Papers by Anna Maria Rotella
Landscaps-Paesaggi culturali Atti della Giornata di Studi (a cura di F. Cambi-D. Mastroianni-V. Nizzo-F. Pignataro-S. Sanchirico), 2021
Un modello di gestione del territorio che pone la “cura”’ agricola e più in generale la ripresa d... more Un modello di gestione del territorio che pone la “cura”’ agricola e più in generale la ripresa delle attività connesse alla lavorazione della terra, come modello per “custodire” il territorio. In questa direzione, dal momento che in Italia è sempre più stringente l’esigenza di una valorizzazione dei beni culturali in sintonia con la “cura” del territorio, per giungere a programmi complessivi ed in armonia con la natura e la storia stessa dei luoghi, si ritiene che il modello “CroceNeviera” possa essere la risposta complessiva e armonica per ottenere, attraverso il coinvolgimento dei cittadini tutti, unitamente ai soggetti svantaggiati, occasione per la creazione stabile ed innovativa di posti di lavoro. D’altra parte, la ripresa delle pratiche agricole e la conseguente presenza quotidiana dei lavoratori all’interno delle aree archeologiche, diventerebbe così la chiave di volta per garantire oltre che la manutenzione ordinaria delle stesse, anche la nascita di presidi di legalità e ancora occasione per creare un sistema naturale di controllo degli incendi, delle frane, dell’abbandono dei rifiuti e per innescare l’armonica irreggimentazione delle acque, in funzione di una equa e sostenibile “cura” del territorio. L’ auspicio è quello di riuscire a far diventare anche sul territorio nazionale, il “CroceNeviera” un nuovo modello di gestione del patrimonio archeologico, che alimenti costantemente il senso di responsabilità rispetto al “futuro dell’antico”, “custodendo” e “curando” il territorio nelle sue molteplici sfaccettature.
Il mare le sue genti, 2021
Atti del primo Festival dell'Archeologia e del Turismo Vibo valentia
Atti del I Festival dell'archeologia e del turismo "Il mare e le sue genti"
Atti del convegno Le vie di comunicazione nell'antichità SIGEA
e s t r a t t o 1 orsI 1902; Id . 1913, p. 55 ss. Per gli scavi di P. Orsi vd. MEDMA-ROSARNO (RC)... more e s t r a t t o 1 orsI 1902; Id . 1913, p. 55 ss. Per gli scavi di P. Orsi vd. MEDMA-ROSARNO (RC): L'AREA SACRA IN LOCALITÀ CALDERAZZO. SCAVI 2014 e s t r a t t o 390 M.T. Iannelli -E. Grillo -M. Paoletti -A.M. Rotella -C. Sabbione Sc. Ant.
e s t r a t t o 1 orsI 1902; Id . 1913, p. 55 ss. Per gli scavi di P. Orsi vd. MEDMA-ROSARNO (RC)... more e s t r a t t o 1 orsI 1902; Id . 1913, p. 55 ss. Per gli scavi di P. Orsi vd. MEDMA-ROSARNO (RC): L'AREA SACRA IN LOCALITÀ CALDERAZZO. SCAVI 2014 e s t r a t t o 390 M.T. Iannelli -E. Grillo -M. Paoletti -A.M. Rotella -C. Sabbione Sc. Ant.
Hipponion tra la seconda metà del IV e la fine del III sec. a.C.: ricostruzione topografica alla ... more Hipponion tra la seconda metà del IV e la fine del III sec. a.C.: ricostruzione topografica alla luce di nuove scoperte discuss the evidence that a Brettian area might have been located over the hill where now the Castello Normanno-Svevo stands.
Partendo dalla “brutta vicenda” delle mura su via Paolo Orsi, con un gruppo di colleghi (l’agrono... more Partendo dalla “brutta vicenda” delle mura su via Paolo Orsi, con un gruppo di colleghi (l’agronomo Maurizio Agostino, il geologo Pino Ferraro e l’architetto Luciano Grillo) è emersa l’esigenza dar voce attiva alle forze sociali presenti sul territorio in merito alla progettazione del futuro di uno dei territori più abbandonati e ricchi della Calabria. Dopo un intenso giro di incontri con Enti e Associazioni operanti sul territorio durato per tutto il 2017, siamo giunti all’elaborazione della Proposta di un Laboratorio territoriale per il Parco Archeologico agro naturalistico del vibonese “CroceNeviera”. Il 15 giugno 2018 il “Protocollo d’intesa” stilato dal gruppo di lavoro è stato accolto dal sindaco del Comune di Vibo Valentia Elio Costa e dalla sua giunta come Ente capofila e il 28 settembre 2018, con la firma del protocollo d’intesa da parte dei diversi soggetti sia pubblici che privati, aderenti al progetto del Parco Archeoagronaturalistico “CroceNeviera” si è entrati nel vivo dell’iter. Tutti i firmatari del Protocollo (i sindaci dei Comuni di Vibo, S. Onofrio e Stefanaconi, il presidente della Camera di Commercio, il Vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e il Direttore del Polo Museale Calabrese e ancora Archeoclub, Confindustria, Cgil, Cia (Confederazione italiana agricoltori), Federconsumatori, Codacons, Coldiretti, ABC (Agricoltura biologica Calabria), Agrìa (Rete agricoltura biologica civica del Vibonese), Forum delle associazioni, Italia nostra, Associazione italiana cultura classica, Comitato Pro mura, il WWF provinciale, le associazioni “Risveglio ideale”, “La Goccia”, “Io vedo con le mani”, Argonauta e l’associazione “Profondazione Antonino Murmura”) sono stati concordi sulla valenza di una iniziativa che si propone di coniugare concretamente la conservazione e la valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale della città, la tutela ambientale, l’agricoltura sostenibile, le attività di artigianato tipico e l’accoglienza, con intuibili benefici sul piano dell’occupazione, soprattutto giovanile, e dell’incremento dei flussi del turismo culturale e religioso. In questi due anni il progetto ha anche ricevuto il sostegno dell’ANIMI e del suo Presidente Gerardo Bianco per la forte connessione esistente fra il nostro impegno per la rinascita sostenibile del territorio al di la degli interessi dei singoli e la dedizione di Zanotti Bianco per la rinascita del Sud d’Italia.
Una città e la sua storia attraverso lo studio del sistema di scorrimento delle acque piovane.
Vito Capialbi e Vibo Valentia: vecchie scoperte e nuove ricerche archeologiche
Vito Capialbi esp... more Vito Capialbi e Vibo Valentia: vecchie scoperte e nuove ricerche archeologiche
Vito Capialbi esponente illuminato di una delle più antiche famiglie di Vibo Valentia nella prima metà dell’ottocento mosso dalla “brama d’illustrar la patria” e spinto dal disaggio di vivere in “tempi tutt’altro che favorevoli alle muse” si lascia guidare dal “santo fuoco del sapere”. Tutto ciò che è antico suscita nel conte curiosità. Se in un primo periodo il suo interesse per l’archeologia prende le mosse da rinvenimenti legati al mero gusto del collezionismo successivamente la sua attività è tutta finalizzata alla rigorosa e dettagliata documentazione di ogni piccola traccia del passato. Possiamo seguire il suo fare affannoso nei cantieri urbani nel tentativo di raccogliere quante più informazioni possibili sulla storia della sua Montelione. E ancora oggi, nonostante la parzialità dei dati editi, i suoi resoconti di scavo riescono a fornire spunti inattesi alle nostre riflessioni archeologiche. Nel corso di questo studio l’attenzione è stata incentrata sullo scavo delle necropoli al Cofinello, dove ad oggi il conte è l’unico archeologo ad aver operato. Grazie alle sue riflessioni di scavo e ad un’attenta analisi della ceramica a vernice nera della Collezione Capialbi è stato possibile ipotizzare una ben caratterizzata fase d’uso italiota di quest’area cimiteriale. Sui Brettii e sulla loro presenza a Vibo Valentia ancora avvolta nel mistero sono gli scritti del Capialbi che ci aiutano ad identificare tracce tangibili. Nell’attesa che la moderna ricerca archeologica riesca a compiere ulteriori quanto assolutamente indispensabili passi avanti è ancora il conte Vito a guidarci in molti dei capitoli della millenaria storia della sua amata Montelione.
"Ricucendo" il legame tra i materiali della collezione e gli scritti del conte, la fase italica d... more "Ricucendo" il legame tra i materiali della collezione e gli scritti del conte, la fase italica della necropoli al Cofinello (e non solo) conferma sia il mantenimento da parte della città di una spiccata vivacità commerciale in età brettia, che un'abile quanto peculiare strategia insediativa italica, attenta ai rapporti di convivenza con l'elemento italiota: il tutto grazie agli inediti tasselli offerti alla ricostruzione storica da Vito Capialbi.
La posizione collinare sulla quale è sorta la città di Vibo Valentia, fornisce un'ampia visuale d... more La posizione collinare sulla quale è sorta la città di Vibo Valentia, fornisce un'ampia visuale di una porzione dell'Appennino calabrese centro meridionale, oltre che di un vasto tratto del mare Tirreno. La peculiarità di questo ampio sguardo sul territorio, costituisce, senz'altro, il valore aggiunto del sito che offriva un'ottima e naturale possibilità di controllo. Questa potenzialità strategica si amplifica con la presenza sulla costa, del porto della città, i cui resti sono stati identificati nell'insenatura tra i torrenti Sant'Anna e Trainiti (lena 1989); di questo erano perfettamente consapevoli i greci di Locri quando già, intorno alla fine del VII sec. a.C., scelsero la sommità della collina per fondare la subcolonia di Ipponio.
Nell'anno 194 a.C. il senato di Roma delibera la deduzione della colonia latina con il nome di Va... more Nell'anno 194 a.C. il senato di Roma delibera la deduzione della colonia latina con il nome di Valentia e venticinque anni dopo, nell'89, la città diventa municipio con un regime di autonomia ed ordinamento quattuorvirale in cui, la rafforzata posizione dei Municipales, li vedrà affidatari delle maggiori cariche pubbliche 1 .
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Papers by Anna Maria Rotella
Vito Capialbi esponente illuminato di una delle più antiche famiglie di Vibo Valentia nella prima metà dell’ottocento mosso dalla “brama d’illustrar la patria” e spinto dal disaggio di vivere in “tempi tutt’altro che favorevoli alle muse” si lascia guidare dal “santo fuoco del sapere”. Tutto ciò che è antico suscita nel conte curiosità. Se in un primo periodo il suo interesse per l’archeologia prende le mosse da rinvenimenti legati al mero gusto del collezionismo successivamente la sua attività è tutta finalizzata alla rigorosa e dettagliata documentazione di ogni piccola traccia del passato. Possiamo seguire il suo fare affannoso nei cantieri urbani nel tentativo di raccogliere quante più informazioni possibili sulla storia della sua Montelione. E ancora oggi, nonostante la parzialità dei dati editi, i suoi resoconti di scavo riescono a fornire spunti inattesi alle nostre riflessioni archeologiche. Nel corso di questo studio l’attenzione è stata incentrata sullo scavo delle necropoli al Cofinello, dove ad oggi il conte è l’unico archeologo ad aver operato. Grazie alle sue riflessioni di scavo e ad un’attenta analisi della ceramica a vernice nera della Collezione Capialbi è stato possibile ipotizzare una ben caratterizzata fase d’uso italiota di quest’area cimiteriale. Sui Brettii e sulla loro presenza a Vibo Valentia ancora avvolta nel mistero sono gli scritti del Capialbi che ci aiutano ad identificare tracce tangibili. Nell’attesa che la moderna ricerca archeologica riesca a compiere ulteriori quanto assolutamente indispensabili passi avanti è ancora il conte Vito a guidarci in molti dei capitoli della millenaria storia della sua amata Montelione.
Vito Capialbi esponente illuminato di una delle più antiche famiglie di Vibo Valentia nella prima metà dell’ottocento mosso dalla “brama d’illustrar la patria” e spinto dal disaggio di vivere in “tempi tutt’altro che favorevoli alle muse” si lascia guidare dal “santo fuoco del sapere”. Tutto ciò che è antico suscita nel conte curiosità. Se in un primo periodo il suo interesse per l’archeologia prende le mosse da rinvenimenti legati al mero gusto del collezionismo successivamente la sua attività è tutta finalizzata alla rigorosa e dettagliata documentazione di ogni piccola traccia del passato. Possiamo seguire il suo fare affannoso nei cantieri urbani nel tentativo di raccogliere quante più informazioni possibili sulla storia della sua Montelione. E ancora oggi, nonostante la parzialità dei dati editi, i suoi resoconti di scavo riescono a fornire spunti inattesi alle nostre riflessioni archeologiche. Nel corso di questo studio l’attenzione è stata incentrata sullo scavo delle necropoli al Cofinello, dove ad oggi il conte è l’unico archeologo ad aver operato. Grazie alle sue riflessioni di scavo e ad un’attenta analisi della ceramica a vernice nera della Collezione Capialbi è stato possibile ipotizzare una ben caratterizzata fase d’uso italiota di quest’area cimiteriale. Sui Brettii e sulla loro presenza a Vibo Valentia ancora avvolta nel mistero sono gli scritti del Capialbi che ci aiutano ad identificare tracce tangibili. Nell’attesa che la moderna ricerca archeologica riesca a compiere ulteriori quanto assolutamente indispensabili passi avanti è ancora il conte Vito a guidarci in molti dei capitoli della millenaria storia della sua amata Montelione.
Il progetto ha come obbiettivo quello di adottare l’agricoltura sociale e biologica come chiave di volta per costruire una linea d’azione coerente, efficace e complessiva per la gestione delle vaste aree archeologiche e dei territori limitrofi ad esse, per la maggior parte abbandonate. Vari gli obiettivi da raggiungere, tra i quali: la riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio interessato, attraverso il ruolo portante e responsabile dell’agricoltura, dell’artigianato e del turismo;
la valorizzazione dei beni etnoantropologici, archeologici, architettonici e paesaggistici attraverso l’integrazione in una proposta culturale e turistica composita; l’aumento dell’occupazione, in esperienze durevoli di economia locale, solidale, sostenibile in simbiosi con la conoscenza e il rispetto delle potenzialità culturali di cui è ricco il territorio.