Papers by Antonio Castronovi
Considerazioni dalla parte dei vinti comune-info.net/2016/11/considerazioni-dalla-parte-dei-vinti... more Considerazioni dalla parte dei vinti comune-info.net/2016/11/considerazioni-dalla-parte-dei-vinti/ Educare al valore della sconfitta, in queste nostre paginette ne abbiamo parlato spesso. Sull'amarezza della sconfitta di "un'intera generazione" e le residue speranze di liberarsi "in nome di generazioni di vinti"-per citare Walter Benjamin-ragiona questo lungo articolo di Antonio Castronovi, sindacalista della Cgil romana per una vita intera. "Noi che ci siamo battuti per il Progresso, abbiamo identificato il "gigantismo" con la "modernità" e considerato il "piccolo" come sinonimo di arretratezza. Abbiamo sostenuto la grande impresa agricola e industriale rispetto alla proprietà e alla civiltà contadina, alle piccole imprese e all'artigianato; le grandi opere rispetto alle piccole; le grandi banche d'affari a svantaggio delle banche territoriali; i mega-centri commerciali che costellano le nostre periferie urbane rispetto alla rete diffusa dei piccoli negozi di vicinato…". E' una disanima impietosa d'una miopia nefasta e di una sconfitta senza appelli, quella di Castronovi. Una rilettura dolorosa quanto limpida di una cultura del lavoro molto marxista e assai poco attenta a Marx. Una lettura utile, non solo perché viene fatta con rigore da chi non ha mai pensato di arrendersi né di saltare sul carro dei vincitori (pratica comune a diversi esponenti di spicco della "generazione" di cui si parla), ma perché recupera un fattore essenziale quanto dimenticato nella cultura e nella memoria di una parte di quei vinti di ieri: il coraggio e la capacità di fare autocritica, un patrimonio originale e prezioso di quella stessa generazione gettato poi allegramente alle ortiche 1/10
Un No-global a tutto tondo comune-info.net/2018/01/un-no-global-a-tutto-tondo/ Quelli che sono in... more Un No-global a tutto tondo comune-info.net/2018/01/un-no-global-a-tutto-tondo/ Quelli che sono in alto hanno dichiarato guerra ai popoli. Come resistere, come ricostruire comunità solidali passando "dalla cooperazione per competere" alla "competizione per cooperare" per dirla con Bruno Amoroso? La priorità, al tempo della globalizzazione, dovrebbe essere liberare territori e comunità. "La globalizzazione non è un fenomeno oggettivo della modernizzazione, è una forma contingente assunta dal capitalismo-scrive Amoroso-, uno stadio particolare ed eventualmente, il suo ultimo stadio. È il capitalismo nella sua forma più maligna, poiché si diffonde come una forma tumorale; come una metastasi si concentra su poche aree strategiche, … sul resto enormi effetti distruttivi. Con buona pace delle moltitudini di Toni Negri e dei new-global della globalizzazione buona…". Mondializzazione, comunità, bene comune: un viaggio nel pensiero di Bruno Amoroso Il 20 gennaio di un anno fa ci ha lasciati Bruno Amoroso, economista e saggista italiano, allievo di Federico Caffè (qui gli articoli inviati a Comune). Per ricordarlo pubblichiamo questo articolo (titolo originale Mondializzazione e comunità, lavoro e bene comune in Bruno Amoroso), uscito in Ciao Bruno (Castelvecchi) di Antonio Castronovi. "Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili" (Bertolt Brecht, In morte di Lenin)
What is today the city? Its environment makes its citizens still free? What are the motivating fo... more What is today the city? Its environment makes its citizens still free? What are the motivating forces of the new great global urbanization? Urban gigantism, metropolitanisation of the territory, the great global cities, the slums and shanty towns, the mega-regions, the mega-city, are compatible with our idea of democracy? Can we speak of a crisis of the Polis, in the sense of politics and city? What are the core values of a new urbanism? The modern city would not have existed without the independent municipality characteristic of Italy and Germany. The rebirth of the city around the year one thousand took place in Europe under the banner of free trade and of the 'autonomy' of its members from the control of the feudal lords. Here we experienced the first forms of democracy through free elections of their representatives. In Italy, this process was anticipated with the birth and development of free maritime republics that marked the start of an Italian hegemony in trade and t...
Critica Sociologica, 2013
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