Sir Winston Leonard Spencer Churchill è senza dubbio uno dei personaggi più conosciuti della storia del secolo scorso: politico, storico, giornalista, militare, per due volte Primo Ministro del Regno Unito; non tutti sanno però che è stato anche pittore.
Di sé diceva: "Ho avuto una meravigliosa vita, piena di molte conquiste. Ogni mia ambizione è stata ottenuta, tranne una : non sono un grande pittore."
Il suo amore per la pittura sbocciò nel 1914, a quarant'anni, mentre si trovava per un periodo di riposo nella sua splendida casa di campagna ; fu un incontro casuale, del tutto imprevisto e il suo approccio con tele e pennelli fu un po' come quello di un soldato su un campo di battaglia, impetuoso, impaziente di catturare luce e colori, tutti e subito, con risultati spesso deludenti.
Si impegnò così, con pazienza, a moderarsi , passando molte ore nello studio del suo amico pittore John Lavery, osservando i passaggi tecnici necessari per evitare gli errori dei principianti. Imparò una tecnica semplice e diretta e , visto che i suoi soggetti preferiti erano i paesaggi, le nature morte, le vedute marine, contesti in cui era ricorrente la presenza dell'acqua, si dedicò allo studio dei giochi d'acqua. Così mentre trascorreva qualche giorno di villeggiatura con la famiglia si divertiva a dipingere il Mediterraneo, la costa Azzurra, il Lago di Garda e i laghetti alpini.
Espose per la prima volta le sue opere a Parigi nel 1921 alla Gallerie Druet, ma adottò uno pseudonimo, Charles Monrin. Ne furono vendute sei e qualche anno dopo, nel 1925 a Londra, vinse il primo premio a una mostra di dilettanti con questo quadro intitolato Winter Sunshine.
Nonostante le sue opere cominciassero ad essere apprezzate, Churchill non era soddisfatto del suo lavoro, per questo faceva continui sforzi per migliorarsi. Si affidava alla guida e ai suggerimenti di pittori stimati e soprattutto portava con sé tavolozza e pennelli in tutti i suoi viaggi alla ricerca di nuove ispirazioni.
L'intero corpus delle opere di Churchill conta più di 500 dipinti, per lo più realizzati dal 1930 al 1939, nei quali l'artista rielabora i temi e i soggetti cari all'Impressionismo.
Per tutta la sua vita e nonostante gli impegni pressanti della sua attività politica, Churchill si adoperò continuamente per migliorare la sua tecnica, probabilmente senza mai sentirsi del tutto soddisfatto dal momento che diceva:
" Quando sarò in paradiso conto di passare una buona parte del mio primo milione di anni a dipingere, così da esplorare la materia fino in fondo."
Sfogliando tra il copioso materiale che racconta la sua vita pubblica di statista e pittore, mi sono imbattuta in un paio di articoli che fanno riferimento alla sua vita privata :
Questa natura morta, intitolata "Rose in un vaso di vetro", fu data in dono dall'autore a Vivien Leigh, della quale lo statista fu sempre innamorato. L'attrice, sposata con sir Laurence Olivier, gradì molto il dono, tanto da appenderlo nella propria camera da letto. Vivien e Winston, grande appassionato di cinema, si erano conosciuti sul set del film Fire over England nel 1936 e la loro amicizia durò fino al 1965, anno in cui Winston morì.
Al di là del gossip che lascia il tempo che trova, questo episodio ha contribuito ad elevare non poco il valore del quadro, una volta messo all'asta.
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Chartwell by Edwina Sandys 1984 |
L'altro articolo è scritto dalla nipote dello statista (autrice anche dell'immagine) che ricorda le giornate trascorse negli anni '50 nella casa dei nonni, a Chartwell. Era una casa piena di bambini e di allegria: il nonno stava seduto vicino allo stagno con la canna da pesca, felice di veder affiorare i pesciolini rossi, e poco più in là c'era il laghetto con i cigni neri, regalo del primo ministro australiano; nel rose garden fiorivano 50 cespugli di rose gialle, per ricordare le nozze d'oro dei nonni, e d'estate ci si poteva tuffare in una grande piscina; a Natale la tavola si riempiva di fiori e di cibo, e il nonno recitava con gli occhi umidi la poesia If , del suo amico Rudyard Kipling; dopo cena si scendeva nel seminterrato nella sala di proiezione, per vedere gli ultimi films spesso in anteprima.
E poi quadri , quadri dappertutto, e capitava che il generale De Gaule ti prendesse sulle ginocchia per insegnarti a dire Vive la France.