Books by Franco Baldasso
Pearson, 2024
Il volume presenta le tematiche affrontate nel corso di alta formazione su Cultural Heritage and ... more Il volume presenta le tematiche affrontate nel corso di alta formazione su Cultural Heritage and Memory of Totalitarianism - Eredità culturale e memoria dei totalitarismi realizzato a partire dall’anno accademico 2020-2021 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Sapienza Università di Roma. La natura interdisciplinare e internazionale del corso di studi, nonché la presenza di docenti operanti in Italia e all’estero, e la scelta di produrre un volume in lingua italiana, rispetto alla dimensione anglofona del corso, rispondono principalmente alla mancanza in Italia, a differenza del contesto internazionale, di uno strumento didattico e scientifico multidisciplinare e comparatistico sulla questione dell’eredità e la postmemoria culturale dei totalitarismi europei, in primis quello italiano del così detto Ventennio.
Attraverso un viaggio di rilettura critica di queste difficili eredità, il volume raccoglie i contributi delle lezioni tenute in aula su cultura visiva e sui testi letterari e storici fondamentali per la comprensione del totalitarismo. Lezioni in aula pensate e coordinate in connubio con le lezioni in situ, ovvero le visite criticamente guidate a musei, biblioteche, archivi privati, monumenti, edifici e realizzazioni architettoniche antiche e moderne. I capitoli di questo lavoro sono momenti di una ricerca non esaustiva e tuttora in progress che si prefigge però di rinnovare al presente la conoscenza critica del nostro controverso passato.
https://he.pearson.it/catalogo/6101
Fordham University Press, 2022
Introduction and Index
Carocci, 2019
Introduzione e indice
Pendragon, 2007
Introduzione e indice
Articles by Franco Baldasso
Annali d'italianistica 42, 2024
Half a century after La Storia’s first publication and tortuous reception, this volume seeks to r... more Half a century after La Storia’s first publication and tortuous reception, this volume seeks to reassess and revalorize its legacy from various critical angles, including its narrative structures and linguistic diversity, its contribution to recent debates around trauma and cultural memory, the modernity of Useppe’s voice, as well as exploring new comparative lines of enquiry with works by Tabucchi, Vonnegut, Janeczek, and Murdoch that similarly address a dramatic chapter in our recent history. The special issue analyzes the central position of La Storia in the genealogy of Morante’s work, and it scrutinizes new transmedia adaptations. Lastly, it makes a hitherto untranslated, seminal essay by the author available to a transnational readership, as well as engaging in dialogue with some of the key cultural agents concerned with Morante’s work in a global context.
"Eredità culturale e memoria dei totalitarismi," ed. by Franca Sinopoli and Franco Baldasso. Milan: Pearson,, 2024
Il presente testo è di proprietà di Pearson Benelux B.V.-Sede Secondaria italiana la quale non è ... more Il presente testo è di proprietà di Pearson Benelux B.V.-Sede Secondaria italiana la quale non è associata, né direttamente né indirettamente, a eventuali marchi di terzi che venissero richiamati per gli scopi illustrativi ed educativi che ha la pubblicazione. Per i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni grafiche, cartografiche e fotografiche appartenenti alla proprietà di terzi, inseriti in quest'opera, l'editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti. È vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941, n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Corso di Porta Romana 108, 20122 Milano, e-mail [email protected] e sito web www.clearedi.org Pearson non si assume alcuna responsabilità per i Materiali pubblicati da terze parti sui propri siti Web e/o piattaforme o accessibili, tramite collegamenti ipertestuali o altri "collegamenti" digitali, a siti ospitati da terze parti non controllati direttamente da Pearson ("sito di terze parti"). Per approfondimenti si invita a consultare il sito pearson.it Pearson è sensibile e attenta ai temi dell'inclusione e della diversity; siamo ovviamente aperti ai vostri suggerimenti su come progradire in questo percorso, per costruire esperienze di apprendimento libere da pregiudizi e inclusive. Contattateci su
"A Difficult Heritage: The Afterlife of Fascist Era Architecture, Monuments, and Works of Art," ed. by Carmen Belmonte. Rome: Bibliotheca Hertziana – Max Planck Institute für Kunstgeschichte, 2024
Novecento Transnazionale, 8, 2024
Over the last decades, the 1947 novel Tempo di uccidere ("Time to Kill") by Ennio Flaiano acquire... more Over the last decades, the 1947 novel Tempo di uccidere ("Time to Kill") by Ennio Flaiano acquired the status of a founding text for the postcolonial discourse in Italy. The novel was incompatible with the neorealist aesthetics that were widespread in the early postwar period, but it is also unique for its complex and multilayered exposé of the violence perpetrated by Italians during the second Italo-Ethiopian War, beginning with gender violence. Tempo di uccidere ultimately challenges the postwar establishment of a collective and self-absolutory memory of Italian consent to fascism. With Tempo di uccidere, Flaiano raises crucial questions regarding personal and collective responsibility with fascism's policies. For the narrator-protagonist-and thus for the early postwar Italian reader-the most difficult step was to fully appreciate the autonomy of colonial victims' knowledge and gaze, which are irreducible to the colonial discourse. By concentrating on the ambiguity of images such as "scorciatorie" ("shortcuts") and "piaghe" ("sores") that return obsessively in the novel, Flaiano stresses how the open wounds of fascism and colonialism would haunt private and public memory despite postwar forgetting. Read along the responses of contemporary commentators, the novel shows how problematic was in (early) postwar Italy to radically reconsider the imperialist practices and exoticist imaginary that connoted modern Italian national culture. Such practices and imaginary would indeed survive the demise of Mussolini's ultranationalist regime.
Allegoria, 87, I, 2023
This contribution concentrates on Shortcuts and Very Short Stories by Umberto Saba (1946). The bo... more This contribution concentrates on Shortcuts and Very Short Stories by Umberto Saba (1946). The book is analyzed not only for its relevant formal novelty in the context of early postwar Italy, but also for being among the very first publications to interpret the destruction of European Jewry as a most radical rupture in Western culture and history. Saba was reached in 1944 by early news of Majdanek, the first Nazi concentration camp liberated by the Allies. In his Shortcuts, Saba focuses on the anthropological and epistemological consequences of what the camps stand for, arguing that every future attempt at cultural renovation after totalitarianism and World War II should start from the camps’ traumatic history. The article locates Shortcuts and Very Short Stories at the center of modern Europe’s historical self-consciousness. It also interprets the book’s many insights in the light of Saba’s impressive epistolary, and in the broader context of the Holocaust discourse articulated by witness-writers such as Primo Levi and Imre Kértesz.
Il presente contributo analizza Scorciatoie e raccontini di Umberto Saba (1946) non solo per le notevoli novità formali nel contesto del primissimo dopoguerra, ma per essere tra le prime pubblicazioni a segnalare la distruzione degli ebrei europei come momento di rottura radicale nella storia e nella cultura occidentale. Saba era stato raggiunto nel 1944 dalle notizie di Majdanek, primo campo di concentramento nazista ad essere stato liberato dagli Alleati. In Scorciatoie si concentra così sul portato antropologico e epistemologico di questa inaudita rivelazione e riflette su come qualsiasi tentativo di rinnovamento culturale dopo i totalitarismi e la guerra debba partire proprio dalla storia traumatica dei campi. L’articolo situa Scorciatoie e raccontini al centro dell’autocoscienza storica del Novecento, e interpreta le sue intuizioni alla luce del ricchissimo epistolario di Saba, ma anche nel più ampio discorso sulla Shoah elaborato dai testimoni-scrittori, da Primo Levi a Imre Kértesz.
"Curzio Malaparte e la cultura europea. Cartografie dei palinsesti letterari", ed. by Maria Pia de Paulis. Firenze: Cesati, 2022
Il volume è stato pubblicato con il contributo del laboratorio di ricerca LECEMO (Les Cultures de... more Il volume è stato pubblicato con il contributo del laboratorio di ricerca LECEMO (Les Cultures de l'Europe Méditerranéenne Occidentale)-EA 3979-dell'Università Sorbonne Nouvelle.
Comparatismi, 7, 2022
Come hanno potuto gli intellettuali un tempo fascisti ricostruire le proprie vite, contraddistint... more Come hanno potuto gli intellettuali un tempo fascisti ricostruire le proprie vite, contraddistinte dal passato coinvolgimento con un regime criminale, nel contesto di una rinnovata comunità nazionale nata dalla sconfitta della loro ideologia? Il presente contributo analizza questa fondamentale questione attraverso la produzione letteraria di Giuseppe Berto e Vitaliano Brancati. Le loro opere durante la transizione verso la democrazia si distinguono per un'ammissione senza compromessi di responsabilità personale, in un periodo in cui la maggior parte degli intellettuali che avevano sostenuto il regime descrivevano il passato coinvolgimento come un disorientamento temporaneo, prima delle conversioni alle nuove fedi politiche del dopoguerra. Berto e Brancati hanno preferito invece narrare la loro colpa attraverso un difficile 'linguaggio della responsabilità', che elabora il trauma individuale e la vergogna senza riscatto della generazione educata sotto il regime, che ha testimoniato in prima persona il collasso degli ideali di gioventù.
"Curzio Malaparte e la ricerca dell'identità europea," ed. by Beatrice Baglivo, Beatrice Manetti, Emmanuel Mattiato and Barbara Meazzi, Chambéry: Presses de l'Université Savoie Mont Blanc, 2020
Nella primavera del 1941, Curzio Malaparte si trova nei Balcani, corrispondente di guerra del Cor... more Nella primavera del 1941, Curzio Malaparte si trova nei Balcani, corrispondente di guerra del Corriere della Sera. Il 7 aprile il quotidiano gli pubblica un articolo dal titolo eloquente, « Attraverso la Jugoslavia con l'ultimo "Oriente Espresso" », in cui lo scrittore descrive la mobilitazione delle forze reali jugoslave. Il giorno precedente, che le popolazioni locali ricorderanno nei decenni successivi come "giorno di San Vito", le potenze dell'Asse avevano lanciato l'invasione della Jugoslavia di re Karadjordjević.
Allegoria, 81, I, 2020
rivista semestrale anno XXXII terza serie numero 81 gennaio/giugno 2020 G. B. P A L U M B O E D I... more rivista semestrale anno XXXII terza serie numero 81 gennaio/giugno 2020 G. B. P A L U M B O E D I T O R E allegoria81 per uno studio materialistico della letteratura pologia culturale e questione meridionale. Ernesto De Martino e il dibattito sul mondo popolare subalterno negli anni 1948-1955, a cura di C. Pasquinelli, La Nuova Italia, Firenze 1977. 5 M. Löwy, Redemption and Utopia: Jewish Libertarian Thought in Central Europe. A study in elective affinity, Stanford University Press, Stanford (CA) 1992, p. 3. La mia ipotesi di lavoro deve essere comunque accompagnata dalla consapevolezza che il retroterra ebraico è in Levi non un'acquisizione, ma un dato di partenza, anche se spesso dissimulato, che ha a che fare tanto con la sua origine familiare quanto con l'educazione laica tipica della borghesia torinese di inizio secolo, e con le sue successive amicizie e frequentazioni. In questo senso si veda la pertinente analisi ma anche le testimonianze -come quelle della nipote Paola Sacerdoti -riportate da Vanna Gazzola Stacchini, nel suo Forme di coscienza ebraica in Carlo Levi, in Il tempo e la durata in «Cristo si è fermato a Eboli», a cura di G. De Donato, Fahrenheit 451, Roma 1999, pp. 115-124.
"Exile and Creativity: An Anthology," ed. by Alessandro Cassin, New York: Center Primo Levi Editions, 2020
The Italianist, 2020
This article approaches Alberto Savinio’s multifaceted oeuvre by interpreting his avant-garde nov... more This article approaches Alberto Savinio’s multifaceted oeuvre by interpreting his avant-garde novel Hermaphrodito (1918) through its epistemological, linguistic, and political implications. Hermaphrodito challenges the identification between languages and peoples by radicalising Nietzsche’s etymological research begun in The Genealogy of Morals (1887). Through the autobiographical yet fantastic narrative of his ‘homecoming’ to his native Greece during World War I, Savinio reveals the neglected ontological multiplicity at the core of Western civilisation, questioning one of its fundamental myths – the original unity of languages represented by the world before the Tower of Babel, a world in which translation was not needed. While realising at the end of the novel that ‘home is the real enigma’, Savinio ventures into a linguistic territory where untranslatability defies what Derrida has named ‘the identificatory modality’ between the autobiographical ‘I’ and a singular mother tongue. Savinio’s own reappraisal of Hermaphrodito during World War II parallels his conversion to democratic ideas after a long self-imposed repression of his own diversity. His unorthodox prose illuminates the void of meaning behind the assumed stability of national narratives and gender divides.
Tradurre, 16, 2019
La vita 1898 Curzio Malaparte nasce Kurt Erich Suckert a Prato. Il padre Erwin, di origine tedesc... more La vita 1898 Curzio Malaparte nasce Kurt Erich Suckert a Prato. Il padre Erwin, di origine tedesca e religione protestante, è un imprenditore tessile che dalla Sassonia si è trasferito in Toscana con la moglie italiana, Evelina Perelli. 1911 Entra nel liceo Cicognini di Prato. Si fa notare per le prime prove letterarie ma è la politica ad appassionarlo: frequenta circoli interventisti e diventa segretario della sezione giovanile del partito repubblicano. Vicino alle avanguardie fiorentine, ha come mentore il poeta e giornalista Bino Binazzi, che lo ammaestra ai moderni, soprattutto francesi. Le opere dei poeti romantici tedeschi sono invece presenti nella casa paterna. 1914 Allo scoppio del conflitto mondiale scappa di casa ancora minorenne per arruolarsi nella legione di Peppino Garibaldi e combattere sulle Argonne per la Francia contro l'invasore tedesco. 1915-18 Tornato in Italia, partecipa alle campagne interventiste e dopo l'entrata in guerra si arruola volontario nella Brigata Alpi. Partecipa agli scontri come soldato semplice e poi sottotenente sul Col di Lana, sul Pescoi e sulla Marmolada fino alla rotta di Caporetto.Dopo la resistenza sul Piave, nell'estate del 1918 torna a combattere in Francia, e a Bligny sopravvive ai gas asfissianti dei tedeschi. Gli procureranno lesioni gravi che si ripercuoteranno sulla sua salute per tutta la vita. 1919-21 Finita la guerra rimane in Belgio nel corpo diplomatico: fa parte del Consiglio supremo di guerra della delegazione italiana, di cui dirige l'Ufficio cifra e stampa alla Conferenza della pace di Versailles e successivamente è nominato addetto culturale presso la Legazione d'Italia a Varsavia, da dove segue da vicino l'invasione bolscevica del 1920. Rientrato in Italia, riprende l'attività giornalistica. Nel 1920 aderisce al fascismo e l'anno 1/15 successivo pubblica il suo primo libro, Viva Caporetto!; il libro è sequestrato ma viene ripubblicato già lo stesso anno come La rivolta dei santi maledetti. È il primo di numerosi scandali che la sua produzione letteraria alimenterà ad arte. 1923 Pubblica con le edizioni della Libreria della Voce L'Europa vivente. Teoria storica del sindacalismo nazionale, testo teorico del fascismo rivoluzionario, intransigente e antiborghese. 1924 Dirige a Roma la rivista «La conquista dello stato», organo del fascismo rivoluzionario e squadrista, contrario ai compromessi con la borghesia e il mondo cattolico. 1925 Firma il Manifesto degli intellettuali fascisti e cambia definitivamente nome in Curzio Malaparte. Esce Italia barbara, pubblicato e prefato da Piero Gobetti con cui, nonostante le opposte visioni politiche, ha intensi scambi intellettuali fino alla morte di quest'ultimo. 1926 Dalle pagine del «Selvaggio» insieme al direttore Mino Maccari fomenta la polemica letteraria tra Strapaese e Stracittà. 1928 Dirige con Giovan Battista Angioletti «La Fiera letteraria». Pubblica le cantate L'Arcitaliano e diventa direttore del «Mattino» di Napoli. 1929 Diventa direttore del quotidiano «La Stampa» di Torino. La sua gestione spregiudicata indigna i lettori benpensanti e lo mette in contrasto con il fascismo in piena fase di normalizzazione. Scrive reportage dall'Inghilterra e dalla Russia sovietica, dove conosce Majakovski, Gorkij e Bulgakov, e dà ampio rilievo a scontri e scioperi della Germania di Weimar. 1931 Licenziato dalla «Stampa», pubblica la raccolta di racconti Sodoma e Gomorra. A Parigi pubblica in francese Technique du coup d'état, visionario racconto della presa del potere nell'età della tecnica, che trasforma storia e testimonianza diretta in letteratura. Il libro riscuote un successo internazionale e provoca le vivaci proteste di Trockij, che lo attacca pubblicamente a Copenhagen nel suo discorso per il quindicesimo anniversario della Rivoluzione d'ottobre. Hitler vi viene apertamente deriso e il libro è bruciato nei roghi nazisti, mentre Mussolini, tratteggiato come il vero «catilinario», eroe moderno della presa del potere, ne proibisce l'edizione italiana ma lascia che la stampa ne parli ampiamente. 1932 Collabora con il «Corriere della sera» diretto da Aldo Borrelli e pubblica Le Bonhomme Lénine. La polizia politica, l'Ovra, lo segue attentamente. 1933 Dopo il successo parigino di Technique du coup d'état, Malaparte polemizza duramente con i gerarchi fascisti, nella convinzione che abbiano tradito la "rivoluzione fascista" e che il suo amato duce debba abbndonarli. I suoi attacchi-soprattutto verso l'astro Italo Balbone provocano la caduta: viene arrestato pretestuosamente per attività antifascista all'estero, espulso dal partito, spedito prima a Regina Coeli, il carcere romano, e poi condannato a 2/15
"Sistema periodico. Il secolo interminabile delle riviste," ed. by Francesco Bortolotto, Eleonora Fuochi, Davide Antonio Paone and Federica Parodi. Bologna: Pendragon, 2018
Annali d’Italianistica, 35 , 2017
This contribution focuses on Curzio Malaparte and his works Kaputt and La pelle during Italy's tr... more This contribution focuses on Curzio Malaparte and his works Kaputt and La pelle during Italy's transition from Fascism to democracy. I argue that in his books he rejected the narratives of collective sacrifice and national redemption that were dominant after the end of WWII, from the Resistance myth of "Nuovo Risorgimento" to historicist readings of Fascism as a malady in an otherwise healthy national body. On the score of biopolitical theory, the article concentrates on Malaparte's critical appraisal of the tragic contrast between modern technology and the fragility of creaturely life. Malaparte depicts an irredeemable conflict through Christological allegories of scapegoating deployed from a radically secular perspective, resisting any historical progress or any dialectical superior solution.
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Books by Franco Baldasso
Attraverso un viaggio di rilettura critica di queste difficili eredità, il volume raccoglie i contributi delle lezioni tenute in aula su cultura visiva e sui testi letterari e storici fondamentali per la comprensione del totalitarismo. Lezioni in aula pensate e coordinate in connubio con le lezioni in situ, ovvero le visite criticamente guidate a musei, biblioteche, archivi privati, monumenti, edifici e realizzazioni architettoniche antiche e moderne. I capitoli di questo lavoro sono momenti di una ricerca non esaustiva e tuttora in progress che si prefigge però di rinnovare al presente la conoscenza critica del nostro controverso passato.
https://he.pearson.it/catalogo/6101
Articles by Franco Baldasso
Il presente contributo analizza Scorciatoie e raccontini di Umberto Saba (1946) non solo per le notevoli novità formali nel contesto del primissimo dopoguerra, ma per essere tra le prime pubblicazioni a segnalare la distruzione degli ebrei europei come momento di rottura radicale nella storia e nella cultura occidentale. Saba era stato raggiunto nel 1944 dalle notizie di Majdanek, primo campo di concentramento nazista ad essere stato liberato dagli Alleati. In Scorciatoie si concentra così sul portato antropologico e epistemologico di questa inaudita rivelazione e riflette su come qualsiasi tentativo di rinnovamento culturale dopo i totalitarismi e la guerra debba partire proprio dalla storia traumatica dei campi. L’articolo situa Scorciatoie e raccontini al centro dell’autocoscienza storica del Novecento, e interpreta le sue intuizioni alla luce del ricchissimo epistolario di Saba, ma anche nel più ampio discorso sulla Shoah elaborato dai testimoni-scrittori, da Primo Levi a Imre Kértesz.
Attraverso un viaggio di rilettura critica di queste difficili eredità, il volume raccoglie i contributi delle lezioni tenute in aula su cultura visiva e sui testi letterari e storici fondamentali per la comprensione del totalitarismo. Lezioni in aula pensate e coordinate in connubio con le lezioni in situ, ovvero le visite criticamente guidate a musei, biblioteche, archivi privati, monumenti, edifici e realizzazioni architettoniche antiche e moderne. I capitoli di questo lavoro sono momenti di una ricerca non esaustiva e tuttora in progress che si prefigge però di rinnovare al presente la conoscenza critica del nostro controverso passato.
https://he.pearson.it/catalogo/6101
Il presente contributo analizza Scorciatoie e raccontini di Umberto Saba (1946) non solo per le notevoli novità formali nel contesto del primissimo dopoguerra, ma per essere tra le prime pubblicazioni a segnalare la distruzione degli ebrei europei come momento di rottura radicale nella storia e nella cultura occidentale. Saba era stato raggiunto nel 1944 dalle notizie di Majdanek, primo campo di concentramento nazista ad essere stato liberato dagli Alleati. In Scorciatoie si concentra così sul portato antropologico e epistemologico di questa inaudita rivelazione e riflette su come qualsiasi tentativo di rinnovamento culturale dopo i totalitarismi e la guerra debba partire proprio dalla storia traumatica dei campi. L’articolo situa Scorciatoie e raccontini al centro dell’autocoscienza storica del Novecento, e interpreta le sue intuizioni alla luce del ricchissimo epistolario di Saba, ma anche nel più ampio discorso sulla Shoah elaborato dai testimoni-scrittori, da Primo Levi a Imre Kértesz.
Istituto Italiano di Cultura di New York
Center for Italian Modern Art
Casa Italiana Zerilli Merimò - NYU
Recensione di Franco Baldasso "Curzio Malaparte, la letteratura crudele. Kaputt, La pelle e la caduta della civiltà europea", Carocci, Roma 2019
visits to art, architecture and historical monuments led by international experts and classes on literature, film and culture led by
Sapienza faculty. The goal is to broaden the scholarly assessment of the period and to suggest innovative curricula for students in the
humanities, who are also interested in working in museums and cultural institutes in Italy and abroad. The heritage of Fascism in Rome
and Italy will be approached in the context of Nazism and Stalinism, and framed within the broader scenario of European colonialism. Special
focus will be given to the analysis of totalitarianism’s influence on the cultural production of the postwar period, in which this difficult legacy
will constitute a battlefield of contrastive memories, and would shape the memory of later generations (postmemory). Students will
be solicited to elaborate on the transnational impact of artistic and cultural experiences born in Italy and especially Rome, beginning with
visual and literary texts that interpret Fascism and its contested heritage.
Nel fascicolo 8 (2024) della nostra rivista “Novecento transnazionale. Lettere, arti e culture”, intendiamo approfondire tali aspetti, invitando le persone interessate a presentare delle proposte di articoli inediti e originali che possono trattare, senza necessariamente limitarsi ad essi, i seguenti aspetti:
Traduzione, diffusione e ricezione di opere (artistiche e letterarie) censurate a livello transnazionale
La censura parziale o integrale di opere (artistiche e letterarie) straniere
Traduzione e autocensura
Le conseguenze della censura “in patria” sul piano della formazione di gruppi e correnti transnazionali (nelle arti figurative così come in ambito letterario)
I canali di pubblicazione o esposizione (mostre, musei, etc.) di autori e artisti in esilio
Nuove forme di una eventuale censura transnazionale: "correzione" di libri per l'infanzia, cancellazione dalle reading list universitarie di titoli "sospetti", la censura di opere d’arte sui social media e in generale fenomeni legati alla cultura “woke”.
Le proposte di articoli in lingua italiana o inglese (abstract di massimo 1500 battute spazi inclusi) dovranno pervenire entro il 1° settembre. tramite il portale della rivista. Entro il 15 settembre sarà data comunicazione circa l’avvenuta accettazione o meno. La consegna finale dell’articolo è prevista entro il 15 novembre.
Please send a 150-200 word abstract (in English or Italian) and a 75-100 word bio to the session organizers by January 21 st , 2023.
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