Papers by Francesca Stopper
This paper focuses on some Eighteenth century profane silver works made for Venetian and Paduan s... more This paper focuses on some Eighteenth century profane silver works made for Venetian and Paduan secular patrons, the Ottolini and the Degli Oddi families, that were hitherto overlooked.
2013/2014Il presente studio pone l’attenzione sulla stagione barocca e rococò dell’oreficeria ven... more 2013/2014Il presente studio pone l’attenzione sulla stagione barocca e rococò dell’oreficeria veneziana. Si prefissa di tracciare una storia dell’evoluzione dell’oreficeria sacra a Venezia, partendo dall’analisi delle opere a carattere sacro che si conservano nelle chiese della città lagunare. Sulla scorta dell’intreccio tra la ricerca sulle fonti manoscritte, a stampa e sui documenti d’archivio, l’analisi dei punzoni e lo studio diretto dei manufatti (si sono catalogati più di 250 oggetti), si è cercato di descrivere il periodo che dall’affermazione del gusto barocco ha portato al Rococò. A tal fine, si sono esaminate le vicende artistiche di alcuni tra i principali orefici e botteghe, operanti nella lavorazione delle suppellettili liturgiche. Tra questi si ricordano Antonio Bonacina, Pietro Bortoletto, Andrea Zambelli e le botteghe al Coraggio, al Trofeo, al Trionfo di Santa Chiesa e al San Lorenzo Giustinian, di cui è stato possibile riunire un corpus di opere significative. Lo studio ha inoltre approfondito il tema delle interferenze e delle interrelazioni tra le arti. Oltre alle affinità stilistico-formali evidenti dal confronto tra oreficerie, bronzetti e sculture, riconducibili alla diffusione dei medesimi prototipi e alla partecipazione dello stesso sentire artistico, si è fatta luce su più occasioni in cui orefici hanno collaborato con architetti, pittori, scultori e intagliatori nelle commissioni di apparati processionali e di arredi d’altare.XXVII Ciclo198
Routledge eBooks, Dec 12, 2022
Routledge eBooks, Dec 12, 2022
Un papa veneziano sul trono di Pietro. Il 6 luglio 1758, dopo aver retto l'episcopato pa-dova... more Un papa veneziano sul trono di Pietro. Il 6 luglio 1758, dopo aver retto l'episcopato pa-dovano per più di un decennio, il cardinale Carlo Rezzonico ascese al soglio pontifi-cio con il nome di Clemente XIII. Nei mesi seguenti, il neoeletto elargì doni munifici, quali suppellettili e paramenti liturgici, alla chiesa di San Felice di Venezia e alla catte-drale di Padova in segno di riconoscenza. Proprio dalla città lagunare possiamo pren-dere le mosse per illustrare alcune novità sui preziosi omaggi e sulle loro vicende. La famiglia Rezzonico, quando nacque il futuro pontefice, nel 1693, risiedeva nella parrocchia di San Felice, in affitto nel poco distante palazzo Fontana; soltanto alla metà del Settecento si trasferì nel fastoso palaz-zo già dei Bon sul Canal Grande, a San Bar-naba. Per onorare la chiesa di San Felice, ove era stato battezzato, Clemente XIII, nel 1759, vi inviò una Pisside in argento e ar-gento dorato (fig. 1) 1. Su una base mistilinea modanata, si innesta il pi...
L'attività veneziana di Angelo Scarabello, argentiere atestino con bottega a Padova all'i... more L'attività veneziana di Angelo Scarabello, argentiere atestino con bottega a Padova all'insegna dell'Angelo, è finora pressoché rimasta nell'ombra 1. Gli unici due episodi di cui, a oggi, si serba memoria, sono traman-dati dai manoscritti di Pietro Gradenigo. Si tratta della cornice in "Argento masiccio, e dorato", eseguita verso il 1760 per il ritrat-to di papa Clemente XIII Rezzonico dipinto da Anton Raphael Mengs-ora in collezione privata a Spoleto-, del valore di 1118 once, e della "grande cornice d'argento in parte dorato" che racchiudeva un'effigie del doge Marco Foscarini 2. Poco altro è noto sulla produzione veneziana dell'orefice, chiama-to ad approntare, stando ai documenti, an-che "una Chiocha con dieciotto brazzali" e altri oggetti 3. Tuttavia l'importanza delle famiglie Rezzonico e Foscarini, giunte in que-gli anni all'apice della loro gloria, da sola prova la fortuna vantata dall'artefice in un centr...
Art Italies, 2017
Laura de Fuccia, docteur en histoire de l'art, chargée de cours (EPHE), chef de projet (INHA)
Canaletto & Venezia, 2019
Con questa esposizione a Palazzo Ducale celebriamo la storia di Venezia, in particolare il Settec... more Con questa esposizione a Palazzo Ducale celebriamo la storia di Venezia, in particolare il Settecento. È un progetto che ho fortemente voluto e che sono particolarmente orgoglioso di presentare, anche in virtù di una serie di prestiti importanti che siamo riusciti ad ottenere da alcuni tra i più prestigiosi musei del mondo (Boston, Chicago, Washington, Parigi, Londra, San Pietroburgo). A questi si affiancheranno le opere custodite all'interno delle ricche collezioni dei Musei Civici di Venezia, un patrimonio che appartiene a tutta la città e che tutta la città può qui ammirare e condividere con i suoi ospiti. L'esposizione si concentra sulla figura di uno dei massimi rappresentanti della Venezia del Settecento, Canaletto, che più di ogni altro ha saputo ritrarre e esaltare la bellezza intrinseca della città. In qualsiasi museo del mondo i dipinti di Canaletto sono tenuti in altissima considerazione, a testimonianza della qualità di questo particolare linguaggio artistico, che fa della veduta il suo genere prediletto. La mostra presenta anche opere di altri grandi artisti del secolo, da Tiepolo a Piazzetta, e dei frutti che quell'irripetibile civiltà artistica che fu il Settecento veneziano produsse nel campo delle arti applicate e della manifattura, con disegni, sculture, arredi, porcellane e argenti, per meglio offrire al visitatore il senso della grandezza di quel patrimonio artistico che portò la scuola veneziana a primeggiare in Europa e che ancora oggi affascina e attira milioni di visitatori. LUIGI BRUGNARO Sindaco di Venezia Canaletto è stato un grande artista la cui caratura si misura anche nel suo emergere durante un secolo eccezionale, quel Settecento veneziano che ha visto la nostra città divenire centro di una civiltà artistica che ha saputo primeggiare in Europa. Da oltre vent'anni non si realizzava a Venezia un evento di questa portata dedicato a quel secolo e ai suoi maestri, ma oggi Canaletto ritrova finalmente la sua collocazione in una grande mostra a Palazzo Ducale, circondato dall'eccellenza che nel Settecento a Venezia animò le arti maggiori, la pittura, la scultura, per attraversare la produzione manifatturiera e le arti applicate. Una grande mostra che nasce dalla collaborazione con la Réunion des Musées Nationaux-Grand Palais, che ha portato in realtà all'allestimento di due diverse mostre dedicate all'arte veneziana del Settecento: una a Parigi da poco conclusa presso il Grand Palais, e questa di Palazzo Ducale, complementari sotto tutti i punti di vista, con un nucleo centrale di opere comuni da cui si sviluppano diverse letture del Settecento veneziano. Un secolo che ha prodotto un patrimonio artistico unico, che nella splendida Venezia dove è stato creato si offre nuovamente agli occhi del mondo in tutta la sua magnificenza e complessità. MARIACRISTINA GRIBAUDI Presidente, Fondazione Musei Civici di Venezia A partire dal 2013, con il nuovo riallestimento dell'Appartamento del doge a Palazzo Ducale, la Fondazione Musei Civici ha inaugurato una rassegna di grandi mostre dedicata ai protagonisti e ai momenti cruciali della storia dell'arte. Si sono susseguite così diverse iniziative, sovente realizzate in collaborazione con importanti musei e istituti culturali. Con le ultime esposizioni, Ruskin a Venezia e Tintoretto l'obiettivo è stato puntato sugli episodi cardine dell'arte della Serenissima. In questa occasione, il protagonista è invece Canaletto, il grande esponente del vedutismo, genere che proprio a Venezia raggiunse i suoi massimi livelli d'espressione. Nell'ideazione della mostra ci è parso imprescindibile porre le opere del pittore in dialogo serrato con quelle degli altri grandi artisti del secolo. Giambattista Tiepolo, coetaneo di Canaletto, ne condivide in parallelo il percorso stilistico e i successi economici, mentre accanto a loro trovano spazio altri illustri rappresentanti di quella civiltà che si è fatta apprezzare in Europa in ogni genere artistico. Un susseguirsi di capolavori da Giambattista Piazzetta a Federico Bencovich, da Antonio Pellegrini a Rosalba Carriera e Sebastiano Ricci, fino a Francesco Guardi e Giandomenico Tiepolo. L'elenco potrebbe proseguire, tanto era vitale la stagione creativa che fiorì a Venezia nel Settecento. Il cambiamento rispetto al secolo precedente fu radicale sia nella pittura di storia che in quella di genere, nella scultura e nelle alle arti decorative, fra cui spicca la porcellana, forse il materiale che meglio di altri incarna lo spirito del secolo. Riuscire a riassumere tutto questo attraverso un numero per forza ristretto di opere, per quanto altamente simboliche e qualificanti, ha rappresentato una vera sfida. Il risultato finale è senza dubbio inaspettato. Il progetto dell'esposizione è stato sviluppato assieme alla Réunion des Musées Nationaux-Grand Palais e prevede un nucleo centrale di opere da cui si sviluppano diversi piani di lettura fra loro complementari. La mostra che apre i battenti a Palazzo Ducale, conclude, quindi, la narrazione aperta al Grand Palais di Parigi a settembre 2018, mettendo in evidenza la dimensione europea dell'arte del Settecento veneziano e soprattutto il suo slancio verso al modernità.
Precisazioni sulla decorazione dell'organo cinquecentesco di Santa Maria del Giglio a Venezia: un... more Precisazioni sulla decorazione dell'organo cinquecentesco di Santa Maria del Giglio a Venezia: una proposta di ricostruzione, M B .
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