Papers by Bartolomeo Puca
Laicità e sacerdozio in un recente volume di R. Penna Sommario In un suo recente studio, l'eseget... more Laicità e sacerdozio in un recente volume di R. Penna Sommario In un suo recente studio, l'esegeta Romano Penna mette in luce come la nuova realtà comunitaria, sorta intorno a Gesù Cristo, sia costruita non come sintesi tra componente giudaica e pagana. Essa comprende, indistintamente, i ministri ecclesiali, mai chiamati sacerdoti, e tutti gli altri membri, mai identificati come laici. Il cristianesimo delle origini sembra porsi in discontinuità con le idee di sacralità, ritualità, sacrificio e sacerdozio proprie dei greci e degli israeliti. Nel corpo dello scritto si offrono alcuni spunti di riflessione suscitati dalle intuizioni dell'autore. Laicità-sacerdozio-sacro-Chiesa-Paolo In his latest book, the exegete Romano Penna highlights how the new community reality, that arose around Jesus Christ, is not built as a synthesis between the Jewish and the pagan component. It includes, without distinction, the ecclesial ministers, never called priests, and all the other members, never identified as lay people. Early Christianity seems to be in discontinuity with the ideas of sacredness, rituality, sacrifice and priesthood proper to the Greeks and Israelites. The body of the paper offers some food for thought raised by the author's intuitions.
Le differenti reazioni politiche e sociali, dai bar ai salotti, circa i flussi migratori di quest... more Le differenti reazioni politiche e sociali, dai bar ai salotti, circa i flussi migratori di questo ultimo periodo, non possono non farci pensare ai racconti dell'esodo biblico. L'uomo in quanto tale è "essere in cammino", alla ricerca di una terra dove collocarsi, di affetti nei quali completarsi e della relazione con Dio in cui trovare il senso del suo vagare. Di fronte alla paura dello straniero che bussa alle porte delle nostre città, spesso immotivata e suscitata dalla propaganda politica 1 , ci sembra doveroso, in quanto credenti, porci la domanda su come Dio guardi la nostra situazione, il migrante e l'accoglienza spesso negata, per aprirci alla speranza. Se leggiamo con attenzione il testo biblico, ci rendiamo conto che molte delle sue tradizioni nascono dalla migrazione dei popoli. In effetti la storia del popolo ebraico raccolta nella bibbia è racconto di una continua migrazione, alla ricerca della terra e della vita garantita in essa. Da Canaan, all'Egitto, dall'Egitto alla Palestina, il popolo eletto è definito dal camminare verso, dal continuo uscire da… per (hsn, nasa). Ed è dentro "questo camminare", di singoli e popolo, che Dio si è detto, facendosi conoscere come colui che pone la sua tenda al centro dell'accampamento. Anche nel Nuovo Testamento Gesù è continuamente in cammino, in uscita, spesso costretto a fuggire. Sinteticamente ricordiamo la sua prima volta, quando ancora bambino dovette migrare in Egitto a causa della persecuzione di Erode (Mt 2,13-24) e, forse il pellegrinare più impegnativo, quando da adulto dovette lasciare la sua terra natia (Galilea) e salire in Giudea, a Gerusalemme, per obbedire al Padre (Lc 9,51-19), fino al dono totale di sè. Essendo difficile argomentare di un tema così arduo, e trasversale all'intero racconto biblico, in poche pagine, scegliamo di offrire al lettore alcune pennellate, che tocchino il vocabolario utilizzato per raccontare chi è lo straniero e come è trattato, secondo le scritture, per poi soffermarci su qualche passaggio più dettagliato, per comprendere che, di fatto, nella terra di Dio, che è il suo popolo più che un luogo geografico, nessuno è straniero.
Far dialogare i testi con estrema libertà interpretativa sarà stata l'attività più esaltante dell... more Far dialogare i testi con estrema libertà interpretativa sarà stata l'attività più esaltante dell'apostolo Paolo nella stesura dei suoi scritti. L'abbondante ricorso a citazioni dell'Antico Testamento a sostegno delle sue argomentazioni, è tema di studio che ha stuzzicato la ricerca esegetica negli anni 1. Sorprende, tuttavia, nell'esplorare la Lettera ai Romani, l'interpretazione paolina di alcuni passaggi del primo testamento, che affascina e allo stesso tempo lascia senza parole il lettore. È il caso di Rm 10,4-6 in cui Paolo ricorre a due testi (Lv 18,5 e Dt 30,12-14) "stravolgendone" apparentemente il senso nella sua applicazione cristologica per affermare che in Cristo si compie la legge che conduce alla vita. Il seguente articolo, osando il dialogo tra i testi, intende inserirsi nel vivace dibattito esegetico e teologico circa l'interpretazione di Rm 10,4 nel suo contesto argomentativo (Rm 9,30-10,21), domandandosi se l'invito a «scegliere la vita» (cf Dt 30,19) non possa risuonare in questo passaggio della lettera ai Romani, nei termini dell'invitare tutti, giudei e pagani, a scegliere Cristo nella fede.
Rassegna di teologia, 2021
È illuminante iniziare la riflessione circa l'arte di "raccontare" dell'apostolo Paolo, attravers... more È illuminante iniziare la riflessione circa l'arte di "raccontare" dell'apostolo Paolo, attraverso la felice intuizione del filosofo tedesco Wilchem Schapp, secondo cui tutti gli esseri umani hanno come identità comune quella di essere «impigliati nelle storie» 1 . In effetti la «dimensione narrativa della vita», ovvero l'arte di raccontare, non è una categoria sovrapposta, ma fondamentale dell'essere umano. Senza racconto di sé, senza una storia di vita, che aiuti a fare sintesi, tra passato e presente in vista del futuro, l'individuo e la comunità potrebbero perdere la loro identità. Colui che non accetta la sfida di «impigliarsi nella propria storia», e nella storia del proprio popolo, non ha alcun accesso all'amore, al desiderio e alle emozioni, caratteristiche tipiche dell'essere umano parlante.
La Parola che unisce. Nel 500 anniversario della riforma protestante, 2017
Introduzione L'occorrenza del cinquecentesimo anniversario della riforma luterana, contemporanea ... more Introduzione L'occorrenza del cinquecentesimo anniversario della riforma luterana, contemporanea alla comparsa della prima edizione critica del testo greco del Nuovo Testamento 1 , è un opportunità per tornare a riflettere sull'utilizzo dell'AT negli scritti paolini. La ricchezza e la creatività con cui Paolo tratta e riadatta testi anticotestamentari ci aiutano a porci di fronte alla Scrittura, soprattutto nei suo passaggi ermeneutici più complessi, con la stessa serenità dell'apostolo che ha saputo parlare ai giudei e ai gentili con linguaggi diversi. In questo articolo intendiamo, pertanto, ripresentare brevemente i tratti salienti dell'utilizzo delle citazioni anticotestamentarie in Paolo e addentrarci in un testo esemplare (Rm 1,17), in cui l'apostolo, citando Ab 2,4b, si discosta sia dal testo Masoretico, sia dalla versione greca dei Settanta (d'ora in poi LXX). Le domande che accompagnano il nostro studio vertono sul problema della traduzione e interpretazione diversa di uno stesso testo, e quindi sono riferite al modo in cui l'apostolo si pone di fronte ai diversi testi di cui poteva disporre. Infatti, provando a comprendere se e come Paolo traduce o interpreta il testo profetico, potremmo riscoprire un approccio alla Scrittura che, mentre rispetta la logica interna, è trattata come Parola viva-che non coincide esattamente con la lettera che la contiene-tesa sempre all'unità di coloro che la leggono. Essa infatti è capace di comunicare parole significative in ogni situazione e contesto, anche nella diversità delle parole umane che interpretano l'unica Parola sgorgata dall'esperienza relazionale tra Dio e il suo popolo. Presentiamo il testo in oggetto (Rm 1,17) e la citazione profetica di riferimento nella versione ebraica e greca (Ab 2,4b): GNT Rm 1,17 «ó dè díkaios ek písteôs zḗsetai»; «il giusto per fede vivrà» TM Ab 2,4b: «w ə ṣaddȋq be'ěmûnātô yiḥyeh», «il giusto per la sua fede vivrà»; LXX 2 Ab 2,4b: «ó díkaios ek písteṓs mou zḗsetai», «il giusto per la mia fede(ltà) vivrà»; 1. Paolo e l'Antico Testamento: una sintesi Indagare le modalità e le ragioni che regolano il rapporto tra AT e le lettere di Paolo mette in luce certamente le caratteristiche peculiari di entrambi i testi e una serie di 1 Fu Erasmo da Rotterdam a pubblicare presso l'editore Johan Froben la prima edizione critica del testo Greco del NT, con il titolo Novum Instrumentum omne: diligenter ab Erasmo Roterdamo recognitum & emendatum, Basilaeae, Johan Froben, 1516, cf G. PANI, Paolo, Agostino, Lutero: alle origini del mondo moderno, Rubettino, Soveria Mannelli (CZ) 2005, 38-44. 2 La sigla GNT, indica l'edizione critica del testo Greek New Testament; la sigla TM indica il Testo Masoretico, ovvero la Bibbia in ebraico, mentre la sigla LXX indica la traduzione Greca della Bibbia ebraica.
il lavoro del presente articolo verte nel tentativo di comprendere attraverso l'esperienza del pr... more il lavoro del presente articolo verte nel tentativo di comprendere attraverso l'esperienza del profeta Osea in cosa consti l'amore di Dio, quali conseguenze implica nell'uomo e come la cattiva immagine/conoscenza di Dio neghi di fatto la giustizia e la fraternità. Inoltre il lavoro mette in rapporto l'esperienza profetica di Osea con l'apostolo Paolo ai Romani, sostenendo che dietro talune affermazioni Paoline ci sia la conoscenza di questo scritto.
this article esplore the tema of hope in New Testament and try in particolar to answer at this qu... more this article esplore the tema of hope in New Testament and try in particolar to answer at this question: which ask put in heart of man adn woman the Christian Hope? In wicth way is it possible to show this hope to word? In particolar this study concentre his attention about Paul's Letters.
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