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mercoledì 12 agosto 2020

Lo smalto per le unghie



Personalmente lo uso solo d'estate, solo sulle unghie dei piedi e solo rosso. Lo smalto, però è un cosmetico di grande attualità, di grande fascino e di molteplici risultati. La moda, oggi, lo vuole semipermamente o addirittura permanente e consente di sbizzarrirsi tra mille forme e colori.  Scegliere il proprio look può essere divertente e può servire anche ad esprimere la propria creatività.
Vediamo qui   https://www.amichedismalto.it/storia-dello-smalto-per-unghie-tra-fascino-e-seduzione/     un po' di storia di questo cosmetico:

lo smalto per unghie è un cosmetico utilizzato fin dai tempi antichi e che veniva utilizzato per identificare lo status sociale.
In India il concetto di manicure iniziò oltre 5000 anni fa, con l’uso di henné come una vernice per unghie.





I cinesi nel 300 a.c. usarono lo smalto per unghie (una miscela a base di albume d’uovo, gelatina, cera d’api e gomma arabica) come un modo per indicare ricchezza e status sociale.
Durante la dinastia Zhou (circa 600 a.C.), veniva utilizzata la polvere d’oro e d’argento per creare i colori indossati dai nobili e in base al colore utilizzato, veniva identificato lo status sociale di una donna.
Una donna di classe media ad esempio, portava lo smalto rosa mentre oro e argento ovviamente per i nobili.




Anche in Egitto si usava smaltare le unghie. I metodi degli egiziani erano diversi da quelli dei cinesi ma il colore indicava comunque lo stato sociale, con tonalità di rosso profondo riservati per quelli di alto rango.
Cleopatra e Nefertiti, grandi regine anche di seduzione, furono grandi fan di hennè per la colorazione delle unghie. La prima utilizzava toni tendenti al cremisi, mentre la seconda prediligeva il rosso rubino.




Gli inca infine, furono i padri della nail art dipingendo immagini di aquile sulla punta delle dita.




Un salto nella storia dello smalto fino al Medioevo quando questa pratica venne abbandonata e riapparve solo durante il Rinascimento per impreziosire le mani delle nobildonne del tempo.



Arriviamo all’epoca Vittoriana, quando divenne popolare lo smalto con olio e un pezzo di camoscio, almeno secondo si racconta in Madame Bovary di Gustave Flaubert.





e poi nel 900...

-1911: creazione del marchio Cutex fondato da Northam Warren e che racchiudeva una serie di prodotti per le unghie. Il primo prodotto Cutex fu un dispositivo liquido di rimozione della cuticole. Subito dopo aver riscosso successo tra le donne, Warren estese la linea di prodotti. Egli creò un nuovo modo di fare la manicure e mise in commercio una formula di smalto liquido. ll prodotto, venduto nei primi anni ’20, consisteva in una bottiglia tappata sigillata, con un pennello separato.




–1920: decollo dello smalto per unghie nel momento in cui la make up artist francese Michelle Ménard collaborò con la società di Charles Revson, o Revlon, così come la conosciamo oggi. Ispirata dagli smalti utilizzati per dipingere le automobili, Ménard si chiese se qualcosa di simile poteva essere applicata alle unghie. Questa sua richiesta fornì la base per gli smalti colorati.




-1930: la forma di manicure prediletta fu quella a mezza luna. Si trattava di lasciare bianca o non smaltata la lunula e la punta dell’ unghia.. La regola principale di Revlon era coordinare il colore del rossetto con quello delle unghie. Nacque così nel 1939 il concetto di “labbra e unghie coordinate” e fu uno strepitoso successo. Revlon, inoltre, raccomandava di applicarlo sull’intera lamina ungueale dalla base dell’unghia al bordo libero. Ciò consentiva la copertura dei difetti delle unghie. Inoltre gli smalti dovevano essere diversi per ogni stagione.



Nel 1934 Maxwell Lappe (dentista) creò le unghie finte per le persone che avevano unghie corte e poco curate, e nel 1937 fu depositato il primo brevetto per la tecnica di estensione delle unghie.


Negli anni ’40, con la nascita del Technicolor, le aziende cosmetiche iniziarono a puntare molto sul marketing di massa. L’incredibile aumento delle vendite, dello smalto per unghie in particolare, in tempi così difficili, stimolò la creatività delle case produttrici che perfezionarono le formule e ampliarono le gamme dei colori.



–1950: furono di gran moda gli smalti Scarlet con rossetti corrispondenti. Veniva preso spunto dalle star della cinematografia che utilizzavano colori accesi (ad esempio le mani di Rita Hayworth nel film Blood and Sand del 1941).







-1960: presero piede le tonalità pallide e pastello rispetto ai rossi degli anni precedenti.



-1970: fu la volta delle unghie finte inserite sotto le cuticole per farle sembrare il più naturale possibile. La colla utilizzata non era resistente all’acqua e infatti, queste non permanevano a lungo. Nel 1978 furono introdotte le unghie acriliche e l’inventore fu un dentista (Fred Slack e l’invenzione risale al 1954).


-1980: emersero colori audaci come rossi brillanti e fucsia. Venne introdotto il primo sistema in gel UV associato alla relativa lampada.



-1990: la tonalità del rosso scuro e nero era diventata un classico, ancora molto ricercato oggi. Inoltre, ebbero successo, unghie acriliche, nail art e sono stati proposti numerosi colori.



-2000 -2010: i prodotti per l’ estensione delle unghie hanno subito miglioramenti in sicurezza e facilità d’uso. E’ cresciuto l’interesse per il settore delle unghie tale da riscuotete tuttora un clamoroso successo. Diverse forme, colori e fantasie caratterizzano tutt’oggi questo settore tale da creare un grande business tra i marchi più famosi e non solo.



E oggi, 2020, via libera a qualsiasi colore e forma! tutto è permesso, a seconda dei gusti...la chiamano nail art!









































Le mie preferite, però, rimangono queste:


lunedì 10 agosto 2020

Un fiore sul cappello

Estate, fiori, fiori ovunque...ispirazione per decorare casa e abbigliamento. 
Che ne dite di un fiore sul cappello? Perchè no?
Se avete un po' di manualità, ci sono anche parecchi siti che insegnano a farli i fiori per decorare le vostre acconciature.
Perfino io ci ho provato....ma usando fiori e cappello già pronti, solo da assemblare! Una cosa semplice








niente a che vedere con quel che segue:














































C'è una signora che ci consiglia in un libro, di metterci un bel geranio sul cappello...per vivere più serene e affrontare le inevitabili difficoltà. Mi pare un buon consiglio






Soffrire è inevitabile, disperarsi è un optional… - Se hai bisogno di una fresca ventata di gioia nella tua vita, questo è il libro che fa per te. Barbara Johnson ti aiuta a trovare "piccole scintille" di felicità perfino nel buio dei tuoi momenti più difficili, trasmettendo il suo approccio positivo alla vita: "Ho imparato ad accettare con gioia le situazioni difficili, perchè ho visto quanto migliorino il carattere. Sono sopravvissuta solo grazie ad una stretta dieta di risate, gioia e speranza". Ma... è possibile mettersi un geranio sul cappello ed essere felici? L'autrice - in questo libro che è insieme terapeutico e divertente - dice di sì, qualsiasi cosa capiti. Lei stessa ha imparato che soffrire è proprio inevitabile. Ci sono volte in cui tutto sembra andare per il meglio e poi - zacchete! ci troviamo in una situazione difficile. Ma superare ogni problema è possibile. Basta decidere di voler cogliere i fiori e non le erbacce della vita: "Io ho scelto di cogliere i fiori e spero che lo farai anche tu, perciò, prendi un geranio e mettitelo sul cappello!"