Architettura del Novecento in Argentina. Studi e applicazioni archeometriche per la conoscenza e la salvaguardia del patrimonio di origine italiana, 2017
L’influenza esercitata dagli architetti italiani, o di origine italiana, a cavallo tra XIX e XX s... more L’influenza esercitata dagli architetti italiani, o di origine italiana, a cavallo tra XIX e XX secolo, in corrispondenza di una duratura stabilità politica del paese e una conseguente prosperità economica, fu determinante per il rinnovamento architettonico dell’intera Argentina. Non solo gli architetti, ma più in generale tutti gli emigrati italiani attivi nel settore della progettazione, costruzione e compravendita immobiliare, ebbero un ruolo fondamentale nella definizione del nuovo assetto urbanistico e architettonico delle emergenti città argentine. Persino i materiali — in alcuni casi addirittura di importazione italiana, più comunemente a imitazione degli stessi — contribuiscono a caratterizzare in maniera inconfondibile l’architettura di quei decenni.
Le torri campanarie cilindriche costituiscono uno dei tratti distintivi nel panorama della città ... more Le torri campanarie cilindriche costituiscono uno dei tratti distintivi nel panorama della città di Ravenna e del territorio dell’Esarcato. La particolare forma le pose al centro dell’attenzione degli studiosi, che si sono interrogati sulla loro origine. L’allarme suscitato dal repentino crollo del campanile di San Marco a Venezia sollecitò, nei primi anni del novecento, non solo l’allestimento di cantieri di restauro, ma anche gli studi di insigni storici, da cui scaturirono ipotesi differenti e spesso contrastanti.
I campanili di Ravenna offre al lettore un quadro sinottico delle diverse teorie e un excursus fra le torri altomedioevali della città e del territorio, corredato da una ricca documentazione fotografica.
Il volume fornisce un aggiornato quadro degli studi, un approfondimento delle fasi di edificazione e delle campagne di restauro novecentesche, e nuove chiavi interpretative legate all’osservazione di particolarità costruttive e di impiego dei materiali, estese anche alle pievi del territorio.
L’architettura del Piano INA Casa, negli anni della ricostruzione postbellica (1949-1963), è real... more L’architettura del Piano INA Casa, negli anni della ricostruzione postbellica (1949-1963), è realizzata con caratteri urbani e architettonici distintivi, tali da rendere i quartieri facilmente riconoscibili per unità stilistica ed omogeneità compositiva, pur senza sovrastare l’originalità del linguaggio architettonico dei singoli progettisti.
Ma ancor più immediata riconoscibilità è data dalla presenza delle targhe policrome in ceramica poste in corrispondenza dei portoni di accesso alle scale, delle testate o dei punti focali degli edifici. Elementi di particolare valenza artistica a cui lavorarono i più importanti artisti e ceramisti del dopoguerra, tra cui Burri, Morbiducci, De Laurentiis, Kowaliska.
L’intervento proporrà una panoramica generale sulla produzione ceramica delle formelle INA Casa, indagando i momenti e gli aspetti significativi di questo particolare connubio tra arte e architettura e presenterà alcune esemplificazioni della catalogazione fotografica degli elementi in opera nei quartieri emiliano-romagnoli.
Architetti e architetture italiane in Argentina.
Conservazione dei materiali e valorizzazione de... more Architetti e architetture italiane in Argentina.
Conservazione dei materiali e valorizzazione del patrimonio del Novecento
Il convegno si propone come momento di presentazione e discussione delle più recenti ricerche promosse dal CUIA Consorzio interUniversitario Italiano per l’Argentina) dedicate alla conoscenza dell’urbanistica e dell’architettura argentina di origine italiana.
Saranno indagati gli aspetti architettonici, di tecnica ed estetica del costruire, i rapporti culturali ed economici che hanno definito lo stretto rapporto tra Italia e Argentina, tra XIX e XX secolo, e caratterizzato il processo di emigrazione culturale italiana in Sud America.
Interventi e relatori:
Saluti e introduzione
Rita Fabbri, Università degli Studi di Ferrara - Laboratorio TekneHub
Il ruolo del CUIA nella promozione di ricerca e didattica avanzata sul ruolo dei temi patrimoniali in Argentina
Raimondo Cagiano de Azevedo · Direttore del Consorzio interUniversitario Italiano per l’Argentina
Esperienze in America Latina: urbanistica, architettura, valorizzazione del patrimonio
Gianfranco Franz · Scuola Studi Superiore in Patrimonio Culturale del CUIA
Architettura e urbanistica di origine italiana in Argentina
Gastone Ave, Emanuela De Menna · Università degli Studi di Ferrara
Presenza italiana in Argentina. Valorizzazione e diffusione interattiva del patrimonio architettonico
Mario Docci, Emanuela Chiavoni · Università “La Sapienza” di Roma
I
l contributo italiano allo sviluppo culturale in Argentina. Nuove metodologie per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio
Fabrizio Ivan Apollonio, Alessandro Massarente · Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Ferrara
Materiali italiani nelle architetture argentine. Primi risultati delle indagini archeometriche e strutturazione di una banca dati
Alberto Renzulli, Patrizia Santi, Maria Pia Riccardi, Donatella Barca, Eleonora Paris · Università degli Studi di Urbino, Università degli Studi di Pavia, Università degli Studi della Calabria, Università degli Studi di Camerino
Problematiche conservative e di rifunzionalizzazione del patrimonio del Novecento: il caso di Cordoba, nelle architetture di Ubaldo Emiliani e Augusto Cesare Ferrari
Marco Zuppiroli, Alberto Verde, Luca Rocchi · Università degli Studi di Ferrara
Il restauro in America Latina: la filiera del restauro in Brasile
Claudio Maiolino · Pontificia Universídade Católica do Paraná - Curitiba
The growing interest in the "Modern Architecture restoration raises new methodological and operat... more The growing interest in the "Modern Architecture restoration raises new methodological and operational questions about a lot of building techniques extraneous to the historic tradition and new materials derived by industrial innovation in the early XXth century.
Cement and derived products have an essential role in the modern architecture language; in particular the production of surfaces and artefacts realized by false stone (also know as artificial stone or litos-cement). The spread of artificial stones began at the end of the XIXth century, when the application of “stucco” and “marmorino” was replaced by cement that, properly pigmented, appears like a natural stone.
The enhanced "eternity" of the cement has been proven untrue, and many façade or elements realized with artificial stone elements have already shown signs of advanced degradation and they need appropriate interventions.
Cultural and technical recovery is essential today for the conservation of these artefacts, through a necessary knowledge of these techniques, forming and installation work.
The artificial stone artefacts are the result of a fine technological process, but also the product of a craft. This duality requires a careful consideration during the project for the intervention, not only restoration one but also a simple maintenance.
La pietra artificiale realizzata con legante cementizio contraddistingue almeno quattro decenni d... more La pietra artificiale realizzata con legante cementizio contraddistingue almeno quattro decenni dell'architettura novecentesca, dalle prime esperienze liberty sino all'architettura del ventennio fascista. Con l’introduzione massiccia del cemento come materiale da costruzione, i tradizionali prodotti di mimesi della pietra naturale vengono inevitabilmente soppiantati da nuovi procedimenti. In una stagione culturale caratterizzata dalle forme eclettiche e liberty, l’utilizzo del litocemento in architettura trova un diffusissimo riscontro, favorito da almeno tre fattori: l’economicità rispetto alla pietra naturale, la facilità di modellazione o di formatura, e l’utilizzo del cemento, materiale sul quale si ripongono grandi aspettative costruttive. Anche con il decadere del gusto liberty, e il diffondersi di linee razionaliste, permane l’utilizzo intensivo della pietra artificiale, non più come elemento d’ornato, ma prevalentemente come materiale da rivestimento, più economico e...
Presentazione degli esiti della competizione per l’anno 2018 sui temi della conservazione e del r... more Presentazione degli esiti della competizione per l’anno 2018 sui temi della conservazione e del restauro architettonico, promosso dal Dipartimento di Architettura di Ferrara con il sostegno di Fassa BortoloThe conservation and architectural preservation issues illustrated by the outcomes of the competition promoted by the Department of Architecture in Ferrara with the Fassa Bortolo suppor
Il ricorso a processi di conservazione programmata del patrimonio storico-architettonico implica ... more Il ricorso a processi di conservazione programmata del patrimonio storico-architettonico implica un evidente cambio di strategia nel campo del restauro: dall’intervento quale evento isolato ed ‘eccezionale’ ad un processo di lungo periodo, dilazionato dunque nei tempi, negli investimenti e nell’incidenza dell’intervento. In questo contesto i programmi di conservazione programmata si configurano come strumenti estremamente complessi, per la necessità di archiviare e gestire dati consistenti ed eterogenei. L’inefficiente gestione della complessità di dati può rendere inadeguato o disatteso l’intero piano di conservazione. La possibilità, attraverso l’utilizzo in ambito architettonico di software GIS, di raccogliere e sistematizzare grandi quantità di informazioni, agevola indubbiamente la gestione delle procedure previste dal piano di manutenzione
L’obiettivo del contributo è di mettere a confronto il pensiero di Roberto Pane sull’inserimento ... more L’obiettivo del contributo è di mettere a confronto il pensiero di Roberto Pane sull’inserimento dell’architettura moderna nei centri storici nel corso degli anni ’50 ed in particolare in occasione del Convegno sull’edilizia artistica ferrarese del 1958, momento propedeutico a quello di Gubbio di due anni successivo. Durante il convegno ferrarese – uno dei primi momenti di riflessione sul tema della pianificazione urbana contemporanea nell’ambito della città di Ferrara, definita da Burckhardt “la prima città moderna europea” – sono centrali i contributi di Roberto Pane e Bruno Zevi che, pur su posizioni diversificate, si esprimono a favore dell’inserimento dell’architettura nuova nel tessuto urbano antico. Pane sottolinea la necessità di una prescrizione di tipo volumetrico e cromatico per l’inserimento del nuovo, Zevi attribuisce maggiore rilevanza alla pianificazione e al linguaggio architettonico contemporaneo. Il caso di Ferrara risulta particolarmente interessante per la compre...
Una innovativa sintesi tra tradizione locale e linguaggio contemporaneo nel rispetto dei principî... more Una innovativa sintesi tra tradizione locale e linguaggio contemporaneo nel rispetto dei principî conservativi che regolano l’intervento sulle preesistenzeAn innovative combination between local tradition and contemporary language, respecting the conservative principles of restoratio
Giornate AICAP 2014: Strutture nel tessuto urbano: progetto e realizzazione del nuovo e di interventi sull'esistente, 2014
La diffusa commercializzazione di leganti cementizi nei primi anni del XX secolo rivoluziona i tr... more La diffusa commercializzazione di leganti cementizi nei primi anni del XX secolo rivoluziona i tradizionali prodotti e sistemi di finitura e rinnova, con nuovi procedimenti e nuove composizioni, le consuetudini della tradizione costruttiva e decorativa. In questo contesto, le finiture e le decorazioni realizzate a ‘finta pietra’, con legante cementizio, contraddistinguono almeno cinque decenni dell'architettura del Novecento, dalle esperienze Liberty sino all'architettura degli anni Quaranta, a testimonianza delle consolidate aspettative che si riponevano nel cemento, non solo da un punto di vista strutturale, ma anche decorativo. Le pietre artificiali costituiscono il risultato di raffinate elaborazioni tecnologiche e al tempo stesso sono il prodotto di un’attività artigianale intrisa di volontà artistica; a questa dualità corrisponde oggi una particolare difficoltà nel valutare correttamente gli interventi manutentivi e di restauro. È oggi fondamentale un recupero 'culturale' e tecnico di questa produzione: la conoscenza, intesa come esplorazione di uno specifico aspetto della cultura materiale, è pertanto un presupposto fondamentale per affrontare in modo adeguato l’intervento conservativo di questi materiali e delle loro superfici, quali esempi di sperimentazione tecnica di particolare valenza
Mostra presso il Castello di Bianello (Quattro Castella, RE), degli elaborati del Laboratorio di ... more Mostra presso il Castello di Bianello (Quattro Castella, RE), degli elaborati del Laboratorio di Restauro dei Monumenti, Facoltà di Architettura di Ferrara, A.A. 2011/2012. Data inaugurazione: 14 ottobre 2012
The paper will consist of three paragraphs in which will be treated, particularly in the first, t... more The paper will consist of three paragraphs in which will be treated, particularly in the first, the problems related to the planned conservation strategies, according to a critically informed approach applied to historical buildings, and new computer technologies. In the second, on the other hand, will be contextualized the strategic objectives conjugated according to brick architecture issues; and finally, the third section will show a case study as an example of good practice. The main objective is to separate the discussion from a mere succession of conservative actions, by carrying out the argument on a much properly theoretical subject with special emphasis on the architectural approach to the conservation issues based, in the first place, on the knowledge of used materials, on the supply tracks and, finally, on the common placing methods. The knowledge of these aspects is not secondary, because it properly involves those distinctive aspects of a technical culture that has been able to give different forms to the same material at different times; and not only that, in fact, depending on how, for example, a wall is laid changes its behaviour to deterioration issues and, as a result, the actions to be taken, under equal conditions, may be different. The challenge, of course, is to ensure the conservation of architectural heritage through preventive and planned actions, by postponing isolated intervention to exceptional events supported by a meticulous maintenance and monitoring activity
Le architetture realizzate tra gli anni venti e quaranta del XX secolo si caratterizzano per la v... more Le architetture realizzate tra gli anni venti e quaranta del XX secolo si caratterizzano per la varietà dei materiali di finitura e di rivestimento utilizzati; l’utilizzo di materiali specifici, talvolta originati dalla commistione della tradizione artigiana con la sperimentazione industriale, ha originato una casistica vastissima di prodotti di rivestimento e di finitura, oggi totalmente in disuso e scarsamente compresi e conosciuti. Le innovazioni nel campo dei materiali per l’architettura si diffondono e si alimentano sollecitati anche dall’esaltata politica di autarchia promossa dal governo fascista. L’intervento diretto del regime stimolò una generale sperimentazione nei settori produttivi dell’industria italiana, incentivando la produzione di ‘materiali nuovi’, realizzati ricorrendo a materie prime di origine esclusivamente nazionale.Architectures built between the twenties and forties of the twentieth century are characterized by the variety of finishing and coating materials used. The trials of new materials and the use of specific products, nowadays totally abandoned and hardly understood and known, are also encouraged by the fanatical autarchy policy imposed by the fascist government. The intervention of the regime stimulates experimentation in the productive sectors of Italian industry, encouraging the prevalent use of domestic origin raw materials. The intention to pursue a genuine scientific-technical nationalism is already explicit in the 1926 economic plan; thus, the protectionist policy began well before the League of Nations sanctions due to the invasion of Ethiopia (1935). The designers, motivated by Sindacato Nazionale Fascista Architetti, put all their effort for the “fully self-sufficient project”, using national raw materials, innovating their usage, and experiencing substitutes and surrogates materials directly during the construction phase. In this period, therefore, we can find new products for surface finishing of buildings, reassembled panels and composite materials. We also notice an increasing use of non-ferrous metals in the buildings facades and finishings (section bars, window and door fixtures, railings, gratings, etc.). If iron was to be saved as non-self-sufficient material, another metal, aluminum, could, indeed should, be used without any parsimony; Italy was in fact rich in minerals from which it could be extracted industrially. Between WWI and WWII, aluminous alloys became, even in architectural applications, symbol of the industrial soul and modernity of the country, reminding the most advanced aeronautical, automotive and shipbuilding technologies
Il contributo descrive le attività di ricerca condotte dall’area disciplinare del Restauro del Di... more Il contributo descrive le attività di ricerca condotte dall’area disciplinare del Restauro del Dipartimento di Architettura di Ferrara. La lunga attività profusa in vari anni per la conoscenza della città di Ferrara e del suo territorio ha interessato in modo sistematico e organico diversi ambiti, quali l’architettura storica, l’edilizia di base, l’aggregato urbano, i caratteri costruttivi locali, l’architettura del novecento, il sistema delle acque, le modalità di insediamento nel territorio extra-urbano, le “delizie” estensi. Lo sviluppo delle ricerche, nell’individuare aspetti e caratteri fondanti della realtà ferrarese, ne mettono anche in luce le problematiche, sia in ordine alla salvaguardia e conservazione dei caratteri medesimi, che in relazione alle linee di governo e sviluppo del territorio, della città e del patrimonio edilizio. Proprio dalla conoscenza dei caratteri fondanti e da conservare può scaturire la formulazione di strumenti in grado di consentire un corretto sviluppo e al contempo la salvaguardia di valori culturali- storici- architettonici di primaria importanza: essi costituiscono in larga parte caratteri identitari della città e del suo territorio e un patrimonio da salvaguardare, anche in quanto fonte di ricchezza e di sviluppo. Concrete esperienze in tal senso, con importanti sinergie interdisciplinari e collaborazioni con le amministrazioni pubbliche, sono state recentemente condotte, e sono state possibili proprio perché fondate su una lunga attività di conoscenza della realtà locale; altri esiti possibili si possono fin da ora prefigurare in relazione alla vastissima ricerca in corso sullo sviluppo della città. Il metodo con cui si è lavorato per Ferrara costituisce un’esperienza di spicco e si offre ad ulteriori approfondimenti, allargamenti, sconfinamenti geografici. Alcune esperienze di ricerca relative alla città di Ferrara, svolte negli ultimi anni, esprimono in modo chiaro quali strategie possono essere messe in campo per giungere alla salvaguardia dei caratteri urbani, partendo da presupposti di aderenza alla realtà del costruito (nella sua duplice connotazione edilizia e urbana) e quindi ponendosi l’obiettivo di delineare indirizzi di intervento compatibili, e perciò anche facilmente applicabili e coerenti. In tali ambiti di ricerca l’Università, con intuizione e quindi con un certo anticipo, si è mossa per disporre dei dati necessari a dare risposta a problemi concreti che si sarebbero posti nel volgere di breve tempo, sapendo progettare le attività di studio con prontezza, per assolvere a richieste anche di amplissimo respiro ma che necessitavano di risposte esaustive in tempi contenuti. Complessivamente, e in accordo con una moltitudine di altri aspetti e strumenti di governo della città, gli esiti di queste ricerche si configurano certamente come utili componenti di un piano di gestione del patrimonio culturale, che nel caso ferrarese trova anche la coincidenza con la dichiarazione di patrimonio dell’umanità Unesco
In concomitanza con la redazione della nuova strumentazione urbanistica imposta dalla recente nor... more In concomitanza con la redazione della nuova strumentazione urbanistica imposta dalla recente normativa regionale, si è ritenuto indispensabile individuare, catalogare e conoscere tutto l’edificato di valore storico-architettonico e testimoniale del XX secolo presente sul territorio comunale di Ferrara. La presenza assai estesa di edificato del Novecento all’interno e all’esterno del perimetro storico della città pone infatti la necessità di una disciplina di intervento particolareggiata che superi l’attuale classificazione di ristrutturazione edilizia estesa alla quasi totalità dell’edificato moderno, individuando al contempo metodi/soluzioni che indirizzino a corretti interventi nel rispetto delle peculiari caratteristiche architettoniche e materiali della compagine architettonica di epoca moderna. La ricerca, condotta in coordinamento e con il supporto di personale del Comune, ha compreso la raccolta bibliografica e cartografica dei piani e lo studio della documentazione storico-archivistica inerente; la schedatura degli edifici per comparti (nell’intero ambito comunale), finalizzata all’individuazione del tessuto edilizio avente caratteristiche omogenee in riferimento all’architettura moderna e delle singole architetture che si configurino come emergenti per i caratteri propri; l’individuazione di opportune categorie edilizie e la trasposizione su cartografia; l’individuazione delle caratteristiche dell’architettura moderna che si reputa siano da tutelare, dei caratteri, degli aspetti ricorrenti, delle specificità e dei problemi connessi al patrimonio edilizio a Ferrara; la proposta di indicazioni operative (entro il Regolamento Urbanistico Edilizio) per classi di elementi funzionali e tipologie di materiali
Nella presente nota si riportano gli esiti delle prime indagini effettuate sulle due torri mediev... more Nella presente nota si riportano gli esiti delle prime indagini effettuate sulle due torri medievali ravennati di S. Maria in Fabriago (Lugo) e S. Apollinare in Classe (Ravenna). Tali indagini sono consistite in un accurato rilievo tecnico-costruttivo e nell’esecuzione di prove dinamiche utili all’identificazione dei modi propri di vibrare delle torr
Architettura del Novecento in Argentina. Studi e applicazioni archeometriche per la conoscenza e la salvaguardia del patrimonio di origine italiana, 2017
L’influenza esercitata dagli architetti italiani, o di origine italiana, a cavallo tra XIX e XX s... more L’influenza esercitata dagli architetti italiani, o di origine italiana, a cavallo tra XIX e XX secolo, in corrispondenza di una duratura stabilità politica del paese e una conseguente prosperità economica, fu determinante per il rinnovamento architettonico dell’intera Argentina. Non solo gli architetti, ma più in generale tutti gli emigrati italiani attivi nel settore della progettazione, costruzione e compravendita immobiliare, ebbero un ruolo fondamentale nella definizione del nuovo assetto urbanistico e architettonico delle emergenti città argentine. Persino i materiali — in alcuni casi addirittura di importazione italiana, più comunemente a imitazione degli stessi — contribuiscono a caratterizzare in maniera inconfondibile l’architettura di quei decenni.
Le torri campanarie cilindriche costituiscono uno dei tratti distintivi nel panorama della città ... more Le torri campanarie cilindriche costituiscono uno dei tratti distintivi nel panorama della città di Ravenna e del territorio dell’Esarcato. La particolare forma le pose al centro dell’attenzione degli studiosi, che si sono interrogati sulla loro origine. L’allarme suscitato dal repentino crollo del campanile di San Marco a Venezia sollecitò, nei primi anni del novecento, non solo l’allestimento di cantieri di restauro, ma anche gli studi di insigni storici, da cui scaturirono ipotesi differenti e spesso contrastanti.
I campanili di Ravenna offre al lettore un quadro sinottico delle diverse teorie e un excursus fra le torri altomedioevali della città e del territorio, corredato da una ricca documentazione fotografica.
Il volume fornisce un aggiornato quadro degli studi, un approfondimento delle fasi di edificazione e delle campagne di restauro novecentesche, e nuove chiavi interpretative legate all’osservazione di particolarità costruttive e di impiego dei materiali, estese anche alle pievi del territorio.
L’architettura del Piano INA Casa, negli anni della ricostruzione postbellica (1949-1963), è real... more L’architettura del Piano INA Casa, negli anni della ricostruzione postbellica (1949-1963), è realizzata con caratteri urbani e architettonici distintivi, tali da rendere i quartieri facilmente riconoscibili per unità stilistica ed omogeneità compositiva, pur senza sovrastare l’originalità del linguaggio architettonico dei singoli progettisti.
Ma ancor più immediata riconoscibilità è data dalla presenza delle targhe policrome in ceramica poste in corrispondenza dei portoni di accesso alle scale, delle testate o dei punti focali degli edifici. Elementi di particolare valenza artistica a cui lavorarono i più importanti artisti e ceramisti del dopoguerra, tra cui Burri, Morbiducci, De Laurentiis, Kowaliska.
L’intervento proporrà una panoramica generale sulla produzione ceramica delle formelle INA Casa, indagando i momenti e gli aspetti significativi di questo particolare connubio tra arte e architettura e presenterà alcune esemplificazioni della catalogazione fotografica degli elementi in opera nei quartieri emiliano-romagnoli.
Architetti e architetture italiane in Argentina.
Conservazione dei materiali e valorizzazione de... more Architetti e architetture italiane in Argentina.
Conservazione dei materiali e valorizzazione del patrimonio del Novecento
Il convegno si propone come momento di presentazione e discussione delle più recenti ricerche promosse dal CUIA Consorzio interUniversitario Italiano per l’Argentina) dedicate alla conoscenza dell’urbanistica e dell’architettura argentina di origine italiana.
Saranno indagati gli aspetti architettonici, di tecnica ed estetica del costruire, i rapporti culturali ed economici che hanno definito lo stretto rapporto tra Italia e Argentina, tra XIX e XX secolo, e caratterizzato il processo di emigrazione culturale italiana in Sud America.
Interventi e relatori:
Saluti e introduzione
Rita Fabbri, Università degli Studi di Ferrara - Laboratorio TekneHub
Il ruolo del CUIA nella promozione di ricerca e didattica avanzata sul ruolo dei temi patrimoniali in Argentina
Raimondo Cagiano de Azevedo · Direttore del Consorzio interUniversitario Italiano per l’Argentina
Esperienze in America Latina: urbanistica, architettura, valorizzazione del patrimonio
Gianfranco Franz · Scuola Studi Superiore in Patrimonio Culturale del CUIA
Architettura e urbanistica di origine italiana in Argentina
Gastone Ave, Emanuela De Menna · Università degli Studi di Ferrara
Presenza italiana in Argentina. Valorizzazione e diffusione interattiva del patrimonio architettonico
Mario Docci, Emanuela Chiavoni · Università “La Sapienza” di Roma
I
l contributo italiano allo sviluppo culturale in Argentina. Nuove metodologie per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio
Fabrizio Ivan Apollonio, Alessandro Massarente · Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Ferrara
Materiali italiani nelle architetture argentine. Primi risultati delle indagini archeometriche e strutturazione di una banca dati
Alberto Renzulli, Patrizia Santi, Maria Pia Riccardi, Donatella Barca, Eleonora Paris · Università degli Studi di Urbino, Università degli Studi di Pavia, Università degli Studi della Calabria, Università degli Studi di Camerino
Problematiche conservative e di rifunzionalizzazione del patrimonio del Novecento: il caso di Cordoba, nelle architetture di Ubaldo Emiliani e Augusto Cesare Ferrari
Marco Zuppiroli, Alberto Verde, Luca Rocchi · Università degli Studi di Ferrara
Il restauro in America Latina: la filiera del restauro in Brasile
Claudio Maiolino · Pontificia Universídade Católica do Paraná - Curitiba
The growing interest in the "Modern Architecture restoration raises new methodological and operat... more The growing interest in the "Modern Architecture restoration raises new methodological and operational questions about a lot of building techniques extraneous to the historic tradition and new materials derived by industrial innovation in the early XXth century.
Cement and derived products have an essential role in the modern architecture language; in particular the production of surfaces and artefacts realized by false stone (also know as artificial stone or litos-cement). The spread of artificial stones began at the end of the XIXth century, when the application of “stucco” and “marmorino” was replaced by cement that, properly pigmented, appears like a natural stone.
The enhanced "eternity" of the cement has been proven untrue, and many façade or elements realized with artificial stone elements have already shown signs of advanced degradation and they need appropriate interventions.
Cultural and technical recovery is essential today for the conservation of these artefacts, through a necessary knowledge of these techniques, forming and installation work.
The artificial stone artefacts are the result of a fine technological process, but also the product of a craft. This duality requires a careful consideration during the project for the intervention, not only restoration one but also a simple maintenance.
La pietra artificiale realizzata con legante cementizio contraddistingue almeno quattro decenni d... more La pietra artificiale realizzata con legante cementizio contraddistingue almeno quattro decenni dell'architettura novecentesca, dalle prime esperienze liberty sino all'architettura del ventennio fascista. Con l’introduzione massiccia del cemento come materiale da costruzione, i tradizionali prodotti di mimesi della pietra naturale vengono inevitabilmente soppiantati da nuovi procedimenti. In una stagione culturale caratterizzata dalle forme eclettiche e liberty, l’utilizzo del litocemento in architettura trova un diffusissimo riscontro, favorito da almeno tre fattori: l’economicità rispetto alla pietra naturale, la facilità di modellazione o di formatura, e l’utilizzo del cemento, materiale sul quale si ripongono grandi aspettative costruttive. Anche con il decadere del gusto liberty, e il diffondersi di linee razionaliste, permane l’utilizzo intensivo della pietra artificiale, non più come elemento d’ornato, ma prevalentemente come materiale da rivestimento, più economico e...
Presentazione degli esiti della competizione per l’anno 2018 sui temi della conservazione e del r... more Presentazione degli esiti della competizione per l’anno 2018 sui temi della conservazione e del restauro architettonico, promosso dal Dipartimento di Architettura di Ferrara con il sostegno di Fassa BortoloThe conservation and architectural preservation issues illustrated by the outcomes of the competition promoted by the Department of Architecture in Ferrara with the Fassa Bortolo suppor
Il ricorso a processi di conservazione programmata del patrimonio storico-architettonico implica ... more Il ricorso a processi di conservazione programmata del patrimonio storico-architettonico implica un evidente cambio di strategia nel campo del restauro: dall’intervento quale evento isolato ed ‘eccezionale’ ad un processo di lungo periodo, dilazionato dunque nei tempi, negli investimenti e nell’incidenza dell’intervento. In questo contesto i programmi di conservazione programmata si configurano come strumenti estremamente complessi, per la necessità di archiviare e gestire dati consistenti ed eterogenei. L’inefficiente gestione della complessità di dati può rendere inadeguato o disatteso l’intero piano di conservazione. La possibilità, attraverso l’utilizzo in ambito architettonico di software GIS, di raccogliere e sistematizzare grandi quantità di informazioni, agevola indubbiamente la gestione delle procedure previste dal piano di manutenzione
L’obiettivo del contributo è di mettere a confronto il pensiero di Roberto Pane sull’inserimento ... more L’obiettivo del contributo è di mettere a confronto il pensiero di Roberto Pane sull’inserimento dell’architettura moderna nei centri storici nel corso degli anni ’50 ed in particolare in occasione del Convegno sull’edilizia artistica ferrarese del 1958, momento propedeutico a quello di Gubbio di due anni successivo. Durante il convegno ferrarese – uno dei primi momenti di riflessione sul tema della pianificazione urbana contemporanea nell’ambito della città di Ferrara, definita da Burckhardt “la prima città moderna europea” – sono centrali i contributi di Roberto Pane e Bruno Zevi che, pur su posizioni diversificate, si esprimono a favore dell’inserimento dell’architettura nuova nel tessuto urbano antico. Pane sottolinea la necessità di una prescrizione di tipo volumetrico e cromatico per l’inserimento del nuovo, Zevi attribuisce maggiore rilevanza alla pianificazione e al linguaggio architettonico contemporaneo. Il caso di Ferrara risulta particolarmente interessante per la compre...
Una innovativa sintesi tra tradizione locale e linguaggio contemporaneo nel rispetto dei principî... more Una innovativa sintesi tra tradizione locale e linguaggio contemporaneo nel rispetto dei principî conservativi che regolano l’intervento sulle preesistenzeAn innovative combination between local tradition and contemporary language, respecting the conservative principles of restoratio
Giornate AICAP 2014: Strutture nel tessuto urbano: progetto e realizzazione del nuovo e di interventi sull'esistente, 2014
La diffusa commercializzazione di leganti cementizi nei primi anni del XX secolo rivoluziona i tr... more La diffusa commercializzazione di leganti cementizi nei primi anni del XX secolo rivoluziona i tradizionali prodotti e sistemi di finitura e rinnova, con nuovi procedimenti e nuove composizioni, le consuetudini della tradizione costruttiva e decorativa. In questo contesto, le finiture e le decorazioni realizzate a ‘finta pietra’, con legante cementizio, contraddistinguono almeno cinque decenni dell'architettura del Novecento, dalle esperienze Liberty sino all'architettura degli anni Quaranta, a testimonianza delle consolidate aspettative che si riponevano nel cemento, non solo da un punto di vista strutturale, ma anche decorativo. Le pietre artificiali costituiscono il risultato di raffinate elaborazioni tecnologiche e al tempo stesso sono il prodotto di un’attività artigianale intrisa di volontà artistica; a questa dualità corrisponde oggi una particolare difficoltà nel valutare correttamente gli interventi manutentivi e di restauro. È oggi fondamentale un recupero 'culturale' e tecnico di questa produzione: la conoscenza, intesa come esplorazione di uno specifico aspetto della cultura materiale, è pertanto un presupposto fondamentale per affrontare in modo adeguato l’intervento conservativo di questi materiali e delle loro superfici, quali esempi di sperimentazione tecnica di particolare valenza
Mostra presso il Castello di Bianello (Quattro Castella, RE), degli elaborati del Laboratorio di ... more Mostra presso il Castello di Bianello (Quattro Castella, RE), degli elaborati del Laboratorio di Restauro dei Monumenti, Facoltà di Architettura di Ferrara, A.A. 2011/2012. Data inaugurazione: 14 ottobre 2012
The paper will consist of three paragraphs in which will be treated, particularly in the first, t... more The paper will consist of three paragraphs in which will be treated, particularly in the first, the problems related to the planned conservation strategies, according to a critically informed approach applied to historical buildings, and new computer technologies. In the second, on the other hand, will be contextualized the strategic objectives conjugated according to brick architecture issues; and finally, the third section will show a case study as an example of good practice. The main objective is to separate the discussion from a mere succession of conservative actions, by carrying out the argument on a much properly theoretical subject with special emphasis on the architectural approach to the conservation issues based, in the first place, on the knowledge of used materials, on the supply tracks and, finally, on the common placing methods. The knowledge of these aspects is not secondary, because it properly involves those distinctive aspects of a technical culture that has been able to give different forms to the same material at different times; and not only that, in fact, depending on how, for example, a wall is laid changes its behaviour to deterioration issues and, as a result, the actions to be taken, under equal conditions, may be different. The challenge, of course, is to ensure the conservation of architectural heritage through preventive and planned actions, by postponing isolated intervention to exceptional events supported by a meticulous maintenance and monitoring activity
Le architetture realizzate tra gli anni venti e quaranta del XX secolo si caratterizzano per la v... more Le architetture realizzate tra gli anni venti e quaranta del XX secolo si caratterizzano per la varietà dei materiali di finitura e di rivestimento utilizzati; l’utilizzo di materiali specifici, talvolta originati dalla commistione della tradizione artigiana con la sperimentazione industriale, ha originato una casistica vastissima di prodotti di rivestimento e di finitura, oggi totalmente in disuso e scarsamente compresi e conosciuti. Le innovazioni nel campo dei materiali per l’architettura si diffondono e si alimentano sollecitati anche dall’esaltata politica di autarchia promossa dal governo fascista. L’intervento diretto del regime stimolò una generale sperimentazione nei settori produttivi dell’industria italiana, incentivando la produzione di ‘materiali nuovi’, realizzati ricorrendo a materie prime di origine esclusivamente nazionale.Architectures built between the twenties and forties of the twentieth century are characterized by the variety of finishing and coating materials used. The trials of new materials and the use of specific products, nowadays totally abandoned and hardly understood and known, are also encouraged by the fanatical autarchy policy imposed by the fascist government. The intervention of the regime stimulates experimentation in the productive sectors of Italian industry, encouraging the prevalent use of domestic origin raw materials. The intention to pursue a genuine scientific-technical nationalism is already explicit in the 1926 economic plan; thus, the protectionist policy began well before the League of Nations sanctions due to the invasion of Ethiopia (1935). The designers, motivated by Sindacato Nazionale Fascista Architetti, put all their effort for the “fully self-sufficient project”, using national raw materials, innovating their usage, and experiencing substitutes and surrogates materials directly during the construction phase. In this period, therefore, we can find new products for surface finishing of buildings, reassembled panels and composite materials. We also notice an increasing use of non-ferrous metals in the buildings facades and finishings (section bars, window and door fixtures, railings, gratings, etc.). If iron was to be saved as non-self-sufficient material, another metal, aluminum, could, indeed should, be used without any parsimony; Italy was in fact rich in minerals from which it could be extracted industrially. Between WWI and WWII, aluminous alloys became, even in architectural applications, symbol of the industrial soul and modernity of the country, reminding the most advanced aeronautical, automotive and shipbuilding technologies
Il contributo descrive le attività di ricerca condotte dall’area disciplinare del Restauro del Di... more Il contributo descrive le attività di ricerca condotte dall’area disciplinare del Restauro del Dipartimento di Architettura di Ferrara. La lunga attività profusa in vari anni per la conoscenza della città di Ferrara e del suo territorio ha interessato in modo sistematico e organico diversi ambiti, quali l’architettura storica, l’edilizia di base, l’aggregato urbano, i caratteri costruttivi locali, l’architettura del novecento, il sistema delle acque, le modalità di insediamento nel territorio extra-urbano, le “delizie” estensi. Lo sviluppo delle ricerche, nell’individuare aspetti e caratteri fondanti della realtà ferrarese, ne mettono anche in luce le problematiche, sia in ordine alla salvaguardia e conservazione dei caratteri medesimi, che in relazione alle linee di governo e sviluppo del territorio, della città e del patrimonio edilizio. Proprio dalla conoscenza dei caratteri fondanti e da conservare può scaturire la formulazione di strumenti in grado di consentire un corretto sviluppo e al contempo la salvaguardia di valori culturali- storici- architettonici di primaria importanza: essi costituiscono in larga parte caratteri identitari della città e del suo territorio e un patrimonio da salvaguardare, anche in quanto fonte di ricchezza e di sviluppo. Concrete esperienze in tal senso, con importanti sinergie interdisciplinari e collaborazioni con le amministrazioni pubbliche, sono state recentemente condotte, e sono state possibili proprio perché fondate su una lunga attività di conoscenza della realtà locale; altri esiti possibili si possono fin da ora prefigurare in relazione alla vastissima ricerca in corso sullo sviluppo della città. Il metodo con cui si è lavorato per Ferrara costituisce un’esperienza di spicco e si offre ad ulteriori approfondimenti, allargamenti, sconfinamenti geografici. Alcune esperienze di ricerca relative alla città di Ferrara, svolte negli ultimi anni, esprimono in modo chiaro quali strategie possono essere messe in campo per giungere alla salvaguardia dei caratteri urbani, partendo da presupposti di aderenza alla realtà del costruito (nella sua duplice connotazione edilizia e urbana) e quindi ponendosi l’obiettivo di delineare indirizzi di intervento compatibili, e perciò anche facilmente applicabili e coerenti. In tali ambiti di ricerca l’Università, con intuizione e quindi con un certo anticipo, si è mossa per disporre dei dati necessari a dare risposta a problemi concreti che si sarebbero posti nel volgere di breve tempo, sapendo progettare le attività di studio con prontezza, per assolvere a richieste anche di amplissimo respiro ma che necessitavano di risposte esaustive in tempi contenuti. Complessivamente, e in accordo con una moltitudine di altri aspetti e strumenti di governo della città, gli esiti di queste ricerche si configurano certamente come utili componenti di un piano di gestione del patrimonio culturale, che nel caso ferrarese trova anche la coincidenza con la dichiarazione di patrimonio dell’umanità Unesco
In concomitanza con la redazione della nuova strumentazione urbanistica imposta dalla recente nor... more In concomitanza con la redazione della nuova strumentazione urbanistica imposta dalla recente normativa regionale, si è ritenuto indispensabile individuare, catalogare e conoscere tutto l’edificato di valore storico-architettonico e testimoniale del XX secolo presente sul territorio comunale di Ferrara. La presenza assai estesa di edificato del Novecento all’interno e all’esterno del perimetro storico della città pone infatti la necessità di una disciplina di intervento particolareggiata che superi l’attuale classificazione di ristrutturazione edilizia estesa alla quasi totalità dell’edificato moderno, individuando al contempo metodi/soluzioni che indirizzino a corretti interventi nel rispetto delle peculiari caratteristiche architettoniche e materiali della compagine architettonica di epoca moderna. La ricerca, condotta in coordinamento e con il supporto di personale del Comune, ha compreso la raccolta bibliografica e cartografica dei piani e lo studio della documentazione storico-archivistica inerente; la schedatura degli edifici per comparti (nell’intero ambito comunale), finalizzata all’individuazione del tessuto edilizio avente caratteristiche omogenee in riferimento all’architettura moderna e delle singole architetture che si configurino come emergenti per i caratteri propri; l’individuazione di opportune categorie edilizie e la trasposizione su cartografia; l’individuazione delle caratteristiche dell’architettura moderna che si reputa siano da tutelare, dei caratteri, degli aspetti ricorrenti, delle specificità e dei problemi connessi al patrimonio edilizio a Ferrara; la proposta di indicazioni operative (entro il Regolamento Urbanistico Edilizio) per classi di elementi funzionali e tipologie di materiali
Nella presente nota si riportano gli esiti delle prime indagini effettuate sulle due torri mediev... more Nella presente nota si riportano gli esiti delle prime indagini effettuate sulle due torri medievali ravennati di S. Maria in Fabriago (Lugo) e S. Apollinare in Classe (Ravenna). Tali indagini sono consistite in un accurato rilievo tecnico-costruttivo e nell’esecuzione di prove dinamiche utili all’identificazione dei modi propri di vibrare delle torr
Le torri campanarie cilindriche costituiscono uno dei tratti distintivi nel panorama della città ... more Le torri campanarie cilindriche costituiscono uno dei tratti distintivi nel panorama della città di Ravenna e del territorio dell’Esarcato. La particolare forma le pose al centro dell’attenzione degli studiosi, che si sono interrogati sulla loro origine. L’allarme suscitato dal repentino crollo del campanile di San Marco a Venezia sollecitò, nei primi anni del novecento, non solo l’allestimento di cantieri di restauro, ma anche gli studi di insigni storici, da cui scaturirono ipotesi differenti e spesso contrastanti. Il libro offre al lettore un quadro sinottico delle diverse teorie e un excursus fra le torri altomedioevali della città e del forese, corredato da una ricca documentazione fotografica. Il volume fornisce un aggiornato quadro degli studi, un approfondimento delle fasi di edificazione e delle campagne di restauro novecentesche, e nuove chiavi interpretative legate all’osservazione di particolarità costruttive e di impiego dei materiali, estese anche alle pievi del territorio
Il patrimonio architettonico moderno pone diverse problematiche sotto il profilo del restauro, in... more Il patrimonio architettonico moderno pone diverse problematiche sotto il profilo del restauro, in ordine sia al rispetto delle intenzioni progettuali espresse, che alle metodologie di intervento su strutture, elementi tecnologici e materiali
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Books by Luca Rocchi
I campanili di Ravenna offre al lettore un quadro sinottico delle diverse teorie e un excursus fra le torri altomedioevali della città e del territorio, corredato da una ricca documentazione fotografica.
Il volume fornisce un aggiornato quadro degli studi, un approfondimento delle fasi di edificazione e delle campagne di restauro novecentesche, e nuove chiavi interpretative legate all’osservazione di particolarità costruttive e di impiego dei materiali, estese anche alle pievi del territorio.
Talks by Luca Rocchi
Ma ancor più immediata riconoscibilità è data dalla presenza delle targhe policrome in ceramica poste in corrispondenza dei portoni di accesso alle scale, delle testate o dei punti focali degli edifici. Elementi di particolare valenza artistica a cui lavorarono i più importanti artisti e ceramisti del dopoguerra, tra cui Burri, Morbiducci, De Laurentiis, Kowaliska.
L’intervento proporrà una panoramica generale sulla produzione ceramica delle formelle INA Casa, indagando i momenti e gli aspetti significativi di questo particolare connubio tra arte e architettura e presenterà alcune esemplificazioni della catalogazione fotografica degli elementi in opera nei quartieri emiliano-romagnoli.
Conservazione dei materiali e valorizzazione del patrimonio del Novecento
Il convegno si propone come momento di presentazione e discussione delle più recenti ricerche promosse dal CUIA Consorzio interUniversitario Italiano per l’Argentina) dedicate alla conoscenza dell’urbanistica e dell’architettura argentina di origine italiana.
Saranno indagati gli aspetti architettonici, di tecnica ed estetica del costruire, i rapporti culturali ed economici che hanno definito lo stretto rapporto tra Italia e Argentina, tra XIX e XX secolo, e caratterizzato il processo di emigrazione culturale italiana in Sud America.
Interventi e relatori:
Saluti e introduzione
Rita Fabbri, Università degli Studi di Ferrara - Laboratorio TekneHub
Il ruolo del CUIA nella promozione di ricerca e didattica avanzata sul ruolo dei temi patrimoniali in Argentina
Raimondo Cagiano de Azevedo · Direttore del Consorzio interUniversitario Italiano per l’Argentina
Esperienze in America Latina: urbanistica, architettura, valorizzazione del patrimonio
Gianfranco Franz · Scuola Studi Superiore in Patrimonio Culturale del CUIA
Architettura e urbanistica di origine italiana in Argentina
Gastone Ave, Emanuela De Menna · Università degli Studi di Ferrara
Presenza italiana in Argentina. Valorizzazione e diffusione interattiva del patrimonio architettonico
Mario Docci, Emanuela Chiavoni · Università “La Sapienza” di Roma
I
l contributo italiano allo sviluppo culturale in Argentina. Nuove metodologie per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio
Fabrizio Ivan Apollonio, Alessandro Massarente · Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Ferrara
Materiali italiani nelle architetture argentine. Primi risultati delle indagini archeometriche e strutturazione di una banca dati
Alberto Renzulli, Patrizia Santi, Maria Pia Riccardi, Donatella Barca, Eleonora Paris · Università degli Studi di Urbino, Università degli Studi di Pavia, Università degli Studi della Calabria, Università degli Studi di Camerino
Problematiche conservative e di rifunzionalizzazione del patrimonio del Novecento: il caso di Cordoba, nelle architetture di Ubaldo Emiliani e Augusto Cesare Ferrari
Marco Zuppiroli, Alberto Verde, Luca Rocchi · Università degli Studi di Ferrara
Il restauro in America Latina: la filiera del restauro in Brasile
Claudio Maiolino · Pontificia Universídade Católica do Paraná - Curitiba
Cement and derived products have an essential role in the modern architecture language; in particular the production of surfaces and artefacts realized by false stone (also know as artificial stone or litos-cement). The spread of artificial stones began at the end of the XIXth century, when the application of “stucco” and “marmorino” was replaced by cement that, properly pigmented, appears like a natural stone.
The enhanced "eternity" of the cement has been proven untrue, and many façade or elements realized with artificial stone elements have already shown signs of advanced degradation and they need appropriate interventions.
Cultural and technical recovery is essential today for the conservation of these artefacts, through a necessary knowledge of these techniques, forming and installation work.
The artificial stone artefacts are the result of a fine technological process, but also the product of a craft. This duality requires a careful consideration during the project for the intervention, not only restoration one but also a simple maintenance.
Key-words: cement, artificial stone, false stone, fascist autarchy, conservation
Papers by Luca Rocchi
I campanili di Ravenna offre al lettore un quadro sinottico delle diverse teorie e un excursus fra le torri altomedioevali della città e del territorio, corredato da una ricca documentazione fotografica.
Il volume fornisce un aggiornato quadro degli studi, un approfondimento delle fasi di edificazione e delle campagne di restauro novecentesche, e nuove chiavi interpretative legate all’osservazione di particolarità costruttive e di impiego dei materiali, estese anche alle pievi del territorio.
Ma ancor più immediata riconoscibilità è data dalla presenza delle targhe policrome in ceramica poste in corrispondenza dei portoni di accesso alle scale, delle testate o dei punti focali degli edifici. Elementi di particolare valenza artistica a cui lavorarono i più importanti artisti e ceramisti del dopoguerra, tra cui Burri, Morbiducci, De Laurentiis, Kowaliska.
L’intervento proporrà una panoramica generale sulla produzione ceramica delle formelle INA Casa, indagando i momenti e gli aspetti significativi di questo particolare connubio tra arte e architettura e presenterà alcune esemplificazioni della catalogazione fotografica degli elementi in opera nei quartieri emiliano-romagnoli.
Conservazione dei materiali e valorizzazione del patrimonio del Novecento
Il convegno si propone come momento di presentazione e discussione delle più recenti ricerche promosse dal CUIA Consorzio interUniversitario Italiano per l’Argentina) dedicate alla conoscenza dell’urbanistica e dell’architettura argentina di origine italiana.
Saranno indagati gli aspetti architettonici, di tecnica ed estetica del costruire, i rapporti culturali ed economici che hanno definito lo stretto rapporto tra Italia e Argentina, tra XIX e XX secolo, e caratterizzato il processo di emigrazione culturale italiana in Sud America.
Interventi e relatori:
Saluti e introduzione
Rita Fabbri, Università degli Studi di Ferrara - Laboratorio TekneHub
Il ruolo del CUIA nella promozione di ricerca e didattica avanzata sul ruolo dei temi patrimoniali in Argentina
Raimondo Cagiano de Azevedo · Direttore del Consorzio interUniversitario Italiano per l’Argentina
Esperienze in America Latina: urbanistica, architettura, valorizzazione del patrimonio
Gianfranco Franz · Scuola Studi Superiore in Patrimonio Culturale del CUIA
Architettura e urbanistica di origine italiana in Argentina
Gastone Ave, Emanuela De Menna · Università degli Studi di Ferrara
Presenza italiana in Argentina. Valorizzazione e diffusione interattiva del patrimonio architettonico
Mario Docci, Emanuela Chiavoni · Università “La Sapienza” di Roma
I
l contributo italiano allo sviluppo culturale in Argentina. Nuove metodologie per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio
Fabrizio Ivan Apollonio, Alessandro Massarente · Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Ferrara
Materiali italiani nelle architetture argentine. Primi risultati delle indagini archeometriche e strutturazione di una banca dati
Alberto Renzulli, Patrizia Santi, Maria Pia Riccardi, Donatella Barca, Eleonora Paris · Università degli Studi di Urbino, Università degli Studi di Pavia, Università degli Studi della Calabria, Università degli Studi di Camerino
Problematiche conservative e di rifunzionalizzazione del patrimonio del Novecento: il caso di Cordoba, nelle architetture di Ubaldo Emiliani e Augusto Cesare Ferrari
Marco Zuppiroli, Alberto Verde, Luca Rocchi · Università degli Studi di Ferrara
Il restauro in America Latina: la filiera del restauro in Brasile
Claudio Maiolino · Pontificia Universídade Católica do Paraná - Curitiba
Cement and derived products have an essential role in the modern architecture language; in particular the production of surfaces and artefacts realized by false stone (also know as artificial stone or litos-cement). The spread of artificial stones began at the end of the XIXth century, when the application of “stucco” and “marmorino” was replaced by cement that, properly pigmented, appears like a natural stone.
The enhanced "eternity" of the cement has been proven untrue, and many façade or elements realized with artificial stone elements have already shown signs of advanced degradation and they need appropriate interventions.
Cultural and technical recovery is essential today for the conservation of these artefacts, through a necessary knowledge of these techniques, forming and installation work.
The artificial stone artefacts are the result of a fine technological process, but also the product of a craft. This duality requires a careful consideration during the project for the intervention, not only restoration one but also a simple maintenance.
Key-words: cement, artificial stone, false stone, fascist autarchy, conservation