Books by Giovanni Azzaroni
In this paper have been examined the two fundamental texts of the Hindū dance-theatre tradition, ... more In this paper have been examined the two fundamental texts of the Hindū dance-theatre tradition, the Nāṭyaśāstra and the Abhinayadarpaṇa, in order to compare them and to investigate first the lexical use of rasas and of sthāyibhāvas, and then the elements about the abhinayas for the head, for the glances and for the neck. After a detailed survey of the parts about rasas, sthāyibhāvas and abhinayas for head, eyes and neck it was possible to observe that the relationship is not as linear as it has been traditionally passed on. Analyzing the collected data it emerges indeed a complex relationship based on a continuous and dynamic crossfire, as well as a lot of autonomous elements that reflect cultural traditions with clear nuances of autonomy.
Papers by Giovanni Azzaroni
Le Lettere eBooks, 2011
Come indicato nell'indice del volume i capitoli a firma di Matteo Casari sono: - Il teatro de... more Come indicato nell'indice del volume i capitoli a firma di Matteo Casari sono: - Il teatro dei codici: i trattati e la trasmissione dei saperi (pp.9-92) - Vita e artificio: il teatro di figura (pp. 159-196) - Modelli del comico: dal mito alle funzioni ritmiche e drammaturgiche (pp. 273-308) Il racconto del teatro in Asia sottende un ineludibile riferimento al divenire del contesto culturale in cui \ue8 nato e, quindi, analizzarne lo sviluppo significa anche studiare la genesi di quel contesto in una prospettiva storico-antropologica. Il manuale adotta uno sguardo trasversale che consente di affrontare sincronicamente alcuni macro temi sui quali, al di l\ue0 del tempo e dello spazio, l\u2019intelligenza teatrale asiatica si \ue8 misurata proponendo risposte sempre diverse a questioni al fondo comuni: la trasmissione dei saperi, il corpo che danza, ombre e marionette, maschere e trucco, il comico. Gli aspetti teatrali considerati sono stati indagati iniziando dalle culture che li hanno visti nascere: un fenomeno teatrale asiatico non pu\uf2 essere studiato utilizzando (esclusivamente) paradigmi culturali occidentali, ma adottando un punto di vista interno alla cultura osservata (senza abiurare del tutto quella di appartenenza), nella convinzione che solo il relativismo culturale possa essere la struttura di lettura corretta in tutti i campi del sapere
Il volume rappresenta l'interessante e prezioso risultato di una ricerca di campo che va dagli an... more Il volume rappresenta l'interessante e prezioso risultato di una ricerca di campo che va dagli anni Novanta a oggi per studiare le pratche semiclandestne delle guaritrici del territorio emiliano. Pratca, scrive Cristana Natali nella Prefazione, "prevalentemente femminile e sotrata alle leggi del mercato, la «segnatura» delle varie patologie-chiamate localmente «fuoco di S. Antonio», «storte», «verminosi», e «colpo della strega»-si esercita atraverso l'impiego di parole e gest tramandat di generazione in generazione e spesso protet dal segreto" (p. 5). La ricerca di Antonella Bartolucci, che si è svolta in quatro fasi, tra il 1992 e il 2016, si propone di cercare di indagare sia ateggiament e credenze relatvi alla malata sia le tecniche terapeutche dei guaritorisegnatori, «che hanno come obietvo primario il corpo» (p. 13). Il mutare delle condizioni socio
Le mie vite daccapo è un libro che «sorprenderà» e «commuoverà», come scrive Cristiana Natali nel... more Le mie vite daccapo è un libro che «sorprenderà» e «commuoverà», come scrive Cristiana Natali nella Prefazione, e, aggiungo, ci insegnerà e riaffermerà che l'Altro non esiste come definizione antropologica, è una entità ontologica, l'Altro siamo Noi. Ma il libro di Suzana B. e Milli Ruggiero è anche molte altre cose perché sostanzia la testimonianza vera di una vita vera narrata da chi l'ha vissuta e raccontata in forma scritta da chi l'ha con amore e passione ascoltata, il libro «rappresenta un esempio di quanto accade quando il desiderio di narrare incontra la capacità di ascoltare» (Natali, p. 11). A mio avviso all'aspetto emozionale che la lettura favorisce e induce va senza alcun dubbio incastonato quello della difficoltà di rendere senza infingimenti o sovrastrutture il racconto dell'Altro, tema questo dibattuto e da dibattere in antropologia con esiti polisemici. Questo volume, toccante tranche de vie, pare quasi incarnare un desiderio antropologico che in questi anni sta diventando sempre più cogente, e cioè quello che sia l'Altro il protagonista della propria etnografia, sia lui che si racconta in prima persona e da protagonista assoluto, lasciando al ricercatore-ascoltatore il ruolo del deuteragonista, il ruolo di colui che trascrive esclusivamente quello che gli viene narrato. Un recente esempio di questa filosofia è rappresentato dal resoconto del pensiero etno-ecologico di Davi Kopenawa, sciamano yanomani, che narra la sua vita e le sue lotte per salvare la sua cultura dagli interessi predatori e dalla geopolitica globale all'antropologo Bruce Albert, che regolarmente lavora dal 1975 presso gli Yanomani e nel volume La caduta dal cielo mette per iscritto i racconti di questo straordinario leader nella lotta per la protezione della foresta amazzonica. Anche Le mie vite daccapo appartiene a questo filone di ricerca antropologica, ha dimensioni molto più ridotte, è più intimo, ma le battaglie di Suzana per riaffermare il suo diritto alla vita riveste sicuramente la medesima intensità perché possono essere lette pure come quella della diaspora di un popolo. Paradigmi unificanti, la vita in famiglia per Suzana e quella del popolo al quale appartiene relegato ai margini se non rifiutato, spesso senza diritto di asilo, da quei popoli che si definiscono civili (?)-e non ho alcun dubbio nell'affermare che l'interrogativo mi pare obbligatorio e necessario. Milli Ruggiero non si è fatta interprete, se non emotivamente, è ovvio, dei racconti di Suzana, ma con una scelta scientifica coerente e precisa li ha ascoltati partecipandovi ma da distanza-e non si tratta di un ossimoro-, ma, al contrario, di una
Nel corso delle mie ricerche sui teatri dell'Asia ho incontrato molt atori e musicist, che ho sem... more Nel corso delle mie ricerche sui teatri dell'Asia ho incontrato molt atori e musicist, che ho sempre ritenuto maestri del mio sapere, perché senza di loro le mie ricerche di campo, come antropologo dello spetacolo, non avrebbero potuto svilupparsi, nel tentatvo di comprendere un mondo lontano dalla mia cultura occidentale. Lontananza che gli studi hanno dimostrato essere probabilmente solo nominale, come sostene Said, nella consapevolezza che le diverse culture si
Antropologia e Teatro, 2012
Un cortle nella savana-Il teatro di Mandiaye N'Diaye è un approfondimento della tesi di laurea in... more Un cortle nella savana-Il teatro di Mandiaye N'Diaye è un approfondimento della tesi di laurea in Storia del Nuovo Teatro, che Linda Pasina ha conseguito presso il Corso di Laurea Specialis#ca in Discipline Teatrali dell'Università di Bologna. Lo studio sul teatro di Mandiaye N'Diaye si è arricchito con ricerche di campo durate mol# mesi in Senegal, nel villaggio di Diol Kadd, sede dell'Associazione Takku Ligey, condoe con un approccio storico-antropologico. Costruito su interviste, il libro si sviluppa partendo dall'arrivo di Mandiaye in Italia sino al ritorno in Senegal per cercare di dare una speranza al suo villaggio na#o partendo dal teatro. Giunto in Italia, indicata dagli stregoni come luogo ideale, con la speranza di giocare in una importante squadra di calcio, vede le sue speranze presto deluse e comincia, per vivere, a vendere accendini, orologi e accessori simili sulle spiagge della riviera romagnola. Nell'aprile del 1989 incontra Marco Mar#nelli, regista, e Luigi
La “struttura ombra” nel contesto della cultura in Asia e pensata correlata indissolubilmente al ... more La “struttura ombra” nel contesto della cultura in Asia e pensata correlata indissolubilmente al vissuto nel quale ha avuto origine e quindi va interpreta partendo dalla cultura che l’ha originata. Questo saggio indaga pertanto tre diverse realta geografiche, rispettivamente il Giappone ( teatro n ō ), la Cina ( teatro delle ombre ) e l’Indonesia ( teatro delle ombre ), per meglio connettere la visione e la “filosofia dell’ombra” a precise prospettive culturali, che consentano di relazionarla a immagini non prevaricanti.
di Giovanni Azzaroni Il libro racconta il percorso e il lavoro perseguiti per realizzare uno spet... more di Giovanni Azzaroni Il libro racconta il percorso e il lavoro perseguiti per realizzare uno spettacolo, Paradiso, messo in scena da Babilonia Teatri, e ci fa incontrare coloro che hanno perduto il Paradiso senza alcuna colpa. Spettacolo corale e libro corale, che coniuga sapientemente drammaturgia, arte, pedagogia, terapia, scienza in un intreccio che si arricchisce dei diversi contributi e delle differenti esperienze di vita e di studio. Un libro composito ma unitario
di Giovanni Azzaroni Due libri important per conoscere meglio Michel Leiris, poeta, leterato, cri... more di Giovanni Azzaroni Due libri important per conoscere meglio Michel Leiris, poeta, leterato, critco di arte contemporanea, etnografo, personaggio versatle e polisemico, discutbile, ma indubbiamente fascinoso come le molte pagine che ha scrito. Laura Budriesi ha indagato con cura e sagacia il suo percorso artstco in due volumi: il primo è dedicato all'analisi critca della vita e delle opere di Leiris, il secondo propone una ricca antologia di test, scrit tra il 1930 e il 1983, incentrat sulla possessione, sulla trance e sugli aspet teatrali che le caraterizzano. Nato in una famiglia repubblicana della media borghesia trascorse la giovinezza a Parigi negli anni della prima guerra mondiale e conobbe, tra gli altri, Roussel, Mauss, Breton, Picasso, Giacomet, Bataille, Griaule, Miró. Appassionato della cultura africana, di ritorno da un viaggio in Etopia, incontrò e strinse amicizia con Sartre, Aimé Cesaire, Simone de Beauvoir e Métraux, che lo incoraggiarono e lo sostennero nel suo apprendimento artstco ed etnologico. Appassionato di
Nicola Bardasi e Cristana Natali, a cura di, Io a loro ho cercato di spiegare che è una storia co... more Nicola Bardasi e Cristana Natali, a cura di, Io a loro ho cercato di spiegare che è una storia complicata la nostra. Voci, esperienze, testmonianze sulla disabilità all'Università di Bologna, Bologna, Bononia University Press, 2018, 206 pp. di Giovanni Azzaroni «Quante fnestre si possono aprire sul mondo? Tante quante sono i modi di guardarlo, di viverlo, di percepirlo» (p. 10) si chiede (e si risponde) nell'Introduzione Cristana Natali, curatrice del volume insieme con Nicola Bardasi, volume che raccoglie le testmonianze direte e partecipate di persone con disabilità e di coloro che hanno vissuto l'esperienza di un laboratorio per la sensibilizzazione della disabilità organizzato dalla Scuola di Letere e Beni Culturali dell'Università di Bologna in collaborazione con l'Associazione Acca Parlante. Nelle parole di Cristana Natali l'approccio antropologico è immediatamente evidente in una dimensione che richiama intelligentemente un relatvismo che fonda le proprie radici sulla coscienza della presenza della molteplicità e diversità dei vissut. Il volume, a trat anche molto commovente, è un racconto in prima persona, gli atant narrano le loro storie senza sentmentalismi, mondate da inutli captato benevolentae, con la consapevolezza di rappresentare una voce potente che deve e vuole farsi sentre. Una testmonianza direta che si esplica nelle parole e nelle interviste rilasciate dai protagonist di questo bellissimo libro, un chiaro esempio di antropologia applicata. Lo si legge con emozione, ma pure con la consapevolezza che l'«altro» non esista, che l'altro siamo noi. L'ho leto e ho cercato di riproporlo critcamente seguendo l'indice e le emozioni che ho provato, senza tentare considerazioni complessive e lasciando la parola agli autori. Con ferma e consapevole dignità, nel testo poetco che apre il volume, Luca Mozzachiodi rivendica la propria diversità e la apparenta simbolicamente con quella di tut i diversi, nel fsico, nel colore della pelle, nelle credenze religiose, in un breve e toccante excursus che mete in primo piano i dannat della terra, coloro che «secondo lo spirito del tempo il Diavolo e il buon Dio / si disputavano i nostri lament / e i nostri sguardi di migliori tra i fgli» (p. 13). Il richiamo alla parabola evangelica è immediatamente evidente, così come l'afermazione di una diversità sancita dagli uomini come No 9 (2018) htp://antropologiaeteatro.unibo.it
I saggi pubblicati in questo volume possono essere suddivisi idealmente in tre gruppi: etnografie... more I saggi pubblicati in questo volume possono essere suddivisi idealmente in tre gruppi: etnografie e etnologie di antropologi e studiosi africanisti, esperienze di messe in scena di registi e performer, saggi di antropologia visuale. Il volume aspira a mettere in luce come l’attribuzione alle danze africane di un carattere di primitivita rappresenti da un lato l’eredita di una concezione evoluzionista mai del tutto tramontata, dall’altro il risultato dell’applicazione di nuovi stereotipi che hanno tradotto in termini positivi qualificazioni precedentemente negative. The papers gathered in this book can be ideally divided into three specific categories: Ethnographies and Ethnologies of Anthropologists and Africanist Scholars, experiences of theater directors and performers, essays of Visual Anthropology. The volume aims to highlight how the attribution to African dances of a peculiar primitiveness represents, on one hand the legacy of an evolutionary concept that has never vanished, o...
Uploads
Books by Giovanni Azzaroni
Papers by Giovanni Azzaroni