Pro aJ plouñ, quod non convenit, lege a[ pnoun, collato Il. XXII 222 (a[ mpnue). Per affrontare l... more Pro aJ plouñ, quod non convenit, lege a[ pnoun, collato Il. XXII 222 (a[ mpnue). Per affrontare la questione testuale in oggetto, è necessario inquadrare il passo nel macrocontesto della Poetica, redigendo un sunto mirato di tutta la parte che lo precede. Aristotele comincia col definire la poesia come arte di imitare con la parola le azioni umane (Capp. I-III). Specifica poi (Cap. IV) che il piacere derivante da essa è eminentemente intellettuale: imitando o assistendo alle imitazioni, l'uomo intuisce e comprende meglio le dinamiche del proprio agire, ed è proprio questo che gli dà piacere nella fruizione dell'opera poetica. Dunque la poesia è una delle forme del capire, dell'apprendere (mav qhsi") (1448 b 4-10). La scienza e la filosofia capiscono per concetti; la storia ricorda i fatti come si sono svolti; la poesia li fa rivivere per via di mimesi, mettendo a nudo la necessità o la verosimiglianza del loro concatenarsi. Si delinea così una sorta di triangolo conoscitivo, nel quale poesia e storia sono apparentate dal fatto di essere entrambe racconto di eventi passati, mentre la scienza ha ad oggetto ciò che è costante, le leggi della natura fisica e umana. Ma tra le prime due c'è in realtà un abisso (Cap. IX), perché la storia si limita ad elencare in sequenza cronologica che cosa avvenne prima e che cosa avvenne dopo, "che cosa Alcibiade fece o subì" (tiv j Alkibiav dh" e[ praxen h] tiv e[ paqen) (1451 b 11-12); la poesia invece mostra come il personaggio, posto di fronte ad un dato evento, non possa, secondo verosimiglianza (to; eij kov ") o addirittura necessità (to; aj nagkaiõn), non reagire in un certo modo e produrre perciò un altro evento, successivo al primo non per successione casuale, ma per successione causale: "C'è una bella differenza che una cosa accada a causa di un'altra o invece dopo l'altra" (diafev rei ga; r polu; to; giv gnesqai tav de dia; tav de h] meta; tav de) (1452 a 10-11). La storia dunque mira al "particolare" (to;
From immemorial time, many Tyrrhenian places of ancient Sicily and Italy were identified (also by... more From immemorial time, many Tyrrhenian places of ancient Sicily and Italy were identified (also by the local people) with the main stages of the return of Ulysses (Cyclopes, Aeolus, Circe, etc.). Some Hellenistic critics (for example Aristarchus and Polybius) assumed that it was from the various ancient and pre-Homeric myths that Homer drew inspiration, in the same way that he did with the myth of the Trojan War, which certainly occurred before him. Thus, the voyage of Ulysses, after his losing the course because of the storm at Cape Malea, had to be located in those sites. But how can one explain the fact that Homer places the voyage from Circe to the Hades over the Ocean? Is it only a pseudogeographic poetic touch, aimed to magnify the exploit? Crates of Mallus did not think so: in his opinion, only some of the numerous adventures had taken place in the Tyrrhenian Sea, whereas Homer had purposefully placed some other exactly on the Atlantic Ocean, beyond the Pillars of Hercules (th...
The essay considers synthetically the passages of Hesiod’s Theogony concerning Khaos, Gaia, Uranò... more The essay considers synthetically the passages of Hesiod’s Theogony concerning Khaos, Gaia, Uranòs, and Tàrtaros as describing the cosmic structure at its very beginning and at its present state. The final result of the cosmogenetic process consists of three solid parallel disks of equal size separated from one another by the space of Khaos/Aèr. The whole structure is conceived of as an ideal cylinder (ideal because it has no real lateral walls), whose superior base is Uranòs (the Sky), the inferior one is Tàrtaros (the Hell) and the median section is Gaia (the Earth), dividing the whole cylinder into two high semicylinders full of Khaos/Aèr. From this Khaos/Aèr, the primal Four Elements (earth, water, misty air and fire) derive, as plants do from their roots, from which all other substances of the universe originate in turn. Thus, Khaos is arkhè (the ‘beginning’) not only in the chronological-historical sense, but also in the sense of an eternal generative substance of all things. ...
The essay offers a full reconstruction of the ancient Antigone myth at Thebes compared to Sophocl... more The essay offers a full reconstruction of the ancient Antigone myth at Thebes compared to Sophocles’ dramatic adaptation. In the Cyclic Thebaid and in Pindar’s odes an attitude of pious benevolence by the vi- ctorious Thebans towards the defeated Argives emerges with regards to the latter’s funeral honours for their dead. However, the mytheme of Polyneikes’ denied burial for high treason is not an invention of six- th-century Athenian propaganda. Actually, on account of Pausanias’ te- stimony, it can be argued that the myth of Polyneikes’ burial ban and Antigone’s ensuing rebellion were an integral part of the Theban myth, even though the outcome of the incident must not have been as lethal as it is in Sophocles’ Antigone. In that play, the narrative variant is introdu- ced to serve the dramaturgical project: its function was to point out the antinomy between ‘unwritten law’ and ordinary legislation, which was alive and well in the Athens of Sophocles’ time.
The author deepens the comparison between Lucr. 1, 21 and Parm. B 12, 3 D.-K., going beyond the t... more The author deepens the comparison between Lucr. 1, 21 and Parm. B 12, 3 D.-K., going beyond the two single verses already confronted by some modern critics out of their poetic contexts, and takes into account the whole structure of the two poems On Nature.
The most ancient notion of 'matter' in archaic Greece is to be found in the Khàos of Hesiod's The... more The most ancient notion of 'matter' in archaic Greece is to be found in the Khàos of Hesiod's Theogony.
Cominciamo col prendere in esame le fonti di un tipo determinato, le biografie di Omero, che si p... more Cominciamo col prendere in esame le fonti di un tipo determinato, le biografie di Omero, che si propongono ex professo il fine precipuo di riassumere a livello di sintesi erudita tutte le notizie offerte dalla tradizione; da esse risulta con evidenza che ad Omero erano comunemente attribuiti, oltre all'Iliade e all'Odissea, i seguenti poemi epici eroici (nella nostra analisi prescinderemo dai poemi eroicomici, quali il Margite, la Batracomiomachia, i Cercopi ecc., che le stesse fonti biografiche definiscono espressamente paiv gnia) 1 :
A comparative analysis of Euripides’ Bacchae and Aristophanes’ Thesmophoriazusae shows that Eurip... more A comparative analysis of Euripides’ Bacchae and Aristophanes’ Thesmophoriazusae shows that Euripides alludes directely to Aristophanes, and offers his public an astonishing example of ‘tragic para-comedy’.
I refuse to post abstracts: a scienfic essay must be read in full text; otherwise, philological d... more I refuse to post abstracts: a scienfic essay must be read in full text; otherwise, philological demonstration is lost!
I hate abstracts. In science, abstracts are a nonsense: it is necessary to read directluy the arg... more I hate abstracts. In science, abstracts are a nonsense: it is necessary to read directluy the argumentations!
Prendiamo le mosse da alcuni rilievi tanto ovvi quanto oggettivi, sui quali sviluppare poi rifles... more Prendiamo le mosse da alcuni rilievi tanto ovvi quanto oggettivi, sui quali sviluppare poi riflessioni ulteriori, partendo banalmente dalla trama del poema di Quinto, che si suole intitolare con il termine latino Posthomerica, nel senso di 'Fatti successivi ad Omero' o, meglio, 'Fatti successivi a quelli narrati da Omero (nell'Iliade)': Libro I: I primi due versi rendono subito chiaro che il poema si configura come continuazione del racconto contenuto nell'Iliade di Omero: "Allorché per mano del Pelide fu ucciso Ettore simile a un dio,/e la pira l'ebbe consunto e la terra ne ebbe occultato le ossa…". È evidente il riferimento al finale dell'Iliade, della quale il nuovo poema, dunque, vuole proseguire la narrazione mitica 1 . La sua natura di pura e semplice prosecuzione è sottolineata vistosamente dalla totale assenza di versi proemiali, che pure costituivano l'incipit canonico di qualsiasi poema epico, a partire dall'esempio modellizzante dell'Iliade e dell'Odissea: il lettore (o ascoltatore) deve dunque prendere atto che non sta iniziando la lettura di un nuovo poema epico, ma sta ascoltando lo sviluppo naturale della ben nota vicenda iliadica, quasi dalla viva voce di Omero stesso. Seguono quattordici versi nei quali si descrive la scena dei Troiani asserragliati all'interno delle mura, assillati dal dolore e dalla paura per aver perduto il grande campione che fino ad allora ne aveva garantito la difesa. Dopo di che il libro è dedicato per intero all'episodio di Pentesilea, la regina delle Amazzoni, venuta in soccorso dei Troiani contro gli Achei e poi uccisa in battaglia da quello stesso Achille che aveva ucciso Ettore.
A report, widely diffused in the ancient world, but, as we shall see, little credited since, reco... more A report, widely diffused in the ancient world, but, as we shall see, little credited since, records that Leucippus was the teacher of Democritus. Diogenes Laertius, while narrating the life of Epicurus, made the following remark in passing: 1 … ὃν [scil. Λεύκιππον] ἔνιοί φασιν, καὶ Ἀπολλόδωρος ὁ Ἐπικούρειος, διδάσκαλον Δημοκρί-του γεγενῆσθαι.
N ell'Antigone di Sofocle, il momento culminante dell'azione drammatica coincide con il richiamo ... more N ell'Antigone di Sofocle, il momento culminante dell'azione drammatica coincide con il richiamo alla validità perenne e assoluta delle 'leggi non scritte'. È in omaggio ad esse che la protagonista ha ritenuto doveroso disobbedire a Creonte, tiranno di Tebe. Contro un suo esplicito divieto, ha tributato gli onori funebri al fratello Polinice, caduto sul campo nel tentativo di espugnare la propria città con l'aiuto di un esercito straniero. Antigone è consapevole che, per questo atto di ribellione, andrà incontro alla condanna a morte. Ma per lei il rispetto delle 'leggi non scritte' è più importante della vita terrena, perché costituisce il metro in base al quale la persona è giudicata dagli dèi e dai congiunti stessi, che ormai appartengono al mondo dei defunti.
Pro aJ plouñ, quod non convenit, lege a[ pnoun, collato Il. XXII 222 (a[ mpnue). Per affrontare l... more Pro aJ plouñ, quod non convenit, lege a[ pnoun, collato Il. XXII 222 (a[ mpnue). Per affrontare la questione testuale in oggetto, è necessario inquadrare il passo nel macrocontesto della Poetica, redigendo un sunto mirato di tutta la parte che lo precede. Aristotele comincia col definire la poesia come arte di imitare con la parola le azioni umane (Capp. I-III). Specifica poi (Cap. IV) che il piacere derivante da essa è eminentemente intellettuale: imitando o assistendo alle imitazioni, l'uomo intuisce e comprende meglio le dinamiche del proprio agire, ed è proprio questo che gli dà piacere nella fruizione dell'opera poetica. Dunque la poesia è una delle forme del capire, dell'apprendere (mav qhsi") (1448 b 4-10). La scienza e la filosofia capiscono per concetti; la storia ricorda i fatti come si sono svolti; la poesia li fa rivivere per via di mimesi, mettendo a nudo la necessità o la verosimiglianza del loro concatenarsi. Si delinea così una sorta di triangolo conoscitivo, nel quale poesia e storia sono apparentate dal fatto di essere entrambe racconto di eventi passati, mentre la scienza ha ad oggetto ciò che è costante, le leggi della natura fisica e umana. Ma tra le prime due c'è in realtà un abisso (Cap. IX), perché la storia si limita ad elencare in sequenza cronologica che cosa avvenne prima e che cosa avvenne dopo, "che cosa Alcibiade fece o subì" (tiv j Alkibiav dh" e[ praxen h] tiv e[ paqen) (1451 b 11-12); la poesia invece mostra come il personaggio, posto di fronte ad un dato evento, non possa, secondo verosimiglianza (to; eij kov ") o addirittura necessità (to; aj nagkaiõn), non reagire in un certo modo e produrre perciò un altro evento, successivo al primo non per successione casuale, ma per successione causale: "C'è una bella differenza che una cosa accada a causa di un'altra o invece dopo l'altra" (diafev rei ga; r polu; to; giv gnesqai tav de dia; tav de h] meta; tav de) (1452 a 10-11). La storia dunque mira al "particolare" (to;
From immemorial time, many Tyrrhenian places of ancient Sicily and Italy were identified (also by... more From immemorial time, many Tyrrhenian places of ancient Sicily and Italy were identified (also by the local people) with the main stages of the return of Ulysses (Cyclopes, Aeolus, Circe, etc.). Some Hellenistic critics (for example Aristarchus and Polybius) assumed that it was from the various ancient and pre-Homeric myths that Homer drew inspiration, in the same way that he did with the myth of the Trojan War, which certainly occurred before him. Thus, the voyage of Ulysses, after his losing the course because of the storm at Cape Malea, had to be located in those sites. But how can one explain the fact that Homer places the voyage from Circe to the Hades over the Ocean? Is it only a pseudogeographic poetic touch, aimed to magnify the exploit? Crates of Mallus did not think so: in his opinion, only some of the numerous adventures had taken place in the Tyrrhenian Sea, whereas Homer had purposefully placed some other exactly on the Atlantic Ocean, beyond the Pillars of Hercules (th...
The essay considers synthetically the passages of Hesiod’s Theogony concerning Khaos, Gaia, Uranò... more The essay considers synthetically the passages of Hesiod’s Theogony concerning Khaos, Gaia, Uranòs, and Tàrtaros as describing the cosmic structure at its very beginning and at its present state. The final result of the cosmogenetic process consists of three solid parallel disks of equal size separated from one another by the space of Khaos/Aèr. The whole structure is conceived of as an ideal cylinder (ideal because it has no real lateral walls), whose superior base is Uranòs (the Sky), the inferior one is Tàrtaros (the Hell) and the median section is Gaia (the Earth), dividing the whole cylinder into two high semicylinders full of Khaos/Aèr. From this Khaos/Aèr, the primal Four Elements (earth, water, misty air and fire) derive, as plants do from their roots, from which all other substances of the universe originate in turn. Thus, Khaos is arkhè (the ‘beginning’) not only in the chronological-historical sense, but also in the sense of an eternal generative substance of all things. ...
The essay offers a full reconstruction of the ancient Antigone myth at Thebes compared to Sophocl... more The essay offers a full reconstruction of the ancient Antigone myth at Thebes compared to Sophocles’ dramatic adaptation. In the Cyclic Thebaid and in Pindar’s odes an attitude of pious benevolence by the vi- ctorious Thebans towards the defeated Argives emerges with regards to the latter’s funeral honours for their dead. However, the mytheme of Polyneikes’ denied burial for high treason is not an invention of six- th-century Athenian propaganda. Actually, on account of Pausanias’ te- stimony, it can be argued that the myth of Polyneikes’ burial ban and Antigone’s ensuing rebellion were an integral part of the Theban myth, even though the outcome of the incident must not have been as lethal as it is in Sophocles’ Antigone. In that play, the narrative variant is introdu- ced to serve the dramaturgical project: its function was to point out the antinomy between ‘unwritten law’ and ordinary legislation, which was alive and well in the Athens of Sophocles’ time.
The author deepens the comparison between Lucr. 1, 21 and Parm. B 12, 3 D.-K., going beyond the t... more The author deepens the comparison between Lucr. 1, 21 and Parm. B 12, 3 D.-K., going beyond the two single verses already confronted by some modern critics out of their poetic contexts, and takes into account the whole structure of the two poems On Nature.
The most ancient notion of 'matter' in archaic Greece is to be found in the Khàos of Hesiod's The... more The most ancient notion of 'matter' in archaic Greece is to be found in the Khàos of Hesiod's Theogony.
Cominciamo col prendere in esame le fonti di un tipo determinato, le biografie di Omero, che si p... more Cominciamo col prendere in esame le fonti di un tipo determinato, le biografie di Omero, che si propongono ex professo il fine precipuo di riassumere a livello di sintesi erudita tutte le notizie offerte dalla tradizione; da esse risulta con evidenza che ad Omero erano comunemente attribuiti, oltre all'Iliade e all'Odissea, i seguenti poemi epici eroici (nella nostra analisi prescinderemo dai poemi eroicomici, quali il Margite, la Batracomiomachia, i Cercopi ecc., che le stesse fonti biografiche definiscono espressamente paiv gnia) 1 :
A comparative analysis of Euripides’ Bacchae and Aristophanes’ Thesmophoriazusae shows that Eurip... more A comparative analysis of Euripides’ Bacchae and Aristophanes’ Thesmophoriazusae shows that Euripides alludes directely to Aristophanes, and offers his public an astonishing example of ‘tragic para-comedy’.
I refuse to post abstracts: a scienfic essay must be read in full text; otherwise, philological d... more I refuse to post abstracts: a scienfic essay must be read in full text; otherwise, philological demonstration is lost!
I hate abstracts. In science, abstracts are a nonsense: it is necessary to read directluy the arg... more I hate abstracts. In science, abstracts are a nonsense: it is necessary to read directluy the argumentations!
Prendiamo le mosse da alcuni rilievi tanto ovvi quanto oggettivi, sui quali sviluppare poi rifles... more Prendiamo le mosse da alcuni rilievi tanto ovvi quanto oggettivi, sui quali sviluppare poi riflessioni ulteriori, partendo banalmente dalla trama del poema di Quinto, che si suole intitolare con il termine latino Posthomerica, nel senso di 'Fatti successivi ad Omero' o, meglio, 'Fatti successivi a quelli narrati da Omero (nell'Iliade)': Libro I: I primi due versi rendono subito chiaro che il poema si configura come continuazione del racconto contenuto nell'Iliade di Omero: "Allorché per mano del Pelide fu ucciso Ettore simile a un dio,/e la pira l'ebbe consunto e la terra ne ebbe occultato le ossa…". È evidente il riferimento al finale dell'Iliade, della quale il nuovo poema, dunque, vuole proseguire la narrazione mitica 1 . La sua natura di pura e semplice prosecuzione è sottolineata vistosamente dalla totale assenza di versi proemiali, che pure costituivano l'incipit canonico di qualsiasi poema epico, a partire dall'esempio modellizzante dell'Iliade e dell'Odissea: il lettore (o ascoltatore) deve dunque prendere atto che non sta iniziando la lettura di un nuovo poema epico, ma sta ascoltando lo sviluppo naturale della ben nota vicenda iliadica, quasi dalla viva voce di Omero stesso. Seguono quattordici versi nei quali si descrive la scena dei Troiani asserragliati all'interno delle mura, assillati dal dolore e dalla paura per aver perduto il grande campione che fino ad allora ne aveva garantito la difesa. Dopo di che il libro è dedicato per intero all'episodio di Pentesilea, la regina delle Amazzoni, venuta in soccorso dei Troiani contro gli Achei e poi uccisa in battaglia da quello stesso Achille che aveva ucciso Ettore.
A report, widely diffused in the ancient world, but, as we shall see, little credited since, reco... more A report, widely diffused in the ancient world, but, as we shall see, little credited since, records that Leucippus was the teacher of Democritus. Diogenes Laertius, while narrating the life of Epicurus, made the following remark in passing: 1 … ὃν [scil. Λεύκιππον] ἔνιοί φασιν, καὶ Ἀπολλόδωρος ὁ Ἐπικούρειος, διδάσκαλον Δημοκρί-του γεγενῆσθαι.
N ell'Antigone di Sofocle, il momento culminante dell'azione drammatica coincide con il richiamo ... more N ell'Antigone di Sofocle, il momento culminante dell'azione drammatica coincide con il richiamo alla validità perenne e assoluta delle 'leggi non scritte'. È in omaggio ad esse che la protagonista ha ritenuto doveroso disobbedire a Creonte, tiranno di Tebe. Contro un suo esplicito divieto, ha tributato gli onori funebri al fratello Polinice, caduto sul campo nel tentativo di espugnare la propria città con l'aiuto di un esercito straniero. Antigone è consapevole che, per questo atto di ribellione, andrà incontro alla condanna a morte. Ma per lei il rispetto delle 'leggi non scritte' è più importante della vita terrena, perché costituisce il metro in base al quale la persona è giudicata dagli dèi e dai congiunti stessi, che ormai appartengono al mondo dei defunti.
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