liberare una volontà di potenza inesauribile e onnipresente, che il plus ultra equivalesse a una corsa verso la catastrofe (con vari possibili scenari), ci si è accorti tardivamente, nell'insostenibilità etica, ambientale e psichica della rotta del mondo: "Ormai il futuro è per noi associato a un'idea di 'sempre peggio', o quanto meno di 'sempre uguale.'" 3 Probabilmente l'evento simbolico del nuovo millennio che, almeno per l'Occidente, e a ricaduta per l'intero globo, ha innescato un allarme permanente è stato il crollo delle Twin Towers nel 2001. Quale che ne fosse stata la causa reale, 4 questo evento ha dischiuso una percezione apocalittica dell'epoca contemporanea, particolarmente presente negli Stati Uniti
Nell'ambito della promozione turistica due narrazioni si scontrano, o meglio si svolgono para... more Nell'ambito della promozione turistica due narrazioni si scontrano, o meglio si svolgono parallelamente, intorno al territorio e al paesaggio e ai beni che dovrebbero promuovere: una è l'aggressiva ed effimera strategia del marketing esperienziale che propone il consumo di un territorio tramite "occasioni" e "offerte", come un prodotto di consumo qualunque, senza rapporto di conoscenza con la realtà complessa (storica, culturale, paesaggistica, antropica) in cui accade; l'altra è il tentativo di realizzare un incontro di sguardi (abitanti e visitatori) consapevoli sul patrimonio che ogni territorio è, quindi di propiziare comportamenti responsabili e lungimiranti dai quali una comune ricchezza umana e culturale esca rinvigorita. Queste narrazioni, che sono anche azioni e strategie, avvengono, consapevolmente o meno, all'interno di due paradigmi, quello del-la spazializzazione omologante e quello del luogo individuato e possibilmente singolare, i c...
"Archivio trentino" 2, 2016 - Indice: L'invenzione della salute La salute tra medicalizzazione ... more "Archivio trentino" 2, 2016 - Indice: L'invenzione della salute La salute tra medicalizzazione indefinita e armonia perduta (Luisa Bonesio), Il sanatorio e l'individuo speciale: la tisi come mal gentile (Greta Perletti), L'invenzione della ‹sana› alimentazione: retoriche divulgative e pratiche quotidiane dei consumatori (Silvia Barberani), Modernità di una cittadella alpina: storie e progetti per la costruzione del Villaggio sanatoriale di Sondalo (Giacomo Menini), Le colonie di vacanza in Italia: architetture per il soggiorno terapeutico dell'infanzia (1853-1943) (Valter Balducci) .
La costruzione dell'identità paesaggistica valtellinese in seguito all'azione controriformistica ... more La costruzione dell'identità paesaggistica valtellinese in seguito all'azione controriformistica della Chiesa cattolica
Atti de Convegno Spazio e tempo nelle civiltà montane, 2019
Da tempo le Alpi hanno smarrito quel fascino sublime prima e romantico poi che lo sguardo delle é... more Da tempo le Alpi hanno smarrito quel fascino sublime prima e romantico poi che lo sguardo delle élites cittadine aveva proiettato su di loro a partire dal XVIII secolo. La vicenda-troppo nota per essere ripercorsa qui-della eteronarrazione delle montagne, che plasma un duraturo immaginario, le cui propaggini giungono fino ai nostri giorni, al quale le genti di montagna si sono prontamente adeguate, da qualche decennio conosce un'accelerazione che riflette la globalizzazione tecnica delle percezioni e delle rappresentazioni, fino a sfociare in una sparizione delle differenzialità di identità, culture e paesaggi delle regioni alpine, diventate un'estensione spaziale e urbanistica delle città di pianura, attraversate e incatenate da reti infrastrutturali e comunicative continentali, ma soprattutto plasmate da un immaginario globale e omologato. La fine dell'aura delle Alpi viene decretata senza appello dalla Prima Guerra mondiale, che le fa entrare definitivamente nella logica industriale e di massa e insieme ne consente la conoscenza da parte di migliaia di soldati provenienti da ogni parte d'Italia, i quali poi torneranno con le loro famiglie sui teatri di guerra, utilizzando la rete viaria e sentieristica realizzata in epoca bellica e guidati dalla cartografia delle guide del CAI e poi del TCI. A questo fenomeno si affiancherà l'esperienza delle attrezzature di risalita e trasporto allora utilizzate, che costituiranno la condizione di possibilità di uno sport epocalmente decisivo per le sorti alpine come lo sci da discesa. Inoltre, le prime folle turistiche che usano "democraticamente" le montagne come luogo di vacanza possono avvalersi dell'uso di massa delle automobili, che rivoluzioneranno modalità, tempistiche e senso della villeggiatura, provocando la rapida espansione dei centri turistici già esistenti o l'insorgere di nuovi. Il binomio sci-auto, il consumismo portato dal boom economico degli anni '60 del secolo scorso, la costruzione di vie d'accesso più rapide riescono là dove nemmeno la costruzione dei grandi impianti idroelettrici, con i distruttivi lavori necessari, era pervenuta 1. Si tratta di una rapidissima domesticazione e banalizzazione delle montagne, in cui cominciano ad affermarsi stili di vita, aspirazioni, modalità costruttive del tutto esogene, a partire dalle modalità di edificazione 2 , che fanno deperire in poco tempo i saperi e la perizia elaborata nei secoli, rendendo, al contempo, dipendenti da tecniche e materiali industriali le popolazioni alpine. Il mondo che rapidamente sovrascrive il paziente, minuzioso e secolare tessuto territoriale e le sue elaborate forme paesaggistiche è l'espressione di un movimento irresistibile della modernità, fatto di tecnica, industria e consumo, ma soprattutto permeato da un immaginario irresistibile e nichilistico: rapidità, consumismo, democrazia del divertimento, necessità e aspirazione di omologarsi al mainstream mondializzato, che collude perfettamente con le logiche espansionistiche del capitalismo industriale, di cui l'emblema storico italiano sarà la realizzazione da parte della 1 "Non fu tutto, perché da quel disordine scaturì quella 'deformazione artificiale del paesaggio' che le avanguardie artistiche europee-prima fra tutte il futurismo-avevano preconizzato e perseguito, e che prefigurò a sua volta quello imposto più tardi dal turismo di massa […]. 'Un mare di neofiti dell'alpinismo si spinse sui sentieri delle montagne di casa, portando gusti, costumi e attitudini certamente assai meno signorili e distinti di quelli dei pionieri ottocenteschi' […]. La guerra, dunque, portando enormi quantità di uomini e di macchine in montagna, aveva spezzato per sempre le vecchie gerarchie d'accesso: in tal modo, l'universo del non equilibrio si configurava ancora come un universo coerente" (D. Leoni, Regioni di confine. Il caso trentino, in S. Audoin-Rouzeau e J.-J. Becker (a cura di), La prima guerra mondiale, ed. it. a cura di A. Gibelli, Einaudi, Torino 2007 e 2014, vol. II, p. 108). Cfr. anche L. Bonesio, Palinsesti bellici. Le montagne tra appropriazione e memoria, in M. Dei Cas e L. Schena (a cura di), Quotidianità della vita valtellinese durante gli anni della "Guerra Bianca", Ed. Centro Studi Storici Alta Valtellina, Bormio 2018. 2 Cfr. G. Menini, Costruire in cielo. L'architettura moderna nelle Alpi italiane, Mimesis, Milano-Udine 2017 e A. De Rossi, La costruzione delle Alpi, 2 voll., Donzelli, Roma 2014-2017.
Atti del Convegno "Spazio e tempo nelle civiltà montane", Pavia 23 ottobre 2018, 2019
Da tempo le Alpi hanno smarrito quel fascino sublime prima e romantico poi che lo sguardo delle é... more Da tempo le Alpi hanno smarrito quel fascino sublime prima e romantico poi che lo sguardo delle élites cittadine aveva proiettato su di loro a partire dal XVIII secolo. La vicenda-troppo nota per essere ripercorsa qui-della eteronarrazione delle montagne, che plasma un duraturo immaginario, le cui propaggini giungono fino ai nostri giorni, al quale le genti di montagna si sono prontamente adeguate, da qualche decennio conosce un'accelerazione che riflette la globalizzazione tecnica delle percezioni e delle rappresentazioni, fino a sfociare in una sparizione delle differenzialità di identità, culture e paesaggi delle regioni alpine, diventate un'estensione spaziale e urbanistica delle città di pianura, attraversate e incatenate da reti infrastrutturali e comunicative continentali, ma soprattutto plasmate da un immaginario globale e omologato.
Oltre il paesaggio. I luoghi tra estetica e geofilosofia
"Guardò dal finestrino: il treno percorreva una curva su uno stretto passaggio; si vedevano le pr... more "Guardò dal finestrino: il treno percorreva una curva su uno stretto passaggio; si vedevano le prime carrozze, si vedeva la locomotiva che faticando lanciava globi di fumo bruni, verdi e neri, che si disperdevano nell'aria. Acque rumoreggiavano in basso a destra; a sinistra c'erano abeti scuri che tra massi e rocce si levavano verso un cielo grigio come la pietra. S'incontravano gallerie tutte buie, e appena si rifaceva giorno, ampi abissi si spalancavano con villaggi sul fondo. Poi si chiudevano, nuove gole seguivano con tracce di neve nelle fenditure e nei solchi. Si facevano fermate a misere stazioncine, stazioni di testa che il treno lasciava correndo in direzione opposta, ingenerando confusione perché uno non si orientava più e non si rendeva conto dei punti cardinali. Grandiosi e vasti panorami si aprivano di quel sacro fantasmagorico mondo di vette che è l'alta montagna, nel quale si stava salendo ed entrando, si aprivano all'occhio riverente e, alle svolte, andavano di nuovo perduti" 1 .
Nella discussione, sviluppatasi negli ultimi anni, sulla genesi e i significati del termine e del... more Nella discussione, sviluppatasi negli ultimi anni, sulla genesi e i significati del termine e del concetto di paesaggio, una questione centrale è quella dei criteri che definiscono una "civiltà di paesaggio", al pari di quella sui criteri che definiscono il concetto di "paesaggio". Va infatti ricordato come solo in tempi assai recenti sia stata superata la predominante accezione esteticoartistica del termine nella direzione di un'idea di paesaggio come forma visibile del territorio, creazione culturale a partire da una selezione e interpretazione-simbolizzazione di possibilità presenti nella dotazione naturale di un'estensione geografica. Non solo, il termine impiegato è a sua volta una risemantizzazione moderna, in accezione estetica, di vocaboli che indicavano un luogo o una regione. L'intrinseca duplicità che inerisce al concetto di paesaggio (rappresentazione e cosa in sé), assieme alla relativa modernità del termine, ne rendono complessa la traslazione ad ambiti, culturali e storici, in cui la realtà visibile della natura e la conformazione dei territori non conoscono la specifica "medianza" della forma-paesaggio, pur costruendo, com'è ovvio, forme territoriali differenziate, elaborate e singolari.
Breve scheda del Museo Il Museo dei Sanatori di Sondalo, inaugurato il 15 aprile 2015, l'unico de... more Breve scheda del Museo Il Museo dei Sanatori di Sondalo, inaugurato il 15 aprile 2015, l'unico del suo genere in Europa, costituisce un nuovo importante polo nell'offerta culturale della Valtellina. Snodo strategico di un percorso di conoscenza e valorizzazione dell'ex Villaggio Sanatoriale "Eugenio Morelli", iniziato nel 2009 per opera dell'Associazione culturale Terraceleste e del Comune di Sondalo e proseguito negli anni successivi con la strategica collaborazione con il Politecnico di Milano in una nutrita serie di studi scientifici, convegni, mostre, dibattiti, visite guidate, workshop, rappresenta il primo esempio di una visione progettuale che sostanzia tutte le iniziative di sensibilizzazione e condivisione culturale dello straordinario patrimonio storico, architettonico e paesaggistico disseminato sul Monte di Sortenna svolte continuativamente in questi anni da un piccolo gruppo di studiosi coadiuvati da volontari.
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